(ASAPS) ROMA – È partita il 17 luglio, in apparente sordina ma sotto una sorveglianza “particolare”, la
sperimentazione del nuovo permesso di soggiorno elettronico. L’idea, supportata
dal dipartimento della PS e dal ministero dell’Interno, avrà come teatro di
prova 6 questure apparentemente minori, ma che nonostante un’estensione
territoriale limitata hanno come principale caratteristica quella di avere
competenza in capoluoghi ad altissima densità di popolazioni straniere: Ancona,
Brindisi, Frosinone, Prato, Reggio Emilia e Verbano Cusio Ossola. Un esempio
tra tutte, Prato, città che non ha nemmeno un commissariato periferico – se si
eccettua il posto fisso di Polizia in piazza del Duomo – ma che vanta la più
folta comunità cinese d’Italia, tanto che in ogni ufficio o sportello pubblico,
in ogni struttura sanitaria, è necessario un servizio bilingue. “Il nuovo
modello di permesso di soggiorno elettronico – si legge sul sito ufficiale
della Polizia di Stato – dà attuazione agli obblighi comunitari e avrà un costo
per il richiedente di 27,50 euro, come previsto dal Decreto del ministro
dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il ministro dell’Interno, del 4
aprile 2006, pubblicato sulla Gazzetta
ufficiale del 5 maggio 2006,
numero 103”. Il nuovo tipo di documento avrà per il momento alcune limitazioni:
sarà rilasciato solo in caso di soggiorni superiori ai 90 giorni e per le carte
di soggiorno, quelle che rendono praticamente definitiva la permanenza sul
territorio italiano di stranieri. L’obiettivo è quello di giungere, gradualmente,
a modelli documentali standard per tutta l’Unione europea, così come per ogni
altro documento comunitario. Per maggiori informazioni, è possibile visitare il
sito del ministero dell’Interno e della Polizia di Stato. (ASAPS)
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