OLTRENEWS.IT COMUNICATO STAMPA Provincia di Lecce Decine di segnalazioni dei
genitori allo Sportello dei Diritti l’abuso di alcolici dei figli Una nuova campagna contro
l’eccessivo consumo: stop alle pubblicità nocive, etichette dissuasive ed
avvertenze sui rischi per la salute sulle bottiglie Lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce, la
cui delega è stata assegnata all’Assessore Carlo Madaro, ha ricevuto decine di
segnalazioni da parte di genitori esasperati dall’eccessivo consumo di alcolici
da parte dei figli, determinato anche dalla scarsa informazione sui rischi
per la salute e dalla influenza negativa di pubblicità che invogliano il
consumo. Le lamentele sono conseguenza del comportamento dei giovanissimi
consumatori di tali sostanze: mattinate o giornate intere trascorse nel letto,
incidenti stradali che a volte si sono trasformati in vere e proprie tragedie,
piccole liti in famiglia. Lo “Sportello dei Diritti quindi lancia una campagna
contro l’abuso dell’alcol e propone alcune soluzioni che servano quantomeno a
ridurre il consumo di alcolici nelle fasce giovanili della popolazione. Una prima proposta sarebbe quella di vietare gli spot
sugli alcolici. Di seguito alcuni dati pubblicati di recente sul consumo
tra i giovani. Se si chiedesse a un gruppo di ragazzi di elencare quali
sostanze conoscono e quali ritengono potenzialmente dannose, pochi si
ricorderebbero di nominare l’alcol. Segno di una diffusa cultura, frutto
spesso delle abitudini familiari, che presenta l’alcol in modo ambiguo. Il
risultato è che, mentre da una parte si nota una stabilizzazione del consumo
medio pro-capite per la popolazione adulta, dall’altra si assiste a un
preoccupante incremento dell’uso o dell’abuso di bevande alcoliche fra i
giovani. In Italia ne fanno uso 800.000 under 16 e l’alcol rappresenta il
primo fattore di rischio per invalidità, mortalità prematura e malattia cronica
tra i giovani ed è la causa della morte di un ragazzo su quattro tra i 15 e i
29 anni. L’alcol, infatti, provoca direttamente o indirettamente il 10% di
tutte le malattie, il 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche. Ma
all’alcol si possono attribuire anche il 41% degli omicidi e il 45% degli
incidenti nonché il 9% delle invalidità e delle malattie croniche. Secondo
l’OMS i costi annuali, sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi
collegati all’alcol sono pari al 2-5% del prodotto interno lordo. In più
l’Italia ha il primato negativo dell’Unione Europea, visto che le prime bevute
si fanno già a 11 o 12 anni. Quanto basta per rendere l’alcol una delle
sostanze più dannose, se abusata. Ma come invertire questa tendenza? Se ne è
occupato uno studio, pubblicato sugli Archives of Pediatric and Adolescent
Medicine, che si è soffermato sul ruolo svolto dalla pubblicità di bevande alcoliche.
