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Notizie brevi 13/07/2006

Rassegna stampa Alcol e guida del 12 luglio 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ADN KRONOS

Effettuati ieri da Vigili urbani 162 controlli, nessuna violazione

Bologna, Cofferati: "Ordinanza anti-alcool sta funzionando"

Prevede il divieto di vendita appunto di alcolici in bottiglie di vetro, dalle 21, in via del Pratello e nella zona universitaria

Bologna, - La nuova ordinanza anti-alcool, in vigore da pochi giorni a Bologna, che prevede il divieto di vendita di alcolici in bottiglie di vetro, dalle 21, in via del Pratello e nella zona universitaria "sta funzionando". A farlo notare, dati alla mano, e’ stato oggi a Palazzo D’Accursio il sindaco Sergio Cofferati. Nella serata di ieri, infatti, i vigili urbani hanno effettuato 162 controlli, dai quali non e’ risultata alcuna violazione dell’ordinanza.

Il divieto, insomma, e’ per il momento, pienamente rispettato. Complessivamente, le operazioni di verifica sul territorio interessato dal provvedimento sono state eseguite da 4 pattuglie della Polizia Municipale, di cui due con vigili in abiti civili ed una con un ispettore a bordo.


 

IL QUOTIDIANO.IT

Lorenzetti e il "coprifuoco dell’alcool"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO –

"Dopo essersi perso tra il discutere di Urbanistica e spettacoli mondani il Sindaco Gaspari ci vieta la bottiglia di birra dalle 21,59".

di Marco Lorenzetti* 

Marco Lorenzetti, Capogruppo Udc.

Dopo essersi perso tra il discutere di Urbanistica e spettacoli mondani il Sindaco Gaspari ci vieta la bottiglia di birra dalle 21,59, istituendo nella nostra città turistica il coprifuoco di divieto assoluto.

Addio notte di San Lorenzo, Ferragosto in spiaggia, addio a baci e sogni sugli scogli, addio bottiglia di birra da lunedì è Warning in tutta la città per chi osa vendere a turisti e cittadini bibite con il minimo tasso alcolico.

Chi venderà bibite alcoliche rischia 500 euro di multa e in caso di recidiva la chiusura del locale, se la bibita viene portata al di fuori dell’esercizio. Guai anche a chi dimentica per cena il vino, è vietato acquistare per portarne a casa una sola bottiglia, vietato dimenticarlo prima del coprifuoco. Sì perché non c’è dose minima nell’ordinanza non esiste per il vino e birra "modica quantità" si vieta e basta, come in Turchia a San Benedetto.

San Benedetto come Bologna e Roma come tutte le città governate dalla sinistra che mentre gridano l’innalzamento delle dosi di droga consentite, vietano il Campari Soda. Un’ordinanza dura e ingiustificata, senza nessun coinvolgimento delle associazioni di categoria che non innalzano un fiato per difendere i Pubblici Esercizi colpiti dall’Ordinanza dello Sceriffo.

L’ordinanza di Gaspari, si legge nell’atto, è addirittura emanata "al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini" e che "La forza pubblica è incaricata dell’esecuzione dell’ordinanza". Non resta a Gaspari di munire i vigili di manganello per essere a capo della nuova Mosca.

Capogruppo UDC


 L’ADIGE

la serata

BREVI

LA VIGILANZA Decine gli agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani che con discrezione hanno controllato lo svolgimento della festa tricolore a Rovereto. Per loro una notte di lavoro più che di festa. i bicchieri L’amministrazione comunale si era rivolta agli esercenti chiedendo loro di non utilizzare bicchieri di vetro durante la serata. Solo un bar non ha accolto l’invito continuando a servire alcolici in bottiglia. il bagno Senza saperlo molti giovanissimi hanno rinnovato il tuffo del 1982 quando i loro genitori si lanciarono in un bagno collettivo nel fontanone di piazza Rosmini. Anche l’altra notte epicentro di una festa durata ore, con migliaia di tifosi in festa e qualche furbo che ha sfogato le sue ansie danneggiando auto e motorini.


