IL GAZZETTINO
(Nordest) L’impronta di una manina sul cofano di un’auto
... Mestre - L’impronta di una manina sul cofano di un’auto
ricoperta di polvere. Il pianto a dirotto di un’intera famiglia. Lo sgomento
dei passanti. Una tragedia terribile. Ieri mattina in via Bembo, in centro a
Mestre, una bambina cinese di quattro anni e mezzo è stata travolta e uccisa da
una Renault "Scenic" mentre stava attraversando la strada con la
nonna e il fratellino sulle strisce pedonali. Alla guida dell’auto F.R.,
mestrino, 49 anni. L’uomo è risultato positivo all’alcoltest a cui è stato
sottoposto dai vigili urbani dopo l’incidente, con un tasso superiore al doppio
del limite consentito. Erano quasi le 12.30. La piccola, Veronica
Chen, cinese ma in Italia dalla nascita, era mano nella mano con la nonna, che
portava in braccio il suo fratellino minore. Stavano tornando a casa dopo una
passeggiata. I tre stavano attraversando la strada, all’altezza delle strisce
pedonali di via Bembo, a ridosso del portico di Corso del Popolo, direzione
Vempa, quando l’uomo a bordo della monovolume Renault, proveniente dal centro
di Mestre, ha investito Veronica, passando sopra al suo corpicino indifeso.
Una scena terrificante, che ha lasciato senza parole i numerosi passanti e i
clienti del vicino bar di Corso del Popolo. Nei pressi si trovava anche il padre della
piccola. Stava prendendo un caffè quando ha sentito il botto e si è precipitato
in strada per vedere cosa fosse successo. Alla vista della sua Veronica, riversa
per terra senza vita, l’uomo ha emesso un grido di dolore, scoppiando in un
pianto disperato. Poco dopo, avvertita dai familiari, è arrivata anche la
mamma, che si trovava in casa a preparare il pranzo. Straziente la reazione
della donna che, distrutta dal dolore, si è gettata sul corpo della piccola,
stretta dall’abbraccio forte e tragico del marito e degli altri familiari
accorsi sul posto. La famiglia Chen, infatti, è in Italia da nove anni e da tre
vive in Corso del Popolo, al civico 90. In lacrime anche il fratellino minore
di Veronica, che non ha mai smesso di stringere forte la nonna. Sul posto sono subito intervenuti i vigili
urbani e i soccorsi del 118, ma per la piccola Veronica non c’è stato nulla da
fare. È morta sul colpo. Un impatto violento. Non è escluso che l’uomo
al volante della Renault procedesse a velocità sostenuta. Ipotesi che è al
vaglio della magistratura, che aprirà un’inchiesta per omicidio colposo e guida
in stato di ebbrezza. Molto scosso dall’accaduto, F.R. sul momento ha dichiarato
di non essersi accorto di nulla. La sua auto è stata sequestrata. (*) Lara Loreti (*) Nota: in oltre 17 anni di attività
volontaria nel campo del trattamento e della prevenzione dei problemi
alcolcorrelati, in oltre tre anni di stesura di questa quotidiana rassegna
stampa, è capitato di attraversare qualche periodo di stanchezza. Alessandro Sbarbada IL GAZZETTINO (Belluno) L’INCHIESTA Dopo l’episodio di violenza ai
danni di una ragazzina i queresi si sentono vulnerabili e chiedono alle
autorità interventi urgenti La gente ha paura: «La sera non si può più
uscire» Rafiq Redouane
(Marocco): «Non tutti gli immigrati sono uguali, ci sono persone oneste ma
anche i delinquenti» Quero - Un paese ferito. Questo sembra essere Quero
all’indomani della violenza subita da una quindicenne durante la sagra. Un
paese che ha accolto molte famiglie di immigrati, provenienti da ogni parte del
mondo e oggi si trova a dover fare i conti con una cellula impazzita, un gruppo
di ragazzi che porta violenza e paura. «Sono stata anch’io un’emigrante-
racconta la signora Palmira Solagna - è per questo che ho affittato la mia casa
a delle famiglie di extracomunitari. Non ho mai avuto problemi, nè con i
cinesi, nè con i ragazzi senegalesi. Ma adesso, davvero, ho paura. Ho paura per
mia nipote, quattordicenne, perché non può più andare in giro la sera da sola e
perché un fatto così grave non era mai accaduto. La piazza, fino a qualche
tempo fa, era piena di ragazzini che giocavano: oggi, solo gruppi di
marocchini, che restano tra loro, senza aver voglia di integrarsi. È la nostra
libertà che viene bruscamente limitata. Siamo sempre stati abituati a fidarci
del prossimo: ma da oggi, anche se so bene che non tutti gli stranieri sono
