Spot contro lo sballo Studenti premiati CASTEL SAN PIETRO TERME - Alcol e stupefacenti
quanto basta, una bella shakerata in disco, poi lasciare a riposo un’ora prima
di rimettere in moto. Et voilà, dice il cuoco: "la morte è servita".
E’ la ricetta di un triste incidente del sabato sera secondo i ragazzi della
quarta classe del liceo castellano Visitandine, che hanno trasformato la loro
idea in uno spot efficace da inviare al concorso "On the road movie"
indetto dal Ministero dei trasporti e delle infrastrutture per sensibilizzare i
giovani sui rischi connessi alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto
di sostanze psicotrope. Lo storyboard, i disegni e le immagini per la pellicola
hanno convinto la giuria, che ha così deciso di premiare l’opera castellana con
uno dei tre premi messi in palio a livello nazionale nell’ambito del Giffoni
film festival. Il premio consta di un riconoscimento ufficiale e della
realizzazione, a cura di registi e attori di professione, dello spot vero e
proprio, che sarà poi trasmesso dalle emittenti nazionali nei mesi prossimi.Una
delegazione composta da quattro ragazzi sarà a Giffoni, in provincia di
Salerno, venerdì prossimo 21 luglio, insieme alla prof.ssa Elisabetta Marsigli
e all’imolese Annalisa Cattani che ha condotto il laboratorio sullo spot
insieme alle professoresse Gianpaola Tinarelli e Daniela Claudi. In terra
campana, oltre alla proiezione della prima assoluta dello spot tratto dal loro
storyboard, i castellani assisteranno anche alla premiazione del concorso,
scoprendo così quale delle tre piazze del podio ha meritato il loro già
riconosciuto lavoro."E’ stata una bellissima sorpresa per noi - racconta
la professoressa Cattani -, era la nostra prima in questo concorso".Com’è
nata l’idea? "L’idea dello spot è nata da un brain storming in classe, cui
è seguito un lavoro di laboratorio. Abbiamo iniziato a lavorare sull’idea di
uno studente, poi l’abbiamo modificata insieme, quindi c’è chi si è occupato di
scrivere la sceneggiatura, chi di fare le foto, chi i disegni".Come
affronta il tema in oggetto il vostro lavoro? "Abbiamo voluto realizzare
uno spot duro, che calcasse la mano senza però cadere nel troppo esplicito.
Sebbene si parli di morte non si vede il sangue: c’è una voce che recita, per così
dire, gli ingredienti di un incidente stradale dovuto all’uso di alcol e
sostanze stupefacenti in discoteca. Il tema è affrontato con ironia fino a
quella che dovrebbe essere la scena finale, quando al rumore del forno in cui
il cuoco mette il suo piatto si sovrappone il rumore, più lungo ed esplicito,
di un forno crematorio".Tutti e tre gli spot vincitori, realizzati dalle
idee dei ragazzi in concorso, verranno proiettati alla sala Alberto Sordi di
Giffoni. Dalle 21.30 di venerdì interverranno ospiti di riguardo, fra cui
Andrea Annunziata, sottosegretario di Stato al Ministero dei trasporti. IL GAZZETTINO (TREVISO) L’Associazione Italiana familiari e vittime
della strada chiede collaborazione agli organizzatori di feste estive Alcol e volante, campagna
sicurezza
Un’occasione di informazione riguardo le norme
del codice e le alterazioni alla guida dopo aver bevuto Castelfranco - Alcool e volante:
l’Associazione Italiana Famigliari e Vittime della Strada chiede collaborazione
agli organizzatori di feste durante l’estate.L’associazione propone che le
feste estive possano diventare anche un’occasione di informazione riguardo le
norme del codice della strada e soprattutto sulle modifiche dello stato psico -
fisico del guidatore dovute a stanchezza, assunzione di alcool, droghe,
psicofarmaci, antistaminici, e sulle conseguenze sulla guida.L’AIFVS parla di
una collaborazione in nome della sicurezza e della vita, che potrebbe
concretizzarsi anche in una campagna atta ad incentivare gli autisti, giovani e
meno giovani, a mantenersi sobri per portare a casa se stessi e gli amici sani
e salvi.Una collaborazione di questo tipo, l’Associazione Vittime della Strada
l’ha già portata avanti in più occasioni, ad esempio con le amministrazioni
comunali di Fonte e Vedelago, o con alcuni comitati frazionali (Fanzolo e
Carpendo).A Fanzolo di Vedelago, il supporto dell’associazione agli