 CORRIERE ROMAGNA

L’Ausl contro il consumo di alcol

IMOLA - Questa sera alla festa dell’Unità del Lungofiume ci saranno anche loro: i volontari dell’Associazione club alcolisti in trattamento (Acat) e del Servizio alcologia dell’Ausl di Imola, per informare la cittadinanza sui danno che l’uso di alcol provoca all’organismo. L’Acat ha anche fatto stampare un nuovo opuscolo, intitolato “Conta i bicchieri, che loro contano!”, che verrà distribuito nelle serate di oggi e mercoledì 19 per sensibilizzare ulteriormente il pubblico sui rischi dell’alcol, che si calcola provochi ogni anno la morte di 40 mila persone nel nostro paese. In Italia si stima la presenza di un milione di alcolisti e 3 milioni di bevitori a rischio, ma a differenza di quanto avviene per altre sostanze psicoattive la nostra cultura tollera e accoglie l’uso di alcolici senza alcun problema. Invece, come spiegano gli esperti dell’Ausl: “Il rischio è zero solo per chi non beve alcolici. Se il consumo è superiore a 3 unità al giorno per i maschi e a 2 unità per le femmine (una unità alcolica corrisponde circa a un bicchiere di vino, una birra media o un cocktail, ndr), c’è un rischio certo per la salute, ma anche se il consumo è inferiore si corrono dei rischi”. Non ultimi quelli legati alla guida in stato di ebbrezza, che nel migliore dei casi può portare a una robusta potatura di punti e di euro da parte delle forze dell’ordine. I volontari Acat stasera e il 19 informeranno il pubblico anche sui gruppi di auto aiuto per gli alcolisti, che secondo l’Ausl “forniscono un contributo fondamentale nella prevenzione delle ricadute e nella creazione della rete sociale di supporto per chi ha il problema dell’alcol e per le famiglie”.


 L’ADIGE

«Sembra la stazione di una funivia»

SERSO - Rosaria Mariotti, la fiduciaria, ha lungamente insistito che la nuova scuola venga «spostata» più a valle di 4 metri rispetto al sedime di quella progettata. Perché? «Ci dev’essere spazio per le nostre feste campestri. Il sindaco sottovaluta questa esigenza, ma la festa di Serso è un modo per ritrovarsi, dal momento che serve un lungo periodo di preparazione. Se ci mancano questi spazi, manca la possibilità di ritrovarsi. Molti si riempiono la bocca di prevenzione all’alcol e alla droga, si fanno convegni e si spendono tanti soldi in iniziative pubbliche, ma in realtà non si concedono gli spazi minimi per i giovani di un paese». Da fiduciaria frazionale, come valuta la situazione dei giovani di Serso? «C’è stato un boom di interesse per la vicenda della baracca e guai a spegnere la loro volontà. A noi adulti sembra mancare la terra da sotto i piedi, se i giovani sanno organizzarsi. Perché? Lasciamoli fare». Che ne pensa del progetto della nuova scuola materna? «Non mi piace. Sembra la stazione di partenza di un impianto funiviario. Ne discuteremo in paese e chiederemo comunque lo spostamento a valle». M. A.


  LA SICILIA

Dai detenuti prevenzione contro gli abusi dell’alcol

Piazza Armerina. «Alcool parliamone insieme» è il tema di un incontro realizzato dalla sezione Avulss, con i detenuti della Casa circondariale sulla prevenzione dell’alcoldipendenza. L’iniziativa per l’alto valore sociale e rieducativo ha meritato nei confronti della direzione dell’Istituto anche il compiacimento del presidente del Tribunale di sorveglianza di Caltanissetta, Francesco Frisella Vella.

L’obiettivo che si proponeva era dare informazioni sulla problematica dell’alcool e della patologie ad esso legate. Relatrice è stata Maria Greco dirigente medico del Sert di Piazza Armerina, la quale ha manifestato soddisfazione agli operatori e alla direzione per il coinvolgimento e la maturità dimostrati dai partecipanti. «Il momento di riflessione e di approfondimento - dichiara Concetta Rampello - ha visto coinvolti 30 detenuti che hanno partecipato con interesse interagendo in modo concreto al dibattito che ne è scaturito». È stato così realizzato all’Istituto penitenziario di Piazza Armerina il primo dei progetti promossi dall’Avulss dalla presidente dell’associazione di volontariato Irene Scordi di concerto ed in collaborazione con la direzione della casa circondariale ed in particolare con Concetta Rampello, responsabile dell’area educativa e pedagogica. Tra i progetti proposti un ventaglio di varie tematiche quali «l’alcolismo, il tabagismo, la droga, la famiglia e genitorialità». Grande impegno è stato profuso nello svolgimento dell’incontro da parte del socio Avulss, peraltro assistente volontario presso l’Istituto, Giuseppe Micali.

Esmeralda Rizzo


 IL MESSAGGERO (ABRUZZO)

LA POLEMICA

Il Comitato ”L’Aquila Centro” insiste: «In attesa di poter educare bisogna anche punire i vandali» 

Sul caso degli atti di vandalismo e delle notti brave nel centro storico cittadino, ospitiamo l’intervento dell’architetto Ruggero Ruggeri, del ”Comitato L’Aquila Centro”, in replica anche all’intervento del professor Riccardo Lolli pubblicato sul Messaggero il 3 luglio scorso.

