ALCOL
CON MODERAZIONE, PROTEGGE IL CUORE DEGLI ANZIANI ROMA - Bere
moderatamente, da un minimo di un drink a un massimo di sette a settimana,
riduce il rischio di morte e di eventi cardiovascolari negli anziani. E’ quanto dimostrato
da Cinzia Maraldi dell’Istituto sull’Invecchiamento presso la University of
Florida, a Gainesville, in uno studio che conferma ancora una volta che un
consumo eccessivo di alcol, invece, aumenta il rischio di morte e di infarto e
altre malattie cardiovascolari. Un consumatore
moderato di alcol, al contrario, rispetto a chi non consuma alcol affatto, ha
un rischio di decesso ridotto del 26 per cento e un rischio di eventi cardiaci
ridotto del 30 per cento, e’ spiegato sugli Archives of Internal Medicine. Una serie di studi ha
gia’ suggerito gli effetti benefici sul cuore di un consumo moderato di alcol
ma senza mai concentrarsi su potenziali effetti ’’allunga-vita’’ negli anziani,
inoltre poco si sapeva circa le modalita’ con cui l’alcol possa esercitare
effetti protettivi a livello cardiovascolare. Gli esperti hanno
dunque coinvolto nell’indagine quasi 2500 anziani tra i 70 ed i 79 anni,
nessuno con patologie cardiovascolari all’inizio dello studio. I ricercatori
hanno tenuto i volontari sotto osservazione per una media di sei anni
sottoponendoli a check up periodici. I partecipanti sono stati suddivisi in
gruppi in base al proprio consumo abituale di alcol dichiarato: non bevitori o
bevitori occasionali (*), bevitori moderati (fino a sette drink a settimana), bevitori
eccessivi (oltre sette drink per settimana). Dopo il periodo di
osservazione gli epidemiologi hanno contato 397 decessi e 383 eventi
cardiovascolari. Incrociando i dati su
consumo di alcol e rischio individuale, i ricercatori hanno calcolato che il
rischio maggiore di morte o eventi cardiaci era dei bevitori eccessivi e che
invece i bevitori moderati avevano un rischio di morte ridotto del 30% e un
rischio di infarto e altri eventi acuti ridotto del 26% rispetto al gruppo dei
non bevitori. (**) Gli esperti hanno
anche stimato che, tenendo conto solo degli effetti protettivi antinfiammatori
dell’alcol, questa riduzione di rischio non puo’ trovare adeguata spiegazione e
che probabilmente l’alcol esercita i suoi effetti protettivi mediante meccanismi
diversi che non la semplice azione antinfiammatoria. Bere con moderazione
puo’ essere dunque un aiuto per una vita piu’ longeva, ma gli esperti rimanendo
cauti avvertono: gli effetti dell’alcol sulla salute umana possono essere
diversi da persona a persona, probabilmente in base a fattori genetici
particolari che influenzano la risposta individuale agli alcolici. (*) Nota: "non
bevitori" o "bevitori occasionali"? Anche un bevitore da un
drink la settimana si può definire “occasionale”, eppure sta in una categoria
diversa, con risultati parecchio diversi. (**) Nota: basta solo
un poco di buon senso per capire che certi dati sono poco credibili.
CONTRIBUENTIWEB COMUNICATO STAMPA INDULTO, CONTRIBUENTI.IT: NO AD USURAI ED EVASORI FISCALI. BASTA
CON PROVVEDIMENTI CHE DANNEGGIANO I CONTRIBUENTI ROMA – Chi ha commesso reati finanziari e usura deve scontare la
pena. E’ la richiesta di Contribuenti.it - Associazione dei Contribuenti
italiani, dello Sportello Antiusura e dello Sportello immigrati che definiscono
ingiusto il provvedimento d’indulto e appoggiano il ministro Di Pietro: “No ai
privilegi, No ai colpi di spugna. Parmalat, Bancopoli, Sanità: niente sconti”.
