Luca, morto a 15 anni sull’auto della festa MARGHERITA SIANI La festa per la vittoria dei mondiali sporca di sangue. Macchiata nel peggiore dei modi, con la morte di un ragazzo di appena 15 anni, di nome Luca Salimbene. È successo a Buccino, in provincia di Salerno, lungo la provinciale 10, un maledetto rettifilo che unisce due grandi rioni, Borgo e San Vito. Tutto è accaduto nei minuti iniziali dei festeggiamenti, nel corteo di auto. Quella di Luca, guidata da un suo amico minorenne, finisce contro un muro. Il quindicenne, seduto sul finestrino, finisce schiacciato. Sono le 23, la partita è finita, tutti sono pronti con bandiere, trombe e una gran voglia di esplodere per la felicità. Luca, così come altre centinaia di persone, ha trepidato e gioito davanti al maxischermo allestito dal Comune nel Borgo. Alla fine, tutti in auto o sui camion a strombettare. Luca sale sull’auto di un suo coetaneo, Davide Trimarco. Con loro un altro amico. Tutti della stessa età, quindi alla guida c’è un minorenne, senza patente. Quest’ultimo avrebbe preso la macchina di nascosto dai genitori. Le chiavi erano lì, in casa, a portata di mano e lui voleva festeggiare insieme ai suoi amici. Davide pare sapesse guidarla l’auto bene, inimmaginabile che il dramma sia dietro l’angolo. La festa è gasatissima, il ragazzo alla guida fa un po’ di zigzag, e l’amico che siede dietro dopo pochi metri chiede di scendere. «Il tuo modo di guidare non mi piace», dice. Così si salva. Luca resta, invece, e si mette seduto sul finestrino dell’auto, una Y10, portando fuori voce e bandiera per urlare la sua gioia. Il rettifilo è pieno di automobili. Però pochi metri più in là l’auto di Davide slitta sul cordolo del marciapiede, sbanda. Il ragazzino perde il controllo, l’auto gira su se stessa per metà, finendo con un fianco su un muro, dall’altra parte della carreggiata. Luca non riesce a tirarsi dentro e resta tragicamente schiacciato tra l’auto e il muro. I soccorsi sono immediati, l’ambulanza arriva in un attimo. Luca viene trasportato a Oliveto Citra, dove arriva già cadavere. In ospedale è anche il suo amico Davide, sotto choc e con escoriazioni sul corpo. Non riesce a respirare né a parlare, piange. I medici misurano anche il suo tasso alcolico e lo trovano più alto della norma: è a 0,90 quando il limite è a 0,50. Il quindicenne, nell’euforia della vittoria, ha infatti anche bevuto un paio di bicchieri di vino e per lui è una "ubriachezza euforica", così è denominata. In ospedale arrivano anche i genitori dei rispettivi ragazzi. Quelli di Luca - lui ingegnere, lei nefrologa - sono increduli. I carabinieri della locale stazione, coordinati dal comando di Eboli diretto dal maggiore Nobile Risi, effettuano i rilievi sul posto per ricostruire la dinamica dell’incidente. Il minorenne alla guida dell’auto coinvolta nell’incidente mortale rischia ora un’incriminazione per omicidio colposo e guida in stato di ebrezza. Per lui anche l’accusa di guida senza patente. Ma responsabilità potrebbero ricadere anche sul padre del ragazzo per incauto affidamento. A Buccino i festeggiamenti si fermano di colpo. Nel pomeriggio di ieri Luca è tornato a casa nella sua bara bianca. Oggi, alle 11 i funerali. Segnalato per omicidio colposo, lesioni e
guida in stato d’ebbrezza un giovane di Portogruaro Schianto mortale sul ponte, denunciato Latisana È stato denunciato a piede libero per omicidio colposo, lesioni e guida in stato di ebbrezza il giovane che sabato sera, sul ponte di Latisana, con la sua Mazda si è schiantato contro il motocarro Ape con a bordo Mario Buoso, 70 anni, rimasto seriamente ferito, e la moglie Marisa Salvalaggio, 66, deceduta nonostante il prodigarsi del personale sanitario dell’ospedale di Latisana. B.N., 21 anni, residente a Portogruaro, era stato sottoposto all’accertamento alcolimetrico da parte dei carabinieri del Norm di Latisana, che si sono occupati dei rilievi. DROGHE Ferrero: ’’Serve un approccio meno ideologico
e più pragmatico’’ Il Ministero della Solidarietà Sociale
incontra i membri della Consulta delle società scientifiche e delle
Associazioni professionali del campo delle dipendenze patologiche. ’’Priorità
negli investimenti per consolidare l’esistente’’ ROMA - "Il dialogo tra scienza, società civile e politica alla base degli interventi sulle droghe”: lo ha detto il Ministero della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero ai membri della Consulta delle Società Scientifiche e delle Associazioni Professionali del Campo delle dipendenze patologiche che ha incontrato stamani. “Dagli alcolici al tabacco fino al gioco d’azzardo e agli psicofarmaci. Ogni tipo di dipendenza deve essere analizzata e affrontata con un approccio basato sul dialogo tra scienza, società civile e politica. - ha detto - Oggi si abusa allo stesso modo di diverse sostanze, siano esse legali o illegali. Per questo la politica sulle droghe deve basarsi su una visione complessiva del fenomeno e utilizzare un approccio meno ideologico e più pragmatico”. “Inoltre – ha aggiunto - il sistema degli interventi sulle dipendenze, deve avere la priorità negli investimenti per consolidare l’esistente e far uscire dalla precarietà gli operatori dei servizi”. I festeggiamenti / Gioia ma anche incidenti Sono morti due ragazzi ROMA - Feste e caroselli di auto imbandierate
col tricolore per tutta la notte e per buona parte della giornata di ieri. Ma
le medaglie d’oro per l’ Italia campione mondiale hanno anche avuto il loro
rovescio più triste. La follia mondiale non ha lasciato dietro di sè solo ad
un’allegra scia tricolore. In diverse città si sono infatti verificati
danneggiamenti e aggressioni agli uomini delle forze dell’ ordine, scoppi di
petardi che in qualche caso hanno causato feriti, mentre sono due le persone
che hanno perso la vita nel corso dei festeggiamenti. DUE MORTI, UNO SBALZATO DALL’ AUTO, L’ ALTRO
DA UNA BARCA - L’ episodio più grave quello nel quale un sedicenne è morto, in
provincia di Salerno, mentre si trovava a bordo di un’ auto che si è ribaltata.