pericolosi, mi domando come potrò fare ad avere ancora fiducia». Anche tra i
giovani del bar al centro del paese, serpeggia l’amarezza: «Non ci sono mai
stati screzi con le altre minoranze a Quero: nè con i nord africani, nè con gli
asiatici. Alcuni gruppi di marocchini invece, sono molto aggressivi. Soprattutto
durante le feste, rimangono appartati e cercano di attaccare briga».Negli occhi
delle giovani mamme del paese, si legge l’amarezza per un fatto così grave, che
ha creato una profonda frattura: «Ho una figlia di 18 anni- racconta Francesca
Specia- non so se la manderò ancora in giro da sola. Gli immigrati spesso
provocano, magari si fanno scappare commenti pesanti diretti alle ragazze. È la
prima volta, però, che si arriva ad un gesto così grave: credo sia normale,
giunti a questo livello di violenza, fare di tutta l’erba un fascio e smettere
di fidarsi delle persone straniere». Rafiq Redouane è un ragazzo marocchino,
che vive a Quero da sei anni, e non ci sta ad essere catalogato: «Non tutti gli
immigrati sono uguali - spiega - come dovunque anche qui ci sono le persone
oneste e i delinquenti. Inoltre, giovedì sera molti erano ubriachi, e
l’alcol ha spinto ad attaccare briga». Persone che alzano il gomito e le
mani, quindi: persone che rendono difficile la vita anche a chi si è
perfettamente inserito nella comunità querese e condanna in modo secco il gesto
di violenza.Come Ernesto Peres, cubano che vive in paese da sei anni, e dice:
«Vorrei che Quero reagisse in modo chiaro, che i cittadini si opponessero
chiaramente alla violenza. Il rischio, altrimenti, è che tutti gli immigrati
vengano emarginati, anche quelli che qui si sono costruiti onestamente una
famiglia. Mio figlio è nato in Italia, ed è anche per tutelare lui che vorrei
ci fossero più controlli». Ciò che più ha sconvolto i queresi è che si sia arrivati
ad un tale picco di violenza, come racconta uno dei ragazzi coinvolti nella
rissa: «Gli immigrati hanno preso spranghe e catene e ci hanno aggredito,
sotto gli occhi di tutti. Nel frattempo, una ragazza veniva violentata. La
situazione è completamente sfuggita di mano: tutti sanno i nomi delle persone
più violente, ma nessuno fa niente. Sono ragazzi giovani, che provocano con
strafottenza. E sono sempre gli stessi a creare disordini, ma nessuno
interviene per porre un freno a questa escalation. Speriamo che si faccia
qualcosa di concreto».Da un atto violento è scaturita, quindi, ancora violenza:
non solo nei gesti, ma anche nelle parole dei giovani. Un macigno piombato in
una comunità abituata a convivere con colori della pelle diversi, in cui mai la
violenza era traboccata così tanto. Conclude una giovane querese: «Di guerra ce
n’è già abbastanza, senza bisogno di portarla anche nelle nostre sagre paesane.
Doveva essere una festa di pace, si è trasformata in una zuffa. Sono fatti
molto gravi, ora bisogna fermarsi a riflettere, per trovare un giusto
equilibrio, senza scaricare tutta la colpa addosso agli extracomunitari». Elisa Trimeri LA PROVINCIA DI CREMONA Grande festa al pub ‘irlandese’ per il
risultato al gioco dell’estate Musica, birra e motociclette «Una faticaccia raccogliere, compilare e ritagliare tutti questi coupon...ma se serve a vincere la tappa, allora siamo pronti a questo e ad altro!»: Chiara Olzi e il suo entourage sono naturalmente entusiasti per il successo di giornata. Una vittoria che avvicina nettamente l’Irish Times a un posto valido per la finale dei cocktail. «Se penso alla notte del Nuvolari? Per me la soddisfazione più grande è vedere i miei clienti impegnarsi e divertirsi a giocare — spiega Chiara —. Questo è il più bel segnale di stima e simpatia che possa ricevere. Credo che la nostra sia una vittoria davvero meritata». Ieri, così, è stata festa grande nel locale di viale Po. Naturalmente, tra musica rock, pinte di Guinness e ‘sgasate’ motociclistiche. (r.m.) LA PROVINCIA DI CREMONA Irish
Times, coupon a tutto rock Successo per Chiara
Olzi. Bar Sport Paola ok
di Riccardo Maruti Una ‘sorsata’ lunga 1.200 voti: l’Irish Times di
Cremona, in viale Po, ha annegato la concorrenza in una botte di coupon. Il
locale della barwoman Chiara Olzi — tutto rock, birra e motociclette —
ha dato una spallata alla classifica arrivando ai piedi della top five. Per far
sentire il proprio fiato sul collo dei (fino a ieri) fuggitivi della hit.
