(ASAPS) BERNA – Svizzeri, popolo di patentati. È proprio
vero, e lo conferma un articolo pubblicato recentemente sulla newsletter di
“Swiss Info”, una prestigiosa agenzia di stampa elvetica che pubblica notizie
in tutte le lingue del paese. Secondo gli ultimi dati, infatti, nel corso del
2005 173.640 persone hanno sostenuto gli esami teorici per il conseguimento
della licenza, mentre a mettersi al volante con esaminatore al fianco – per la
prova pratica – ci hanno provato in 130 636 gli esami pratici, registrando così
un aumento rispettivamente del 7% e dell’1%. Trend in aumento, dunque, ma non
tutti ce la fanno e solo 2 candidati su 3 riescono poi a tornare a casa con
l’agognata patente in tasca. Per la precisione la teoria è stata superata solo
da 113mila canditati, sui 173.640 iscritti, mentre al termine della prova
pratica hanno ottenuto l’ok tecnico solo in 84mila (con una partenza di
130.636). Il tasso di successo resta invariato rispetto al 2004, come fa notare
l’Associazione dei Servizi della Circolazione (ASC), che in una nota relativa
all’analisi della procedura ha precisato che ottengono soddisfazione il 65,5%
degli svizzeri. La media si alza nel cantone Ticino, Svizzera italiana, dove
riescono nell’impresa 7 aspiranti driver su 10. Una precisazione, però: da
gennaio 2006, la normativa elvetica è cambiata, ed ha subito una modifica che
definire restrittiva ci pare davvero un eufemismo. Per far fronte alla
crescente necessità di sicurezza, infatti, anche nei cantoni sono state
apportati numerosi cambiamenti radicali: oggi, conseguire la patente in quello
stato non significa potersi considerare “licenziato” a tutti gli effetti, ed
anche lo status di “neopatentato” come
lo intendiamo noi, è assolutamente diverso. In effetti, il candidato
scudocrociato deve prepararsi alla prova teorica, strutturata su esami che si
articolano in due giorni di prove, con preparazioni che molti hanno definito
ironicamente “universitarie”. Quando teoria e pratica sono un ricordo, il
diplomato ottiene solo una patente di prova – sul modello francese dunque – che
diviene definitiva al secondo anno, dopo una specie di libertà vigilata.
Francamente, per molti discutibili patentati che circolano un sistema
simile non farebbe male anche da noi… (ASAPS)
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