E non è un ruolo da sottovalutare. Una cosa non è in discussione, esordiscono i ricercatori
statunitensi: i giovani negli Stati Uniti sono sottoposti a molta pubblicità
sugli alcolici. Uno studio del Center on Alcohol Marketing and Youth, condotto
sui giornali nel 2003 ha riscontrato che i giovani tra i 12 e i 20 anni sono
stati esposti a pubblicità di birra in una misura del 48% superiore rispetto
agli adulti in “età legale” per bere, percentuali analoghe per altri
superalcolici, con un dato eclatante, 92%, per i cosiddetti alcopops, ossia
aperitivi in bottiglia o cocktail. Esaminando le riviste statunitensi emerge
poi che le pubblicità di alcolici appaiono più frequentemente nelle riviste a
target adolescenziale. E il trend è in crescita. Dal 1997 al 2001 c’è stata 1,6
volte più pubblicità per ogni milione di lettori tra i 12 e i 19 anni. Un trend
analogo si osserva, poi, anche nelle tv o alla radio. La domanda che si sono
fatti i ricercatori è: quanto le pubblicità condizionano l’approccio all’alcol
dei giovani? I produttori di bevande alcoliche, come già nel passato hanno
fatto le multinazionali del tabacco, hanno sentenziato che la pubblicità non
influenza il consumo di alcol tra i giovani. Ma mancano le conferme. Lo
studio cerca di colmare questa lacuna ed è di fatto la prima volta che un
campione longitudinale di giovani negli Stati Uniti è stato studiato. Ma come
si è svolto? Il team ha intervistato un campione di giovani tra i 15 e i 26
anni, quattro volte dal 1999 al 2001, suddividendo l’analisi in più fasi: 1872
adolescenti intervistati nella prima fase, 1173 nella seconda, 787 nella terza
e 588 nella quarta. In parallelo poi sono stati raccolti i dati riguardanti le
spese pubblicitarie effettuate su tv, radio e giornali. I risultati parlano chiaro. Più pubblicità corrisponde a
un maggior consumo di alcol. Negli ambienti presi d’assalto dai cartelloni pubblicitari, un
giovane di 25 anni arriva a consumare fino a 50 drink al mese. I risultati,
commenta l’editoriale, mettono in evidenza come, a fronte del parere dei
produttori, l’esposizione a un aggiuntivo messaggio pubblicitario sia correlata
a un aumento dell’1% del bere e analogamente ogni dollaro di pubblicità in più
porti a un aumento del 3% nel consumo minorile di alcol. L’aspetto vincente
della pubblicità sembra essere il messaggio di positività e di successo che ne
emerge. Due gli obiettivi perciò. Da una parte ridurre la facilità di accesso
dei giovani alle bevande alcoliche, per esempio con leggi più restrittive
sull’argomento o con l’aumento dei prezzi delle bevande, dall’altra ridurre
l’appeal dell’alcol sui giovani. E per farlo servono campagne mirate dei media.
Un’ulteriore elemento che potrebbe apportare consistenti
benefici in tema di riduzione dei consumi potrebbe consistere nell’inserire
nella etichettatura delle bottiglie di alcolici slogan dissuasivi e che
informino in maniera lapidaria e diretta sui rischi per la salute per i
consumatori, in particolare per le fasce più a rischio, tra queste i giovani.
Per le sigarette, secondo studi recenti, la nuova normativa ha comportato una
drastica riduzione dei consumi; è quindi giunta l’ora di provare anche con le
bevande alcoliche.
Lecce, 29 luglio 2006 L’Assessore al “Mediterraneo” con delega allo “Sportello dei Diritti” Carlo Madaro IL SECOLO XIX Alcolici banditi al motoraduno l’iniziativa a carcare Carcare. Caffè al posto della birra, aranciata invece del
vino. Non sarà un semplice raduno, il "primo moto incontro della
Valbormida" di oggi a Carcare, dedicato alla memoria del giovane Gianmaria
Genzano, morto in un incidente stradale a Savona. Sarà un raduno di centauri
senza alcool, da cui saranno bandite bevande e sostanze alcoliche, per volontà
degli organizzatori, il Comune, l’associazione per il tempo libero Blitz e gli
amici di Gianmaria che hanno deciso di prestare massima attenzione alla
sicurezza. Ed è per questo che oggi (alle 9.30 scatterà la manifestazione non
competitiva) gli organizzatori hanno annunciato che per il pranzo non saranno