Altrettanto importante è la giocata del Bar Sport Paola di Persichello, che con
i 733 tagliandi consegnati ieri ha agguantato la seconda piazza assoluta. La
tifoseria di Paola Cazorla Tambani vuole a tutti i costi la finale dei
cocktail. New entry di tutto rispetto per il bar Punto e virgola di via
Massarotti, a Cremona: i baristi Tiziano e Fabio fanno la loro comparsa in
classifica con un bel sorriso in dote. Scatto strategico, poi, per lo
Younghouse Cafè di Castelvetro Piacentino, con barman Alberto Silvestrini che
fa capire di voler restare in corsa per un posto alla notte degli shaker.
Ottime performance anche per Ombretta Tolasi del Chita Chita di Crema e per
Cosimo Baldassarra (il più costante nella consegna dei coupon) del bar Da
Cosimo di casalmaggiore. Menzione di giornata per l’osteria Bigio Spotti di
Rosolino Capelli (Cremona), il Tarocchi di Nicola Petracco (Vailate), il Pub
Briciola di Fabio Gulino (Offanengo) e il Cosmopolitan di Alessandra Crotti
(Cremona). Il Coupon. Si deve ritagliare dal giornale e
compilare secondo le indicazioni. Non valgono le fotocopie. laConsegna.
Il coupon va consegnato o spedito alle sedi de La Provincia di Cremona (via
delle Industrie 2), Crema (via Cavour 53) o Casalmaggiore (via Pozzi 15). L’Orario. Per entrare nella classifica di
giornata i coupon vanno consegnati entro le ore 17. I tagliandi che arrivano
più tardi vengono conteggiati ugualmente e valgono per la tappa successiva. Fine gara. I tagliandi verranno raccolti ogni
giorno fino alle ore 13 di lunedì 24 luglio. La tappa. Ogni new-entry si aggiudica 100 punti. Ogni vincitore di tappa si vedrà assegnare un bonus di 100 punti. lVittoria. I primi cinque classificati della sezione Bar e i primi cinque classificati della sezione Barman saranno premiati nel corso della grande festa in programma al discoclub Nuvolari la sera di venerdì 28 luglio. L’ADIGE Pinè, i Club antialcol fanno festa PINETANO - Sono trascorsi vent’anni da quando
è nato il primo Club degli alcolisti in trattamento sull’Altopiano di Piné. Vi
hanno trovato una risposta ai loro problemi alcol correlati tante famiglie,
tant’è che oggi operano due club (il «Vita Serena» coordinato dal dottor Renato
Anesin e «Camminando insieme» con il coordinamento di Roberto Moser)
frequentati da circa venti famiglie. I membri dei due club hanno deciso di
festeggiare l’anniversario dei vent’anni dalla nascita del primo club,
organizzando una festa analcolica che si terrà domenica 23 luglio a Centrale di
Bedollo. La festa avrà inizio alle ore 10.30 con la messa, per proseguire con
il pranzo. Nel pomeriggio musica con Aldo Jobstraibizer e la sua fisarmonica,
gioco del tappo e lotteria. Non mancherà la degustazione degli «straboi della
Pierina». Una giornata in libertà dalle sostanze alcoliche, liberi di essere
liberi (*). Che non è “coordinatore” del Club, ma “servitore-insegnante”, peraltro con qualche dubbio sul senso del suo servizio… (http://www.cedostar.it/tesi/tesi_moser_cammino_servitore_insegnante.PPS ) IL SECOLO XIX Maltrattava la mamma e la nonna un giovane di
Toirano finisce in carcere Dopo una delicata indagine dei carabinieri. I fatti sono avvenuti a Borghetto Borghetto. Da tempo, probabilmente da diversi
anni, sfogava la sua rabbia nei confronti della madre e persino dell’anziana
nonna. E se le badanti che si sono alternate a dare una mano in casa provavano
a prenderne le difese, erano botte anche per loro. Queste le accuse che hanno
portato in carcere Frank Migliora, ventitreenne residente a Toirano ma che di
fatto vive nell’abitazione materna di Borghetto. Fino a qualche giorno fa,
aveva potuto contare su una sorta di impunità, derivante un po’ dal terrore che
il giovane incuteva nelle due donne e ovviamente un po’ dall’affetto che
nonostante tutto qualunque madre e qualunque nonna provano per la propria discendenza,
per quanto degenerata. Così il giovane ha potuto continuare a vessare
in ogni modo la famiglia. Talvolta rincasava ubriaco e sotto i fumi
dell’alcol se la prendeva con chiunque gli capitasse a tiro, altre volte
pretendeva dalla madre del denaro e reagiva violentemente a ogni anche timido
tentativo di rifiuto da parte della genitrice. Ma il carattere violento di Frank Migliora
trovava spesso sfogo anche fuori dalle mura domestiche, e lo scorso anno il
giovane fu protagonista di una violenta scazzottata alla sagra dei
"gunbi", a Toirano, e non si placò neppure all’arrivo dei
carabinieri, che lo arrestarono per violenza e resistenza. Ma le vittime preferite restavano sempre le
