Sei mesi di lavoro, spulciando giornalmente le cronache di
tutta Italia, non sono uno scherzo. Alla fine, però, il risultato ci premia:
siamo riusciti a monitorare 526 episodi, classificandoli uno per uno in
relazione alla loro tipologia ed area geografica, in maniera così precisa che risulta
possibile risalire anche ai rispettivi protagonisti. Completando questa prima fase del lavoro, abbiamo raggiunto
alcune certezze. Intanto che gli episodi dei quali abbiamo notizia sono
solo la punta di un iceberg: in effetti, la cronaca censisce solo una minima
parte degli eventi. Questo dipende dalle altre notizie che un quotidiano o un
portale web decidono di piazzare in prima pagina: la concomitanza di un evento
particolarmente importante, infatti, finisce col far scivolare in secondo piano
la notizia di un’aggressione, che non può essere considerato un semplice
infortunio sul lavoro: qui si entra nel merito del difficile e complicato
rapporto tra la cittadinanza ed i propri difensori, non sempre visti così. Ci
sono colpe dall’una e dall’altra parte, ma è imprescindibile rimandare oltre un
confronto. Alla luce dei dati, se si considera che il 51,5% delle
aggressioni è portato a compimento da persone in stato di ebbrezza – parliamo
di 271 casi su 526, quindi oltre uno su due – risulta evidente che le divise
pagano lo scotto di un disagio sociale. Anzi, ci venga consentito il termine
“piaga”, nel quale la sostanza psicoattiva più diffusa nel mondo – l’alcol in
tutte le sue manifestazioni, dalla birra al vino ai superalcolici – è una vera
e propria arma. Il semplice uso – non parliamo di abuso – costituisce un
grave pregiudizio per la salute, in barba a tutti coloro che continuano a
tirare in ballo gli effetti benefici (inesistenti in queste condizioni) del
resveratrolo. Assumere sostanze alcoliche prima di mettersi alla guida,
comporta alterazioni delle sensazioni e dei riflessi: insomma ti dissoci, e
quando vedi uno sbirro che cerca di calmarti, lo picchi. Estremamente rilevante anche l’uso di armi, proprie e
improprie. Sia chiaro che consideriamo arma ogni oggetto che amplifichi la fora
fisica o che consenta a chi ne fa uso di sovrastare la fisicità
dell’antagonista, in questo caso l’agente di polizia: un’auto lanciata a forte
velocità contro un carabiniere, un estintore scagliato contro un poliziotto,
bastonate ai vigili, spray urticante spruzzato sulla faccia di un controllore
di autobus. Nel computo statistico, A carico della Polizia Locale, invece, abbiamo registrato 66
attacchi violenti (12,5%), ma alcuni di questi episodi sono letteralmente
spaventosi. 38 eventi sono invece stati diretti contro altri rappresentanti
dello pubblica amministrazione in genere (7,2%), che nell’esercizio delle
proprie funzioni rivestono la qualifica di Pubblico Ufficiale e di Incaricato
di Pubblico Servizio. Un solo episodio ha visto coinvolte le Fiamme Gialle. A proposito di questa distribuzione, dobbiamo chiarire che
le percentuali – sommate tra loro – non conducono al 100%: questo perché in
molti singoli episodi, le FFPP intervenute sono almeno due, ma tutte prendono
puntualmente “calci e pugni”. La maggior parte di queste aggressioni è stata registrata
nel nord Italia, con 270 eventi (51,3%), seguito dal Sud e isole maggiori con 143
episodi (27,2%). Più tranquillo il centro Italia, nel quale “solo” 113 azioni
sono state documentate (21,5%). Chi volesse segnalarci eventi patiti ignorati dalla
cronaca, può inviare una mail all’indirizzo sbirripikkiati@libero.it, indicando
le proprie generalità, il reparto di appartenenza ed un recapito telefonico.
Sarà ovviamente contattato per le verifiche del caso. Buona lettura. Osservatorio “Sbirripikkiati” Localizzazione
eventi {foto3c}
{foto6c}
(*) si tenga conto che alcuni eventi hanno avuto come protagonisti più forze di polizia contemporaneamente. Uso di alcol {foto4c}
{foto5c}
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
© asaps.it |