serviti alcolici. (*) (*) Nota: infinite volte questa rassegna ha ospitato articoli che descrivevano motoraduni che dichiaravano la presenza di birra e vino “a fiumi”. Mi pare importante segnalare questa iniziativa, dove l’attenzione per la sicurezza ha portato gli organizzatori a decretare il bando delle bevande alcoliche. CORRIERE.IT VIALE SUZZANI Travolta e uccisa in moto da automobilista ubriaco Un semaforo non rispettato e l’impatto tremendo tra una moto guidata da una donna milanese di 35 anni e un’auto condotta da un peruviano di Lima di 45 anni, residente a Milano. Sull’asfalto, all’incrocio tra viale Suzzani e via Pianel, è rimasto il corpo inerme di Morena B., morta quasi sul colpo: i medici del 118 hanno tentato di rianimarla sul posto ma non c’è stato nulla da fare. Al sudamericano, invece, gli agenti della polizia locale hanno praticato l’etilometro: era in evidente stato di ebbrezza ed era già stato denunciato in passato per documenti falsi. L’incidente è avvenuto ieri sera verso le 20.30. Morena B. era in sella alla sua «Kawasaki» e percorreva il viale in direzione della periferia, Sesto San Giovanni. Lo straniero viaggiava in senso opposto, alla guida di un’Alfa 155. Poi, il non rispetto del semaforo da parte di uno dei due, la svolta a sinistra e lo scontro frontale. L’ADIGE Ad Anghebeni in Vallarsa le famiglie dei gruppi Acat di
Vallagarina e Montalbano In festa per dire no all’alcol di CORONA PERER Si sono ritrovati per dire no all’alcol, per ribadire che ci si può divertire senza dover necessariamente bere, che preoccupa lo sballo giovanile, che il bicchiere non facilita le relazioni interpersonali, e che è soprattutto... una questione di stile vita. Per la terza festa analcolica di Anghebeni, organizzata come di consueto dalle famiglie con problemi alcolcorrelati dei gruppi Acat di Vallagarina e Montalbano, sono arrivate oltre un centinaio di persone. In una giornata calda ma festosa, hanno condiviso esperienze e il gustoso pranzo preparato da Vigilio e Company. Quest’anno pasta con le"giughe", il tipico salametto di S.Lorenzo Banale, carne salada e fasoi, strudel, anguria, caffè. Alla fine una lotteria, per celebrare anche con il gioco un momento in cui le famiglie si scambiano scampoli di vita spesso dolorosa. È stata anche l’occasione per fare il punto su alcune recenti novità organizzative. Dopo l’apertura della nuova sede al centro civico del Brione, ormai funzionante in tutta la sua struttura, l’Acat è impegnato nel garantire reperibilità per tutte le persone che sentissero di essere in qualche modo toccate dal problema dell’alcol. Alla sede si può accedere liberamente, ricorda il presidente Franco Berlanda. Questi gli orari: lunedì (10-12), mercoledì e venerdì (17-19). Chi vuole può chiedere un incontro o programmarlo per telefono (0464/412496) anche lasciando un messaggio. Una novità importante riguarda la campagna radiofonica che verrà avviata sulle frequenze di Radio Italia per dare ulteriori informazioni sulla associazione. Preoccupano soprattutto il sempre crescente numero di sballi giovanili e i pericolosissimi mix di beveroni che vengono somministrati nelle discoteche. Ma a volte sono gli stessi giovani a confezionarsi i mix e a consumarli su un prato o in una festa privata, recandosi prima al supermercato e acquistando separatamente bevande alcoliche. «Vorremmo che si comprendesse che non è l’alcol che fa stare insieme, ma una relazione autentica di amicizia». Sono questi i valori che la festa analcolica di Anghebeni intende richiamare ogni anno sperando che le periodiche feste di valle non finiscano con il solito rituale di ubriacature e vuoti di bottiglie. Basta recarsi sul luogo di una festa il giorno dopo per capire come l’alcol sia la componente determinante dello stare insieme. «Ed è proprio questo lo stile sbagliato che vogliamo combattere mettendo in campo anche le nostre esperienze di vita» dice Franco Berlanda che da quando ha smesso di bere si definisce un uomo completamente nuovo che ha riscoperto la bellezza della vita. CORRIERE.IT Nei guai anche l’ufficio dello sceriffo che inizialmente
non aveva diffuso le frasi ingiuriose pronunciate dall’attore e regista Gibson ammette gli insulti antisemiti: «Mi farò curare» Dopo l’arresto per ubriachezza, la confessione: sono
alcolizzato da anni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Mel Gibson era stato arrestato per guida in
stato di ubriachezza l’altra notte a Los Angeles e tenuto in cella per cinque ore.