due parenti più prossime, che però mai avevano sporto denuncia. Qualche segnalazione,
per la verità, ai carabinieri era arrivata, ma all’arrivo dei militari la
situazione si era sempre placata, tutto sembrava destinato a rientrare nella
normalità e le donne avevano rinunciato alla denuncia. La cosa, però, ha messo sul chi vive i militari
che hanno cominciato a tenere d’occhio il giovane, ad ascoltare le
testimonianze dei vicini e con la massima cautela a parlare con le due donne
nel tentativo di convincerle a raccontare tutto. E venerdì sera i carabinieri,
su ordine della procura della Repubblica di Savona, si sono presentati
all’abitazione di Migliora e lo hanno arrestato. «Purtroppo questi casi di violenze e
maltrattamenti in famiglia vengono spesso tenuti nascosti - afferma il capitano
Roberto Arcieri -, proprio per timore o per affetto. E proprio questo
atteggiamento spesso porta la situazione a degenerare, talvolta anche in modo
drammatico». L. R. LA PROVINCIA DI COMO giussano Diverbio e minacce in un locale
Denunciato un quarantenne GIUSSANO (a.cr.) All’apice di un diverbio scaturito per futili motivi e – forse – per qualche bicchierino di troppo, ha tirato fuori un coltello, minacciando il suo antagonista di guai ben peggiori. Ma quando il suo “nemico”, un trentottenne di Limbiate, ha preso il cellulare e ha chiamato il 112, si è spaventato, ha gettato il coltello a terra ed è fuggito. Ci hanno pensato i carabinieri del nucleo radiomiobile della compagnia di Seregno a “recuperarlo”, mentre ancora stava scappando: l’hanno identificato, per poi denunciarlo alla procura della repubblica di Monza per porto abusivo di un’arma atta a offendere e minacce aggravate. Ne dovrà rispondere un quarantenne di Giussano che, la scorsa notte, si è reso protagonista di un alterco all’interno di un noto locale pubblico di Seregno, proprio nel centro storico della cittadina dell’alta Brianza milanese. Ancora da capire le ragioni del diverbio, che – al momento – i militari dell’Arma “liquidano” come futili motivi. Quel che è certo è che alla scenata hanno assistito i numerosi clienti che, in quel momento, gremivano il pub e che si erano allarmati quando la lite, tutta verbale, è stata sul punto di degenerare: cosa che è successa quando, all’improvviso, è comparso il coltello. I carabinieri stanno cercando di appurare se il giussanese che si è reso protagonista della “bravata” si trovasse in uno stato di alterazione psichica dovuta all’abuso di alcool. L’ARENA di Verona Violenze in Borgo Venezia Scatena una rissa e sferra coltellate Barista
in manette Una rissa tra alcune persone ha fatto scattare
l’allarme polizia ieri pomeriggio in via Torbido, al bar L’ippocampo, al civico
9/b e poi un arresto. Pare che a scatenare l’ira dell’aggressore
italiano che è anche il gestore del bar, sia stata la relazione che la sorella
ha con un cittadino iracheno. L’italiano, Alfonso Califano, 32 anni, ha
aggredito l’uomo, arrivato al bar che lui gestice, con la sorella e con il
figlio di questa, avuto da una precedente relazione. È scoppiata la rissa, prima verbale e poi
fisica. L’iracheno s’è difeso con una sedia, l’italiano l’ha aggredito con due
coltelli da cucina. In aiuto al compagno della mamma è arrivato il
ragazzo diciassettenne, che s’è preso a sua volta delle coltellate sulle
braccia dallo zio. L’esercente, che secondo la polizia era
anche sotto l’effetto dell’alcol, non contento s’è poi scagliato contro
l’auto della sorella danneggiandola con i coltelli, quindi è scappato verso il
distributore Shell dove è stato intercettato dalle volanti della polizia. Le due persone ferite sono state portate al pronto soccorso di Borgo Roma, per essere medicate, alla testa e alle braccia. L’aggressore in questura. Al terminale sono risultate diverse denunce a carico di Califano. Rissa e porto abusivo d’armi. L’uomo è stato arrestato per lesioni aggravate dall’uso del coltello e portato in carcere a Montorio. Ulteriori indagini di polizia amministrativa faranno valutare se la licenza per il bar sarà lasciata all’esercente oppure revocata visti i precedenti e lo stato in cui è stato trovato ieri pomeriggio. (a.v.) IL MESSAGGERO (Marche) Tenta di uccidersi gettandosi sui binari Si è gettato sotto il treno, ma fortunatamente la tragedia è stata soltanto sfiorata. Ieri pomeriggio, lungo la linea ferroviaria nella zona che attraversa via Calabria, una traversa di via Piemonte, un cinquantenne sambenedettese si è messo sui binari aspettando l’arrivo del treno da Ascoli. Erano all’incirca le ore 18,30 e l’uomo è rimasto praticamente in piedi, aspettando