Al volante c’era un ragazzo di un anno più giovane di lui: un quindicenne che
aveva preso di nascosto l’ auto del padre per partecipare ai caroselli. Un
ventenne, invece, è annegato in Liguria dopo essersi impossessato, con un
amico, di un gommone. Una ragazzina di 14 anni di Avezzano è invece rimasta
ferita dopo essere caduta dall’ auto sulla quale si trovava, probabilmente in
posizione precaria. Ha battuto violentemente la testa a terra ed è in prognosi
riservata. In modo analogo un giovane è caduto dal tetto di una vettura in
marcia in provincia di Enna. Anche lui è in prognosi riservata. Il peggio era
stato temuto per un giovane veneto, ubriaco, che voleva «divertirsi» su un’
imbarcazione sul Lago di Garda. Sono state perse le sue tracce e le ricerche
nella zona, durate a lungo, si sono conclude con l’ accertamento che il giovane
era tornato a casa a smaltire la sbronza. SCHERZARE COL FUOCO: AUTO INCENDIATE E BOTTI - A Roma, dove alcune persone hanno rovesciato e danneggiato un’ auto dei carabinieri, sono stati 13 gli arresti. A Brescia una persona è stata arrestata: aveva sparato contro le auto in transito che festeggiavano la vittoria dell’ Italia. A Lanusei, in Sardegna, l’ episodio forse più grave: le auto di alcuni tifosi sono state colpite da bottiglie molotov e sette ragazzi, alcuni dei quali minorenni, sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari. A Rieti un giovane ha perso due dita in uno scoppio, mentre in Molise sono stati tre i feriti dai petardi. Una grande gioia interetnica. Durni: «Bene per
il Paese» Ventimila bolzanini in
delirio La magia dell’Italia campione
Campioni del mondo. Durnwalder lo aveva intuito : «Vincerà l’Italia». Ma molti nella Svp erano scettici. Pichler Rolle strizzava l’occhio alla Francia. Il deputato della Stella alpina Karl Zeller molto sportivamente ha fatto il tifo per il fuoriclasse «Zizou». La pasionaria dell’Union für Südtirol Eva Klotz ha sperato fino all’ultimo che Zidane risparmiasse l’Alto Adige dall’«incubo» dei festeggiamenti azzurri. Il senatore Oskar Peterlini, invece, era euforico. Subito dopo la vittoria ha inviato un sms agli amici in cui ha scritto: «Bellissimo! E con questo l’Italia e il governo sono più forti». Nella terra bilingue anche il tifo è biforcuto. «Apprezzo il fatto che l’Italia sia diventata campione del mondo» ha detto ieri Durnwalder. «É sicuramente un fatto positivo per il Paese e per la collettività tutta e sicuramente sarà motivo per una nuova energia, anche nel campo economico». La gioia è esplosa a Bolzano come in tutte le città italiane, né più né meno. Ventimila persone si sono riversate in piazza. Dopo la rete di Grosso il vuoto della città è stato immediatamente coperto dal caos. Non si era mai vista una cosa del genere. Bandiere solitarie hanno camminato fino all’alba. Nessuno aveva voglia di spegnere le luci. Un enorme fiume colorato ha cominciato a scorrere da una parte all’altra della città. A mezzanotte era difficile camminare. Da piazza Vittoria a piazza Walther era un solo inno all’Italia. Nessun epiteto contro i tedeschi. Semmai il ritornello di sempre: «Chi non salta un francese è...». E poi gruppetti con pentole animate da tifose brasiliane che per una volta, almeno, hanno rotto il leit motiv tradizionale per cui l’Alto Adige è solo un luogo di incontro-scontro far italiani e tedeschi. Nel fiume sono apparsi gli altri, i senegalesi, i pachistani, gli indiani, i marocchini che vivono a Bolzano e che vogliono far parte della festa perché l’Italia è un po’ anche la loro patria. Nessun incidente, nessuna tensione. Molti abbracci spontanei, molta euforia. Anche molto alcool. Barcollando un giovane ripeteva: «Ero militare l’ultima volta che abbiamo vinto. Sono passati tanti anni, lasciatemi bere, Viva l’Italia». F.C. Gli eccessi di una festa incontenibile Delirio in corso Rosmini Danni ad auto e
