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Spagna, parte la patente a punti, ed è subito guerra alla trasgressione - Il vademecum dei comportamenti pericolosi dopo la riforma. 1.500 uomini in più alla Polizia Stradale

Avviso importante per chi va nella penisola iberica: toccare i 90 all’ora in città, 160 sulle statali e 190 in autostrada, significherà farsi mettere le manette

(ASAPS) MADRID – È con il primo grande esodo estivo che anche in Spagna entra in vigore la patente a punti. Un appuntamento fortemente voluto dal governo, che ha affidato alla DGT, la Direzione Generale del Traffico la gestione di tutta la formazione normativa, culminata in un acceso dibattito con una commissione di parlamentari del congresso per delineare i limiti oltre i quali introdurre reati penali in materia di velocità e guida in stato di ebbrezza, ma non solo: all’ente diretto da Pere Navarro, infatti, è stato affidato anche il delicato incarico di spiegare agli spagnoli in cosa sarebbe cambiato il proprio “permiso de conducir”. Dal 1° luglio, quelle che il nuovo codice della strada definisce “azioni temerarie al volante”, come eccedere in velocità, guidare in stato di ebbrezza alcolica o da stupefacenti, non allacciare le cinture di sicurezza o non indossare il casco, costerà l’immediato ritiro della patente, la decurtazione di un considerevole numero di punti e l’obbligo di frequentare corsi di recupero.

È però stata concessa per legge una sorta di premio, un bonus molto simile a quello di cui abbiamo beneficiato noi italiani.

La concomitanza del primo grande esodo di questa estate ha comunque permesso di fare un collaudo generale, con frotte di automobilisti in giro per tutta la penisola verso la costa, le città d’arte e le montagne e con la Guardia Civile e la Polizia Nazionale, oltre alle svariate polizie locali, a fare doppi turni per garantire sicurezza e rispetto delle regole.

La patente a punti è dunque – nelle aspettative – una svolta filosofica nella mentalità stradale dei sudditi di Sua Maestà: aldilà dell’applicazione della sanzione pecuniaria, infatti, i recidivi rischiano di pagare un prezzo pesante in nome della loro trasgressione: perdere interamente il bonus di punti disponibile, vuol dire dover restare senza patente per almeno 6 mesi, mentre chi resterà senza crediti la seconda volta dovrà rassegnarsi a tenere l’auto ferma in garage per un anno intero. Alla terza recidiva, ovviamente, la revoca definitiva.

Tornando alla filosofia, della riforma, analizzando il testo di legge – disponibile sui siti internet istituzionali spagnoli – ci sembra che tutto ruoti attorno a tre cardini principali:

  • sradicare il consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti legate alla guida; 
  • combattere senza tregua gli eccessi di velocità; 
  • imporre l’uso delle cinture di sicurezza, del casco protettivo e dei seggiolini per bambini.

Alcol e velocità, sono indicate dalla DGT come la cause principali della sinistrosità spagnola, e per questo – anche alla luce del dibattito tra la direzione del Traffico e le forze parlamentari – i limiti imposti sono estremamente rigidi, assai di più che nel resto d’Europa.

Ogni patentato spagnolo disporrà di un carnet di 12 punti – seguendo il modello francese dunque – mentre per i neopatentati, cioè entro il terzo anno dal conseguimento del titolo alla guida, la riserva di crediti si ferma ad 8.

Una volta perso lo status di neopatentato, la legge consente di ottenere un primo bonus di 2 punti nei primi 3 anni senza aver commesso violazioni, ed un altro di 1 punto trascorsi nel complesso 6 anni. Al massimo, si potranno avere dunque 15 punti.

Chi avrà perso una parte di crediti potrà comunque rifare il pieno comportandosi bene nei successivi 24 mesi, ma se entro questo periodo dovesse subentrare una nuova violazione, allora scatterà un timing di 36 mesi dal momento in cui sarà notificato il secondo verbale.

L’alcol al volante.

