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Rassegna stampa Alcol e guida del 25 luglio 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

  
ANSA.IT

ALCOL CON MODERAZIONE, PROTEGGE IL CUORE DEGLI ANZIANI 

ROMA - Bere moderatamente, da un minimo di un drink a un massimo di sette a settimana, riduce il rischio di morte e di eventi cardiovascolari negli anziani.

E’ quanto dimostrato da Cinzia Maraldi dell’Istituto sull’Invecchiamento presso la University of Florida, a Gainesville, in uno studio che conferma ancora una volta che un consumo eccessivo di alcol, invece, aumenta il rischio di morte e di infarto e altre malattie cardiovascolari.

Un consumatore moderato di alcol, al contrario, rispetto a chi non consuma alcol affatto, ha un rischio di decesso ridotto del 26 per cento e un rischio di eventi cardiaci ridotto del 30 per cento, e’ spiegato sugli Archives of Internal Medicine.

Una serie di studi ha gia’ suggerito gli effetti benefici sul cuore di un consumo moderato di alcol ma senza mai concentrarsi su potenziali effetti ’’allunga-vita’’ negli anziani, inoltre poco si sapeva circa le modalita’ con cui l’alcol possa esercitare effetti protettivi a livello cardiovascolare.

Gli esperti hanno dunque coinvolto nell’indagine quasi 2500 anziani tra i 70 ed i 79 anni, nessuno con patologie cardiovascolari all’inizio dello studio. I ricercatori hanno tenuto i volontari sotto osservazione per una media di sei anni sottoponendoli a check up periodici. I partecipanti sono stati suddivisi in gruppi in base al proprio consumo abituale di alcol dichiarato: non bevitori o bevitori occasionali (*), bevitori moderati (fino a sette drink a settimana), bevitori eccessivi (oltre sette drink per settimana).

Dopo il periodo di osservazione gli epidemiologi hanno contato 397 decessi e 383 eventi cardiovascolari.

Incrociando i dati su consumo di alcol e rischio individuale, i ricercatori hanno calcolato che il rischio maggiore di morte o eventi cardiaci era dei bevitori eccessivi e che invece i bevitori moderati avevano un rischio di morte ridotto del 30% e un rischio di infarto e altri eventi acuti ridotto del 26% rispetto al gruppo dei non bevitori. (**)

Gli esperti hanno anche stimato che, tenendo conto solo degli effetti protettivi antinfiammatori dell’alcol, questa riduzione di rischio non puo’ trovare adeguata spiegazione e che probabilmente l’alcol esercita i suoi effetti protettivi mediante meccanismi diversi che non la semplice azione antinfiammatoria.

Bere con moderazione puo’ essere dunque un aiuto per una vita piu’ longeva, ma gli esperti rimanendo cauti avvertono: gli effetti dell’alcol sulla salute umana possono essere diversi da persona a persona, probabilmente in base a fattori genetici particolari che influenzano la risposta individuale agli alcolici. 

 

(*) Nota: "non bevitori" o "bevitori occasionali"? Anche un bevitore da un drink la settimana si può definire “occasionale”, eppure sta in una categoria diversa, con risultati parecchio diversi.

 

(**) Nota: basta solo un poco di buon senso per capire che certi dati sono poco credibili.
Un drink a settimana significa un quattordicesimo di bicchiere a pasto.
Davvero qualcuno può pensare che un quattordicesimo di bicchiere a pasto riduca del 30 % il rischio di morte rispetto a chi beve acqua?
Una possibile spiegazione è che, come avvenuto in ricerche analoghe, il gruppo dei non bevitori sia stato scelto prendendo persone che non bevevano perchè ex-alcolisti o comunque astinenti per motivi di salute.
E così è ovvio che statisticamente muoiano prima rispetto ai consumatori di un quattordicesimo di vino a pasto.


 

CONTRIBUENTIWEB

COMUNICATO STAMPA

INDULTO, CONTRIBUENTI.IT: NO AD USURAI ED EVASORI FISCALI. BASTA CON PROVVEDIMENTI CHE DANNEGGIANO I CONTRIBUENTI

ROMA – Chi ha commesso reati finanziari e usura deve scontare la pena. E’ la richiesta di Contribuenti.it - Associazione dei Contribuenti italiani, dello Sportello Antiusura e dello Sportello immigrati che definiscono ingiusto il provvedimento d’indulto e appoggiano il ministro Di Pietro: “No ai privilegi, No ai colpi di spugna. Parmalat, Bancopoli, Sanità: niente sconti”. Se la motivazione dell’indulto è sfoltire le carceri, meglio far uscire dalle celle gli immigrati che hanno violato la Bossi-Fini o i tossicodipendenti.