motorini di DAVIDE PIVETTI L’immagine che resta ai cronisti roveretani del dopo Mundial ’82 è quella di una fontana straripante di gente. Centinaia di persone, anche ventiquattro anni fa, si riversarono in piazza Rosmini e complice il caldo di quell’estate fecero festa nel fontanone. Un’esplosione di felicità che quasi un quarto di secolo più tardi si è ripetuta uguale nello spirito, forse un po’ diversa nei mezzi a disposizione. Una città in delirio, quella che nella notte tra domenica e lunedì ha celebrato a modo suo la vittoria dell’Italia ai Mondiali tedeschi. Un delirio che ha coinvolto alcune migliaia di persone, quasi tutti giovani ma non solo, tanti bambini, tantissime ragazze e che necessariamente ha costretto le forze dell’ordine e i mezzi di soccorso ad una vigilanza attenta e a ripetuti interventi. Per migliaia di tifosi che hanno fatto festa, urlato, sventolato le loro bandiere, suonato i propri clacson, ce n’è come sempre un manipolo che ha scaricato in piazza, su cose e persone, ire e cattiverie che hanno origini lontane e che trovano improvvise vie di fuga quando la massa, il clamore, il caos lo concedono. Non sono mancati i vandalismi l’altra notte in città. Finestrini in frantumi, tetti di automobili in sosta ammaccate (c’è chi saltava a pié pari sulle auto altrui), motorini presi di mira e demoliti almeno in parte con specchietti e parafanghi spariti nel nulla. Qualche momento di timore per una signora di colore all’interno di una «Punto» bianca. I tifosi se la sono presa anche con lei, ma più per far festa che per altro. Quattro gli interventi di «Trentino Emergenza» in piazza e nei paraggi durante la festa. In tre casi si è trattato di malori: il cocktail di emozione, caldo e qualche bicchiere di troppo hanno piegato le gambe ad alcuni. Un quarto intervento, il più preoccupante, per un tifoso caduto dall’altro di un furgoncino. Lieve trauma e trasporto in ospedale. Nulla di troppo preoccupante. Un solo bar del centro non ha risposto all’invito dell’amministrazione comunale vendendo comunque alcolici in bottiglia e nel vetro. Non è mancato neppure lo striptease, già accennato in piazza Podestà dopo la semifinale con la Germania e l’altra sera quasi completato: alcune giovanissime, sopra un carro, si sono lasciate andare un po’ di più per la gioia dei tifosi. Qualcuno - come documentano le immagini qui di fianco - ha scalato l’ingresso delle Poste centrali con il fuoristrada, qualcun altro ha tentato di stabilire il nuovo record di carico per motocarri Ape, facendo salire 15 persone su un "tre ruote". Insomma, una grande festa con i suoi eccessi, con i suoi slanci, durata fino alle tre di notte, che ha potuto contare sull’intelligente chiusura al traffico di corso Rosmini da piazza Posta alla fontana (assicurato peraltro il transito verso via dei Colli per chi doveva salire in collina). Piazza Rosmini ha fatto da punto d’incontro per tutti, così come accade ogni volta a piazza Venezia a Trento e largo Bensheim a Riva. Gli spazi ampi, in questo caso tutti circolari, si trasformano in teatri all’aria aperta per una festa tricolore diversa eppure identica in ogni grande piazza italiana. Nel resto della Vallagarina cortei di auto e motorini con bandiere al vento e clacson pigiati. Una lunga notte di gioia, sincera, cercata ed attesa. Tranne che per quei pochi che anche in un’occasione così avrebbero preferito dormire. Evoluzioni spericolate, alcol e cocci di
bottiglia per decine di tifosi il mondiale finisce in corsia IL BILANCIO Un ventiseienne vola dal tetto di
un’auto. Una donna di 34 anni colpita al volto con un casco Dici
"Campioni del mondo" e pensi ai caroselli. Alla festa per le strade.
