Basta
con le chiacchiere e con i ministri che in TV insistono nel dire che
anche con la nebbia fitta l’autostrada rimane il luogo più
sicuro per chi viaggia. Affermazioni lanciate con l’ammucchiata
delle carcasse ancora fumanti, con i corpi carbonizzati ancora da recuperare,
per la catastrofe stradale del 13 marzo scorso, quando 13 persone hanno
lasciato la vita e 80 sono rimaste ferite in una sporca dozzina di chilometri,
con 250 veicoli coinvolti, sulla A4 fra Cossalto e Noventa di Pieve,
regione Veneto.
Lamiere
accartocciate, camion incendiati e ribaltati, berline lussuose ridotte
alle dimensioni di una Smart, uomini che telefonano disperati per chiedere
soccorso, urlando che hanno perso una gamba, tranciata di netto, mai
più ritrovata. Air-bag sozzi di sangue, sedili bruciati, bambini
in pianto.
Per
capire il loro dramma bastano le parole di un agente della Stradale:
"In venti anni di servizio, non ho mai visto nulla di simile".
Anche l’inferno può avere gironi diversi e sulla A4 quel
giorno c’è stato l’inferno più profondo.
Di
fronte a un massacro simile, l’ennesimo di questo infelice inverno
2002/2003, qualcosa si dovrà pur fare, si dovrà pur tentare.
E’
vero è l’uomo il Killer di se stesso, non la nebbia che
è un evento naturale, ma qualcosa si deve assolutamente fare,
per rendere inoffensivo...l’uomo.
Anche
la nebbia è diventata più bizzarra, si presenta a banchi
improvvisi e non uniformi, dopo lunghi periodi di assenza, ai limiti
della sua stagione.
I
servizi meteorologici sono oggi piuttosto puntuali nelle previsioni
e precisi nella collocazione geografica degli eventi, sfruttiamo le
loro informazioni per prevenire le catastrofi della strada.
COSA
FARE ?
Mettiamoci
d’accordo, quali sono i fattori di rischio reali? La velocità
inadeguata, la distanza di sicurezza, l’incertezza, il panico.
Su questi fattori si deve intervenire. Come?
Intanto
con una capillare operazione d’informazione sui reali rischi della
velocità orizzontale (di quella verticale abbiamo già
paura, mai ci butteremmo dal 3° piano di un palazzo, se non per
ammazzarci, l’impatto però corrisponde solo ad uno scontro
a 50 Km/h, velocità irrisoria per i nostri parametri autostradali),
servono spot che facciano capire che alla "banale" velocità
di 90-100 Km/h per una autostrada, servono in ogni caso 80-85 metri
per fermarsi e con strada asciutta. Se la visibilità è
di 40-50 metri è matematicamente certo che per un semplice rallentamento
ci si ammucchierà. Non lo diciamo noi lo dicono le leggi della
fisica.
E’
poi indispensabile corredare i tratti a rischio nebbia di fittissimi
sistemi per la misurazione della velocità con accertamento remoto.
E’ impensabile in quelle condizioni fermare veicoli, ma è
utile far sapere che le nuove tecnologie perforanti la scarsa visibilità,
consentiranno le sistematiche contestazioni.
Servirà
poi un numero adeguato di pattuglie (si trovino finalmente gli uomini
per ripianare e rafforzare l’organico della Polizia Stradale, quando
si vuole, come per gli stadi e i vari G8, gli uomini si trovano eccome!)
per realizzare improvvisati ma solleciti sistemi di Safety-car, con
i quali le vetture di servizio realizzino, in modo tempestivo una sorta
di "Follow-me", che impedisca velocità superiori a
40-50 Km/h e sorpassi azzardati.
In
situazioni estreme si provveda poi, su disposizione della Polizia Stradale,
ente terzo e non inquinato da interessi di carattere economico a deviare
il traffico per le ore necessarie, nella viabilità ordinaria.
Si
dirà che convogliare il traffico nella rete esterna, servirà
ad intasare tutta la circolazione circostante. E’ vero verissimo.
Però non succede la stessa cosa dopo che le due carreggiate sono
diventate un cimitero di lamiere, uomini e donne? Non vale la pena allora
tentare di farlo prima che il massacro si sia compiuto?
Perché
non sperimentare situazioni nuove? Fino a quando le regole dell’economia
dovranno prevalere sulla vita? Non sono già sufficienti gli utili
delle società di gestione delle autostrade? Non è ora
che inizino a restituire utilità e sicurezza?
Il peso in termini economici sarebbe irrisorio, sono sempre meno ogni
anno i giorni e le ore di nebbia fitta.
In
termini umani i costi sono enormi, guardate le immagini che corredano
questo articolo. Coraggio signori ministri, coraggio autorità
competenti, provate a sperimentare, fate qualcosa , non continuate ad
essere complici di questo massacro.
*Presidente
ASAPS