“E’ un provvedimento assurdo ed ingiustificato – afferma il presidente di Contribuenti it, Vittorio Carlomagno – Sfoltire le carceri non significa far uscire i già pochi usurai processati e condannati. E’ immorale riempire le celle con chi ha rubato una mela e rimettere in libertà chi truffato i consumatori vittime di reati finanziari quali Parmalat, Cirio e Tango Bond o ha “strozzato” cittadini in difficoltà economiche”.

Secondo lo studio condotto dallo Sportello immigrati di Contribuenti.it risulta che 15.097 pari al 30% del totale dei reati ascritti alla popolazione detenuta sono commessi in violazione alla legge sulla droga mentre 671 pari al 1,33% è il numero di “alcool-dipendenti in cella”.

“La legge non va approvata – conclude Carlomagno – concedere l’indulto significa non rispettare i contribuenti ed incentivare il non rispetto delle norme. Bisogna ridare fiducia agli italiani e difenderli dalle truffe fiscali come Bond Argentini e caso Parmalat. Il governo non può dare false illusioni. La legge Bersani concede una maggiore possibilità di scelta ai consumatori ma l’indulto aprirebbe falle irreversibili e nuove porte ai truffatori”

L’ufficio stampa


 

L’ADIGE

Dorme ubriaco in mezzo alla strada

I passanti, vendendolo fermo allo stop con la portiera aperta ed il capo reclinato, hanno pensato fosse morto ed hanno allertato il 118. In realtà, a rendere pressoché incosciente il ragazzo, non era stato un malore o un incidente, bensì l’aver bevuto un quantitativo incredibilmente alto di alcolici. Basti pensare che alla prova dell’etilometro l’apparecchio segnava un valore oltre sei volte superiore rispetto al limite consentito dalla legge. Un quadro vicino al coma etilico, dunque. L’incredibile vicenda, che avrebbe potuto aver conseguenze ben più tragiche, si è verificata sabato sera alle 23.20 in tangenziale, all’altezza dello svincolo per Ravina. Il protagonista, un 22enne della Valsugana, si trovava a bordo della sua Peugeot 106 quando, evidentemente messo ko dall’alcol in corpo, si è fermato all’altezza dello stop. Lo stato di alterazione, però, era tale, che il ragazzo non è nemmeno stato in grado di uscire dall’abitacolo con le sue gambe. Ha solo aperto la portiera ed è rimasto con la testa a penzoloni. In poco tempo dietro all’auto ferma si è formata una coda e la corsia sud si è bloccata. Dopo aver atteso invano che il ragazzo desse segni di vita o si spostasse, gli automobilisti hanno deciso di sincerarsi dell’accaduto. Qualcuno si è avvicinato all’auto ed ha tentato di svegliarlo, ma poiché non rispondeva agli stimoli è stato allertato il 118. Sul posto, oltre all’ambulanza, sono arrivati i carabinieri del radiomobile di Trento. Quando il 22enne è finalmente uscito dallo stato di torpore ed i sanitari si sono sincerati sulle sue condizioni, i carabinieri hanno proceduto con l’alcoltest. In entrambe le prove il valore registrato era ben oltre lo 0.50 grammi/litro: al primo soffio l’apparecchio ha segnato 3.09 g/l e dieci minuti dopo il valore era ancora fermo 3.08 g/l. Dunque, addirittura più di sei volte oltre il consentito. Inutile dire che, mettendosi alla guida del veicolo in quelle condizioni, il ragazzo ha messo a repentaglio la sua vita ma anche quella degli altri. Basti pensare a cosa sarebbe successo se avesse imboccato il ponte di Ravina o avesse sbandato in tangenziale finendo contro altri automobilisti. Dopo un ulteriore «pisolino» di una decina di minuti il ragazzo si è ripreso e non è stato necessario un suo ricovero in ospedale. Il giovane conducente è stato quindi denunciato dai carabinieri per guida in stato di ebbrezza e la sua patente sospesa. F. P.


 

LA SICILIA

Il Pm chiede due ergastoliOmicidio Sutacu. 