Se la motivazione dell’indulto è sfoltire le carceri, meglio far uscire dalle
celle gli immigrati che hanno violato la Bossi-Fini o i tossicodipendenti. “E’ un provvedimento assurdo ed ingiustificato – afferma il
presidente di Contribuenti it, Vittorio Carlomagno – Sfoltire le carceri non
significa far uscire i già pochi usurai processati e condannati. E’ immorale
riempire le celle con chi ha rubato una mela e rimettere in libertà chi
truffato i consumatori vittime di reati finanziari quali Parmalat, Cirio e
Tango Bond o ha “strozzato” cittadini in difficoltà economiche”. Secondo lo studio condotto dallo Sportello immigrati di
Contribuenti.it risulta che 15.097 pari al 30% del totale dei reati ascritti
alla popolazione detenuta sono commessi in violazione alla legge sulla droga mentre
671 pari al 1,33% è il numero di “alcool-dipendenti in cella”. “La legge non va approvata – conclude Carlomagno – concedere
l’indulto significa non rispettare i contribuenti ed incentivare il non
rispetto delle norme. Bisogna ridare fiducia agli italiani e difenderli dalle
truffe fiscali come Bond Argentini e caso Parmalat. Il governo non può dare
false illusioni. La legge Bersani concede una maggiore possibilità di scelta ai
consumatori ma l’indulto aprirebbe falle irreversibili e nuove porte ai
truffatori” L’ufficio stampa L’ADIGE Dorme ubriaco in mezzo alla strada LA SICILIA Il Pm chiede due ergastoliOmicidio Sutacu. «Carcere a vita per Margiotta e Salvatore Iannì, condanna a 23
anni per Antonino Iannì»
Tre richieste di condanna, due delle quali all’ergastolo, sono
state avanzate ieri alla Corte d’Assise di Caltanissetta per i tre presunti
responsabili dell’omicidio di Costantin Sutacu, il romeno di 43 anni
assassinato la sera del 26 febbraio dello scorso anno ed il cui corpo privo di
vita venne trovato l’indomani mattina a "Judeca". A formulare le richieste è stato il Pm Alessandro Sutera Sardo
che, alla Corte presieduta dal dott. Francesco Carimi, ha chiesto di condannare
all’ergastolo i mazzarinesi Crocifisso Margiotta e Salvatore Iannì, gli stessi
che - rendendo una deposizione choc - ammisero in aula di essere i responsabili
di quel massacro. La condanna a 23 anni è stata richiesta per Antonino Iannì,
fratello di Salvatore. Per la Procura, dunque, ci sarebbe stato pure lo zampino di
Antonino Iannì nel delitto nonostante gli altri due imputati lo avevano
scagionato dall’accusa. Per questo delitto Antonino Iannì venne tratto in arresto alcuni
giorni dopo il rinvenimento del corpo. All’arresto di suo fratello Salvatore e
di Margiotta si giunse, invece, qualche tempo dopo. I due, infatti, dopo il delitto preferirono tagliare la corda. Ma
dopo alcuni giorni di latitanza trascorsi tra Mazzarino, Riesi e Gela si
costituirono. Ai tre, incriminati nell’ambito dell’inchiesta "Filo
d’Arianna", venne contestata l’accusa di omicidio. Ma, inizialmente
negarono tutto. Il colpo di scena si ebbe due mesi fa quando Margiotta ammise
in aula la sua responsabilità e quella di Salvatore Iannì nell’omicidio. Nel corso di quella rivelazione, Margiotta, raccontò passo passo
le fasi del delitto che - suo dire - sarebbe stato frutto di un raptus. Ai giudici
raccontò che Sutacu era arrivato a Mazzarino da poco tempo e che aveva trovato
ospitalità nell’ovile di Salvatore Iannì. La mattina del 26 febbraio, Margiotta
e Salvatore Iannì sarebbero passati dall’ovile per controllare che tutto fosse
a posto. I due poi si erano allontanati ed avevano raggiunto un bar dove si
sarebbeo intrattenuti tra un drink e l’altro e poi, in preda ai fumi
dell’alcol, avrebbero raggiunto nuovamente l’ovile di Iannì. Giunti in campagna, avrebbero trovato l’extracomunitario appisolato,
mentre un cane era intento ad azzannare delle pecore. Irati dal comportamento
di Sutacu che, non avrebbe vigilato attentamente sull’ovile, i due avrebbero
