(ASAPS) – Roccasecca, comune di
Cassino (Frosinone), ore 22 circa: in un parcheggio davanti ad un’abitazione
privata in via Pantanone, Valeria – 10 anni – festeggia la promozione in quinta
elementare scartando il suo regalo, una minimoto. Il suo sorriso resterà sempre
impresso nei genitori, che la vedono salire sul modellino in scala, oggetto del
desiderio di moltissimi bambini e adolescenti, che si avvicinano al mondo
sportivo proprio in sella a questi piccoli bolidi. Così fecero i campioni di
oggi, Valentino Rossi in testa, ma anche Melandri, Capirossi, Pasini.
Praticamente tutti. Valeria parte e accelera, ma il gas fa impennare la
minimoto e la bambina cade, sbattendo la testa, che forse non ha il casco. Un
secondo e la sua giovanissima vita si interrompe per sempre. Il trauma cranico
è grave, gravissimo, e dopo una notte di agonia muore all’alba di sabato (29
luglio). Non è la prima volta che la minimoto uccide un minore: il 10 maggio
scorso, a Giugliano (Napoli), un 14enne si era avventurato in strada – senza
casco – in compagnia del cuginetto, entrambi in sella ad un miniquad. Ad un incrocio, in via Santa Rita da Cascia,
quasi al confine con Aversa, sono finiti sotto ad un camion che trasportava
gelati, il cui conducente non si era nemmeno accorto di loro: erano troppo
bassi rispetto alla sua visuale. Due casi diversi, con esiti purtroppo letali,
uniti da un denominatore comune: la minimoto.
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L’uso
delle minimoto in strade pubbliche
è assolutamente vietato, pena la confisca
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Ora, non vogliamo assolutamente
criminalizzare l’oggetto, che di per sé è inoffensivo, ma è necessario agire
per tempo, prima che altri ragazzini facciano la stessa fine.
È doveroso però porre una prima
differenza, tra la minimoto vera e la sua imitazione low-cost.
La prima, nata per uno scopo
ludico o agonistico, ma comunque frutto di una progettazione ed uno studio
accurati, dotata di sistemi di frenatura ottimi, di sistemi di sospensione adeguati,
di pneumatici di buona fattura. Insomma una moto “bonsai”, che trasferisce le
prestazioni di un bolide da MotoGP in un modellino in scala, che consente ai
campioni in erba di avvicinarsi con moderazione alla velocità ed alla piega.
La seconda, la imitatio veri, arrivata prepotentemente
in Europa da una geniale trovata cinese: copiare le costose duoeruotine
originali e irretire genitori desiderosi di accontentare i figli con un oggetto
che piaccia anche a loro, in puntuale “offerta speciale” a 199 euro, miscela
esclusa, in tutte le aree di servizio.
Chi usa la minimoto vera, chi
si intende un poco di meccanica, capisce che quegli oggettini luccicanti,
repliche fasulle delle repliche vere in scala, hanno masse sospese e non
sospese assolutamente ridicole, telai che andrebbero in crisi alla prima lieve
deriva, catene di trasmissione fatte con forcine per capelli, motori dagli
improbabili rumori che fanno presagire grippaggi alla prima tirata. Non
parliamo dei freni, assolutamente ridicoli e pericolosi.
Chi le vende fa soldi facili,
perché in fondo si tratta di oggettini kitsch da mettere in sala, magari in
pendant con il televisore al plasma nelle giornate di Rossifumi…
O per far divertire il figlio,
con un giocattolo (che giocattolo non è, perché uccide) a poco prezzo, salvo
pagarne uno ben più alto, quando è troppo tardi.
Chi usa le minimoto vere, chi
le compra per farci andare sopra i propri figli, spende di più – perché la
sicurezza dei bambini non si misura –
compra anche le minitute e i minicaschi, e i rampolli si abituano e si vedono
meglio nei loro idoli-campioni.
Sanno bene, gli esperti, che
non si tratta di giocattoli, come invece fanno pensare i venditori e gli
importatori di questi pericolosissimi oggetti.
A metterci una pezza, ci hanno
provato proprio alcuni giorni fa i militari della Guardia di Finanza, di Ascoli
Piceno e i funzionari della Dogana di Ancona, ma si tratta solo degli ultimi
due sequestri di questo genere, visto che ormai anche Bruxelles ha preso una
decisa posizione e sono già state diramate le linee operative a tutti i paesi
dell’UE.