Quello che inizialmente non era però emerso, e si è saputo solo ieri (per
questo l’ufficio dello sceriffo è ora sotto accusa per insabbiamento) è che
Gibson aveva reagito al fermo con insulti antisemiti e gravi oscenità. In un
alterco, ha scritto nel suo verbale diffuso ieri dal sito di America On Line
Tmz.com l’agente James Mee, il poliziotto che ha fermato l’attore, Gibson ha
urlato «ebrei fottuti!», «gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del
mondo», e aveva poi chiesto all’agente: «Tu sei ebreo?». In cella, il divo ha
anche tentato di orinare sul pavimento. Poche ore dopo la diffusione delle accuse, l’attore ha
rilasciato un comunicato nel quale ammette di «aver fatto cose molto sbagliate
per le quali mi vergogno... ho agito senza autocontrollo, ho detto cose
disdicevoli che so essere false... combatto da anni contro l’alcolismo, sto
intraprendendo passi per far sì che un simile episodio non accada più». Gibson correva sulla Pacific coast highway a una velocità
di 120 km orari circa, il doppio del consentito, con un tasso alcolico di molto
superiore a quello legale. Nell’auto aveva una bottiglia di tequila e una di
bourbon mezza vuota. Scrive l’agente nel rapporto: «Al momento del fermo,
Gibson protesta: "La mia vita è fottuta" e si oppone al test del
tasso alcolico... Gli ho dovuto assicurare che se non avesse opposto resistenza
io non lo avrei ammanettato, ma si è rifiutato di salire sulla mia auto,
tentando di fuggire. Ho dovuto ammanettarlo e spingerlo a forza». A quel punto, gli insulti: «Vuoi fare il supereroe? Tu sei
un fottuto, sarò io a fotterti, rimpiangerai di avermi arrestato, sono il
padrone di Malibù e spenderò tutto ciò che ho per regolare i conti con te».
Quindi gli insulti antisemiti. Via radio, il poliziotto avvertì il sergente del
commissariato di Malibu. Questi filmò Gibson all’arrivo, suscitandone di nuovo
la rabbiosa reazione: «Tu, tette di zucchero, che cosa credi di vedere?»,
Gibson ha gridato a una donna poliziotto. L’attore - il cui padre, Hutton
Gibson, ha negato l’Olocausto e considera il Concilio Vaticano Secondo «un
complotto degli ebrei» e tutti i papi da Giovanni XXIII in poi «antipapi» - era
già stato accusato di antisemitismo all’uscita del suo film La passione di
Cristo , ma si era difeso fermamente e il successo del film sembrava aver
tacitato le polemiche. Difficile calcolare oggi le conseguenze che quest’ultimo
scandalo potrà avere sulla carriera di Gibson. Ma in un momento in cui Israele
è sotto assedio, e tutti gli americani sono invitati a denunciare il razzismo,
Hollywood potrebbe non perdonarlo. Ennio Caretto BRESCIA OGGI ODOLO Beve troppo e si schianta contro l’albero Intervengono a Odolo per rilevare un incidente e scoprono che
il conducente è alterato dall’alcol. Ubriaco al punto da non reggersi in piedi.
E’ accaduto alle 4.30 di ieri mattina. Una Ford «Focus»
stava percorrendo la provinciale in direzione del Passo del Cavallo che divide
Valsabbia con la Valgobbia, quando improvvisamente ha sbandato in curva finendo
contro un albero. Un urto violento con seri danni alla carrozzeria, ma lievi
conseguenze fisiche per il conducente, un ventiseienne lumezzanese che
viaggiava in compagnia di un amico pure lui di Lumezzane. La pattuglia della polizia stradale di Montichiari ha
appurato che il conducete era ubriaco. I poliziotti hanno così chiesto che in
ospedale il giovane valgobbino venisse sottoposto alla prova dell’alcol-test
che ha dato responso positivo. Tasso dell’1.75%, quasi quattro volte il limite
fissato dal codice della strada. Il giovane si è visto così ritirare dalla polizia la
patente di guida e decurtare dieci punti. Ha anche rimediato una denuncia
penale. In ospedale i medici hanno appurato che non aveva riportato lesioni. f.mo. IL GAZZETTINO (Udine) «Fate presto, c’è un’auto sui
binari ... Udine «Fate presto, c’è un’auto sui binari». Sono le 22.30 di
venerdì, quando la polizia raccoglie l’allarme di alcuni automobilisti.
