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Svizzera - 3 patentati su 4 non bevono più di un bicchiere prima di guidare

18 mesi dopo l’introduzione del limite di 0,5 g/l, i feriti gravi diminuiscono del 14%

(ASAPS) GINEVRA – In Svizzera, un anno e mezzo dopo la decisione del governo federale di abbassare il tasso alcolemico consentito per stare al volante, allineando così il paese dei cantoni alle soglie dei paesi confinanti, i risultati positivi non si sono fatti attendere. La fortissima condivisione della norma, ha innanzitutto creato un effetto di sensibilizzazione al problema, e sembra proprio che lo svizzero medio non si limiti solo a bere tanto quanto basta per non sforare il limite, ma che prima di guidare non beva affatto. In ogni caso, sensazioni dei media a parte, 3 cittadini elvetici su 4 credono che l’introduzione di una norma più severa abbia prodotto subito effetti benefici ed oggi il 90% dei conducenti ritiene di non dover superare la soglia immaginaria di un solo bicchiere: lo dice un’inchiesta commissionata alla società AMPLUS dall’”Istituto svizzero per la prevenzione dell’alcolismo e delle altre tossicomanie”. Un nome lungo, per un istituto che ha sede – manco a dirlo – presso l’Ufficio per la prevenzione degli incidenti. L’inchiesta non si è limitata alla semplice intervista di soggetti scelti a caso, ma ha anche tenuto in debita considerazione le statistiche elvetiche della sinistrosità, secondo le quali – in un anno – il numero di feriti sulle strade crociate è sceso del 14%. Si può parlare dunque di alto gradimento per una legge? Parrebbe proprio di sì: 1.359 persone – delle quali 1.058 patentate – hanno accettato di rispondere all’intervista, effettuata nella Svizzera francese ed in quella tedesca. Il dato eclatante è che la riduzione del tasso limite ha provocato una mutazione dei comportamenti: i due terzi dei soggetti hanno affermato di attenersi scrupolosamente alla regola di un solo bicchiere. Sarà stato anche merito delle incessanti campagne di sensibilizzazione? (ASAPS)


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Lunedì, 17 Luglio 2006
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