Poi, fatta la conta dei danni, ci si accorge di tutto il resto. Più di
cinquanta persone sono state accompagnate al pronto soccorso del Galliera. Gli
ultimi sono arrivati ieri pomeriggio dopo le 16. Tutti rimasti feriti, in modi
diversi, durante il caos di domenica notte. Contando i tre ospedali cittadini
si arriva alla settantina. Quelli che il mondiale vinto l’hanno salutato
in corsia si dividono sostanzialmente in tre categorie. La prima è quella di
chi ha alzato troppo il gomito. Svenimenti o improvvise cadute causate
dall’abuso di alcool. La seconda invece è rappresentata dagli
incidenti. Quelli stradali, fra i quali alcuni gravi. Un ventiseienne è volato
giù dal tetto di un’auto al casello di Busalla. E quelli causati dai cocci di
bottiglia che l’altra sera ricoprivano piazza De Ferrari e zone limitrofe. Mani
e piedi tagliati, addirittura qualche tendine reciso. Infine risse e aggressioni varie. Il
raggruppamento più inquietante. In piazza Matteotti, una donna di 34 anni è
stata colpita in pieno viso con un casco. Frattura al naso guaribile in trenta
giorni. E ancora un trentaquattrenne, sempre in piazza Matteotti, ha rischiato
grosso: durante un diverbio "animato" ha riportato una frattura
vertebrale. Anche per questa sono trenta i giorni di prognosi. Mentre in piazza
Sarzano a una ventenne è stato praticato un taglio al polso, probabilmente con
un vetro rotto. Scene da guerriglia urbana, insomma. Le
fioriere e alcune vetrate di Palazzo Ducale sono state mandate in frantumi. E a
causa dei tifosi che hanno cercato un angolo di visuale sopraelevato, la
copertura dell’edicola di piazza Matteotti ha ceduto. Sprofondando. «Dieci incivili, tra i quali un sessantenne,
ci hanno assediato - racconta Maria Popia, del ristorante "Azzurro 2"
di Arenzano - hanno demolito i mattoni delle aiuole e, quando abbiamo chiesto
loro di andarsene, hanno divelto l’insegna e ce l’hanno lanciata addosso». In via Cornigliano, dove dopo la semifinale
con la Germania era stato linciato un cittadino marocchino, alle 23.50 di
domenica è stato assaltato un autobus. I vetri del mezzo della linea 1 sono
stati sbriciolati da due teppisti che lanciavano sassi e bombolette. Uno dei
quali è stato preso e identificato dai carabinieri: è I. V., trentasettenne
residente a Sestri, denunciato per danneggiamento in concorso e interruzione di
pubblico servizio. In via Fiume, in centro, intorno alla mezzanotte
un invasato ha lanciato un petardo dentro a una focacceria. Una bravata che è
quasi costata l’occhio sinistro a una dipendente di 36 anni, Raffaella. Il
mortaretto infatti le è esploso vicino al viso, provocandole un’ustione
congiuntivale giudicata guaribile in quattro giorni. M. Fag. la serata BREVI LA VIGILANZA Decine gli agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani che con discrezione hanno controllato lo svolgimento della festa tricolore a Rovereto. Per loro una notte di lavoro più che di festa. i bicchieri L’amministrazione comunale si era rivolta agli esercenti chiedendo loro di non utilizzare bicchieri di vetro durante la serata. Solo un bar non ha accolto l’invito continuando a servire alcolici in bottiglia. il bagno Senza saperlo molti giovanissimi hanno rinnovato il tuffo del 1982 quando i loro genitori si lanciarono in un bagno collettivo nel fontanone di piazza Rosmini. Anche l’altra notte epicentro di una festa durata ore, con migliaia di tifosi in festa e qualche furbo che ha sfogato le sue ansie danneggiando auto e motorini. Giovinastri in azione alla fine della partita
contro vetrine, cartelli e cantieri La gioia di tutti i bassanesi rovinata dai
soliti vandali (v. p.)
La festa di piazza è straordinaria e bellissima finché non trascende in
idiozia, raccogliendo una serie di atti di teppismo gratuito e demenziale che
hanno macchiato la magica notte tricolore. In situazioni simili si incolpa
sempre una minoranza, perché sono pochi gli sconsiderati, ma basta un manipolo
di imbecilli per guastare la gioia delle migliaia di tifosi genuini che l’altra
sera al rigore-mundial di Grosso si sono riversati sulle strade. I danni maggiori li ha patiti l’ex presidente
del Bassano Virtus, Antonio Rinaldo, 57 anni, residente in città in via Col
Moschin, titolare dell’omonima agenzia immobiliare di vicolo Da Ponte. Balordi,
presumibilmente in preda all’alcool, si sono accaniti contro le vetrate esterne
dell’agenzia spaccandole a forza di colpi inferti con un oggetto contundente. I cristalli, nonostante fossero
anti-sfondamento, alla distanza hanno ceduto alla furia dei vandali-cretini e
ieri mattina al proprietario dell’esercizio non è rimasto altro che constatare
i danni dell’amarissima sorpresa che gli ha fatto subito evaporare l’entusiasmo
della vittoria della sera precedente: la stima non è sicura, ma si tratta
sicuramente di parecchi bigliettoni di euro. Però, i teppisti, che avevano provato a
colorare, per oscurarle, le telecamere di sicurezza piazzate nei pressi
dell’agenzia, sono stati ripresi e dunque il loro riconoscimento da parte delle
forze dell’ordine potrebbe essere vicino. Ma l’onda di stupidità ha toccato varie tappe
nel centro storico: ignoti hanno divelto un segnale stradale in Piazzotto
Montevecchio, altri invece hanno fatto di peggio nelle adiacenze del Ponte
Vecchio: le protezioni di un cantiere edile in via Angarano sono state
sfondate, mentre alla fine di via Gamba, dove sono in corso i lavori di
sistemazione del manto stradale, un gruppetto di stupidi, forse in stato di
ebbrezza ha sollevato una barriera in metallo e l’ha scaraventata nel Brenta. Nel fiume, sempre loro, hanno scagliato sacchi
di sabbia e cemento e dei supporti in legno. Vandalismi sono stati segnalati
anche all’altezza del Ponte Nuovo, mentre poco dopo l’una in piazza Libertà,
qualcuno ha pensato (male) di aprire un idrante. Intervento immediato dei
vigili del fuoco che hanno fermato la pompa, ma si sono trovati diversi tifosi
ad assaltare pacificamente il mezzo di servizio. Sono potuti ripartire
solamente dopo parecchi minuti e dopo aver azionato le sirene d’emergenza. Infine, a Nove, nei paraggi della birreria «Barbagianni», qualcuno in segno di esultanza ha dato fuoco ad un ammasso di legnami e materiale di scarto, provocando in piena notte un incendio non più controllabile che ha richiesto l’azione dei pompieri del distaccamento di Cà Baroncello, per domarlo definitivamente. LA NOTTE MONDIALE Tutti gli azzurri in coro: Marcello non ci
lasciare Duisburg. Un trionfo senza fine, lungo tutta
la notte, momenti da non dimenticare che rimarranno impressi per tutti la vita.