invitato il badante a sloggiare. Poi lo avrebbero caricato a bordo del
fuoristrada di Iannì con l’obiettivo di abbandonarlo in aperta campagna. Giunti
a "Judeca", Margiotta, che aveva preso posto nel sedile anteriore
accanto al conducente, sarebbe sceso dall’auto, invitando ancora una volta
Sutacu ad andare via. La tragedia sarebbe maturata nel momento in cui Sutacu, all’atto
di chiudere la portiera del fuoristrada, avrebbe incastrato nel telaio una mano
di Margiotta. Un gesto, forse involontario, che gli costò la vita. Margiotta e
Salvatore Iannì lo inseguirono, lo pestarono e con un masso lo colpirono alla
testa. Ieri stesso ha svolto la sua arringa l’avv. Mario De Caprio che ha
chiesto l’assoluzione di Salvatore Iannì.. Le arringhe degli avv. Rocco
Guarnaccia e Danilo Tipo saranno svolte dopodomani. D.V. LA SICILIA Non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia contro la morte
Non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia contro la morte:
Emanuele Cascino 20 anni, è deceduto ieri alle 10, al Reparto di Rianimazione
del Vittorio Emanuele, nel momento in cui era giunto in città un professore
specialista in neurochirurgia dell’ospedale "Garibaldi" di Catania.
Erano stati i genitori del giovane a chiedere un consulto allo specialista per
tentare il "tutto per tutto". Il ragazzo era rimasto coinvolto in un
incidente stradale autonomo venerdì pomeriggio, sul Lungomare nei pressi del
Club Nautico. Viaggiava a bordo di uno scooter alla cui guida c’era l’amico
Emanuele Alario di 21 anni. Violento l’impatto a terra. Cascino non aveva il
casco. Subito le sue condizioni di salute erano apparse disperate, ma i medici
hanno tentato di salvarlo trasferendolo all’ospedale Sant’Elia. Giunto nel
capoluogo, però, i medici non hanno potuto fare altro che constatare la morte
cerebrale e disporre il ritorno a Gela. Ma la voglia di lottare dei genitori,
Nunzio e Angela, non si è spenta. Infatti il tentativo di far visitare il
giovane da un luminare della neurochirurgia ne è stata la dimostrazione.
Purtroppo non c’era nulla da fare. Il corpo di Emanuele è stato restituito ai
propri cari ieri pomeriggio. Emanuele era un ragazzo con tanta voglia di vivere. La maggior
parte del suo tempo lo trascorreva con la sorella gemella Maria. «Erano
inseparabili - hanno raccontato gli amici - uscivano sempre insieme». Lo scorso
anno Cascino ha conseguito il diploma di ragioniere. Dopo un periodo di
vacanze, però, il padre Nunzio, lo ha voluto con sè nella sua ditta di
distribuzione di materiale di imballaggio per alimenti. Venerdì scorso intorno
alle 14,30 è andato a prenderlo in via Manzoni, dove abita la famiglia Cascino,
l’amico Emanuele Alario. «Esco un’oretta e poi subito mi metto a lavorare» -
sarebbero state le ultime parole di Emanuele al padre. Due ore più tardi,
invece, la notizia dell’incidente. Secondo le indagini della Polizia Stradale
Alario si era messo alla guida dello scooter con un tasso alcolico quasi 4
volte superiore rispetto alla norma. Oltre all’alta velocità con la quale
Alario aveva affrontato la curva, un’altra causa dell’incidente è stata
addebitata - secondo la relazione della Polstrada - alla non conformità del
manto stradale. Alla luce di quanto successo Nunzio e Angela, genitori di
Emanuele, lanciano un appello ai giovani: «Non dimenticate mai di indossare il
casco. Se nostro figlio lo avesse indossato sarebbe ancora con noi». I funerali
verranno celebrati oggi alle 16,30 nella parrocchia di Sant’Antonio. Intanto il
padre di Enanuele Alario ha lanciato un appello ai cittadini a collaborare con
le forze dell’ordine. Chi ha visto l’incidente, parli per contribuire a
chiarire i lati ancora oscuri della dinamica. L.M. IL GAZZETTINO (NORDEST) INCREDIBILE A CHIOGGIA Si infila con l’auto nello stretto vicolo e la macchina resta
incastrata fra le case CHIOGGIA - Incredibile incidente ieri pomeriggio a Sottomarina.
