CdS:
lavori sempre in corso |
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Fra
la fine del 2001 e l’inizio del 2002 la vulcanica attività
del legislatore sembrava dover eruttare da un momento all’altro il
quasi totale riassetto del CdS, interessando circa 100 articoli. In realtà,
in quella fase, scaduti i termini della prima legge delega, il governo
si ridusse a modificarne 19 col D.L.vo nr. 9 del 15 gennaio 2002, ripromettendosi,
sulla base del rinnovo della delega, di modificarne un’altra ottantina
entro l’anno. I primo 19 articoli contenenti l’importante varo
della patente a punti, il certificato di abilitazione alla guida per i
ciclomotoristi minorenni e il riassetto dei limiti di velocità,
dovevano in realtà entrare in vigore il 1° gennaio 2003. Nel
frattempo una improvvisa colata lavica estiva del legislatore fece entrare
da subito in vigore il 1° agosto 2002, con un provvedimento più
d’immagine che di forte contenuto, la legge 168 sull’uso obbligatorio
dei fari, sull’uso dell’auricolare, sull’abbassamento del
limite alcolemico da 0,8 a 0,5 g/l, oltre alla possibilità per
la polizia di attivare controlli elettronici a distanza. Ad ottobre però
dal cratere del legislatore usciva uno sbuffo di fumo che rinviava, (per
ora) al 30 giugno 2003 l’entrata in vigore del D.L.vo nr. 9 sulla
patente a punti e le altre misure. In realtà col rinnovo della
delega per nove mesi e con la previsione di omogeneizzare le date dell’entrata
in vigore dei provvedimenti, quasi sicuramente si scivolerà al
1° gennaio 2004. Voci ben informate ci dicono che l’attività
del legislatore si farà complessa in quanto si tenterà di
sfrondare dal CdS molte norme di carattere prettamente tecnico riferite
alle strade e ai veicoli, relegandole a livello di legislazione regolamentare,
incentrando il CdS (snellendolo) sugli aspetti legati alle norme di comportamento.
Tutto questo è positivo.
Tuttavia
il rinvio della riscrittura del CdS nelle sue parti salienti ci dimostra
che il legislatore in questi anni non ha avuto particolare fretta, non
considerando quella della sinistrosità stradale come una reale
emergenza, eppure sulle strade si continua a consumare una lunga litania
fatta di feriti e di morti, si pensi ai disastrosi dati delle recenti
festività natalizie, o all’incidente che ha toccato la stessa
Polizia Stradale con la morte dell’Agente Scelto Massimo Michielin
e il ferimento dell’Assistente Maurizio Morganti.
La lobby parlamentare
dei tifosi della tutela della privacy (che in realtà vuole verificare
l’efficacia dell’attività di polizia) è poi sempre
molto attiva, tentando di neutralizzare l’adozione di misure serie,
efficaci e immediate come il controllo a distanza per tutte le violazioni,
là dove è difficoltosa e pericolosa la contestazione immediata.Questa
situazione di lunghe "riflessioni", mentre sulla strada si muore,
stranamente si sposa molto bene con l’ormai intollerabile ritardo nella
diffusione dei dati ISTAT sulla sinistrosità stradale.
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Al momento in cui andiamo in stampa (fine gennaio 2003) non sono stati ancora resi pubblici i dati dei sinistri del 2001. Negli scorsi anni i dati venivano resi noti nel mese di ottobre dell’anno successivo (già molto in ritardo) in concomitanza della conferenza del traffico di Riva del Garda, ora rinviata a maggio, con un ulteriore insopportabile ritardo nella diffusione di questi preziosi elementi di valutazione. In altri Stati moderni come il nostro esistono specifiche agenzie che monitorizzano in tempo reale la sinistrosità stradale, per l’adozione dei necessari provvedimenti in ordine alle strade, ai veicoli, ai comportamenti.Per altro i dati distribuiti con grande ritardo risulta siano enormemente sottovalutati, in un ordine che sfiora, secondo alcune fonti, il 40%. Ci si può dichiarare soddisfatti della situazione, proprio no! E’ ora che molte responsabilità emergano. Una sinistrosità stradale che strappa alla vita, alla produttività, tante persone, tanti giovani, senza che si adottino tempestive misure e si monitorizzi in tempo reale il fenomeno, costituisce - siamo d’accordo col Cardinale Tonini - un vero scandalo.
* Presidente Asaps |