Il dopo-partita dell’Italia neo-campione del mondo è stato tutto all’insegna di
una felicità sfrenata andata avanti fino alle 7.30 di questa mattina, quando la
maggior parte degli azzurri è andata dormire dopo aver festeggiato con
famiglie, dirigenti, compagni, amici, nell’hotel-ritiro di Duisburg. In
precedenza c’era stato il volo da Berlino verso Duisburg, tra grida di
felicità, canti a cui hanno attivamente preso parte il presidente del Coni
Gianni Petrucci, contentissimo, e il commissario straordinario della figc Guido
Rossi, foto di gruppo con la Coppa, e soprattutto un coro molto significativo:
«Marcello, non ci lasciare», indirizzato ovviamente a Lippi. Gli azzurri sono arrivati nei dintorni del
loro albergo di Duisburg, il Landhaus Milser, alle 4.15 circa. Lì hanno trovato
due ali di folla, più di cinquemila persone, tenute a bada a stento con delle
transenne. Uno dei due proprietari dell’albergo, il
calabrese Antonio Pelle, aveva già preparato 350 bottiglie di spumante Ferrari
per brindare al trionfo azzurro sui francesi. Porte aperte a tutti, amici,
familiari di giocatori e tecnici, tifosi eccellenti, mentre alcuni azzurri si
affacciavano al balcone dell’albergo, in mezzo alle fioriere, per rispondere
ancora al saluto dei sostenitori azzurri, anche loro impazziti di gioia. Particolarmente scatenati Cannavaro e Materazzi con i figli, e Totti con il braccio il piccolo Christian, di soli 9 mesi. La prima cena da campioni del mondo è andata avanti fino alle sette di mattina, alternata da altri canti (’O Sole Mio, ’O surdato ’nnammurato, Notti Magiche, We are the Champions) e danze sfrenate, con un tasso alcolico per una volta elevato, giusto così visto che c’era da celebrare un’incredibile impresa. GENOVA. Il cantautore e l’amica, forse
ubriachi, avrebbero picchiato due carabinieri Processo
rinviato, in libertà De Andrè
La difesa di Cristiano: «Abuso di potere» Santa Margherita Ligure (Genova). «No comment.
Abuso di potere». Sono le parole di Cristiano De Andrè all’uscita dal tribunale
di Chiavari dove ieri mattina si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto
per lui e l’amica spagnola, Clara Lafitte, 34 anni, fermati domenica dai
carabinieri di Santa Margherita con l’accusa di lesioni, resistenza e minaccia
a pubblico ufficiale. Il giudice Antonella Bernocco ha disposto per
entrambi gli imputati la liberazione immediata. Il processo è stato rinviato al
18 settembre. Scortati dalle autoradio dei carabinieri di Santa Margherita, De
Andrè e la giovane spagnola, un’amica conosciuta da poco, si sono presentati in
tribunale in abiti scuri, cercando di nascondere alle telecamere i volti.
Secondo l’avvocato Laura Razetto, la sua cliente non avrebbe rilasciato alcuna
testimonianza in aula. Concluso il processo, il cantautore ha
lasciato la cittadina a bordo di un taxi ed è tornato a pranzare nell’Hotel di
Santa Margherita e a riprendere i suoi effetti personali. È proprio qui, in una
stanza del primo piano, che la notte scorsa il cantante genovese e Clara
Lafitte sono stati trovati dagli ufficiali in uno stato di forte alterazione, dovuto
principalmente ad un abuso di alcol. Secondo i carabinieri, la ragazza si era avventurata in un parco vicino all’hotel completamente nuda. Poi si era rifugiata nella stanza d’albergo con De Andrè. All’arrivo dei carabinieri, i due si sarebbero rifiutati di aprire e, subito dopo, all’ingresso dei militari nella camera, avrebbero ferito lievemente due carabinieri. Il delirio post-Mondiale. Nottata movimentata
in tutta la provincia, senza gravi scontri. In piazza delle Erbe la polizia
disperde i tifosi scatenati Fra ubriachi, incidenti e baccano A Valdagno dalle finestre volano secchi
d’acqua per calmare gli scalmanati di Diego Neri Poteva andare molto peggio. Le forze
dell’ordine l’avevano messo in preventivo, ma fortunatamente la festa per la
vittoria italiana al mondiale di calcio in Germania, nel Vicentino, è stata
quasi esclusivamente una festa. Ubriachi, incidenti e danneggiamenti non sono
mancati, ma non si sono verificati gravi episodi. In città, subito dopo il rigore di Grosso, si
sono formati caroselli nelle principali vie del centro, e nelle piazze è
scoppiato il delirio. Le forze dell’ordine avevano organizzato
controlli e le divise hanno pattugliato il centro fino alle 4. Sono stati
notati numerosi ubriachi, che hanno approfittato del successo degli azzurri per
fare il pieno di birra. In città non erano state firmate ordinanze per
vietare la vendita di alcolici, e il risultato è stato quello preventivato:
fiumi di alcol con tanto baccano e grande confusione, ma nessuno scontro. L’unico
momento di tensione per i servizi di ordine pubblico, coordinato dal primo
dirigente Osvaldo Sembiante, è stato quando, verso le tre, almeno una
quarantina di tifosi si sono piazzati davanti alla vetrate dei negozi di piazza
delle Erbe ed hanno iniziato a battere con forza contro porte e saracinesche.