organizzatori della festa della birra di qualche tempo fa (molto chiacchierata
perché nei manifesti si parlava di "10 euro, musica e birra a
volontà"), era arrivato a seguito di una polemica di alcuni genitori del
paese che avevano manifestato il loro dissenso riguardo allo slogan. Il
relativo clamore suscitato attorno alla vicenda aveva comportato il
coinvolgimento dell’AIFVS, dapprima indignata e con l’intenzione di bloccare i
festeggiamenti, ma poi, visti i buoni propositi (nonostante lo slogan) degli
organizzatori, propositiva per cercare di farne un’occasione per sensibilizzare
i giovani alla sicurezza. "Siamo preoccupati per il netto aumento della
percentuale di giovani che assumono bevande alcoliche - recita una nota
dell’AIFVS -. Sono tante le occasioni, quali, ad esempio, Ombralonga, spritz
party, feste della birra, che non possono che incentivare l’assunzione di
alcool." "In Europa, un giovane su quattro, nella
fascia di età che va dai 15 ai 19 anni, muore a causa dell’alcool - prosegue la
nota -. Nella nostra Provincia, il 50\% degli incidenti stradali hanno come
causa, o concausa, l’alcool."Dunque, gli organizzatori di feste che lo
volessero possono contattare la sede provinciale dell’Associazione Famigliari e
Vittime della Strada all’indirizzo via P. Piazza 6 - Castelfranco Veneto,
oppure al numero 0423/493012. Matteo Ceron IL GAZZETTINO ASSOCIAZIONE
AIFVS Il Governo s’impegni a prevenire le stragi
sulle strade causate da chi guida ubriaco Ancora una vittima della strada per colpa di
qualcuno che guida ubriaco, altri piccoli angeli che si aggiungono ai troppi
che affollano il cielo! L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della
Strada denuncia la grave responsabilità delle istituzioni che sottovalutano
questa strage applicando pene risibili che offendono la memoria delle vittime
lasciando libero chi commette il reato. Ultimo caso a Roma per la morte di 3
innocenti falciati da un giovane ubriaco. Ritieniamo che la guida in stato di ebbrezza
sia una gravissima aggravante del reato di omicidio colposo e chiediamo, oltre
ad efficaci controlli e forti sanzioni per chi guida ubriaco e provoca la morte
di innocenti, il ritiro definitivo della patente di guida e la piena
applicazione delle pene previste dall’articolo 589 del codice penale, riferite
al limite massimo (dodici anni) e non al minimo (un anno ridotto di un terzo e
sempre con sospensione condizionale) come finora è stato arbitrariamente fatto
nei tribunali italiani. Così si contribuisce alla reiterazione del reato. Sulla
proposta chiediamo l’appoggio dell’Osservatorio veneto per la Sicurezza
stradale (di cui fanno parte il procuratore Fojadelli e l’assessore regionale
Chisso): l’ultima assoluzione è venuta per Stefano Masci che guidava ubriaco e
contromano. Ha ucciso tre persone sulla Pontina il 17 aprile scorso, ma è già
tornato tranquillamente a guidare grazie alla giustizia gestita al ribasso. Il
Tribunale di Latina, pm De Pasquale e gip Morgigni, applicarono con rigore la
legge arrestando Masci per omicidio plurimo volontario. Ma ecco arrivare il
ribaltone del Tribunale del Riesame di Roma che riduce la responsabilità
dell’investitore perchè ubriaco. Indigno di un paese civile. Al nuovo governo chiediamo di contrastare la
guerra non solo in Iraq ma anche sulle strade italiane, assumendo pubblicamente
l’impegno di "prevenire le stragi sulle strade". Lo stillicidio di
vite innocenti continua, le nostri legge permissive mettono in mano a
potenziali Killer la licenza di uccidere e i magistrati con le loro sentenze,
mettono il coperchio sulle bare dei nostri figli. Pierina Guerra Resp.Venezia Aifvs LA PROVINCIA DI CREMONA Ass. Bussola, unità
mobile per ‘Non farti imbottigliare’
L’Associazione ‘BUSsola’ (presidente Patrizia
Bini) organizza per venerdì alle 10.30 una conferenza stampa presso Piazza
Stradivari – Cremona. La conferenza stampa è motivata dall’inaugurazione
ufficiale dell’Unità Mobile ‘Non farti imbottigliare’, recentemente
ristrutturata in occasione del decennale di attività dell’Associazione. E’
anche un’occasione per l’associazione di comunicare le prossime iniziative