di essere travolto. Fortunatamente l’impatto con il treno non ha avuto esiti drammatici, grazie anche alla prontezza di riflessi del macchinista che ha tirato i freni al massimo. L’uomo, probabilmente colto dal panico, si è tirato indietro all’ultimo momento, non abbastanza però da evitare completamente il convoglio in corsa che lo ha comunque colpito al braccio. Ora però rischia di perdere una mano. Sembra che l’uomo, residente nella zona e con alcuni problemi legati all’assunzione di alcool, avesse avuto un diverbio in famiglia poco prima. Un litigio che sarebbe alla base del disperato gesto che ha richiamato sul posto, sotto la rete che delimita la linea ferroviaria, molti dei residenti che hanno assistito al tempestivo arrivo dell’ambulanza che ha trasportato urgentemente il disperato al pronto soccorso dell’ospedale civile sambenedettese. Sul posto sono giunti anche gli agenti della polizia ferroviaria per i rilievi che in questi casi sono di rito. Il traffico ferroviario è ripreso tempestivamente e i vari convogli non hanno fatto registrare grandi ritardi. IL MESSAGGERO (Civitavecchia) Civitella d’Agliano Il
bambino ferito durante una lite Un’altra denuncia per il padre Una lite familiare è all’origine
dell’incidente che ha portato a Civitella d’Agliano al ferimento di un bimbo di
due anni, dimesso dall’ospedale di Belcolle già nella mattinata di ieri
l’altro. Prima un battibecco tra A.B., titolare di una pizzeria nel centro del
paese, e la moglie. Poi le spinte e, probabilmente, il lancio da parte del
padre di un mazzo di chiavi che avrebbero accidentalmente colpito il piccolo,
in collo alla madre, sopra l’occhio sinistro. Subito la corsa al pronto
soccorso viterbese, dove al bambino è stato riscontrato un piccolo trauma,
guaribile in 10 giorni. A titolo precauzionale i sanitari, d’accordo con la
madre rimasta incolume, hanno trattenuto il piccolo per una notte, per poi
dimetterlo la mattina seguente. I carabinieri della caserma di Civitella
d’Agliano, avvertiti dell’accaduto a seguito della stesura del referto sanitario,
hanno proceduto con una denuncia a piede libero contro A.B., risultato
recidivo. L’uomo, già in passato segnalato per maltrattamenti in famiglia, ora
è accusato anche di lesioni personali e ingiurie. Considerando inoltre i
suoi trascorsi da alcolista, gli inquirenti non tralasciano l’ipotesi che
un’eventuale ricaduta sia all’origine dell’accaduto. Ora saranno gli
assistenti sociali a passare al setaccio la vita familiare della coppia e a
valutare il da farsi per tutelare il minore. Ben conosciuto in paese, l’uomo
comunque non era mai stato, almeno in pubblico, violento con il figlio. F.Lup. CORRIERE ROMAGNA (Ravenna) Delitto di Castel Raniero Arrestato un
albanese Ravenna - Arthur Biliku, 37 anni, muratore
albanese sposato e padre di due figli. E’ lui il presunto assassino di Hamid
Korchi, il 28enne marocchino strangolato la notte del 18 febbraio scorso sulle
colline di Castel Raniero a Faenza.Ora è in carcere con l’accusa di omicidio a
scopo di rapina. Una rapina da 700 euro che, al momento, sembra l’unico movente
del delitto.Difeso dall’avvocato Roberto Pezzi, Biliku si è avvalso della
facoltà di non rispondere in attesa dell’interrogatorio di garanzia di fronte
al gip, il suo nome era l’unico iscritto nel registro degli indagati. Gli uomini
della Squadra Mobile sono andati a prenderlo nella sua abitazione di Lavezzola,
nella serata di venerdì. Agli agenti non ha opposto resistenza. Impassibile,
quasi distaccato, ha salutato i suoi due figli e la moglie. Poi si è seduto in
silenzio nell’auto che lo ha portato in carcere.La notizia del suo arresto è
stata ufficializzata ieri da una breve conferenza stampa convocata dal
sostituto procuratore anziano Gianluca Chiapponi. E’ stato lui a ripercorrere
le tappe dell’indagine svolta dalla Squadra Mobile e coordinata dal pm Isabella
Cavallari. Cinque mesi di pedinamenti, interrogatori, riconoscimenti,
ricostruzioni di una serata avvolta nel mistero e finita nel dramma. Il tutto
grazie soprattutto ai pochi testimoni delle ultime ore di vita del giovane tunisino,
trovati e ascoltati uno a uno dagli investigatori della Mobile. La svolta però,
ancora una volta, è arrivata dalle analisi del Ris di Parma. Sono stati loro a
trovare tracce di sudore all’interno dell’Opel Corsa dell’albanese, sequestrata
dalla polizia pochi giorni dopo il delitto. Nella stessa auto era stato
ritrovato anche del filo di ferro, simile a quello ritrovato sul collo della
vittima. Il dna di Hamid ha inchiodato il presunto assassino. Biliku nei giorni