«Carcere a vita per Margiotta e Salvatore Iannì, condanna a 23 anni per Antonino Iannì» 


 

Tre richieste di condanna, due delle quali all’ergastolo, sono state avanzate ieri alla Corte d’Assise di Caltanissetta per i tre presunti responsabili dell’omicidio di Costantin Sutacu, il romeno di 43 anni assassinato la sera del 26 febbraio dello scorso anno ed il cui corpo privo di vita venne trovato l’indomani mattina a "Judeca".

A formulare le richieste è stato il Pm Alessandro Sutera Sardo che, alla Corte presieduta dal dott. Francesco Carimi, ha chiesto di condannare all’ergastolo i mazzarinesi Crocifisso Margiotta e Salvatore Iannì, gli stessi che - rendendo una deposizione choc - ammisero in aula di essere i responsabili di quel massacro. La condanna a 23 anni è stata richiesta per Antonino Iannì, fratello di Salvatore.

Per la Procura, dunque, ci sarebbe stato pure lo zampino di Antonino Iannì nel delitto nonostante gli altri due imputati lo avevano scagionato dall’accusa.

Per questo delitto Antonino Iannì venne tratto in arresto alcuni giorni dopo il rinvenimento del corpo. All’arresto di suo fratello Salvatore e di Margiotta si giunse, invece, qualche tempo dopo.

I due, infatti, dopo il delitto preferirono tagliare la corda. Ma dopo alcuni giorni di latitanza trascorsi tra Mazzarino, Riesi e Gela si costituirono. Ai tre, incriminati nell’ambito dell’inchiesta "Filo d’Arianna", venne contestata l’accusa di omicidio. Ma, inizialmente negarono tutto. Il colpo di scena si ebbe due mesi fa quando Margiotta ammise in aula la sua responsabilità e quella di Salvatore Iannì nell’omicidio.

Nel corso di quella rivelazione, Margiotta, raccontò passo passo le fasi del delitto che - suo dire - sarebbe stato frutto di un raptus. Ai giudici raccontò che Sutacu era arrivato a Mazzarino da poco tempo e che aveva trovato ospitalità nell’ovile di Salvatore Iannì. La mattina del 26 febbraio, Margiotta e Salvatore Iannì sarebbero passati dall’ovile per controllare che tutto fosse a posto. I due poi si erano allontanati ed avevano raggiunto un bar dove si sarebbeo intrattenuti tra un drink e l’altro e poi, in preda ai fumi dell’alcol, avrebbero raggiunto nuovamente l’ovile di Iannì.

Giunti in campagna, avrebbero trovato l’extracomunitario appisolato, mentre un cane era intento ad azzannare delle pecore. Irati dal comportamento di Sutacu che, non avrebbe vigilato attentamente sull’ovile, i due avrebbero invitato il badante a sloggiare. Poi lo avrebbero caricato a bordo del fuoristrada di Iannì con l’obiettivo di abbandonarlo in aperta campagna. Giunti a "Judeca", Margiotta, che aveva preso posto nel sedile anteriore accanto al conducente, sarebbe sceso dall’auto, invitando ancora una volta Sutacu ad andare via.

La tragedia sarebbe maturata nel momento in cui Sutacu, all’atto di chiudere la portiera del fuoristrada, avrebbe incastrato nel telaio una mano di Margiotta. Un gesto, forse involontario, che gli costò la vita. Margiotta e Salvatore Iannì lo inseguirono, lo pestarono e con un masso lo colpirono alla testa. Ieri stesso ha svolto la sua arringa l’avv. Mario De Caprio che ha chiesto l’assoluzione di Salvatore Iannì.. Le arringhe degli avv. Rocco Guarnaccia e Danilo Tipo saranno svolte dopodomani.

D.V.


 