«Ci riferiamo all’intervento di Riccardo Lolli, col titolo ”Piazza San Pietro ormai è un luogo di frontiera”. Siamo senz’altro d’accordo nel ritenere che per ovviare all’attuale degrado culturale e sociale della nostra città, di cui Piazza San Pietro rappresenta un esempio emblematico, per essere uno dei quattro quartieri storici di L’Aquila, ”non sia sufficiente cambiare amministrazione, ma occorra cambiare cultura amministrativa”.

Ci sembra, tuttavia, che il professor Lolli, prima di pensare a ”rimescolare le carte della politica” per ”riproporre la qualità della vita urbana”, con la partecipazione democratica di tutti, giorno per giorno, non possa quando scrive, ”cambiare le carte in tavola”, mescolando, come invece fa, ciò che è opinabile e quindi discutibile, con ciò che non lo è. È discutibile la chiusura, a favore della grande distribuzione, dei piccoli negozi di quartiere, comodi per anziani ed handicappati e per tutti ambienti piacevoli dove ancora si possono scambiare due chiacchiere con l’esercente ed avere un rapporto personale; è discutibile la costruzione di una metropolitana che violenta, come molti pensano, il tessuto storico della città.

Ricordano gli aquilani, negli anni settanta le grandi polemiche nei confronti dell’architetto Moretti che volle riportare la Basilica di Collemaggio alle sue origini, eliminando quanto i secoli successivi le avevano dato? Si ricordano le polemiche sul restauro della Cappella Sistina e le diverse correnti culturali sul restauro in generale?

Ci sono grandi temi culturali su cui si può dibattere e persino accapigliarsi. Non è invece opinabile e, quindi discutibile, la laicità del comportamento dei moltissimi giovani che di notte, tutte le notti in qualsiasi stagione, anche quando la temperatura si abbassa a meno 10 e da anni, si ubriacano, vengono alle mani, orinano, defecano, vomitano, sul sagrato della Chiesa e percuotono assordanti tamburi, forse nel tentativo di riempire con l’alcool ed il rumore il vuoto che urla dentro e che certo i carabinieri non possono colmare.

Però il riposo spetta di diritto agli anziani, ai portatori di handicaps ed alle persone che ancora lavorano, studiano insomma a tutti gli abitanti del quartiere, ”violentati” dal popolo della notte. Poiché esiste una legge sul disturbo della quiete pubblica, va rispettata, perché le regole del vivere civile vanno rispettate, altrimenti c’è solo la giungla.

Ha ragione il professore Lolli quando sottintende che è importante ”capire”" per pensare soluzioni che tali siano, ma, nell’immediato, bisogna anche punire».


 ECO DEL CHISONE

L’etilismo

Se la vita è un vuoto a perdere

In un’indifferenza inspiegabile, l’alcol uccide, più della droga. L’etilismo è un fenomeno drammatico, in crescita, che sempre più coinvolge giovani in una modalità di consumo sempre più simile a quella dei Paesi nordici: ragazzi che non bevono neanche un bicchiere a casa durante i pasti, ma che si ubriacano nel week-end, magari di birra, preferita al vino, o con superalcolici. Le Aziende sanitarie hanno messo in campo azioni di prevenzione, ma l’attenzione sociale in questo ambito è ancora bassa.

Ci sono programmi di riabilitazione, nei Club degli alcolisti in trattamento e nei gruppi di Alcolisti anonimi, ma in queste realtà si arriva anche dopo 20 anni di "carriera alcolica". Due testimonianze raccontano il dramma di chi si è "perso in un bicchiere"


 IL MESSAGGERO (MARCHE)

Riunito ieri il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il prefetto Cifelli: «Quadro positivo, una provincia a misura d’uomo»

Aumentano le truffe, ma è allarme alcolismo 

Crescono in città scippi e furti d’auto, preoccupa a Porto S. Elpidio l’immigrazione cinese 