Morale: la vetrata di un oculista danneggiata e i tifosi dispersi dall’arrivo
della polizia. Altri atti vandalici si sono verificati in corso Palladio e
lungo le vie del centro. Sul fronte della viabilità, colossale caos con
i vicentini, in delirio, che sono ricorsi anche alle motrici e ai camion con le
trombe e i clacson più potenti per esprimere una gioia irrefrenabile e
incontenibile. I problemi maggiori nella zona di Monte Berico, lungo viale S.
Lazzaro, all’Albera e lungo la Marosticana, con caroselli fino alle quattro del
mattino. Il tifo in piazza a Valdagno ha surriscaldato
gli animi: un pensionato, con le finestre della camera da letto che davano
sulla strada dove i tifosi facevano festa, si è arrabbiato poiché prendere
sonno era di fatto impossibile. Per questo, stanco di urlare ai giovani di
smetterla con i clacson poiché nessuno lo ascoltava, ha riempito un secchio
d’acqua e dalla finestra lo ha lanciato sui più esagitati. Morale: tutti coloro
che erano in strada, accaldati dalla festa e dall’alcol l’hanno presa per una
goliardata e gli hanno chiesto altra acqua. Alla fine ha sorriso anche lui. Numerosi infine gli incidenti in tutta la
provincia. Il più grave a Pedocchio di Brendola, dove, all’incrocio fra via Cavour
e via Madonna dei Prati, lungo la statale 500, si sono scontrate una Audi A3
guidata da un giovane di Arzignano che procedeva verso Montecchio e una Opel
Tigra guidata da un ventenne di Brendola con a fianco la fidanzata di 18 anni.
Il conducente dell’Opel, che in base agli accertamenti dei carabinieri del
radiomobile di Vicenza sarebbe uscito da una laterale, ha subito le lesioni più
serie ed è stato trasportato in ospedale ad Arzignano con un codice di media
gravità. Parecchi gli scontri a cavallo di mezzanotte. Raffaele Chemello, 32 anni, residente a Dueville in via Marosticana, all’altezza di Sandrigo stava pedalando quando la sua bici è stata travolta da un’auto. Pierluigi De Rosa, 26, Torri di Quartesolo, via Treviso, è invece caduto da un camion mentre festeggiava in città. Maria Grazia Virzì, 23, Vicenza, via Emanuele Filiberto, era passeggera su un’auto che ne ha tamponato un’altra in viale Trento; ferita in uno scontro anche Michela Bruni, 36 anni, Dueville, via Mazzini, mentre Manola Groppo, 29 anni, Altavilla, via Garibaldi, è caduta a terra lungo la statale 11 dopo un urto fra la sua moto e un’auto. Infine, sono finiti al pronto soccorso due ragazzi di Mestrino e Grisignano i cui scooter sono andati a cozzare a Grisignano lungo la statale. Tutti medicati al pronto soccorso, se la caveranno al massimo in un paio di settimane. Si sono ritrovati al pronto soccorso del S. Bortolo mentre fuori scoppiava la festa: il loro mondiale, per loro, è passato per le mani dei medici. La festa I tombini erano stati sigillati e i
cassonetti rimossi per precauzione: il piano di controllo Vince la gioia, perdono i vandali Ha vinto la gioia e hanno perso i vandali. I faretti della fontana della villa comunale parzialmente danneggiati; una ragazza rimasta lievemente ferita alla testa dopo essere stata colpita da una tromba lanciata da uno sconosciuto; un giovane caduto dal trattore con cui era sceso in strada a Orta Nova per i festeggiamenti e che se l’è cavata con qualche contusione alla gamba; sette foggiani denunciati per guida in stato di ebrezza col ritiro della patente; un’auto rubata per festeggiare e ritrovata abbandonata in piazza XX Settembre. E’ il bilancio più che positivo stilato dalle forze dell’ordine all’indomani dei festeggiamenti per la vittoria dell’Italia ai campionati mondiali di calcio svoltisi in Germania. Una ventina le pattuglie impegnate (11 «volanti», più auto dei carabinieri e dei vigili urbani) dalle 22 di domenica sino alle 4 dell’altra mattina nell’ambito del piano predisposto dalla Questura. Migliaia i foggiani scesi in strada con auto, scooter, moto, biciclette, a piedi per urlare la loro gioia e improvvisare caroselli, intasando le strade del centro. In base alle esperienze dei precedenti cortei scattati nelle scorse settimane dopo ogni vittoria dell’Italia, Questura, comando provinciale dell’Arma e polizia municipale avevano intensificato i servizi e predisposto un piano per limitare gli atti di vandalismo registrati nelle precedenti occasioni. D’intesa con l’Amica sono stati tolti tutti i cassonetti delle strade del centro per evitare che qualcuno potesse sistemarli in mezzo alla strada o dar fuoco. Con i dipendenti dell’Acquedotto pugliese si è ripetuto il piano già scattato prima della partita di semifinale con la Germania: sono stati sigillati una decina di tombini le cui condotte erano collegate con le fontane del centro per evitare che potessero essere aperti: nessun bagno nelle fontane, quindi. Nell’ambito dei controlli i carabinieri della compagnia foggiana hanno identificato sette giovani trovati ubriachi (o meglio al di sopra del limite del tasso alcolico previsto dal codice della stradale) ai quali sono state ritirate le patenti. Ritrovata in una strada adiacente a piazza XX Settembre una «Fiat 500» nuovo tipo: ad attirare l’attenzione dei poliziotti sono state le portiere aperte e l’utilitaria abbandonata in mezzo alla strada. Gli agenti hanno accertato che era stata rubata poco prima - da qualcuno per scendere in strada e festeggiare - tant’è che il proprietario non si era ancora accorto del furto. BIBIONE Scontro all’incrocio, bimbo salvo per miracolo