LA SICILIA

Non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia contro la morte


Non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia contro la morte: Emanuele Cascino 20 anni, è deceduto ieri alle 10, al Reparto di Rianimazione del Vittorio Emanuele, nel momento in cui era giunto in città un professore specialista in neurochirurgia dell’ospedale "Garibaldi" di Catania. Erano stati i genitori del giovane a chiedere un consulto allo specialista per tentare il "tutto per tutto". Il ragazzo era rimasto coinvolto in un incidente stradale autonomo venerdì pomeriggio, sul Lungomare nei pressi del Club Nautico. Viaggiava a bordo di uno scooter alla cui guida c’era l’amico Emanuele Alario di 21 anni. Violento l’impatto a terra. Cascino non aveva il casco. Subito le sue condizioni di salute erano apparse disperate, ma i medici hanno tentato di salvarlo trasferendolo all’ospedale Sant’Elia. Giunto nel capoluogo, però, i medici non hanno potuto fare altro che constatare la morte cerebrale e disporre il ritorno a Gela. Ma la voglia di lottare dei genitori, Nunzio e Angela, non si è spenta. Infatti il tentativo di far visitare il giovane da un luminare della neurochirurgia ne è stata la dimostrazione. Purtroppo non c’era nulla da fare. Il corpo di Emanuele è stato restituito ai propri cari ieri pomeriggio.

Emanuele era un ragazzo con tanta voglia di vivere. La maggior parte del suo tempo lo trascorreva con la sorella gemella Maria. «Erano inseparabili - hanno raccontato gli amici - uscivano sempre insieme». Lo scorso anno Cascino ha conseguito il diploma di ragioniere. Dopo un periodo di vacanze, però, il padre Nunzio, lo ha voluto con sè nella sua ditta di distribuzione di materiale di imballaggio per alimenti. Venerdì scorso intorno alle 14,30 è andato a prenderlo in via Manzoni, dove abita la famiglia Cascino, l’amico Emanuele Alario. «Esco un’oretta e poi subito mi metto a lavorare» - sarebbero state le ultime parole di Emanuele al padre. Due ore più tardi, invece, la notizia dell’incidente. Secondo le indagini della Polizia Stradale Alario si era messo alla guida dello scooter con un tasso alcolico quasi 4 volte superiore rispetto alla norma. Oltre all’alta velocità con la quale Alario aveva affrontato la curva, un’altra causa dell’incidente è stata addebitata - secondo la relazione della Polstrada - alla non conformità del manto stradale.

Alla luce di quanto successo Nunzio e Angela, genitori di Emanuele, lanciano un appello ai giovani: «Non dimenticate mai di indossare il casco. Se nostro figlio lo avesse indossato sarebbe ancora con noi». I funerali verranno celebrati oggi alle 16,30 nella parrocchia di Sant’Antonio. Intanto il padre di Enanuele Alario ha lanciato un appello ai cittadini a collaborare con le forze dell’ordine. Chi ha visto l’incidente, parli per contribuire a chiarire i lati ancora oscuri della dinamica.

L.M.


 

IL GAZZETTINO (NORDEST)

INCREDIBILE A CHIOGGIA 

Si infila con l’auto nello stretto vicolo e la macchina resta incastrata fra le case
 

CHIOGGIA - Incredibile incidente ieri pomeriggio a Sottomarina. Verso le 17 una Polo guidata da E.C., 27enne di Sottomarina, si è infilata in via Begonia, uno dei vicoli che costeggiano via Madonna Marina. Peccato però che la maggior parte dei vicoli in questione si restringano notevolmente fino a diventare impercorribili per le auto. Il giovane, sotto l’effetto dell’alcol, ha proceduto per la sua strada ed è arrivato tranquillamente fino a metà del percorso. Poi, inevitabilmente, è rimasto incastrato tra le due case. Gli inquilini quando si sono affacciati alle finestre, messi in allarme dal rumore assordante della carrozzeria che grattava il cemento, non credevano ai loro occhi: E.C. era al volante, bloccato, ma continuava ad accelerare per tentare di uscire: una manovra che ha finito col causare danni al motore e un principio d’incendio. Visto il fumo uscire dal cofano il giovane si è spaventato ed è uscito velocemente dall’abitacolo servendosi del bagagliaio. Attimi di paura anche per i residenti della zona che, muniti di pompe e secchi d’acqua hanno spento le fiamme prima dell’arrivo dei vigili del fuoco. L’auto si era incastrata proprio vicino agli impianti del metano col rischio che potesse saltare in aria tutto qualora le fiamme avessero raggiunto il gas. Sul posto sono arrivati carabinieri, polizia e pompieri: in molti non credevano ai loro occhi. I primi a intervenire sono stati i vigili del fuoco che hanno bagnato abbondantemente l’auto e hanno svuotato il serbatoio della benzina per sicurezza; i carabinieri hanno invece interrogato il giovane chioggiotto. E.C. è stato anche sottoposto ad alcol-test, vista la singolarità dell’incidente, e l’analisi ha evidenziato che il giovane era al volante in stato di ebbrezza, per di più senza patante che gli era stata ritirata per il medesimo reato. La Polo è rimasta incastrata oltre un’ora. Alla fine si è riusciti a trainarla fuori dal vicolo servendosi di un gancio d’acciaio ancorato a uno dei mezzi dei vigili del fuoco.