Verso le 17 una Polo guidata da E.C., 27enne di Sottomarina, si è infilata in
via Begonia, uno dei vicoli che costeggiano via Madonna Marina. Peccato però
che la maggior parte dei vicoli in questione si restringano notevolmente fino a
diventare impercorribili per le auto. Il giovane, sotto l’effetto dell’alcol,
ha proceduto per la sua strada ed è arrivato tranquillamente fino a metà del
percorso. Poi, inevitabilmente, è rimasto incastrato tra le due case. Gli
inquilini quando si sono affacciati alle finestre, messi in allarme dal rumore
assordante della carrozzeria che grattava il cemento, non credevano ai loro
occhi: E.C. era al volante, bloccato, ma continuava ad accelerare per tentare
di uscire: una manovra che ha finito col causare danni al motore e un principio
d’incendio. Visto il fumo uscire dal cofano il giovane si è spaventato ed è
uscito velocemente dall’abitacolo servendosi del bagagliaio. Attimi di paura
anche per i residenti della zona che, muniti di pompe e secchi d’acqua hanno
spento le fiamme prima dell’arrivo dei vigili del fuoco. L’auto si era
incastrata proprio vicino agli impianti del metano col rischio che potesse
saltare in aria tutto qualora le fiamme avessero raggiunto il gas. Sul
posto sono arrivati carabinieri, polizia e pompieri: in molti non credevano ai
loro occhi. I primi a intervenire sono stati i vigili del fuoco che hanno
bagnato abbondantemente l’auto e hanno svuotato il serbatoio della benzina per
sicurezza; i carabinieri hanno invece interrogato il giovane chioggiotto. E.C. è
stato anche sottoposto ad alcol-test, vista la singolarità dell’incidente, e
l’analisi ha evidenziato che il giovane era al volante in stato di ebbrezza, per
di più senza patante che gli era stata ritirata per il medesimo reato.
La Polo è rimasta incastrata oltre un’ora. Alla fine si è riusciti a trainarla
fuori dal vicolo servendosi di un gancio d’acciaio ancorato a uno dei mezzi dei
vigili del fuoco. Marco Biolcati ENOTIME.IT NON FAR BERE AL DEPUTATO IL VINO TRUCCIOLATO! Mozione bipartisan in Parlamento contro la
possibilità di utilizzare trucioli di legno nel vino al posto delle botti. Trucioli di legno, invece dell’affinamento in
barrique, per dare profumo e corpo al vino. Una barbarie enologica, una
“taroccata” sprezzante delle tradizioni e della qualità che tuttavia rischia di
trovare la via della legalità grazie al provvedimento dell’Unione Europea che
ammette l’uso di trucioli di legno per l’invecchiamento artificiale dei vini
italiani ed europei al posto del tradizionale passaggio nelle piccole botti di
rovere, le barrique appunto. Per contrastare questo provvedimento Ermete
Realacci, deputato dell’Ulivo e presidente dell’VIII Commissione alla Camera,
in questi giorni ha presentato una mozione, sottoscritta da parlamentari di
maggioranza e opposizione, per chiedere al Governo un impegno contro la
normativa dell’Unione Europea sull’uso dei trucioli e per tutelare il vino
italiano di qualità. Nella mozione, che vede tra i firmatari anche
gli On. Franceschini, Lion, Alemanno, Tabacci, Cacciari, Stradella, Sereni,
Saglia, Orlando, Bianco, Stramaccioni, Mariani, Bressa, Soro, Oliverio,
Fundarò, si chiede al governo un impegno specifico per intervenire presso tutte
le sedi comunitarie affinché vengano privilegiate la qualità e le tipicità del
vino italiano e tutelato il lavoro dei produttori vinicoli, scongiurando
l’introduzione di sistemi produttivi che abbiano come obiettivo il livellamento
dei gusti verso il basso; per definire, con una apposita normativa nazionale,
regole e restrizioni nell’utilizzo della pratica in oggetto, in relazione alle
varie categorie vinicole, assicurando il diritto dei consumatori a non essere