successivi all’omicidio aveva sempre dichiarato di non aver mai frequentato il
tunisino, anche se la sera del delitto aveva ammesso di averlo visto nel bar. I
due si erano ritrovati, quasi per caso, di fronte allo stesso videopoker in un
locale di Lavezzola. L’albanese giocava e perdeva, il marocchino guardava e
aspettava. Poi, quando è stato il suo turno ha giocato e vinto. Poca roba, ma
abbastanza per far nascere un attrito.Forse l’albanese si sentiva espropriato
di quei pochi soldi che, ogni tanto, quelle macchinette - tarate ad arte - concedono
al “malato” di turno, lasciando briciole di euro, ma soprattutto l’illusione di
essere fortunati e vincenti. Il marocchino ha aggiunto i soldi ai 700 euro
guadagnati in nero lavorando in un cantiere edile della zona. Aveva appena
ritirato lo stipendio. Ne è andato fiero, forse troppo, aveva bevuto e non si è
contenuto. L’albanese ha visto i soldi e li ha seguiti con gli occhi e con il
pensiero. Quella per il gioco pare fosse la sua unica passione. I due sono poi
usciti dal bar, ma in tempi diversi. Prima Hamid, poi Biliku che non voleva
farsi notare. Come siano arrivati a Castel Raniero resta un mistero, di
certo Hamid ci è arrivato vivo. Ubriaco, ma vivo. Poi da dietro,
all’improvviso, ha sentito la presa del muratore albanese - “un uomo forte,
alto circa un metro e ottanta” racconta chi è andato a prenderlo - , che gli ha
stretto al collo il filo di ferro. Ha stretto fino a quando Hamid non ha smesso
di respirare. Poi si è chinato verso la tasca del maghrebino e ha “incassato” i
suoi 700 euro. Con quei soldi si è rimesso in auto ed è tornato a casa dove
l’aspettavano la moglie e i due figli. Poche ore dopo, quando un uomo in cerca
di tartufi ha trovato il corpo e chiamato la polizia, lui era già tornato al
bar, con la solita faccia da giocatore di poker. c.d. IL GIORNALE DI VICENZA Ieri pomeriggio Donna ubriaca centra moto con la sua auto (l. z.) Alticcia nonostante fossero le 17 del
pomeriggio, ieri una ventottenne di origine colombiana è rimasta coinvolta in
un incidente. Nulla di grave, fortunatamente, ma è comunque finita nei guai,
dato che la polizia l’ha denunciata per guida in stato di ebbrezza e le ha
ritirato la patente. L’episodio è accaduto al monumento del
generale Giardino, in viale delle Fosse, dov’erano ferme una moto Triumph
condotta dal novese M.G., 28 anni e la Golf con alla guida la coetanea
colombiana, A.H., residente in Germania. Quando il novese s’è mosso per
imboccare porta delle Grazie, la donna ha girato verso viale delle Fosse e lo
ha urtato, facendolo cadere sull’asfalto con lievi lesioni. La conducente della
Golf, forse non resasi conto dell’accaduto, si stava allontanando, ma alcuni
testimoni l’hanno bloccata, segnalando poi il fatto a una pattuglia del
Commissariato. Gli agenti hanno avvertito i vigili urbani per i rilievi e nel frattempo, hanno accompagnato l’extracomunitaria al pronto soccorso: aveva superato di cinque volte l’alcolemia consentita dalla legge. L’ADIGE Alcol cinque volte altre il limite Il venticinquenne fermato la scorsa notte dai carabinieri del radiomobile di Trento può ritenersi fortunato. Con tutto l’alcol che aveva in corpo, infatti, se i militari non lo avessero intercettato nel corso di normali controlli sul territorio, avrebbe rischiato di schiantarsi. È un miracolo che sia riuscito a restare in sella alla sua potente motocicletta - mille di cilindrata - ed a non finire addosso ad altri automobilisti. Erano le 2 di notte ed il giovane stava transitando in piazza Venezia, quando i carabinieri hanno alzato la paletta per invitarlo ad accostare. Che il motociclista avesse ecceduto con i brindisi era chiaro pure ad una prima occhiata, ma come prassi vuole i carabinieri lo hanno sottoposto all’alcoltest. L’apparecchio, si sa, non sbaglia: i valori registrati erano decisamente oltre il limite consentito dalla legge. E non di poco, bensì quasi cinque volte superiori. Il giovane è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e la sua motocicletta posta sotto sequestrato, come prevede l’articolo 213 del codice della strada. Proprio nei giorni scorsi, peraltro, il giudice di pace di Trento, Beniamino Genovese, ha accolto l’eccezione di costituzionalità presentata dall’avvocato Nicola Giuliano per conto di un motociclista a cui era stata sequestrata la moto dopo essere risultato positivo al test dell’etilometro. L’ipotesi è che vi sia una sorta di discriminazione tra automobilisti e motociclisti. I primi, infatti, non sono soggetti al sequestro, i secondi