provinciali di promozione della salute in tema di alcol e per presentare un
bilancio di questo decennio. CORRIERE ROMAGNA Pugno di ferro contro
l’alcol ai minori
VERUCCHIO - Niente alcol prima dei 16 anni è
un progetto di iniziativa scaturito dal Tavolo delle Famiglie, con tema le
dipendenze, svoltosi lunedì sera nel Centro Civico del Comune di Verucchio.A
seguito dei fatti di cronaca che hanno investito di recente il Comune di
Verucchio, l’idea è ora quella di far applicare la legge già esistente secondo
cui non si potrebbero vendere alcolici ai ragazzi sotto i 16 anni: “La proposta
- spiega l’Assessore ai Servizi Sociali Giuseppina Dolci - è di richiamare gli
esercenti dei comuni facenti parte della Comunità montana quindi: Verucchio,
Torriana, Poggio Berni e Santarcangelo, perché i giovani facciano un uso più
corretto degli alcolici. Queste sono proposte di cui ancora dobbiamo valutare
l’applicazione sia con le categorie che con le forze dell’ordine”.La legge c’è,
però di fatto non viene applicata“Infatti - continua la Dolci - vorremmo
trovare una soluzione attuabile ed essere operativi da settembre”.Quali altri
aspetti sono emersi?“Abbiamo preso atto che le droghe sono ormai penetrate
nella nostra società e che l’aspetto culturale è determinante. La nostra
società propone immagini di giovani sempre al top e vincenti. E così, chi non ce
la fa, usa le sostanze per raggiungere questi ideali”.Come pensate di muovervi
per ridurre il fenomeno? “Vogliamo combattere i rischi e non le persone. Come
adulti non dobbiamo avere diffidenza nei confronti dei giovani e aprire un
dialogo con loro”.Questo come si traduce nel concreto?“In più azioni di
informazione delle quali se ne farà carico il Comune: in settembre sarà
distribuito un opuscolo alle famiglie. Poi si procederà migliorando gli spazi
dedicati ai giovani e alle famiglie: per esempio il Centro Giovani e le
strutture sportive. Inoltre si continuerà a portare avanti le iniziative per la
formazione dei genitori, gli incontri con gli esperti e il potenziamento di
tutti i servizi attualmente già esistenti. Ovviamente si manterrà il
coordinamento col Tavolo delle Famiglie e i rapporti con le scuole e il mondo
dello sport”. Fabiola Fenili CORRIERE
ROMAGNA Alcol in strada,
preoccupano gli over 40
Ravenna - Meno patenti ritirate rispetto al
2005, ma preoccupano le nuove fasce a rischio, tra cui gli over 40. Questo il
sintetico bilancio del primo weekend di “Guido con Prudenza” che ha visto un
totale di 430 punti decurtati, di cui appena 35 per guida in stato di ebbrezza.
Un bilancio sul quale il comandante della stradale Angelo Tancredi spende
parole di cauto ottimismo: “Se questa fosse la media stagionale, potremmo
registrare un calo rispetto all’anno scorso delle patenti ritirate e delle
persone ubriache alla guida, ma purtroppo l’estate deve ancora entrare nel
vivo”. L’iniziativa è ripartita nella provincia di Ravenna per il terzo anno
consecutivo, con l’eloquente sottotitolo di “Non ti bere la vita”. La campagna
di prevenzione, che quest’anno si concentra in tutti i weekend estivi fino alla
fine di agosto, prevede il supporto della Fondazione Ania e del Silb,
l’associazione degli imprenditori dei locali da ballo.Tra i dati rilevati nella
prima notte di controlli spicca, ma non è una novità, la maggiore propensione
all’alcol da parte del sesso maschile. Solo una donna, infatti, è stata trovata
positiva alla prova del palloncino. Anche l’età media delle persone fermate è
in genere inferiore ai 32 anni. Anche se su quest’ultimo aspetto pesa sempre di
più l’apporto negativo degli over 40. Sempre di più quelli che, in evidente
stato di alterazione psicofisica, vengono sorpresi a folle velocità. “E’ vero -
spiega Tancredi - non sono solo ragazzi quelli che compiono certe imprudenze.
Una certa sindrome da Peter Pan purtroppo ha effetti negativi su persone di 40
anni che si comportano con una immaturità tipica dei più giovani”.I controlli
della stradale hanno usufruito, come anticipato nei giorni scorsi, anche
dell’aiuto delle ambulanze della Croce Rossa. Diciotto persone sono state
sottoposte a prelievi di liquidi biologici per la rilevazione di sostanze stupefacenti.