Contemporaneamente il dirigente "movimento" della stazione
ferroviaria di Udine sgrana gli occhi davanti al monitor collegato alle
telecamere posizionate in corrispondenza del passaggio a livello: una macchina,
precisamente una Ford Fiesta, sta correndo sui binari seguendo il tracciato ferroviario
in direzione Venezia. È allarme. La linea viene interrotta e il personale della
Polfer raggiunge Pasian di Prato. L’auto è lì, bloccata sui binari, dopo aver percorso una
ventina di metri tra lo sbalordimento degli automobilisti e dei poliziotti. A
bordo c’è un cinquantenne friulano, R.S., in evidente difficoltà. Gli agenti lo
soccorrono e cercano di liberare i binari il prima possibile. La Fiesta viene
agganciata con un cavo al fuoristrada della Polfer e riportata in carreggiata.
Poi cominciano gli accertamenti di rito. A cominciare dalla prova
dell’alcoltest. Il tasso alcolico riscontrato dall’etilometro è
decisamente alto: 2,60, quando il limite è di 0,5 milligrammi. Il cinquantenne non ha potuto
rimettersi al volante della sua macchina. È stato accompagnato negli uffici
della Polfer e denunciato per guida in stato d’ebbrezza. La patente è stata
ritirata immediatamente e per tornare a casa ha dovuto chiamare i fratelli. La linea ferroviaria è rimasta interrotta per circa 25 minuti. In quel lasso di tempo a Udine non c’erano treni in arrivo o in partenza. L’ultimo convoglio era transitato alle 22.15, sul "binario dispari", un quarto d’ora prima che R.S. scambiasse il "binario pari" per la strada. CORRIERE ROMAGNA (Ravenna) Donna ubriaca al volante danneggia auto in sosta LIDO ADRIANO - Alle 14,30 di venerdì pomeriggio era già ubriaca e, alla guida di una Fiat Punto, ha seminato il panico per le strade di Lido Adriano, danneggiando alcune auto in sosta con grande rischio per i passanti. Una donna di 40 di origine ucraina, ma residente a Cervia in via Galvani, Nelli Mitina è stata arrestata dalla polizia venerdì pomeriggio a Lido Adriano con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e denunciata a piede libero per guida in stato di ebbrezza. Erano da poco passate le 14,30 quando alcuni testimoni hanno riferito al 113 di aver visto sfrecciare, in via Marziale, nel centro di Lido Adriano una Punto con una persona a bordo. L’auto sembra procedere a zig zag con rischi per l’incolumità di alcuni pedoni.In via Marziale la Punto è poi andata a sbattere contro tre auto, danneggiate pesantemente: si tratta di una Polo, una Peugeout 106 e una Lancia Y. Anche un cassonetto di Hera non è stato risparmiato dalla Punto, che appariva visibilmente senza controllo. Una volante di polizia, inviata sul posto, si è messa sulle tracce dell’utilitaria descritta da alcuni testimoni. Pochi minuti dopo gli agenti hanno notato una vettura simile parcheggiata vicino a un bar. Poco lontano, con le chiavi ancora in mano, c’era una donna che faticava a rimanere in piedi. L’ucraina è stata quindi portata in questura per accertamenti, ma purtroppo il suo comportamento non è stato dei più collaborativi. Una volta dentro gli uffici di viale Berlinguer la donna si è rifiutata di sottoporsi all’esame dell’alcol test e ha reagito con violenza ai tentativi del personale di polizia, poi ha anche assunto atteggiamenti autolesionistici cercando di ferirsi volontariamente.In un secondo momento in questura è giunto anche il convivente della donna che ha provato a calmarla e che ha portato alla polizia la patente dell’ucraina, visto che si trovava sprovvista di documenti. La patente, però, le è stata subito ritirata. Ieri la donna, dopo la convalida dell’arresto, ha chiesto i termini a difesa e il processo è stato rinviato a settembre. Nel 2005, per un episodio analogo, le era stata ritirata la patente per sessanta giorni. CORRIERE ROMAGNA (Ravenna) Etilometri di nuovo “in funzione” nel weekend Ravenna - Sono partiti già venerdì sera i controlli di Municipale e polizia nella zona di viale delle Nazioni a marina di Ravenna, in prossimità del quartiere Rivaverde. Rassicurante, al momento, il bilancio di venerdì con 19 auto controllate e nessun guidatore trovato positivo alla prova dell’etilometro. Anche se il grosso della concentrazione di visitatori è attesa per oggi e domani, quando tali controlli saranno nuovamente intensificati così come avvenuto nello scorso fine settimana.Alla Municipale e alla Questura si sommerà il controllo garantito dall’iniziativa della Polizia Stradale “Guido con Prudenza” sia a Marina di Ravenna che a Milano Marittima. IL MESSAGGERO (Umbria) VIAGGI PERICOLOSI Ubriachi in treno minacciano passeggeri con un
coltello di UMBERTO MAIORCA Viaggiare in treno è difficile non solo per orari e
coincidenze, ma anche perché, a volte, si possono fare brutti e spiacevoli
incontri. È il caso che è stato giudicato in tribunale e che ha per
protagonisti due passeggeri che hanno viaggiato senza biglietto sui vagoni
della Ferrovia centrale umbra. I due stranieri, visibilmente alterati
dall’alcol, erano saliti alla stazione di Sant’Anna di Perugia. Una volta
all’interno del vagone avevano subito iniziato ad infastidire delle ragazze.