invece sì. Il procedimento è stato sospeso e gli atti inviati alla Corte costituzionale, che dovrà pronunciarsi in merito. Potrebbe essere stato qualche brindisi di troppo a provocare anche un tamponamento a tre, venerdì sera, sulla statale 47, all’altezza di Ponte Alto, in direzione Pergine. La Polstrada, intervenuta per i rilievi di rito, ha denunciato uno degli automobilisti per guida in stato di ebbrezza. Ed un altro incidente si è consumato alle 4 di notte a Vezzano: un marocchino stava viaggiando in sella alla sua moto quando ha perso il controllo del mezzo cadendo a terra. L’uomo è stato soccorso dal 118 e portato in ospedale, ma non è grave. LA PROVINCIA DI CREMONA Fiesco, aggressione alla festa Fatti gravi e
motivi banali Egregio sig. direttore, ci piacerebbe avere la
possibilità di far riscrivere l’articolo, pubblicato martedì 11 luglio 2006 a
pagina 38 del vostro quotidiano, non perché riteniamo sia scritto male ma
perché alcune notizie riportate non corrispondono alla realtà dei fatti
accaduti. Iniziamo proprio dal titolo: Fiesco - rissa, noi avremmo preferito
leggere Fiesco - aggressione, fuori dal bar con mazze ferrate, crick e catene,
dentro e fuori dal bar paura. Festeggiavano la vittoria dell’Italia ai mondiali
di calcio in uno dei due bar del paese ma soprattutto fuori dai bar e per le
strade. Improvvisamente, intorno a mezzanotte e mezza, si sono visti piombare
addosso due uomini e quattro donne, albanesi conosciuti (...) armati di mazze
ferrate, crick e catene. Se li sono trovati addosso e non hanno avuto la possibilità
di difendersi, hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine ma
all’arrivo di diverse pattuglie di carabinieri e polizia il comando si era
dileguato (...). Tre giovani sono ricorsi alle cure mediche presso il Pronto
soccorso dell’Ospedale di Crema subito dopo l’aggressione; in due se la
caveranno in otto giorni (...), per il terzo la prognosi è di trenta giorni.
Resta la gravità di quanto accaduto, ma i motivi sono ben chiari e altrettanto
banali, anzi il motivo. Uno dei due aggressori sfrecciava in auto ad una
velocità molto elevata, in evidente stato d’ebbrezza, per le vie del paese
mentre erano in corso i festeggiamenti da parte di tutti compresi i bambini.
Qualche giovane si è permesso di invitare il soggetto a rallentare la sua corsa
alquanto pericolosa. Il signore ha pensato bene di andare dove abita (...) ha
caricato in macchina alcuni familiari (1 uomo e quattro donne) ed è tornato in
cerca dei giovani che lo avevano invitato a rallentare la velocità. Un gruppo di cittadini di Fiesco Pubblichiamo questa vostra lettera che integra, ma non capovolge la sostanza di quanto già scritto da noi martedì scorso. Che nel titolo abbiamo definito chiaramente «aggressione» quanto accaduto. Se anche all’origine c’è stata, come scrivete, una «banale» ubriacatura, rimane intollerabile che una festa sportiva si trasformi in occasione di violenza e di pericolo. BRESCIAOGGI IL FORUM Tutti pazzi per la Strada del vino Dal forum di Bologna giunge un prestigioso
riconoscimento per «La strada del Franciacorta». Il sistema di promozione
attuato per i vini del territorio delle Bollicine, è stato citato come modello
insieme ad altri itinerari nazionali di valorizzazione. Nel jet set della promozione enogastronomica
le Bollicine fanno compagnia a prodotti straordinari come Culatello, vino
nobile di Montepulciano, Sagrantino e Marsala. Il modello franciacortino ha registrato elogi
anche nel corso del convegno «Strade del vino in Friuli Venezia Giulia». «Si tratta di riconoscimenti significativi -
osservano soddisfatti all’associazione Strada del Franciacorta - che tuttavia
non ci fanno perdere di vista il cammino che dobbiamo ancora percorrere per
fare della Strada del Franciacorta un vero sistema turistico integrato». Attualmente in Italia esistono 139 Strade del
Vino riconosciute. Di queste meno di 20 sono quelle operative. Fra queste
figura quella franciacortina. f.sco. BRESCIAOGGI Controlli di polizia e vigili Alcol: ritirate tredici patenti Venerdì notte di controlli sulle strade della
città e a Rezzato: impegnati gli agenti della polizia stradale di Brescia e i
vigili urbani che, dalla mezzanotte sino alle sei di ieri mattina, hanno
effettuato accertamenti a campione sulle vie a maggior scorrimento. Un
particolare servizio «antistragi» è stato effettuato in via Orzinuovi dove gli
agenti hanno controllato clienti che si cercavano o uscivano da locali
notturni. A Rezzato ritirate 5 patenti per alcol e due