di DIANA MARILUNGO

«Il quadro è positivo. La provincia è a misura d’uomo. Sono rimasto sorpreso e soddisfatto dalla realtà prospettatami dai sindaci». Parola del Prefetto di Ascoli, Alberto Cifelli, che ieri mattina ha presieduto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. I dati del primo quadrimestre del 2006 confermano che i fenomeni più gravi sono in flessione, anche se qualche reato è aumentato. «I primi cittadini pur facendo presenti alcune problematiche ha detto ancora il Prefetto nel complesso hanno evidenziato una situazione più che soddisfacente. Laddove i reati sono aumentati, c’è stato anche un aumento dei controlli». A Fermo sono diminuiti rispetto al primo semestre dell’anno scorsi i furti negli uffici pubblici e negli appartamenti ed aumentati quelli ai danni delle auto in sosta (33). Sono di più anche gli scippi ed i borseggi. In totale i furti assommano nei primi quattro mesi di quest’anno a 160, contro i 139 del 2005. Sono raddoppiate, inoltre, le truffe salite a quota 36. Stessa storia per Porto San Giorgio dove nei prime quattro mesi di quest’anno sono stati perpetrati ben 186 furti, a fronte dei 166 dello stesso periodo dell’anno scorso. A Porto Sant’Elpidio, nello stesso periodo sono avvenuti ben 34 borseggi contro i 4 del 2005, per un totale di 179 furti. Ma il problema più grande per tutto il Fermano, che alla fine dell’anno (dopo un primo rallentamento per l’istituzione) avrà il suo poliziotto di quartiere, è quello dell’alcool che i giovani usano in maniera smodata. «Bisogna continuare a lavorare in sinergia. In questa sede ha dichiarato il sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio ho ricordato il protocollo d’intesa firmato nel 2001 dove a fronte dei gravi problemi che avevamo nella zona di Lido Tre Archi, con il lavoro sinergico con le forze dell’ordine si è riusciti a rendere più sicura quella zona della città. Dopo cinque anni le azioni sono state tante. La sicurezza è anche prevenzione, monitoraggio (nel protocollo è previsto il controllo degli appartamenti da parte dei Vigili Urbani). Lo sforzo fondamentale deve essere fatto in altre direzioni soprattutto attraverso lo Sportello per gli Immigrati, Centri di Aggregazione Giovanile e miglioramento della vivibilità del quartiere. Non ultimo lavorare con le scuole per fare prevenzione se, come abbiamo verificato, vi è un aumento tra i giovani del consumo di alcolici». Per contrastare il fenomeno dell’alcool il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Mario Andrenacci ha stabilito di dotare, per l’estate, tutti gli chalet della sua città di un etilometro “usa e getta” in modo che chi decide di mettersi alla guida di un mezzo dopo aver bevuto qualche bicchiere in più, possa controllare il suo stato. La città costiera ha poi il grande problema dell’immigrazione cinese. «Chiediamo ha sottolineato Andrenacci un’ottimizzazione delle risorse per una risposta più tempestiva ed una lettura attenta dei fenomeni. Siamo soddisfatti del rapporto con le forze dell’ordine». «Il Comitato che ha la sede naturale in Prefettura ha proseguito Cifelli anticipando che l’organismo si incontrerà di nuovo tra breve si è spostato per sentire la voce dei sindaci e fare un quadro della situazione del territorio». Al Comitato hanno partecipato, tra gli altri, il questore Nicolò D’Angelo, il quale ha parlato anche della possibilità di istituire un Commissariato in zone ad alta densità demografica, il vice prefetto Anna Gargiulo, il comandante provinciale dei Carabinieri Col. Sante De Pasquale, il comandante della Guardia di Finanza di Fermo Massimo Catanzaro, il comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto Giuseppe Aulicino. Per i sindaci, oltre ad Andrenacci e Di Ruscio, erano presenti il vice sindaco di Pedaso Barbara Toce e Ercole D’Ercoli per i Comuni della Valdaso.


 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (NORDBARESE)

Alcol e spinelli di notte, nuova tendenza tra i giovani

Notti di follie, alzando il gomito e fumando «spinelli». La tendenza in aumento di queste due «piaghe» sociali, rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione estiva, emerge dalle tipologie di intervento del servizio di pronto soccorso dell’ospedale «Vittorio Emanuele II». E’ un campanello d’allarme che dovrebbe indurre gli «addetti ai lavori» ad intervenire, perché l’estate è ancora lunga e, considerato il ricco programma di concerti, si preannuncia un’affluenza di «forestieri» maggiore di quella dell’anno scorso. Ma, oltre al fenomeno dell’abuso di alcolici e del consumo di sostanze stupefacenti, si nota tra i giovani anche la diffusa abitudine nel violare le regole del codice della Strada, passando i semafori col rosso e facendo sorpassi azzardati, rischiando di investire i pedoni. Si è verificato un ennesimo incidente stradale con lo scooter. Un ragazzo biscegliese di 25 anni ha finito la sua corsa in sella ad un ciclomotore contro un muro. La sua euforia è stata smorzata dai dolori delle ferite lacero contuse e dai punti di sutura. Per fortuna se l’è cavata, poichè non indossava il casco. Materia di studio dunque per i vigili urbani, che tuttavia per prevenzione, congiuntamente con la polizia di Stato, hanno effettuato in questi giorni diversi sequestri di ciclomotori e comminato multe. Ma, evidentemente, non basta. (lu.dec.)