Altri passeggeri erano subito intervenuti per allontanare i due. Ma questi
reagivano con minacce e insulti. All’arrivo del capotreno, inoltre, davano
ancora di più in escandescenze. Alla richiesta di mostrare il biglietto, infatti, si mettevano ad inveire, urlare e sputare sul controllore e sui passeggeri. Tanto che il controllore invitava i passeggeri a spostarsi in un’altra carrozza e anche lui lasciava perdere i due e si metteva al sicuro, lontano; non senza, però, allertare la polizia via telefono. Il convoglio si fermava a Ponte San Giovanni e i due stranieri decidevano di scendere. Sulle porte e sulla banchina, però, continuavano ad infastidire passeggeri e personale ferroviario. Uno dei passeggeri, a questo punto, ha spintonato uno dei due stranieri e quello ha tirato fuori il coltello. Ma non ha fatto in tempo ad usarlo perché dietro di lui c’erano gli agenti della Polizia, che hanno arrestato entrambi. I due, difesi dall’avvocato Michele Rotunno, sono stati rinviati a giudizio per minacce, ingiurie e porto abusivo d’arma. IL MESSAGGERO (Ancona) FILOTTRANO “Bravata” del ragazzino ubriaco: prende a picconate
l’ambulanza FILOTTRANO - Un minorenne di Filottrano deve essersi dimenticato del celebre detto “non sparate sulla Croce Rossa” e senza un evidente motivo ha preso a “picconate” un’ambulanza della locale Cri. Forse aveva alzato un po’ troppo il gomito e sotto l’effetto dell’alcool, l’altra sera, si è accanito con un attrezzo contro il mezzo sanitario, parcheggiato vicino alla sede dell’associazione. Il ragazzo non ancora maggiorenne ha provocato danni alla carrozzeria esterna dell’autolettiga e della questione sono stati investiti in un primo momento i carabinieri della locale stazione. Per evitare conseguenze spiacevoli al figlio si è fatto avanti il padre del minorenne che dichiarandosi dispiaciuto per quanto era avvenuto ha annunciato di volersi accollare tutte le spese di riparazione dei danni prodotti sull’ambulanza. Il caso si è quindi chiuso senza risvolti penali. La giustizia minorile infatti prevede l’estinzione della pena in caso di piccoli reati di cui il ragazzino subito si pente, ed i genitori si prestino a risarcire il danno. Come in questo caso. Va da sè che il ragazzino deve essersi preso una bella lavata di capo, sia per il gesto (attribuibile ad una sbronza davvero fuori età) sia per l’“assegno” che ha dovuto firmare il genitore. Pare qualche centinaia di euro. IL GAZZETTINO (Venezia) Firmata l’ordinanza contro alcolici e bottiglie di vetro Jesolo Il sindaco ha firmato l’ordinanza che prevede il divieto
della vendita delle bottiglie in vetro dopo l’una di notte e degli alcolici dopo
le cinque (*) da Largo Augustus a piazza Mazzini. "Rilevato - si
legge nell’ordinanza - che in Piazza Mazzini e zone limitrofe si registra
l’eccessivo consumo di bevande alcoliche da parte di giovani, anche minorenni,
che porta all’inevitabile conseguenza del manifestarsi di schiamazzi, in
particolare nelle ore notturne, tali da turbare la quiete pubblica ed è
accompagnato dall’abbandono, dopo l’uso, in strade, porticati e piazze di
bottiglie in vetro di bevande alcoliche; ". Il provvedimento sarà in vigore tutti i giorni fino al 18
settembre, per queste zone: in piazza Mazzini e nelle zone limitrofe alla
stessa individuate in via Nievo - tratto da via Pindemonte fino all’arenile,
via Aleardi - tratto da via Bafile a via Aquileia, via Vicenza - tratto da via