Marco Biolcati


 

ENOTIME.IT

NON FAR BERE AL DEPUTATO IL VINO TRUCCIOLATO!

Mozione bipartisan in Parlamento contro la possibilità di utilizzare trucioli di legno nel vino al posto delle botti.

Trucioli di legno, invece dell’affinamento in barrique, per dare profumo e corpo al vino. Una barbarie enologica, una “taroccata” sprezzante delle tradizioni e della qualità che tuttavia rischia di trovare la via della legalità grazie al provvedimento dell’Unione Europea che ammette l’uso di trucioli di legno per l’invecchiamento artificiale dei vini italiani ed europei al posto del tradizionale passaggio nelle piccole botti di rovere, le barrique appunto. Per contrastare questo provvedimento Ermete Realacci, deputato dell’Ulivo e presidente dell’VIII Commissione alla Camera, in questi giorni ha presentato una mozione, sottoscritta da parlamentari di maggioranza e opposizione, per chiedere al Governo un impegno contro la normativa dell’Unione Europea sull’uso dei trucioli e per tutelare il vino italiano di qualità.

Nella mozione, che vede tra i firmatari anche gli On. Franceschini, Lion, Alemanno, Tabacci, Cacciari, Stradella, Sereni, Saglia, Orlando, Bianco, Stramaccioni, Mariani, Bressa, Soro, Oliverio, Fundarò, si chiede al governo un impegno specifico per intervenire presso tutte le sedi comunitarie affinché vengano privilegiate la qualità e le tipicità del vino italiano e tutelato il lavoro dei produttori vinicoli, scongiurando l’introduzione di sistemi produttivi che abbiano come obiettivo il livellamento dei gusti verso il basso; per definire, con una apposita normativa nazionale, regole e restrizioni nell’utilizzo della pratica in oggetto, in relazione alle varie categorie vinicole, assicurando il diritto dei consumatori a non essere ingannati attraverso l’adozione di chiare modalità di etichettatura; a precisare l’esclusione della pratica enologica dei trucioli di legno per i vini classificati Doc, Docg e Igt.

“A vent’anni dalla crisi del metanolo – spiega Realacci – la normativa della UE sembra oggi come un brutto film che non vogliamo più vedere. Quello scandalo che costò la vita a molte persone, segnò tuttavia un punto di svolta nella produzione enologica nel nostro paese. Dalle grandi quantità e al livellamento verso il basso, si puntò alla qualità e al legame con il territorio, una grave crisi si trasformò in un’opportunità di crescita per un settore fondamentale per il nostro paese. Per non tornare indietro, con questa mozione chiediamo al Governo e al Ministro De Castro un impegno preciso per tutelare le nostre produzioni enologiche anche in sede europea attraverso l’esclusione delle produzioni certificate e la trasparenza dell’etichettatura.”

Completamente opposte le tesi degli enologi europei, secondo i quali i trucioli di legno nel vino non sono dannosi per la salute e rappresentano il male minore rispetto ad altre pratiche enologiche permesse nei Paesi del Nuovo Mondo ben più invasive.


 

IL GAZZETTINO (UDINE)

Stop alla droga. Con un calcio, ...
 

Stop alla droga. Con un calcio, un tiro di scherma, una racchetta da tennis o una maratona. Anche lo sport fa bene, aiuta a socializzare, a creare relazioni vere, non quelle fasulle e letali delle sostanze stupefacenti. In campo, quindi, per dire che si possono fare scelte diverse, si possono provare emozioni senza ’sballarsi’, si può vincere la dipendenza: tutti goal della riuscita, dell’abbandono di strade sbagliate, di superamenti, cadute ed errori.