 IL GAZZETTINO (PADOVA)

Gentile Direttore, riscontro ...

riscontro con piacere la lettera di risposta del signor assessore Ruggero Pieruz, pubblicata ieri dal vostro giornale. Spero di poter leggere le risposte dell’assessore anche a tutte le altre lettere che si sono succedute alla mia del 26 giugno e con toni di protesta assai più circostanziati.

Comprendo l’imbarazzo dell’assessore nel commentare ciò che succede lungo il Piovevo, nelle zone limitrofe e le proteste di così tante famiglie.

Capisco meno il tentativo di giustificare la scelta aggregativa, con la necessità di bonificare la zona dalle tossicodipendenze. Se il buon Ruggero era a conoscenza che in quella zona si smerciava droga, non era necessario creare tanto disturbo e tanti avinazzati. Bastava mettere in stretta sorveglianza l’area! Non mi sembra opportuno, poi, per difendere una scelta rivelatasi infelice, sostituire l’uso della droga con l’uso dell’alcool. Mi sembra che entrambi debbano essere combattuti, al di là della importanza del momento aggregativo, di cui ci si riempie la bocca e che dovrebbe poggiare su ben altri valori. Tuttavia non mi sembra sostenibile la tesi che per evitare la desertificazione serale, sia necessario creare trasgressioni e disturbi. Circa i controlli ed i servizi aggiuntivi ad una zona che ne ha molto bisogno, nutro la speranza che si materializzino, perché fino ad ora sono del tutto invisibili.

Francesco Marcato


 BRESCIA OGGI

 EDOLO. Sono sospettati di aver sobillato i tifosi, ispirando la sassaiola. Il sindaco: «Bisogna distinguere»

Sotto torchio 10 «vandali»

Sarebbero le «menti» dell’assalto alla caserma dei Carabinieri

di Lino Febbrari

Dopo la notte di follia e di paura a Edolo, uno alla volta (molti a capo chino), hanno valicato lo stesso cancello della caserma che meno di 24 ore prima avevano stretto d’assedio e bersagliato con una fitta sassaiola. Così i Carabinieri hanno interrogato i giovani che avevano cercato più volte di colpire i militari con bottiglie di birra e sassi. Le «menti» del raid sarebbero una decina (il condizionale è d’obbligo), che avrebbero spinto altri giovani alla vergognosa sassaiola che a Edolo, la notte tra domenica e lunedì, ha trasformato la festa per la vittoria dell’Italia in un assalto alle forze dell’ordine ed alla caserma in via Treboldi.

Oltre ai dieci sospettati di aver approfittato dei caroselli di auto imbandierate e della confusione per dar sfogo al loro risentimento nei confronti dei militari, tra i più esagitati protagonisti dello squallido raid ne sarebbero stati individuati altri 15-20, che nelle prossime ore dovrebbero essere convocati per chiarire a verbale le ragioni per le quali si sono aggregati alla folla di 150-200 giovani, completamente ubriachi, che dopo aver danneggiato due Defender dell’Arma da piazza Martiri hanno percorso cinquecento metri lungo le vie cittadine fino a raggiungere via Treboldi e tentare l’assalto alla stazione dei carabinieri, aggrappandosi all’alta cancellata e cercando più volte di abbatterla; per fortuna la recinzione ha svolto egregiamente il suo compito.

Ieri sono stati sentiti anche diversi testimoni oculari, che hanno raccontato nei dettagli quanto hanno visto tra la mezzanotte e le tre di lunedì.

Che i balordi autori di un gesto che ha scosso tutta la valle siano stati identificati è una soddisfazione che ha solo attenuato l’amarezza e lo sconcerto a Edolo.

Tra le ipotesi che circolavano a caldo in merito alla causa scatenante della follia, la più accreditata sosteneva che un gruppo di «balordi», da tempo in «conflitto» con i carabinieri, avrebbe pianificato l’azione teppistica come un regolamento di conti. A sostegno di questa versione ieri sarebbero emersi nuovi importanti elementi, sui quali però, come sul resto delle indagini, vige il massimo riserbo. Pare comunque che solo dopo l’arrivo delle cosiddette «menti» (fino ad allora in piazza il clima era surriscaldato ma non si erano verificati atti vandalici), che si sono esibiti in «spettacolari sgommate» con moto e auto tra la folla accalcata vicino alla fontana, la situazione è degenerata. Quasi certamente i «capi» non hanno impiegato molto nell’opera di convincimento di giovani la cui mente era offuscata da abbondanti libagioni. Così è partita la guerriglia: prima contro i veicoli militari poi contro la caserma. Qui i giovani hanno inveito a lungo contro i carabinieri, sfogandosi nel «tiro al bersaglio» contro la caserma: lattine, pezzi di mattoni, bottiglie e quant’altro hanno trovato per strada. Solo l’arrivo dei rinforzi ha permesso attorno alle tre di far cessare il tentativo d’assalto.