I risultati arriveranno a giorni. Mentre in un caso una persona non si è
fermata all’alt della polizia in via Trieste. Si tratta di un ventenne bloccato
dopo un breve inseguimento sul ponte mobile. Per lui si aggiungerà anche una
sanzione amministrativa al ritiro della patente. Come l’anno scorso verrà
premiato chi si mantiene astemio alla guida al ritorno dai locali. I ragazzi
verranno invitati a nominare il proprio “Bob”, cioè colui che sceglierà di non
bere per riaccompagnare a casa i propri amici. All’uscita del locale potranno
ritirare, insieme ad un gadget, un kit per il test dell’alcol, con cui
verificare liberamente il proprio eventuale stato di ebbrezza. Se i giovani
verranno poi fermati dalla Polizia Stradale e risulteranno negativi alla prova
dell’etilometro, le pattuglie regaleranno loro un ingresso gratuito in
discoteca per il fine settimana successivo. Per garantire al meglio i controlli
a Ravenna sono già arrivate pattuglie di rinforzo per la Stradale. WINENEWS.IT NUTRIZIONISTA GIORGIO CALABRESE AL MINISTRO PAOLO FERRERO:
"IL VINO FA BENE; LO SPINELLO NO" "L’abuso di alcol
non può essere quello che deriva dall’introduzione giornaliera ai pasti di 1-2
bicchieri di vino". E’ questa la replica del nutrizionista dell’Università
Cattolica di Piacenza Giorgio Calabrese alle dichiarazioni del Ministro Paolo
Ferrero, secondo il quale "il vino fa più male di uno spinello". (*) Nota: la
valutazione della pericolosità di una sostanza va fatta principalmente i base
al suo impatto sociale e sanitario. Se confrontiamo i 40.000 morti all’anno,
tutti i guasti sociali ed economici dell’alcol con i danni causati dal pur
diffuso uso di cannabinoidi, non ci sono dubbi: l’alcol è enormemente più
dannoso dello spinello. Non considerare il bere moderato come premessa
necessaria e a volte sufficiente per avere problemi significa disconoscere
l’alcol come droga. Tra le persone che devono moderatamente inevitabilmente una
parte di essi avrà dei problemi. Incoraggiare il bere moderato significa
accettare anche la sofferenza che ne seguirà. Come si possono spiegare
diversamente i milioni di persone che hanno problemi con l’alcol? Solo una
minima parte ha iniziato bevendo troppo. In merito poi alla
distinzione tra vino e superalcolici, basta ricordare che quasi il 70% delle
persone che hanno problemi con l’alcol devono prevalentemente e il 50%
esclusivamente vino. IL GAZZETTINO(ROVIGO) PIOVE DI SACCO L’incidente l’altra notte in centro. Alla
guida della Peugeot 206 un ragazzo di 21 anni che è scappato ma poi è tornato
sul posto Ubriaco in auto
investe e uccide un ciclista
Adelino Goffo, 59 anni, stava tornando a casa dopo aver tolto le
transenne dell’isola pedonale. Donati organi e tessuti Un uomo di 59 anni, in sella alla sua bici, è
stato travolto e ucciso da un’auto, l’altra notte, mentre tornava a casa dopo
aver tolto le transenne che delimitano l’isola pedonale del centro storico. L’investitore,
un giovane di 21 anni, era ubriaco. Erano le due di notte quando Adelino Goffo,
è partito dalla sua casa in via Aldo Moro 6/2 in sella alla sua vecchia bici da
donna. La meta erano le transenne che deviano il traffico all’inizio di via
Roma. Eseguito il lavoro stava percorrendo via Michiel diretto a casa. Ma di
fronte al civico 4 di via Michiel in corrispondenza dell’incrocio con via XXIV
Maggio è stato violentemente tamponato dalla Peugeot 206 alla cui guida c’era
R.M., 21 anni, di Piove. Adelino Goffo, che indossava lo speciale giubbotto
riflettente, è stato sbalzato a terra, ha sbattuto violentemente il capo
sull’asfalto ed è morto sul colpo. Il giovane è sceso dall’auto, si è
avvicinato al corpo e quando ha constatato che era privo di vita è risalito in
auto e si è allontanato. Passato lo stato di choc è ritornato sul luogo
dell’incidente dove ha trovato l’ambulanza del Suem piovese e gli uomini del
nucleo operativo dei carabinieri che effettuavano i rilievi. Il giovane si è
qualificato ed ha ammesso di aver investito il ciclista dicendo di non averlo
visto e che, colto dalla paura, si era allontanato. Sul punto dell’incidente
non ci sono segni di frenate. L’auto ha preso in pieno la bici che viaggiava
sul lato destro della carreggiata. La ruota posteriore della bici è semi
accartocciata. Il conducente della Peugeot è stato denunciato per omissione di
soccorso e deferito all’autorità giudiziaria in attesa che il magistrato si
pronunci sulla responsabilità dell’incidente. La bicicletta è stata posta sotto
sequestro e così pure l’auto che è stata posta in custodia del padre del
giovane investitore, visto che è ritornato sul posto a piedi lasciando l’auto
in garage. Il 21enne piovese è stato poi sottoposto al test dell’etilometro ed
è risultato positivo. Adelino Goffo faceva l’imbianchino, poi ha perso il lavoro.