Il primogol lo fa addirittura Claudio Ciampi, figlio dell’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ieri in città per un faccia a faccia con Francesco Piani, responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell’Ass 4 Medio Friuli e con Giuliano Riosa - che segue il progetto - , assieme allo psicoterapeuta Marco Angeleri, segretario nazionale dell’Associazione nazionale di promozione sportiva nelle comunità (Anpsc), fondata nel ’95 da don Antonio Mazzi. Ciampi junior riveste la carica di presidente dell’associazione che abbina lo sport e il percorso di recupero di eroinomani, cocainomani, ma anche di consumatori accaniti di ecstasy e di qualche alcolizzato. In nome di un binomio possibile, Ciampi junior ha presentato l’undicesima edizione del raduno sportivo nazionale, che per il quarto anno si terrà al Villaggio Getur di Lignano Sabbiadoro (dal 20 al 26 agosto), per testimoniare che l’imperativodrug-free (liberi dalla droga) trova spazio fertile anche sul terreno sportivo.

Unite dalla volontà di affossare il vortice delle dipendenze, 34 comunità provenienti da tutto lo Stivale (le più lontane arrivano da Messina) e un esercito di quasi mille fra ragazzi e ragazze in recupero e gli operatori, proveranno a parlare un linguaggio comune: «Per una volta non ci saranno divisioni fra comunità, anzi sono previsti incontri fra équipe per confrontarsi sui diversi approcci terapeutici», spiega Ciampi jr. «In questo modo si crea una rete di reciproco aiuto», ha affermato Angeleri. Dunque, sebbene troppo spesso le comunità terapeutiche gareggino per primeggiare sulle altre in nome di presunte maggiori capacità, il laboratorio che si costituirà in Friuli servirà a tracciare le linee future di terapie condivise, lasciando da parte divismi e primogeniture. A fare felici i ragazzi (fra di loro ci saranno anche dei detenuti) l’annuncio della partecipazione della Nazionale italiana dei campionati olimpici. Mentre metà del finanziamento è stato coperto dal Coni, per l’altra metà, visto che la Regione non sborsa nulla, si aspetta un risposta positiva da parte della Provincia di Udine a cui ieri si è rivolto Ciampi jr per la crociata anti-dipendenze.

Irene Giurovich


 

IL GAZZETTINO (ROVIGO)

CASTELMASSA 

Patteggia otto mesi il ladro magrebino nascosto sotto il tavolo della cucina
 

Castelmassa

In aula ha fornito una versione dei fatti tutt’altro che convincente. Ha dichiarato di aver subito le avances della sedicenne e di essere entrato in casa convinto di poter avere un rapporto sessuale con la minorenne. Peccato che fosse ubriaco fradicio Adim Abderrahim, il ventiquattrenne marocchino, con domicilio a Castelmassa, che venerdì scorso si è inventato un’intrusione nell’abitazione di via Cesare Battisti, di proprietà di un cinquantacinquenne impiegato di banca. Dopo aver convalidato l’arresto il giudice Debora Landolfi ha preso atto dell’accordo tra accusa e difesa per il patteggiamento. Otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, e 300 euro di multa. È quanto concordato tra il pm d’udienza Pasqualino Ladogana ed il difensore dell’imputato, l’avvocato Anna Gotti. Abderrahim ha comunque ottenuto l’immediata scarcerazione. Era da poco passata l’una di notte quando l’extracomunitario si è avvicinato all’abitazione. Dopo essersi accertato di non essere visto, il magrebino aveva creato un varco nella recinzione metallica e si era introdotto nel cortile. Poi aveva preso di mira una finestra al piano terra: forzando la zanzariera era riuscito a penetrare all’interno dell’appartamento. I rumori avevano però finito per risvegliare la figlia del padrone di casa, una ragazza di 16 anni. La giovane si era affacciata alla finestra riuscendo a scorgere un’ombra furtiva che si avvicinava alla casa. A quel punto aveva avvisato il padre. Era stato subito allertato il comando della compagnia carabinieri di Castelmassa. Nel giro di pochi minuti in via Battisti era piombata una pattuglia del Nucleo radiomobile. I militari erano entrati in casa e avevano scoperto il marocchino nascosto dietro il tavolo della cucina.

Luca Ingegneri


 

IL GAZZETTINO (TREVISO)

DALLA POLIZIA

Ubriaco non si ferma all’alt Inseguito e denunciato
 

Conegliano

Lo avevano intercettato i carabinieri, mentre transitava - zigzagando - lungo la Cadore-Mare.

L’uomo, però, non si era fermato e, anzi, aveva premuto sull’acceleratore, facendo perdere le sue tracce: a quel punto era partita la segnalazione di bloccare la Volvo V40 a bordo della quale si trovava R.H.R.A, 38 anni, dominicano di origine, ma residente a Riese Pio X e domiciliato a Conegliano.