Tra le molte manifestazioni di vicinanza agli uomini dell’Arma, registriamo quella del primo cittadino edolese, Berardo Branella, che dopo aver espresso «la piena solidarietà di tutta la comunità ai nostri carabinieri» tiene a fare una puntualizzazione: «In piazza c’erano centinaia di persone e non tutte erano di Edolo. Bisogna poi distinguere tra chi ha voluto festeggiare serenamente uno straordinario risultato, che ha legato tutta la Nazione in un sentimento di gioia e di entusiasmo popolare, e lo sparuto gruppo di persone che, per imperscrutabili motivi, si è reso protagoniste di un atto deprecabile».


 IL GAZZETTINO (UDINE)

E qualcuno ha rubato un tricolore di 3 metri per 4: era un cimelio di famiglia 

I danni della festa mondiale 

Auto e trattori hanno rovinato la pavimentazione davanti al municipio

Codroipo - Alcuni atti vandalici, furto di bandiere, danni alla pavimentazione del "sagrato civile" antistante il Municipio e tante immondizie lasciate un po’ dovunque in piazza. Questo, in estrema sintesi, il bilancio negativo della grande festa esplosa domenica notte nel centro di Codroipo alla notizia della vittoria degli azzurri ai mondiali. Come è stato altrove, anche nel capoluogo del Medio Friuli migliaia di persone, arrivate da tutto l’hinterland, si sono date appuntamento.Così, piazza Garibaldi è divenuta passerella per un’insolita sfilata di mezzi di ogni tipo, al cospetto di due ali di folla festante e rumorosa. Auto dipinte con il tricolore, motorini, moto, pick up, camion e trattori con un motore a scoppio che tossiva ininterrottamente. Un passaggio continuo di veicoli strombazzanti, che talvolta (ad esempio quando un trattore è piombato di corsa nel mezzo della folla) ha costituito un reale pericolo per i pedoni assiepati. Per tutti, una bella festa, un rito liberatorio, un modo per sciogliere la tanta tensione accumulata durante la visione della finalissima. Ma qualcuno, complici i bicchieri di alcool di troppo, ha passato il segno. Non si sono fortunatamente verificati incidenti o episodi significativi, come fanno sapere i carabinieri della stazione di Codroipo. Per evitare spiacevoli conseguenze, il sindaco Boem aveva emesso un’ordinanza che vietava ai chioschi la somministrazione di bevande in bicchieri di vetro. La festa è proseguita fino a notte fonda. L’indomani, all’alba, un immenso carico di lavoro ha interessato il personale della pulizia delle strade. E ci sono state anche alcune sorprese. Ad esempio i segni, indelebili, del passaggio di qualche mezzo pesante sul pavimento in pietra antistante il palazzo municipale. «Purtroppo - commenta dispiaciuto il primo cittadino - i danni sono evidenti». Ora bisognerà valutare come porre rimedio. Si registra anche il furto di alcune bandiere esposte orgogliosamente sul parapetto del terrazzo in piazza. Come quella dei signori Toso, proprietari dell’omonimo panificio. «Avevano esposto un tricolore enorme, di 3 metri per 4, fatto confezionare da mia suocera tanti fa - afferma la moglie di Cesarino Toso - ma il mattino dopo abbiamo dovuto constatare con grande amarezza che non c’era più». I Toso sono stati bersagliati anche da altri atti vandalici, dei quali si sono resi conto solo ieri. Qualcuno ha divelto una pesante inferriata antica da una finestra di una casa di loro proprietà. Silva Dorigo


 MANTOVA.COM

Tifa Francia e finisce in ospedale

Porto Mantovano - E’ finito a terra con una mandibola rotta un giovane tunisino che sabato sera durante la finale dei mondiali ha avuto la poco brillante idea di tifare Francia in un bar di Porto Mantovano affollato di Italiani. Per gran parte della gara ha prevalso il “fair play”, ma alla testata di Zidane il nordafricano ha perso le staffe – complice l’alcool – iniziando a inveire contro gli azzurri. Per un po’ sono volate soltanto parole, poi l’aria si è fatta più pesante sino a quando qualcuno – al momento non identificato – lo ha steso a terra con un pugno violentissimo in faccia. Lo hanno trovato a terra, fuori dal locale, alcune ore dopo quando le serrande erano ormai abbassate. Dopo i primi accertamenti al Pronto Soccorso dell’ospedale di Mantova Kemail Kalfaoui – questo il nome del 32 enne tunisino – è stato ricoverato al maxillo facciale per la frattura della mandibola.