ingannati attraverso l’adozione di chiare modalità di etichettatura; a
precisare l’esclusione della pratica enologica dei trucioli di legno per i vini
classificati Doc, Docg e Igt. “A vent’anni dalla crisi del metanolo – spiega
Realacci – la normativa della UE sembra oggi come un brutto film che non
vogliamo più vedere. Quello scandalo che costò la vita a molte persone, segnò
tuttavia un punto di svolta nella produzione enologica nel nostro paese. Dalle
grandi quantità e al livellamento verso il basso, si puntò alla qualità e al
legame con il territorio, una grave crisi si trasformò in un’opportunità di
crescita per un settore fondamentale per il nostro paese. Per non tornare
indietro, con questa mozione chiediamo al Governo e al Ministro De Castro un
impegno preciso per tutelare le nostre produzioni enologiche anche in sede
europea attraverso l’esclusione delle produzioni certificate e la trasparenza
dell’etichettatura.” Completamente opposte le tesi degli enologi europei, secondo i quali i trucioli di legno nel vino non sono dannosi per la salute e rappresentano il male minore rispetto ad altre pratiche enologiche permesse nei Paesi del Nuovo Mondo ben più invasive. IL GAZZETTINO (UDINE) Stop alla droga. Con un calcio, ... Stop alla droga. Con un calcio, un tiro di scherma, una racchetta
da tennis o una maratona. Anche lo sport fa bene, aiuta a socializzare, a
creare relazioni vere, non quelle fasulle e letali delle sostanze stupefacenti.
In campo, quindi, per dire che si possono fare scelte diverse, si possono
provare emozioni senza ’sballarsi’, si può vincere la dipendenza: tutti goal
della riuscita, dell’abbandono di strade sbagliate, di superamenti, cadute ed errori. Il primogol lo fa addirittura Claudio Ciampi, figlio dell’ex
Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ieri in città per un faccia
a faccia con Francesco Piani, responsabile del Dipartimento delle
dipendenze dell’Ass 4 Medio Friuli e con Giuliano Riosa - che segue il progetto
- , assieme allo psicoterapeuta Marco Angeleri, segretario nazionale
dell’Associazione nazionale di promozione sportiva nelle comunità (Anpsc),
fondata nel ’95 da don Antonio Mazzi. Ciampi junior riveste la carica di presidente
dell’associazione che abbina lo sport e il percorso di recupero di eroinomani,
cocainomani, ma anche di consumatori accaniti di ecstasy e di qualche
alcolizzato. In nome di un binomio possibile, Ciampi junior ha presentato
l’undicesima edizione del raduno sportivo nazionale, che per il quarto anno si
terrà al Villaggio Getur di Lignano Sabbiadoro (dal 20 al 26 agosto), per
testimoniare che l’imperativodrug-free (liberi dalla droga) trova spazio
fertile anche sul terreno sportivo. Unite dalla volontà di affossare il vortice delle dipendenze, 34
comunità provenienti da tutto lo Stivale (le più lontane arrivano da Messina) e
un esercito di quasi mille fra ragazzi e ragazze in recupero e gli operatori,
proveranno a parlare un linguaggio comune: «Per una volta non ci saranno
divisioni fra comunità, anzi sono previsti incontri fra équipe per confrontarsi
sui diversi approcci terapeutici», spiega Ciampi jr. «In questo modo si crea
una rete di reciproco aiuto», ha affermato Angeleri. Dunque, sebbene troppo spesso
le comunità terapeutiche gareggino per primeggiare sulle altre in nome di
presunte maggiori capacità, il laboratorio che si costituirà in Friuli servirà
a tracciare le linee future di terapie condivise, lasciando da parte divismi e
primogeniture. A fare felici i ragazzi (fra di loro ci saranno anche dei
detenuti) l’annuncio della partecipazione della Nazionale italiana dei