Lo scorso 14 luglio, nel porto
di Ancona, il servizio Dogana ispeziona alcuni container appena sbarcati da un
cargo proveniente dalla Cina: a bordo ci sono 700 minimoto, tutte tappezzate di
adesivi di Honda, Yamaha, Mobil, Gauloises e Michelin: repliche false delle
repliche vere, dunque, come hanno confermato le stesse aziende chiamate in
causa sulla verifica dei propri marchi: tutte contraffazioni e così il
sequestro si trasforma in confisca, sottraendo a questo pazzesco mercato un
carico del valore di 40mila dollari USA.
Una goccia nel mare? Forse, ma
a forza di gocce…
Il 26 luglio, 847 minimoto di
fabbricazione cinese, non in regola con le norme dell’Unione, vengono sequestrate
dal comando Guardia di finanza di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), che
sguinzaglia i Baschi Verdi in cinque diversi esercizi commerciali della
provincia di Ascoli e Perugia. Qui il discorso è più complesso, perché le
Fiamme Gialle hanno svolto una vera e propria indagine tout-court, scoprendo
che oltre alla contraffazione dei marchi c’è ben altro che rende pericolose le
replichette letali.
Tutte le minimoto finite nei
depositi giudiziari, infatti, non rispondono ai requisiti della Comunità Europea
in materia di emissioni elettromagnetiche e quando vengono accese disturbano le
frequenze degli apparecchi nelle vicinanze.
I rivenditori sono caduti dalle
nuvole, quando i militari hanno chiesto loro di esibire la documentazione CE
obbligatoria, o hanno mostrato documenti non conformi a quelli imposti dalla
Direttiva comunitaria 89/336/EEC sulla compatibilità elettromagnetica.
Un escamotage amministrativo?
Nemmeno per idea, perché la procura di Fermo, che dirige le indagini, ha già
nominato alcuni periti incaricati di valutare la loro sicurezza e non sono
escluse sanzioni penali.
Mentre i periti sono al lavoro,
la GDF ricerca
ora tutte le minimoto già nel frattempo vendute e sembra che non siano poche,
visto che i proventi delle vendite accertati corrispondono a 300mila euro. Per
quelle già rinvenute è scattata una segnalazione al ministero delle Attività
produttive, che potrebbe confiscarle.
Le prime ripercussioni sul
mercato di questi oggetti si avvertono già: l’importatore, un cinese residente
a Sant’Elpidio è stato denunciato e la sua attività bloccata.
Ad aprile nel porto di Genova,
sempre la Finanza
aveva sequestrato 4.463 moto contraffatte, anch’esse di fabbricazione, tutte
stipate in 13 container, e accompagnate da pezzi di ricambio. In questo caso
gli investigatori hanno accertato ben altro: per esempio che le minimoto sarebbero
state pagate dai rivenditori circa 50 euro, e sarebbero state poi rivendute a
299. Ora, le ritrovano anche a 199 euro.
Quelle vere, quelle in sella
alle quali non risultano essere state registrate morti, costano oltre 1.000
euro.
E a Bruxelles, che si dice?
Intanto il governo europeo ha mostrato un’estrema competenza in materia,
distinguendo subito tra le minimoto vere e le sorellastre fatte in Cina. Ma il
dato più importante è che ne è stata subito avvertita la pericolosità, visto
che la Commissione Europea
aveva deciso di monitorare il fenomeno fin dal 2005. Nel corso di quell’anno,
infatti, vennero registrati numerosi incidenti mortali, 5 dei quali solo in
Gran Bretagna: ma qui, Sua Maestà ha provveduto subito ed oggi chi le vende,
quelle non in regola, rischia la galera. Il 2006 si è purtroppo aperto
malissimo, con un episodio addirittura in Svezia, e con la morte del 14enne a
Giugliano.
La prima mossa ufficiale è
stata però quella duplice di informare i consumatori sui possibili rischi per
la propria salute e di porre precisi paletti a salvaguardia delle proprie
industrie dalla contraffazione dei prodotti. Il commissario europeo alla salute
Markos Kyprianou sta lavorando alla segnalazione sui rischi per i propri
consumatori giunta a Bruxelles da 14 diverse autorità nazionali, Italia
compresa.
La risposta è arrivata
immediata e la Guardia
di Finanza, con il suo formidabile apparato di Polizia Tributaria, ha ricevuto
il preciso mandato di fare chiarezza e soprattutto pulizia.
“È estremamente preoccupante il
numero crescente di mini-moto a basso prezzo sul mercato Ue: vengono concepite
- ha spiegato Kyprianou – per piacere ai giovani, per le loro piccole
dimensioni e per la loro velocità, ma non sono dei giocattoli e possono
uccidere”. La dimostrazione, l’ultima, ce l’ha data la piccola Valeria. (ASAPS)