 LA SICILIA

 

carabinieri

Resta in carcere il giovane rumeno

Canicattì - (c.v.) Rimane in carcere Jacob Ciprian 24 anni di nazionalità rumena Il giovane extracomunitario sprovvisto del permesso di soggiorno è stato arrestato l’altro ieri perché si trovava in stato di ubriachezza nei pressi di piazza San Diego posto molto conosciuto perché ritrovo di immigrati. Alla vista dei militari che lo avevano invitato a calmarsi è andato in escandescenza scagliandosi contro i carabinieri. Ieri la decisione del Gip di lasciarlo in carcere


 IL GAZZETTINO (VENEZIA)

MUSILE 

Bloccato camionista completamente ubriaco 

Musile - Alla guida di un mezzo pensate, con un carico di 330 quintali in coma etilico, in pieno pomeriggio. Un uomo di 50 anni di Portogruaro è stato fermato sulla Jesolana, all’altezza di Portegrandi, dalla Polstrada durante uno dei numerosi controlli sul territorio.

Erano le 14.30 e il cinquantenne viaggiava sul suo autocarro a tre assi, completamente carico di terra, facendo lo slalom sulla strada, verso Torre di Mosto, direzione Venezia-San Donà. Insospettiti dalla "singolare" marcia, gli agenti della Polstrada hanno fermato l’autotrasportatore, che è subito apparso completamente ubriaco. Sottoposto al test, è risultato che l’uomo aveva un tasso alcolico di 3,35 (il limite è di 0,50). E’ molto probabile che l’uomo, forse avvezzo agli alcolici, avesse iniziato a bere di buon mattino, visto che già nel primo pomeriggio aveva ingerito abbondanti quantità di alcol. Infatti all’interno dell’autocarro sono state ritrovate alcune bottiglie vuote.

Per lui è scattata la penalizzazione di venti punti alla patente.

Lar.Lor.


 IL MESSAGGERO (UMBRIA)

sorpresi ubriachi alla guida

ORVIETO Due giovani orvietani sono finiti, la notte scorsa nelle maglie del palloncino. Fermati dai carabinieri del nucleo radiomobile, i due giovani, uno di 20 l’altro di 30 anni, bloccati in due pattugliamenti diversi, sono risultati aver bevuto un bicchiere di troppo, forse anche più di uno. Alla prova del palloncino, uno dei due ha fato fermare l’indici a 2.7, un tasso altissimo. Il ritiro della patente e la susseguente denuncia per guida in stato di ebbrezza, sono stati i provvedimenti assunti, prima dai militari, poi dal magistrato.


 CORRIERE ADRIATICO

Territorio al setaccio, numerose denunce

pesaro - Un fine settimana di intenso lavoro per i carabinieri del Comando provinciale che hanno proceduto al controllo straordinario del territorio. In particolare sono state eseguite verifiche presso cinquanta esercizi pubblici (night-club, sale giochi, bar e pub), identificando 378 persone , di cui 120 straniere. Quattro di queste sono state proposte per l’allontanamento dal territorio nazionale e ad altre sei è stato notificato il decreto di espulsione. A tal proposito, una rumena di 40 anni chiedeva l’elemosina in Via Rossi e qualche passante l’ha segnalata al carabiniere di quartiere dicendo che infastidiva. Sono stati effettuati dei controlli e si è scoperto che la donna era irregolare e pertanto è stata espulsa. Il gerente di un agriturismo nella valle del Candigliano è stato denunciato per non avere comunicato nei termini di legge previsti le generalità delle persone alloggiate. Denunciati anche due giovani perchè trovati in possesso - rispettivamente - di una noccoliera e di un coltello a serramanico. Otto persone sono state sorprese alla guida in stato di ebbrezza alcolica; ritirate le loro patenti. In tema di sicurezza stradale, accertate 34 violazioni e ritirate altre quattro patenti.

Importante anche la prevenzione in termini di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. In questo contesto i militari dell’Arma delle diverse compagnie che operano in provincia hanno proceduto a segnalare alla Prefettura quali assuntori di droga cinque persone trovate in possesso di sostanze stupefacenti per uso personale.

e.lu.


 LA PADANIA

A FIESCO (CR)

Albanese ubriaco scatena una rissa

La nazionale azzurra dà alla testa. Non solo agli italiani. Ne sanno qualcosa a Fiesco, piccolo centro in provincia di Cremona, dove, un albanese di di 25 anni, già noto alle forze dell’ordine, ha colto l’occasione della finale mondiale per seminare il panico in città. Risultato: quattro feriti e l’extracomunitario denunciato.