Si era iscritto alla cooperativa sociale piovese "Il Contrasto" che
gli aveva assegnato il compito di nonno vigile nel quartiere di Sant’Anna.
Tanti piccoli lavori per raggranellare un po’di soldi e cercare di arrivare
alla pensione. Lascia la moglie Raffaella Bergo, casalinga, 57 anni, e i figli
Andrea 37 anni, Massimiliano di 34, Cristian di 33 e Omar di 29. La famiglia ha
deciso la donazione di organi e tessuti. Gianni Patella IL GIORNALE DI VICENZA.IT A Venezia Militare americano
picchia vigili e Cc
Venezia. Alla festa del Redentore ha
decisamente esagerato. In preda ai fumi dell’alcol se l’è presa prima con i
vigili urbani e poi con i carabinieri. Dopo aver smaltito la sbornia in cella,
ieri il giudice ha convalidato il suo arresto e lo ha rimesso in libertà. Sono
stati gli uomini della Militar police della Ederle ad andare a Venezia a
recuperare il connazionale Richard Nowelod, 21 anni, e a riportarlo a Vicenza. L’episodio risale ad un paio di notti fa. Il
militare americano di stanza alla Ederle era andato a Venezia a festeggiare ed
aveva alzato un po’ troppo il gomito. Vicino a palazzo Ducale ha iniziato ad
infastidire i passanti, correndo e buttandosi contro a chi passava. Per questo
erano stati chiamati i vigili urbani che gli avevano chiesto i documenti, ma
non erano riusciti a calmarlo, anzi, visto che lo statunitense ha reagito. Per
questo gli agenti avevano chiesto aiuto ai carabinieri, ma per tutta risposta
il giovane li ha aggrediti prima con toni intimidatori, e poi sferrando calci a
destra e a manca. Inevitabili le manette; per lui si sono aperte le porte della
galera. Ieri mattina l’udienza di convalida e la scarcerazione. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (CAPITANATA) Stornarella Due cittadini rumeni senza permesso di
soggiorno e senza fissa di dimora, sono stati arrestati dai carabinieri della
stazione di Stornarella per rissa aggravata e concorso in ricettazione. I
militari erano intervenuti in seguito ad una telefonata al 112 che segnalava
che era in corso una rissa tra alcuni extracomunitari alticci davanti ad un bar
del centro cittadino. Quando i militari sono giunti sul posto due clandestini
sono fuggiti a piedi, facendo perdere le proprie tracce, mentre altri due sono
fuggiti a bordo di una Golf, priva di targhe e con telaio contraffatto, ma sono
stati inseguiti ed arrestati. Quello dei due rumeni non è certo il primo caso
di stranieri che girano per le campagne con automobili che andrebbero solo
demolite e ciclomotori rubati privi di copertura assicurativa. Il che, in caso
di sinistri, provoca grossi problemi anche ad altre persone che ne fossero
coinvolte. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BRINDISI) Mesagne
Ubriaco bloccato in piazza
Picchia la moglie e
due vigili, preso
MESAGNE Tra moglie e marito non metterci il
dito. Un’antica massima che i due vigili urbani - in servizio in piazza Porta
Grande per lo spettacolo di Fausto Leali che ieri sera ha chiuso la tre giorni
di festività per la Madonna del Carmine - non potevano rispettare. E così
quando, poco dopo mezzanotte, C. I., 39 anni, siciliano di nascita ma mesagnese
di adozione, cuoco presso un noto locale per ricevimenti del territorio, ha
aggredito la moglie, A. R. E., mesagnese di 37 anni, sono immediatamente
intervenuti. I vigili, Giorgio Bellacosa e Cosimo Rosato, non sono riusciti a
fermare l’impeto dell’uomo che, probabilmente, era in preda ai fumi dell’alcol.