campionati olimpici. Mentre metà del finanziamento è stato coperto dal Coni,
per l’altra metà, visto che la Regione non sborsa nulla, si aspetta un risposta
positiva da parte della Provincia di Udine a cui ieri si è rivolto Ciampi jr
per la crociata anti-dipendenze. Irene Giurovich IL GAZZETTINO (ROVIGO) CASTELMASSA Patteggia otto mesi il ladro magrebino nascosto sotto il tavolo
della cucina Castelmassa In aula ha fornito una versione dei fatti tutt’altro che
convincente. Ha dichiarato di aver subito le avances della sedicenne e di
essere entrato in casa convinto di poter avere un rapporto sessuale con la
minorenne. Peccato che fosse ubriaco fradicio Adim Abderrahim, il
ventiquattrenne marocchino, con domicilio a Castelmassa, che venerdì scorso si
è inventato un’intrusione nell’abitazione di via Cesare Battisti, di proprietà
di un cinquantacinquenne impiegato di banca. Dopo aver convalidato l’arresto il
giudice Debora Landolfi ha preso atto dell’accordo tra accusa e difesa per il
patteggiamento. Otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, e 300
euro di multa. È quanto concordato tra il pm d’udienza Pasqualino Ladogana ed
il difensore dell’imputato, l’avvocato Anna Gotti. Abderrahim ha comunque
ottenuto l’immediata scarcerazione. Era da poco passata l’una di notte quando
l’extracomunitario si è avvicinato all’abitazione. Dopo essersi accertato di
non essere visto, il magrebino aveva creato un varco nella recinzione metallica
e si era introdotto nel cortile. Poi aveva preso di mira una finestra al piano
terra: forzando la zanzariera era riuscito a penetrare all’interno
dell’appartamento. I rumori avevano però finito per risvegliare la figlia del
padrone di casa, una ragazza di 16 anni. La giovane si era affacciata alla
finestra riuscendo a scorgere un’ombra furtiva che si avvicinava alla casa. A
quel punto aveva avvisato il padre. Era stato subito allertato il comando della
compagnia carabinieri di Castelmassa. Nel giro di pochi minuti in via Battisti
era piombata una pattuglia del Nucleo radiomobile. I militari erano entrati in
casa e avevano scoperto il marocchino nascosto dietro il tavolo della cucina. Luca Ingegneri IL GAZZETTINO (TREVISO) DALLA POLIZIA Ubriaco non si ferma all’alt Inseguito e denunciato Conegliano Lo avevano intercettato i carabinieri, mentre transitava -
zigzagando - lungo la Cadore-Mare. L’uomo, però, non si era fermato e, anzi, aveva premuto
sull’acceleratore, facendo perdere le sue tracce: a quel punto era partita la
segnalazione di bloccare la Volvo V40 a bordo della quale si trovava R.H.R.A,
38 anni, dominicano di origine, ma residente a Riese Pio X e domiciliato a
Conegliano. L’uomo è stato nuovamente intercettato, poco dopo, da una volante
della polizia che stava percorrendo il centro di Conegliano: la pattuglia è
riuscita a bloccarlo in via Ortigara a Parè. E’ accaduto l’altra notte in
città: l’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. La patente gli
è stata immediatamente ritirata. L’auto, che non era di sua proprietà, è stata
invece "bloccata" in attesa che andasse a recuperarla il legittimo
proprietario. Sottoposto all’alcol test, l’uomo è risultato avere un tasso di alcol del sangue pari a poco più del doppio del limite massimo consentito per legge.Il numero degli automobilisti che vengono trovati ubriachi al volante lungo le nostre strade continua, purtroppo, a essere sempre piuttosto elevato, in particolar modo il fine settimana e nelle ore notturne. IL GAZZETTINO (VICENZA) Ubriaco in bicicletta investe un furgone Bassano A bordo della sua bicicletta, in preda probabilmente ai
fumi dell’alcol, è riuscito a infrangersi contro un furgone parcheggiato nei