Portogruaro (m.c.) Nove giovani, tra cui un bimbo, sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto soccorso per una serie di incidenti sulle strade del Portogruarese. Tutti sono accaduti domenica dopo la partita della Nazionale. Alle 22.45 in via Libertà, all’altezza del civico 14, ad Annone Veneto, V.G., 17 anni di Pramaggiore, in sella ad una moto Aprilia 125 ha investito M.R. 16 anni del posto. Il più giovane era appena uscito dal vicino bar dove aveva assistito all’incontro calcistisco. Entrambi sono stati trasferiti in ambulanza al Pronto soccorso di Portogruaro e ricoverati per un trauma cranico. Per il sedicenne 30 giorni di prognosi, 20 per l’altro. Alle 2 di notte quindi, C.E., 19 anni albanese, procedeva in sella alla sua bici completamente ubriaco. Giunto in via 2 Giugno a Torre di Mosto è finito contro una Ford Focus parcheggiata al lato della strada. Per lui solo qualche ematoma. Il giovane è stato però deferito all’autorità giudiziaria. Venti minuti più tardi un altro incidente a Fossalta di Portogruaro. C.L., 15 anni di origini francesi, giunto all’incrocio tra la statale 14 e via Stuky, con il suo scooter ha svoltato a sinistra. Da San Michele è sopraggiunta una Opel Corsa condotta da F.S., ventunenne con due amici a bordo. L’auto ha centrato il due ruote facendo volare il ragazzino. Trasportato al pronto soccorso è stato ricoverato per trauma cranico. Sul posto i Cc di Portogruaro. A Bibione invece gli agenti della Polizia locale hanno rilevato un incidente all’incrocio tra via Castore e Corso Europa. Sembra che un cecoslosvacco con la famiglia a bordo, tra cui due ragazzine appoggiate sui finestrini posteriori, non abbia rispettato lo stop centrando una Opel Tigra. Spaventoso l’impatto che ha catapultato un bimbo di un anno dal seggiolino della Opel sull’asfalto. Trasferiti tutti al Primo intervento balneare sono stati dimessi con pochi giorni di prognosi. Il piccolo è rimasto miracolosamente incolume. POLSTRADA Sbornia dopo la festa mondiale Ritirata la
patente a tre tifosi Castelfranco Una sbornia mondiale. Ma non solo calcistica ma anche e soprattutto etilica tanto che a tre trentenni di Riese Pio X e Volpago del Montello è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. Il tutto è successo ieri mattina alle 5 in piazza Giorgione, dove i tre stavano festeggiando la vittoria mondiale dell’Italia. Nel momento in cui si sono messi in macchina per far ritorno a casa, sono stati bloccati dagli agenti della Polstrada di Castelfranco che hanno riscontrato che i loro valori etilici erano piuttosto alti. Così hanno dovuto ritirare la patente ai tre tifosi che ora ricorderanno a lungo questa notte magica con sbornia mondiale eritiro della patente. Ma in questo fine settimana è stato particolarmente intenso il lavoro degli agenti della Polstrada di Castelfranco. Ben 17 le patenti ritirate per eccesso di velocità ai vari automobilisti. Il record comunque spetta ad un centauro di Caerano San Marco di 28 anni che domenica pomeriggio è sfrecciato con la sua potente moto per il centro di Vallà di Riese Pio X, in via Kennedy alla velocità di 127 kmh dove il massimo consentito è di 50 kmh. Inoltre lunedì mattina alle 5,30 una pattuglia della Polstrada ha sorpreso un automobilista romeno a sorpassare all’altezza dell’intersezione a Salvarosa di Castelfranco. Anche in questo caso gli agenti hanno provveduto a ritirare il documento di circolazione. CHIOGGIA Grave episodio di teppismo mentre a
Venezia, Mestre e ovunque in provincia sono scesi in strada in migliaia, dando
vita a caroselli e sfilate con bandiere e "sfottò" contro i
francesi Per festeggiare l’Italia "assaltano"
una donna in auto Ribaltano la macchina,
la prendono a calci e poi cercano di appiccare il fuoco. Dieci giorni di prognosi per
l’aggredita Chioggia Canti, balli e birra fino all’alba anche nel
Veneziano per festeggiare la vittoria degli Azzurri a Berlino. Hanno
festeggiato sfilando per le strade delle città con musica a tutto volume,
bandiere e caroselli con le auto un po’ in tutte le città della zona. Il tutto
all’insegna di un festeggiamento tranquillo e di un sano divertimento
dappertutto o quasi. A Chioggia infatti la festa per le strade è stata rovinata
verso mezzanotte e mezzo, da circa 500 scalmanati in preda ai fumi
dell’alcol. Hanno sradicato i segnali stradali, e assalito le auto delle
forze dell’ordine lanciando contro bottiglie di vetro. Non paghi, se la sono
presa anche con una Panda a bordo della quale c’era una donna nata in provincia
di Padova ma residente a Milano, che è stata tirata fuori dall’abitacolo a
forza. La donna, una 62enne, è riuscita a salvarsi scappando, mentre i teppisti
hanno preso a calci e pugni l’auto cercando anche di appicare il fuoco. A
Mestre i festeggiamenti invece, si sono svolti in modo tutto sommato, ordinato.