Alla base dell’arrabbiatura dell’uomo sembra sia stata un ritardo della moglie
nel raggiungerlo al ristorante. Il cuoco, infatti, poco prima era stato visto
seduto con una coppia di amici al tavolo di un ristorante, in piazza, dove
avrebbe anche bevuto qualche bottiglia di birra di troppo. All’arrivo della
donna, l’uomo l’ha aggredita e, nella furia, si è ferito ad una mano con i
cocci di un bicchiere rotto e battendo un pugno contro un cassonetto della
raccolta rifiuti. La scena si è svolta dinanzi ad una piazza gremita dai circa
4mila spettatori che erano accorsi per ascoltare Fausto Leali. Il concerto era
giunto alla fase finale quando l’energumeno ha preso per il collo il vigile
Bellacosa che era accorso in aiuto della donna: il vigile Rosato, intervenuto
in aiuto del collega, è stato scaraventato a terra. A quel punto sono
intervenute alcune persone che erano nei paraggi, tra cui un poliziotto in
borghese, che hanno immobilizzato il marito manesco anche con l’aiuto degli
agenti del locale Commissariato che prestavano servizio in piazza. C.I. è stato
condotto presso il Comando della polizia municipale, dove è stato tratto in
arresto per resistenza a Pubblico ufficiale e lesioni. Successivamente, poiché
la moglie non ha voluto sporgere denuncia contro il marito, il magistrato di
turno ha disposto di lasciarlo libero di rientrare a casa. I due vigili sono
stati accompagnati in ospedale per le cure del caso. I sanitari del Pronto
soccorso li hanno medicati e mandati a casa. Ieri mattina, però, sono tornati
in ospedale per gli accertamenti del caso. Giorgio Bellacosa ha avuto 7 giorni
di prognosi per trauma contusivo al collo e alle ginocchia; Cosimo Rosato dovrà
stare a riposo per 10 giorni per trauma contusivo alla tibia tarsica sinistra.
Giuseppe Messe IL GAZZETTINO (BELLUNO) Sono
oltre duemila i marocchini ... Sono oltre duemila i marocchini presenti sul
territorio bellunese, la più popolosa comunità di stranieri della provincia,
concentrati soprattutto nella zona di Feltre e del Basso Feltrino. Secondo gli
ultimi fatti di cronaca, ci riferiamo alla violenza nei confronti di una
quindicenne, avvenuta durante la sagra dei S’cios a Quero, e alla mega rissa
scoppiata sabato sera in centro a Feltre mentre era in corso la manifestazione
Equimana. Ma gli episodi legati alle intemperanze di alcuni soggetti si
accumulano nelle cronache, dal bullismo alle molestie di vario tipo. Gli
operatori del territorio spiegano il fenomeno con un aumento del consumo di
alcool fra i giovani marocchini, una tendenza che provoca la degenerazione del
comportamento, che tende a diventare sempre più violento e aggressivo. «Al
momento siamo ancora nella fase in cui è possibile prevenire - ha dichiarato
dopo la megarissa di sabato l’assessore feltrino alla sicurezza pubblica
Narciso Masocco - ma è opportuno fare una attenta riflessione sul fenomeno e
unirci per affrontarlo prima che possa diventare incontrollabile». In realtà, non appena lo straniero si rende
responsabile di un reato e viene considerato un individuo pericoloso, in
Questura scatta immediatamente la procedura amministrativa di revoca del
permesso di soggiorno che sfocia nell’espulsione dell’immigrato dal territorio
italiano.La mappa della presenza degli stranieri in provincia, secondo i più
recenti dati dell’Ufficio immigrazione della Questura, indica Belluno come il
comune con la maggiore presenza. Su 1642 immigrati regolari, 883 sono albanesi,
225 ucraini, 200 della ex Jugoslavia, 130 cinesi e solo 62 i marocchini. Segue
Feltre, con 1473 stranieri fra cui 351 macedoni, 316 marocchini, 232 albanesi e
98 ucraini. Ad Alano di Piave, su 602 immigrati, 316 sono marocchini e 128
cinesi. A Quero 421 stranieri di cui 234 marocchini e 61 cinesi. Nella
statistica provinciale al quinto e sesto posto per presenza di immigrati
compaiono Sedico (410 con 132 albanesi, 56 marocchini, 46 rumeni e 30 ucraini)
e Ponte nelle Alpi (407 di cui 90 albanesi, 89 ex jugoslavi, 40 marocchini e 33
rumeni). Ma nel Basso Feltrino figurano anche i casi di Vas che, con i suoi 164
stranieri, conta 79 marocchini e 33 cinesi, e di Arsiè, con 124 immigrati di