per velocità eccessiva in via Garibaldi. Il tasso più elevato 3.61 per cento,
sette volte oltre il limite fissato dal codice stradale. I controlli vengono effettuati ogni fine
settimana sulle strade del Bresciano e in modo particolare nelle notti tra
sabato e domenica nel medio e basso lago di Garda e in Franciacorta. Nonostante
le campagne di stampa, gli spot televisivi che invitano i giovani a non guidare
dopo aver bevuto, le campagne di sensibilizzazione anche all’interno delle
discoteche, resta sempre elevatissimo il numero di giovani che risultano
positivi alla prova dell’alcol-test. Evidentemente anche il deterrente delle
patenti sospese conta sino ad un certo punto. Ogni fine settimana sono decine
le patenti che saltano con l’aggiunta della denuncia penale e della
decurtazione di dieci punti. La scorsa notte gli agenti hanno controllato
una cinquantina di auto e le 60 persone a bordo. Venti gli automobilisti
sottoposti alla prova dell’alcol-test per appurare se avessero ecceduto nel
bere. E otto quelli risultati ubriachi, in media quasi uno su due. Un
automobilista è stato multato per guida pericolosa e ha perso 5 punti. f.mo. IL MESSAGGERO “GUIDO CON PRUDENZA” Sorpresa: più disciplina
al volante La tendenza si sta finalmente invertendo. Almeno questo emerge dalla prima serata di controlli legati all’iniziativa “Guido con prudenza”. Nove la pattuglie messe in campo dalla polizia stradale di Latina, diretta dal vice questore Bruno Agnifili, per le verifiche lungo le strade pontine. Gli indisciplinati, purtroppo, ci sono sempre e così sono state riscontrate 57 infrazioni per diversi articoli del codice della strada che vanno dall’eccesso di velocità a irregolarità nei documenti, dal mancato allaccio delle cinture di sicurezza alla guida in stato di ebrezza. Proprio su questo “fronte” - come su quello della velocità - punta l’iniziativa di polizia stradale e sindacato dei locali da ballo. Ebbene per la prima volta i bravi hanno superato chi commette infrazioni. Sono stati 71, infatti, i biglietti omaggio per le discoteche che le pattuglie hanno consegnato a conducenti di automobili che sono risultati negativi al test dell’alcol. Appena 6, invece, le patenti ritirate per guida in stato di ebrezza. Altri 21 permessi di conduzione sono stati invece ritirati per l’eccessiva velocità. I servizi verranno ripetuti anche nei prossimi fine settimana oltre che nei giorni normali, considerato il traffico più intenso di questo periodo, e come per questa occasione saranno autorizzate tutte le più moderne tecnologie a disposizione della polizia stradale - come i tele-laser - per rilevare le infrazioni al codice della strada. Con l’augurio che velocità e abuso di alcol figurino sempre meno tra le contestazioni. IL GAZZETTINO (Pordenone) Arrestati 2
clandestini ubriachi Botte al bar e poi in Questura
Due clandestini con cittadinanza romena sono
stati arrestati ieri mattina da agenti della Squadra Volante. M.A., 29 anni,
domiciliato a Pordenone, e B.C., 26 domiciliato a Porcia, sono rinchiusi nel
carcere cittadino per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato
e mancata esibizione di documento di identificazione. La coppia di clandestini aveva cominciato a
dar fastidio ai gestori del bar Primavera, in via Revedole, nelle prime ore
della mattinata, pretendendo di consumare ancora bevande alcoliche
nonostante fossero visibilmente ubriachi. All’ennesimo no di una cameriera,
la coppia romena ha iniziato a minacciare quanti si trovavano all’intero del
locale e ad assumere un atteggiamento definito aggressivo e violento. A quel punto, visto che la situazione stava
degenerando, i gestori dell’esercizio pubblico, intorno alle 7.30, hanno
chiamato il "113" e pochi minuti dopo in via Revedole è arrivata una
pattuglia della Volante. Gli agenti ci hanno messo poco tempo a capire chi
fossero i due giovani romeni che stavano creando disturbo. La coppia è stata
bloccata e accompagnata in Questura. Una volta giunti negli uffici della Polizia di
Stato i due romeni, invece di darsi una calmata, hanno cominciato nuovamente ad
alzare le mani e a cercare di colpire gli agenti. In questo impeto di rabbia
hanno anche danneggiato gli arredi dell’ufficio dove si trovavano. Dopo questa performance, gli agenti hanno controllato i loro documenti accertando che entrambi non erano in regola con le norme sul soggiorno. Poi l’arresto e l’accompagnamento in carcere. IL GAZZETTINO (Udine) Fuga dopo l’investimento di una ragazza Ha evitato l’arresto perchè allontanandosi ha
chiamato il 118. In
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