L’uomo è stato nuovamente intercettato, poco dopo, da una volante della polizia che stava percorrendo il centro di Conegliano: la pattuglia è riuscita a bloccarlo in via Ortigara a Parè. E’ accaduto l’altra notte in città: l’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. La patente gli è stata immediatamente ritirata. L’auto, che non era di sua proprietà, è stata invece "bloccata" in attesa che andasse a recuperarla il legittimo proprietario.

 

Sottoposto all’alcol test, l’uomo è risultato avere un tasso di alcol del sangue pari a poco più del doppio del limite massimo consentito per legge.Il numero degli automobilisti che vengono trovati ubriachi al volante lungo le nostre strade continua, purtroppo, a essere sempre piuttosto elevato, in particolar modo il fine settimana e nelle ore notturne.


 

IL GAZZETTINO (VICENZA)

Ubriaco in bicicletta investe un furgone
 

Bassano

A bordo della sua bicicletta, in preda probabilmente ai fumi dell’alcol, è riuscito a infrangersi contro un furgone parcheggiato nei paraggi. Poi, dopo il ricovero in pronto soccorso, ha dato segni vistosi di nervosismo, rendendo necessario l’intervento della polizia. Protagonista, suo malgrado, di questa disavventura, S.R., ucraino del ’55, residente a Bassano.

In base alla ricostruzione di alcuni testimoni, sabato scorso, nel pomeriggio, l’uomo si sta aggirando sulla sua bici nei pressi del ponte vecchio, quando la sua corsa termina contro un furgone dell’Etra regolarmente parcheggiato. L’impatto lo fa terminare per terra, spingendo alcuni passanti a mobilitarsi per prestargli i primi soccorsi. Successivamente, un’ambulanza lo conduce al pronto soccorso. Qui viene medicato. Non gli vengono diagnosticate lesioni particolari, tuttavia, dopo il test etilometrico, risulta che la presenza di alcol nel sangue è abbondantemente oltre la media. Per ragioni ancora da accertare, l’uomo va in escandescenza. Sono le 18.30 circa. Per calmarlo si rende necessario l’intervento degli agenti del Commissariato di Bassano.


 

IL MATTINO (SALERNO)

BATTIPAGLIA 

Rissa in centro, quattro feriti

Sotto accusa la movida violenta gruppi di giovani in preda ai fumi dell’alcool minacciano e picchiano i loro coetanei

Il solito branco prende di mira gli extracomunitari. Ed è allarme sicurezza
 

Battipaglia. Raid punitivo messo a segno nei confronti di quattro extracomunitari a Battipaglia. La rissa è iniziata intorno alle 23 di domenica sera dinanzi i locali della movida. I quattro stranieri, tranquillamente, stavano scambiando qualche parola con due ragazze. Una serata normale come tante altre ed invece, all’improvviso, è scoppiato il finimondo. Un gruppo di balordi, almeno sette, hanno accerchiato i malcapitati ed hanno iniziato a spingerli. Poi, la situazione è degenerata. Sono volati pugni e calci contro gli extracomunitari che in un primo momento sono riusciti ad allontanarsi dai loro aggressori. Qualche istante dopo, peggio di prima, i malcapitati sono stati riempiti di botte. Urla e spintoni e tra la confusione generale altri giovani si sono aggregati al branco. Tutto è accaduto sotto gli occhi di centinaia di persone, per lo più giovani che frequentano la movida, che non hanno mosso un dito per sedare la rissa e si sono goduti la scena. Poco dopo malconci, con le labbra gonfie e sanguinanti i quattro stranieri sono riusciti a scappare via mentre i balordi, forse impauriti dall’arrivo delle forze dell’ordine, si sono allontanati velocemente. La lite trasformatasi in una vera e propria rissa, come al solito, non aveva motivo. L’ennesimo raid punitivo contro quattro malcapitati stranieri. Purtroppo, a Battipaglia tra piazza Conforti e piazza Della Repubblica questo genere di episodi sono molto frequenti in particolar modo nel fine settimana quando la zona della movida è assediata da centinaia di persone. Anche domenica sera si è trattato di violenza gratuita come era accaduto negli ultimi tempi quando altri stranieri sono stati picchiati sempre nelle vicinanze di piazza Conforti. Domenica sera è bastato che gli extracomunitari parlassero con delle ragazze. Tutto era tranquillo. Poi, all’improvviso la scintilla e la furibonda lite. Tra il parapiglia tantissimi curiosi si sono accalcati attorno agli aggressori ed i malcapitati come se tutto fosse normale. Ormai la zona della movida è assediata da veri e propri balordi che cercano a tutti costi la rissa. Molto probabilmente, l’altra sera, gli aggressori avevano alzato il gomito come capita dinanzi i locali del centro ed hanno fatto di tutto per sfogarsi contro i malcapitati stranieri che non avevano infastidito nessuno. Intanto, tra l’afa asfissiante degli ultimi giorni in piazza Conforti e piazza della Repubblica è difficile fare anche una semplice passeggiata senza incappare nel branco. La gente ha paura e preferisce restare alla larga dal centro ormai preso d’assalto da bande di scalmanati. Le forze dell’ordine hanno aumentato la presenza nei punti più a rischio, ma le scaramucce sono all’ordine del giorno. In passato durante il fine settimana le pattuglie della polizia di sera presidiavano la zona della movida ma questo tipo di sorveglianza non è sempre possibile e spesso spetta ai vigili urbani intervenire e far spostare moto e automobili parcheggiate dove capita come se tutto fosse consentito.