cui 37 marocchini, 22 albanesi, 12 indiani e 11 ucraini. Molti comuni più in basso
troviamo anche Lozzo, località del Cadore dove è presente una nutrita comunità
cinese (140 su 306) attualmente in calo perché gli asiatici sembra che
comincino a prediligere la zona del Feltrino. La mappa delle presenze stranieri
coincide in qualche modo anche con una distribuzione delle attività criminali
che, pur evitando inutili generalizzazioni, contraddistinguono una comunità
piuttosto che l’altra. A Lozzo i cinesi, dove rappresentano una
tipologia di lavoratori molto apprezzati dalle piccole industrie, sono
impiegati soprattutto nelle occhialerie della zona.A livello provinciale la
presenza degli immigrati è così suddivisa: i marocchini sono 2.083, 1625 gli
albanesi, 1042 i cinesi (presenti in modo consistente soprattutto dal 2003),
826 i macedoni, 820 gli ucraini, 725 i croati, 628 i rumeni e 531 dalle nazioni
della ex Jugoslavia.Simona Pacini IL GAZZETTINO (PADOVA) Anselmo Antiquario, pensionato sessantottenne,
finito in carcere il 14 aprile ha concordato una pena ad 1 anno e 2 mesi Importunò una bimba,
patteggia
Aveva bloccato all’Arcella una ragazzina di 10
anni che si recava alla messa Lei è una bambina di soli dieci anni e stava
andando alla messa del giovedì Santo quando si è ritrovata in balia di un uomo
che dopo averla bloccata ha iniziato a toccarla in ogni parte del corpo. era la
mattina del 13 aprile scorso. E la scena che non era sfuggita a una passante
che era intervenuta in soccorso della ragazzina e contemporaneamente ha
chiamato il 113. Un attimo dopo erano arrivati i poliziotti di quartiere che
avevano catturato il molestatore. Dietro le sbarre, con l’accusa di violenza
sessuale aggravata, era finito Anselmo Antiquario, un pensionato vedovo
sessantottenne residente in via Grazioso. Ieri mattina l’individuo è comparso
davanti al giudice dell’udienza preliminare, Nicoletta De Nardus, e ha
patteggiato la pena. Un anno e due mesi di reclusione sono stati concordati dal
suo difensore, l’avvocato Dennis Zanolo, con il prappresentante dell’accusa in
udienza. La bambina, una straniera figlia di due
professionisti, si stava recando in chiesa a Sant’Antonino, all’Arcella. La
piccola stava camminando sul marciapiedi quando, improvvisamente, era stata
bloccata dal pensionato. La ragazzina si ritrovò in balia del pensionato, con
le spalle a una ringhiera. L’anziano cominciò poi a toccarla nelle parti intime
mentre lei si mise a urlare disperata. Il guaio è che alcuni passanti avevano visti
distintamente la scena, ma avevano tirato dritto. Per fortuna altre persone
decise di chiedere l’intervento della polizia. Vista la mal parta il pensionato
aveva tentato di fuggire. Ma era stato bloccato da un diciottenne. All’arrivo degli agenti, Antiquario sembrava
essere in stato di ebbrezza, almeno a giudicare dall’alito. Erano scattate le
manette. Portato in questura, il pensionato non aveva detto nulla per
giustificare il gesto. Era incensurato e non aveva mai avuto problemi con la
giustizia. Forse conosceva la bambina. Preoccupante il fatto che alcuni passanti non
abbiano ritenuto di doversi fermare per soccorrere la bambina. A differenza di
quel che hanno fatto i due giovani che invece hanno contribuito a far catturare
l’aggressore. IL GAZZETTINO (NORDEST) VICENZA Coppia di fidanzati per un’ora in balia di
un ubriaco armato di pugnale Minacciati di morte, sequestrati, rapinati e
scaricati in mezzo alla strada. Un’ora di terrore quella vissuta l’altra sera
in città da una coppia di fidanzati vicentini. Lei, Claudia V., 19 anni, sotto
shock, è stata accompagnata al Pronto Soccorso, dove è tenuta sotto sedativi.
Lui, Gianni T., 29 anni, in stato di forte agitazione, a stento è riuscito a
chiamare il 113 e dare l’allarme. Sono le 21.30. In piazza dei Signori c’è il
concerto di Cocciante. I due decidono di fare una passeggiata e per raggiungere
il centro storico salgono a bordo del furgone telonato, un Ducato preso in
affitto, utilizzato da Gianni per lavoro: è titolare di una ditta di traslochi.
L’auto di proprietà è guasta e quindi non c’è altra alternativa per spostarsi.