paraggi. Poi, dopo il ricovero in pronto soccorso, ha dato segni vistosi di
nervosismo, rendendo necessario l’intervento della polizia. Protagonista, suo
malgrado, di questa disavventura, S.R., ucraino del ’55, residente a Bassano. In base alla ricostruzione di alcuni testimoni, sabato scorso, nel pomeriggio, l’uomo si sta aggirando sulla sua bici nei pressi del ponte vecchio, quando la sua corsa termina contro un furgone dell’Etra regolarmente parcheggiato. L’impatto lo fa terminare per terra, spingendo alcuni passanti a mobilitarsi per prestargli i primi soccorsi. Successivamente, un’ambulanza lo conduce al pronto soccorso. Qui viene medicato. Non gli vengono diagnosticate lesioni particolari, tuttavia, dopo il test etilometrico, risulta che la presenza di alcol nel sangue è abbondantemente oltre la media. Per ragioni ancora da accertare, l’uomo va in escandescenza. Sono le 18.30 circa. Per calmarlo si rende necessario l’intervento degli agenti del Commissariato di Bassano. IL MATTINO (SALERNO) BATTIPAGLIA Rissa in centro, quattro feriti Sotto accusa la movida violenta gruppi di giovani in preda ai fumi
dell’alcool minacciano e picchiano i loro coetanei Il solito branco prende di mira gli extracomunitari. Ed è allarme
sicurezza Battipaglia. Raid punitivo messo a segno nei confronti di quattro
extracomunitari a Battipaglia. La rissa è iniziata intorno alle 23 di domenica
sera dinanzi i locali della movida. I quattro stranieri, tranquillamente,
stavano scambiando qualche parola con due ragazze. Una serata normale come
tante altre ed invece, all’improvviso, è scoppiato il finimondo. Un gruppo di
balordi, almeno sette, hanno accerchiato i malcapitati ed hanno iniziato a
spingerli. Poi, la situazione è degenerata. Sono volati pugni e calci contro
gli extracomunitari che in un primo momento sono riusciti ad allontanarsi dai
loro aggressori. Qualche istante dopo, peggio di prima, i malcapitati sono
stati riempiti di botte. Urla e spintoni e tra la confusione generale altri
giovani si sono aggregati al branco. Tutto è accaduto sotto gli occhi di
centinaia di persone, per lo più giovani che frequentano la movida, che non
hanno mosso un dito per sedare la rissa e si sono goduti la scena. Poco dopo
malconci, con le labbra gonfie e sanguinanti i quattro stranieri sono riusciti
a scappare via mentre i balordi, forse impauriti dall’arrivo delle forze
dell’ordine, si sono allontanati velocemente. La lite trasformatasi in una vera
e propria rissa, come al solito, non aveva motivo. L’ennesimo raid punitivo
contro quattro malcapitati stranieri. Purtroppo, a Battipaglia tra piazza
Conforti e piazza Della Repubblica questo genere di episodi sono molto
frequenti in particolar modo nel fine settimana quando la zona della movida è
assediata da centinaia di persone. Anche domenica sera si è trattato di
violenza gratuita come era accaduto negli ultimi tempi quando altri stranieri
sono stati picchiati sempre nelle vicinanze di piazza Conforti. Domenica sera è
bastato che gli extracomunitari parlassero con delle ragazze. Tutto era
tranquillo. Poi, all’improvviso la scintilla e la furibonda lite. Tra il
parapiglia tantissimi curiosi si sono accalcati attorno agli aggressori ed i
malcapitati come se tutto fosse normale. Ormai la zona della movida è assediata
da veri e propri balordi che cercano a tutti costi la rissa. Molto
probabilmente, l’altra sera, gli aggressori avevano alzato il gomito come
capita dinanzi i locali del centro ed hanno fatto di tutto per sfogarsi contro
i malcapitati stranieri che non avevano infastidito nessuno. Intanto, tra l’afa
asfissiante degli ultimi giorni in piazza Conforti e piazza della Repubblica è
