(ASAPS) GINEVRA – In Svizzera, un anno e mezzo dopo la
decisione del governo federale di abbassare il tasso alcolemico consentito per
stare al volante, allineando così il paese dei cantoni alle soglie dei paesi
confinanti, i risultati positivi non si sono fatti attendere. La fortissima
condivisione della norma, ha innanzitutto creato un effetto di
sensibilizzazione al problema, e sembra proprio che lo svizzero medio non si
limiti solo a bere tanto quanto basta per non sforare il limite, ma che prima
di guidare non beva affatto. In ogni
caso, sensazioni dei media a parte, 3 cittadini elvetici su 4 credono che
l’introduzione di una norma più severa abbia prodotto subito effetti benefici
ed oggi il 90% dei conducenti ritiene di non dover superare la soglia
immaginaria di un solo bicchiere: lo dice un’inchiesta commissionata alla
società AMPLUS dall’”Istituto svizzero per la prevenzione dell’alcolismo e
delle altre tossicomanie”. Un nome lungo, per un istituto che ha sede – manco a
dirlo – presso l’Ufficio per la prevenzione degli incidenti. L’inchiesta non si
è limitata alla semplice intervista di soggetti scelti a caso, ma ha anche
tenuto in debita considerazione le statistiche elvetiche della sinistrosità,
secondo le quali – in un anno – il numero di feriti sulle strade crociate è
sceso del 14%. Si può parlare dunque di
alto gradimento per una legge? Parrebbe proprio di sì: 1.359 persone – delle
quali 1.058 patentate – hanno accettato di rispondere all’intervista,
effettuata nella Svizzera francese ed in
quella tedesca. Il dato eclatante è che la riduzione del tasso limite ha
provocato una mutazione dei comportamenti: i due terzi dei soggetti hanno
affermato di attenersi scrupolosamente alla regola di un solo bicchiere. Sarà
stato anche merito delle incessanti campagne di sensibilizzazione? (ASAPS) |
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