A un certo punto il ragazzo si ferma davanti al distributore automatico delle
sigarette: «Mi compro un pacchetto, aspettami qui», dice a Claudia. È solo il
preludio dell’incubo. Quando torna trova la compagna terrorizzata: davanti alla
portiera del conducente c’è un uomo sui 40 anni, probabilmente slavo,
dall’aspetto inquietante, con i capelli lunghi e trascurati. Si esprime in una
lingua incomprensibile ed emana un forte odore di alcol. A parlare per lui è la
lama che stringe in pugno. Fa salire a forza Gianni nel furgone accanto a
Claudia e lui si piazza al volante. Per circa un’ora gira a vuoto per Vicenza,
imbocca il sottopasso di viale della Pace verso corso Padova senza però
calcolare l’altezza, lasciando mezzo telone del cassone. Beve da una lattina di
birra, fa e riceve alcune telefonate, urla come un pazzo. A un certo punto inchioda e scaraventa fuori i
due fidanzati, non prima però di averli costretti a svuotare tasche e borsa: il
bottino è di 200 euro in contanti, un cellulare e vari documenti d’identità. Il
telefonino di Gianni non l’ha visto: è con quello che il giovane dà l’allarme
alla Polizia. Del furgone e del sequestratore nessuna traccia: la caccia è
aperta. Monica Andolfatto IL GAZZETTINO (VICENZA) RAPINA IMPROPRIA Condannato a un anno e
4 mesi di reclusione
Un anno e quattro mesi di reclusione con la
condizionale e un decreto di espulsione. Questa la pena comminata ieri al
termine del processo per direttissima a Mourad Ridaoui, 24 anni, marocchino
domiciliato a Caldogno ma di fatto senza fissa dimora e clandestino sul
territorio nazionale. Accusato di rapina impropria e denunciato a piede libero
per furto, l’uomo era stato arrestato dalle volanti la sera precedente al
termine di una furibonda colluttazione con le "pantere" in campo
Marzio. Complice l’alcol ingerito e una buona dose di sfrontatezza aveva
spadroneggiato all’interno del bazar Bhai Bhai di via Roma, entrando e uscendo
a suo piacimento servendosi di birra e vino e perfino telefonando. Il tutto
ovviamente senza pagare il conto. All’intimazione del titolare di saldare il
debito, è andato in escandescenze, lanciando contro l’uomo una bottiglia di
birra, e fuggendo verso la stazione, inseguito anche dai "vigilantes in
bici" assoldati dal Comune. IL MESSAGGERO (UMBRIA) IN TRIBUNALE Non trova il vino e
per rabbia ribalta il bar
di UMBERTO MAIORCA Entra in un bar completamente ubriaco e chiede
da bere, ma al rifiuto del barista si mette ad urlare e a lanciare oggetti per
tutto il locale. Passata la sbronza è finito sotto processo, difeso
dall’avvocato Franco Bizzarri, per lesioni, per uno schiaffo ad un cliente, e
danneggiamento. I fatti si sono svolti una sera alla periferia
di Perugia, in una bar di una stazione di servizio. Mancavano pochi minuti alla
chiusura del locale, quando un signore, piuttosto alticcio, si presenta al
bancone e chiede da bere. Il barista, conoscendo il cliente e vedendo lo
stato “alcolico” dell’uomo, si rifiuta di dargli ancora un bicchierino. Il rifiuto scatena la violenza dell’avventore
che si avvicina al frigobar, ma non trovando nessuna bevanda alcolica rovescia
per terra l’intero contenuto. Decine di bottiglie volano in pezzi. Non contento
si mette a scagliare le sedie per aria. Il barista e alcuni clienti cercano di
calmarlo, ma ricevono minacce e schiaffi. Ad un certo punto l’uomo esce dal locale e
tutto sembra finito. Ma non è così, perché l’imputato, secondo le
testimonianze, è rientrato nel bar con un estintore e lo ha lanciato contro la
specchiera del bancone, mandandola in frantumi. Poi è uscito, è salito in macchina
e se n’è andato. Al termine della notte brava è stato
denunciato per lesioni da un cliente del bar che aveva ricevuto uno schiaffo
durante la lite e dal barista per i danni al locale. IL MESSAGGERO (LATINA) Ennesimo litigio,
ferisce il marito col coltello
Scoppia l’ennesimo litigio in casa tra due
coniugi a Rio Fresco, il quartiere periferico di Formia. Una donna, stanca
delle offese e delle molestie del marito ubriaco, afferra, per difendersi, un
coltello da cucina e vibra un colpo al volto dell’uomo. I vicini di casa,
attirati dalle grida della coppia, telefonano al 113 sollecitando l’arrivo di
una pattuglia di agenti del commissariato di polizia. Un blitz tempestivo.
Entrati nell’appartamento, i poliziotti bloccano appena in tempo i due coniugi,
entrambi formiani. La donna, stravolta, con il coltello da cucina in mano e il
marito sanguinante allo zigomo destro per una ferita da taglio. Gli agenti
bloccano la donna, F.R., 45 anni, e prestano soccorso al marito, D.D.R., 48
anni, che viene medicato in ospedale per ferite guaribili in una decina di
giorni. Il coltello è stato sequestrato e la donna denunciata all’autorità
giudiziaria per lesioni aggravate. In un’altra operazione gli uomini del
vicequestore Nicolino Pepe hanno inoltre sventato durante la notte un colpo ad
una concessionaria di auto a Penitro. BRESCIA OGGI ERBUSCO. Giovedì, 20 Luglio 2006
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