gp.pa.


 

IL MATTINO (AVELLINO)

GROTTAMINARDA 

Baby vandali incastrati dalle telecamere
 

MARIA ELENA GRASSO Grottaminarda. Quattro minorenni, probabilmente in preda ai fumi dell’alcool, danneggiano e deturpano l’artistica fontana di Piazza 16 Marzo, immaginando di potere farla franca, ma, grazie all’impianto di videosorveglianza, i carabinieri riescono a smascherarli e a inchiodarli alle loro responsabilità. L’increscioso episodio si è verificato all’alba di ieri, allorquando quattro giovani amici, identificati poi per D.R.A , R.C., M.M. e V.I., al termine di una notte trascorsa tra vari locali, hanno deciso di fermarsi nei pressi di «Piazza 16 Marzo» per imbrattare parte della balaustra della fontana e prendere di mira gli arti delle statue in marmo che raffigurano le sorgenti dei più importanti fiumi italiani. I vandali, saliti sui gruppi marmorei, hanno preso a pedate le statue, provocando il distacco di due piedi e di una mano. Subito dopo si sono dati alla fuga. La scoperta fatta dai vigili urbani e da alcuni residenti ha consentito ai carabinieri, sotto la direzione del capitano Piasentin e del maresciallo Delli Santi, dopo la visione del filmato del sistema di videocontrollo della piazza, dopo qualche ora, di identificare i quattro balordi. Questi ultimi, messi alle strette, non hanno potuto fare altro che confermare e ammettere le proprie responsabilità. Sono stati denunciati a piede libero per danneggiamento aggravato in concorso e per deturpamento di monumenti. Rischiano fino a tre anni di detenzione, oltre ad una sanzione pecuniaria. Intanto, dopo la scoperta dell’atto vandalico, vigili urbani e tecnici del comune di Grottaminarda hanno proceduto al recupero del materiale distaccato dalle statue. Per l’ingegnere Blasi è possibile un tempestivo e completo restauro delle statue danneggiate. «Sentiremo - ha sostenuto - anche il parere dell’artista che ha realizzato le opere». L’episodio ha destato molto sconcerto nella cittadina ufitana. La Fontana di Piazza "16 marzo", ultimata solo da qualche anno, si inserisce in un progetto di ammodernamento e arredo del centro storico che è costato otre due milioni di euro. La fontana è sicuramente opera di grande pregio artistico. Sono in tanti a portarsi qui per ammirarla e per effettuare servizi fotografici. Per gli amministratori comunali si è rivelato estremamente utile l’impianto di videoserveglianza. Una ragione in più per estenderlo ad altre parti della cittadina ufitana. 


 

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (TARANTO)

Ginosa Marina 

Tre giovani arrestati per rissa


Sono stati arrestati dai carabinieri per una rissa scoppiata in un bar di Ginosa Marina e rimessi in libertà su disposizione del pubblico ministero di turno. Si tratta di tre giovani incensurati, venuti alle mani dopo una bevuta di troppo. La rissa è stata sedata dai carabinieri della locale stazione, coordinati dal maresciallo Capozzi. Per futili motivi e forse sotto l’effetto dell’alcol, i tre giovani dapprima hanno avuto un violento alterco e po

Mercoledì, 26 Luglio 2006
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