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Notizie brevi 08/07/2006

Dopo l’Asaps anche Aci e Censis lanciano l’allarme - "MOTO TROPPO PERICOLOSE

Il 60% degli utenti infrange il Codice. In 10 anni il numero dei morti è aumentato del 31,9 % e quello dei feriti del 46,9%. Un quadro preoccupante che fa contare da 15 a 25 morti ogni fine settimana

 

Foto Vincenzo Coraggio

 



(ASAPS) – Niente di nuovo. Si sapeva da tempo, almeno noi lo sapevamo, che motociclette e ciclomotori sono pericolosi. Lo sapevamo talmente bene (purtroppo) che proprio poche settimane fa avevamo proposto nuovamente la questione, proprio sulle pagine del sito, perché non ci si dimenticasse che: 
dal 1995 al 2004 i morti su due ruote sono stati 13.429 morti (+31%) e 786.985 i feriti (+44%)”. Oggi anche Aci (Automobil Club d’Italia) e Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) lanciano lo stesso allarme e lo fanno attraverso l’ottavo Rapporto Aci-Censis, che fotografa la mobilità italiana. Il dato più preoccupante riguarda proprio i centauri morti e i feriti negli ultimi dieci anni: 

morti + 31,9%; feriti +46,9%.

Il nostro paese è risultato primo in Europa nella graduatoria delle vittime. Primo anche per quel che riguarda il mercato europeo di moto, conta un parco 9,8 milioni di mezzi , cifra che è all’origine del 26,2% del totale delle vittime su strada. Dallo studio, inoltre, è emerso che gli italiani alla guida delle due ruote, sia di piccola sia grossa cilindrata, infrangono maggiormente le regole del Codice della Strada. Il 60% per essere esatti. Le infrazioni sono delle più svariate: sorpasso a destra, passaggio con il semaforo rosso, mancato uso del casco e degli indicatori di direzione. La città più indisciplinata è Napoli dove l’11,4% degli intervistati ha dichiarato di non aver mai commesso infrazioni, mentre quella più ligia alla legge è Verona, con il 79,6% di utenti “in regola”. Seguono Roma e Palermo. Il 76% della mobilità su due ruote si svolge in città, ma guai a chiedere ai ciclomotoristi di abbandonare il loro “gioiellino” per sostituirlo con i mezzi pubblici: 9 su 10 non accetterebbero mai il cambio. Anche la patente a punti e il patentino (inadeguato perché solo teorico e troppo caro; in due anni aumentato del 39%) si sono rilevate delle soluzioni insufficienti per arginare il problema.

Non sarebbe stato male aggiungere nel rapporto Aci-Censis, qualche commento sulle velocità raggiunte dalle moto, sulle strade assolutamente pericolose per i veicoli a due ruote a causa del fondo troppo spesso dissestato, di guard-rail taglienti come lame, sulla carenza di controlli mirati al settore, e sulla necessità di realizzare piste a costi contenuti, insieme all’esigenza che siano i campioni del Motomondiale a parlare a questo popolo di appassionati (che in ogni fine settimana paga un costo che va da 15 a 25 vittime) e ad avvertire del pericolo dovuto alla differenza fra strada e pista. (ASAPS).


© asaps.it
Sabato, 08 Luglio 2006
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