Bere e guidare, per esempio, non è assolutamente consigliato: conducenti professionali come autotrasportatori, conducenti di veicoli pubblici o tassisti, e neopatentati, non potranno infatti superare 0,15 grammi di alcol per litro di sangue, mentre per i patentati ordinari è concesso un goccio in più, ma oltre 0,25 si rischia grosso. In questo caso, la decurtazione prevista è di 4 punti. Se poi i professionisti ed i neopatentati superassero il tasso di 0,30 ed i conducenti normali quello di 0,50 – il limite vigente in Italia, per esempio – i punti decurtati saranno 6.

La velocità.

Esattamente come in Italia invece, anche la Spagna – sul tema della velocità – prevede una scala di varie soglie oltre il limite consentito a partire delle quali scatteranno sanzioni diverse: se la lancetta del tachimetro resterà entro i 20 km/h oltre il limite, scatterà una decurtazione di 2 punti, che diventeranno 3 se il superamento sarà tra 20 e 30 orari, e 4 quando l’eccesso toccherà i 40 orari. Qualora invece l’infrazione dovesse essere più grave, cioè del 50% oltre il limite massimo previsto (esempio 180 all’ora in autostrada, dove vige il limite di 120 km/h), i punti decurtati saranno 6. Insistere ancora di più sul gas e toccare i 90 all’ora in città, 160 sulle statali e 190 in autostrada, significherà farsi mettere le manette.

Cinture, casco e sedili per bambini, telefoni cellulari senza auricolare.

Non metterli o non utilizzarli, costerà 3 punti: secondo il parere della DGT, che ha citato in parlamento finti dell’organizzazione mondiale della sanità, il 60% delle vittime della strada sarebbero evitabili se queste elementari norme di sicurezza venissero rispettate. Tante, per non tenerne conto.

Altre ipotesi di decurtazione.

Il patrimonio dei punti della patente sarà sensibile anche ad altre fattispecie di infrazioni, come percorrere le corsie preferenziali in città (2 punti), omettere la precedenza, passare col rosso, non fermarsi allo stop o ignorare le segnalazioni degli agenti del traffico (4 punti).

Il sistema di controllo “punti”.

Anche in Spagna, come nel nostro paese, di divise ce ne sono davvero tante: alle polizie dello stato, la Guardia Civile e la Polizia Nazionale, si devono aggiungere le polizie regionali – come i Mossos d’Esquadra in Catalogna – e le polizie municipali, molto attive sul fronte stradale. Per tenere i contatti e gestire in maniera uniforme i processi sanzionatori, sono stati messi a punto alcuni protocolli uguali per tutti, che dialogheranno con il server centrale grazie ad internet. A tutti il premier Zapatero ha raccomandato “tolleranza zero”.

L’effettiva decurtazione.

Le analogie con l’Italia sono molte: innanzitutto non è possibile perdere tutti i punti in un colpo solo – neopatentati a parte – ed oltre un massimo di 8 non si potrà andare. L’effettiva decurtazione avverrà entro 30 giorni dalla notifica del verbale, quando questo sarà definito; in caso di un ricorso, il prelievo di punti sarà congelato e potrà essere operato solo quando l’autorità giudicante avrà deciso sulla legittimità della sanzione irrorata.

Altri aggiustamenti in vista.

Nei prossimi due anni, però, la norma relativa alla circolazione stradale sarà ritoccata in 29 punti e coinvolgerà 7 ministeri, con lo scopo preciso di far scendere la mortalità del 40 % nello stesso lasso di tempo.

Si parla di patentino per ciclomotori, per la cui conduzione l’età minima sarà alzata a 16 anni previo esame teorico e pratico, di cinture di sicurezza sui mezzi pubblici, protocolli congiunti in ambito sanitario per i soccorsi, un rilancio delle infrastrutture – che in Spagna sono già all’avanguardia – e il ripianamento dell’organico di polizia stradale: sono stati già previsti 3 corsi di la specializzazione dei militari della Guardia Civile, per un totale di 1.500 uomini. Giusto quelli che servirebbero a noi. (ASAPS)


© asaps.it
Venerdì, 07 Luglio 2006
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