Tutto è successo fuori dal bar cittadino dopo l’ultimo rigore della partita: alcuni frequentatori del locale sono andati in strada per festeggiare la vittoria azzurra, la stessa cosa ha voluto fare un albanese residente nel paese che, ubriaco a bordo della sua auto, ha iniziato a fare una serie di manovre pericolose vicino anche ad alcuni bambini, fino a quando è stato bloccato dalle persone presenti. Ne è nata una discussione, nella quale l’albanese ha minacciato i presenti di fargliela pagare. Dopo lo scambio verbale lo straniero si è allontanato e la festa è ripresa. Poco dopo però l’albanese, deciso a vendicarsi, è tornato davanti al bar con un connazionale armato di un tirapugni e di una spranga. I due sono scesi e si sono scagliati contro le persone che li avevano fatti allontanare, hanno spaccato lo zigomo di uno, rotto un braccio ad un altro e pestato selvaggiamente un altro, prima che la folla li bloccasse e bloccasse anche i malcapitati, decisi a farsi giustizia da soli. Subito sul posto sono arrivati i carabinieri di Crema che hanno raccolto la denuncia delle vittime e avviato l’indagine. I feriti sono stati invece accompagnati in ospedale dove, dopo le medicazioni e le analisi che escludevano danni più seri, sono stati dimessi. L’episodio ha destato la rabbia degli abitanti e a niente è valso il tentativo della sorella dell’albanese di porgere le sue scuse al titolare del bar (minacciato dallo straniero: «Ti brucio il bar», «So chi è tua sorella») che ha a sua volta sporto denuncia.


 IL MATTINO (NAZIONALE)

Antologia in due cd per Wood

Da poco terminato un ciclo intensivo di disintossicazione da alcolismo, Ronnie Wood è il più giovane degli Stones, l’ultimo arrivato, nel 1974, in sostituzione di Mick Taylor. Come secondo chitarrista dietro Richards non ha soverchie occasioni per mettersi in evidenza, ma oltre alla vita scapigliata ha diversi interessi: è pittore ben quotato, più che come rocker solista, anche se è appena uscito un doppio antologico sui suoi primi quarant’anni di carriera. «The Ronnie Wood anthology - The essential crossexion» contiene 37 brani: il primo cd è una vetrina sui suoi lavori solistici (dal ’74 di «I’ve got my own album» al 2005 di «You strum and I’ll sing», unico inedito), il secondo parte con le esperienze giovanili di Wood in gruppi come Birds e Creation, fino alla militanza nel Jeff Beck Group, accanto a Rod Stewart e con i Faces: si chiude con i Rolling Stones di cui Ronnie ha scelto «Everything is turning to gold» e «Black limousine». 


 

 HELP CONSUMATORI

VINO. Allarme Cia: "La tendenza degli accordi internazionali non premia la tradizione"

La Cia-Confederazione italiana agricoltori lancia allarme per il settore vino: la tendenza degli accordi internazionali non premia la tradizione ma la tecnologia.

La Cia (Confederazione italiana agricoltori) lancia un nuovo allarme per il settore vino: la tendenza degli accordi internazionali non premia la tradizione ma la tecnologia. Secondo gli agricoltori gli accordi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti e i prossimi con l’Australia ed il Cile rappresentano una specie di scorciatoia per le difficoltà agli accordi mondiali sul commercio, l’Europa, tradizionale culla della produzione vitivinicola riconosce e quindi apre le porte del suo mercato ai vini di quei paesi, anche se le regole di produzione sono molto diverse e più permissive delle nostre.

Si tratta di una concorrenza accettata - aggiunge la Cia - in cui da una parte il vino è la tradizionale fermentazione dell’uva della specie vitis vinifera appositamente coltivata e dall’altra è invece un prodotto tecnologicamente preparato, anche se ben fatto. In cambio però ci si aspetta la protezione delle nostre denominazioni di origine in quegli stati, cosiddetti "nuovi produttori", che le hanno fino ad ora usurpate, producendo dal Chianti al Bordeaux, dal Marsala al Porto e via dicendo.

"Come accade sulla questione dei trucioli per dare sapore di legno ai vini senza investire nelle costose botti e barriques di quercia o di rovere -chiarisce gli agricoltori - ribadendo la propria contrarietà a questo tipo di surrogato all’invecchiamento che, laddove ammesso, tanto per i vini europei che per quelli extra-comunitari, dovrà necessariamente trovare chiara comunicazione in etichetta, in modo che l’operazione non si traduca in una sopravvenienza gratuita per chi la utilizzerà. Paradossi che penalizzano i nostri produttori e nello stesso tempo beffano i consumatori non in grado di fare un acquisto consapevole, spesso trovandosi a pagare di più un prodotto di minor valore."


 STAIBENE.IT

Giovedì, 13 Luglio 2006

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