difficile fare anche una semplice passeggiata senza incappare nel branco. La
gente ha paura e preferisce restare alla larga dal centro ormai preso d’assalto
da bande di scalmanati. Le forze dell’ordine hanno aumentato la presenza nei
punti più a rischio, ma le scaramucce sono all’ordine del giorno. In passato
durante il fine settimana le pattuglie della polizia di sera presidiavano la
zona della movida ma questo tipo di sorveglianza non è sempre possibile e
spesso spetta ai vigili urbani intervenire e far spostare moto e automobili
parcheggiate dove capita come se tutto fosse consentito. gp.pa. IL MATTINO (AVELLINO) GROTTAMINARDA Baby vandali incastrati dalle telecamere MARIA ELENA GRASSO Grottaminarda. Quattro minorenni, probabilmente in preda ai fumi dell’alcool, danneggiano e deturpano l’artistica fontana di Piazza 16 Marzo, immaginando di potere farla franca, ma, grazie all’impianto di videosorveglianza, i carabinieri riescono a smascherarli e a inchiodarli alle loro responsabilità. L’increscioso episodio si è verificato all’alba di ieri, allorquando quattro giovani amici, identificati poi per D.R.A , R.C., M.M. e V.I., al termine di una notte trascorsa tra vari locali, hanno deciso di fermarsi nei pressi di «Piazza 16 Marzo» per imbrattare parte della balaustra della fontana e prendere di mira gli arti delle statue in marmo che raffigurano le sorgenti dei più importanti fiumi italiani. I vandali, saliti sui gruppi marmorei, hanno preso a pedate le statue, provocando il distacco di due piedi e di una mano. Subito dopo si sono dati alla fuga. La scoperta fatta dai vigili urbani e da alcuni residenti ha consentito ai carabinieri, sotto la direzione del capitano Piasentin e del maresciallo Delli Santi, dopo la visione del filmato del sistema di videocontrollo della piazza, dopo qualche ora, di identificare i quattro balordi. Questi ultimi, messi alle strette, non hanno potuto fare altro che confermare e ammettere le proprie responsabilità. Sono stati denunciati a piede libero per danneggiamento aggravato in concorso e per deturpamento di monumenti. Rischiano fino a tre anni di detenzione, oltre ad una sanzione pecuniaria. Intanto, dopo la scoperta dell’atto vandalico, vigili urbani e tecnici del comune di Grottaminarda hanno proceduto al recupero del materiale distaccato dalle statue. Per l’ingegnere Blasi è possibile un tempestivo e completo restauro delle statue danneggiate. «Sentiremo - ha sostenuto - anche il parere dell’artista che ha realizzato le opere». L’episodio ha destato molto sconcerto nella cittadina ufitana. La Fontana di Piazza "16 marzo", ultimata solo da qualche anno, si inserisce in un progetto di ammodernamento e arredo del centro storico che è costato otre due milioni di euro. La fontana è sicuramente opera di grande pregio artistico. Sono in tanti a portarsi qui per ammirarla e per effettuare servizi fotografici. Per gli amministratori comunali si è rivelato estremamente utile l’impianto di videoserveglianza. Una ragione in più per estenderlo ad altre parti della cittadina ufitana. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (TARANTO) Ginosa Marina Tre giovani arrestati per rissa
Sono stati arrestati dai carabinieri per una rissa scoppiata in un
bar di Ginosa Marina e rimessi in libertà su disposizione del pubblico
ministero di turno. Si tratta di tre giovani incensurati, venuti alle mani
dopo una bevuta di troppo. La rissa è stata sedata dai carabinieri della
locale stazione, coordinati dal maresciallo Capozzi. Per futili motivi e forse
sotto l’effetto dell’alcol, i tre giovani dapprima hanno avuto un violento
alterco e po
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