Unico gesto di "follia" quello di alcuni tifosi che hanno preso in
"ostaggio" in via Olivi, un autobus dell’Actv della linea 11 per
salire sul tetto e ballare. In piazza Ferretto anche le campane del Duomo hanno
suonato a festa. ROSSI, BIOLCATI E SPERANDIO Una kermesse multietmica Rumeni e albanesi in festa per l’Italia Montebelluna - (L.Bel.) Tantissime bandiere tricolori ed una
folla incredibile domenica sera dopo la conclusione della partita tra Italia e
Francia che ha laureato campioni del mondo gli azzurri. Per l’importante
avvenimento l’amministrazione comunale onde evitare problemi ha nuovamente
chiuso al traffico il corso principale della città allestendo un vero e proprio
servizio di controllo che ha interessato sei agenti della polizia locale, un
numero ben più superiore di volontari della Protezione civile e un ancor più sostanzioso
drappello di carabinieri della stazione di via Sansovino. E dobbiamo dire che
tutto è filato liscio. Dopo il rigore di Fabio Grosso in centro a Montebelluna
si sono riversate migliaia e migliaia di persone provenienti da tutto
l’hinterland. Intere famiglie vestite d’azzurro e con il tricolore in mano che
hanno voluto essere presenti in piazza per festeggiare e per urlare la loro
gioia. La cosa che maggiormente ha sorpreso è che a festeggiare con la bandiera
bianco, rosso e verde c’erano diversi cittadini rumeni, kossovari, albanesi che
inneggiavano a Camoranesi, Buffon e Zambrotta. Una grande festa insomma che ha
accomunato tutti e che non ha causato alcun problema alle forze dell’ordine che
alla fine, verso le 2 di notte sono andate a letto tranquillamente. Rispetto
alle due precedenti serate di calcio in piazza i tifosi si sono comportati più
educatamente limitandosi a sfogare la loro gioia con salutari bevute di
birra e quant’altro. Una grande festa insomma che ha riversato in piazza
giovani e meno giovani e soprattutto tantissimi bambini che con il loro
entusiasmo spontaneo hanno contagiato i più facinorosi. Verso la mezzanotte
praticamente tutte le scorte di birra nei vari bar del centro erano terminate,
ma nonostante questo "handicap" non indifferente si è continuato a
festeggiare bevendo magari bibite meno "nobili" ma sicuramente meno
alcoliche. Durante la nottata non sono mancate iniziative particolari, su tutte
quelle di alcuni giovani di Contea arrivato davanti al bar Garibaldi in Piazza
Monnet con una bara di legno, dedicata ovviamente a Zidane e compagni. Luciano Beltramini «Alla fine hanno prevalso incoscienza e
brutalità» «Abbiamo assistito ad autentiche scene da
guerriglia urbana. Il lungomare di Sottomarina commenta il comandante della
Polizia locale, Michele Tiozzo è stato teatro di atti teppistici imprevedibili
dei quali si sono rese protagoniste alcune decine di tifosi ubriachi. Ci
si aspettava un misto di disordine ed allegro chiasso. Invece hanno prevalso l’incoscienza
e la brutalità, nonostante la visibile presenza delle pattuglie di tutte le
forze dell’ordine». Sta di fatto che i facinorosi hanno perfino impedito ai
Vigili del fuoco di raggiungere un’auto capovolta con la conduttrice a bordo,
quindi data alle fiamme. Unica colpa della donna, l’essere passata di lì
rincasando dal lavoro. Se l’è cavata fuggendo, tra le urla dei bulli. Per
bloccare l’arrivo delle forze dell’ordine, i teppisti si sono serviti di tutto
ciò che si trovava in zona. Incuranti delle conseguenze, si sono avventati
dapprima sulle 5 auto della Polizia locale con delle bottiglie. Pochi istanti
dopo hanno riservato il medesimo trattamento alle vetture dei Carabinieri,
della Polizia e della Guardia di Finanza. «Non è finita peggio commenta Tiozzo solo
grazie alla grande esperienza dimostrata dall’ispettore della Polizia, Maurizio
Paglione il quale, dimostrandosi assai prudente nell’evitare di far ricorso a
colpi di mano potenzialmente disastrosi, ha saputo coordinare l’intera
situazione scongi
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