Aleardi a via Zanella, via Trentin - tratto da via Nievo a via Zanella, via
Bafile - tratto da via Aleardi a Largo Augustus, compresa la zona lato mare
fino all’arenile, via Zara - tratto da via Nievo a via Zanella, compresa la
zona lato mare fino all’arenile, via Volta - tratto da via Aleardi a Largo
Augustus, via Pindemonte - tratto da via Aleardi a via Campana, via Aquileia -
tratto da Largo Augustus a via Aleardi - e piazza Internazionale. (*) Nota: incredulo sono andato a cercare il testo
dell’ordinanza, e l’ho trovato (http://www.jesolo.it/events.asp?l=1&id=1993&idmen=135
). Il divieto di servire alcolici tra le 5 e le 6 del mattino appare una presa in giro: o le cose si fanno sul serio o è inutile farle. Dal momento che per questa gente il problema non è l’alcol ma solo il vetro delle bottiglie, tanto valeva limitare l’ordinanza solo al divieto di vendita delle bottiglie di vetro. IL MESSAGGERO ARICCIA Stop a mezzanotte: fraschette in rivolta di ENRICO VALENTINI
A due giorni dall’introduzione dei nuovi orari di chiusura
dei pubblici esercizi nel centro storico di Ariccia, monta la protesta dei
gestori di fraschette, bar e ristoranti costretti in piena stagione estiva a
cessare ogni attività a mezzanotte in punto, salvo una proroga di mezz’ora per
la serata del sabato. Letteralmente inferociti i gestori delle tipiche
fraschette che hanno fatto la fortuna commerciale del piccolo centro
castellano, obbligati adesso, a svolgere entro i venti minuti successivi alla
chiusura al pubblico le varie operazioni di pulizia dei locali e delle
attrezzature, come impone una corretta prassi igienica e le normative
sanitarie. Entro dieci giorni dalla notifica dell’ordinanza firmata
dal neoeletto sindaco Emilio Cianfanelli, i gestori dei pubblici esercizi
dovranno scegliere un orario compreso tra una fascia minima e una massima che
comunque non può sforare la mezzanotte. «Nonostante il contributo dato allo
sviluppo economico e all’occupazione dei residenti - sottolinea Fabiola
Leopardi titolare di una fraschetta al centro di Ariccia - continuiamo ad
essere considerati le cenerentole del paese. E’ troppo facile colpire nel
mucchio, mentre evidentemente il comune non riesce ad organizzare quei
doverosi controlli che risolverebbero alla radice il problema dei rumori e
dell’ubriachezza molesta e permetterebbe a centinaia di onesti lavoratori
di operare con maggiore tranquillità». Con l’ordinanza, già annunciata in campagna elettorale dal sindaco Cianfanelli, si tenta così di risolvere l’annoso problema del disturbo della quiete pubblica nel centro che interessa circa duemila residenti. «Occorre uscire da una situazione - spiega Cianfanelli- diventata con il tempo assolutamente insostenibile. Il diritto al lavoro dei commercianti è sacrosanto quanto il diritto al riposo dei duemila cittadini ai quali è stato letteralmente tolto il sonno. Con questa ordinanza vogliamo porre le basi per contemperare le esigenze di quanti sono parti in causa». In settimana, intanto, è annunciata una riunione operativa con vigili urbani, carabinieri e polizia chiamati a far rispettare un’ordinanza che prevede varie tipologie di multe: dai 516 ai 3098 euro, fino alla chiusura dei locali. COMUNICATO STAMPA Comune di Firenze Firenze, 28 Luglio 2006 DIPENDENZE, IN AUMENTO L’ABUSO DI ALCOL, CANNABIS E
COCAINA. L’ASSESSORE CIONI: "UN FENOMENO COMPLESSO CHE RICHIEDE UN
APPROCCIO CENTRATO SUL RECUPERO E L’INCLUSIONE SOCIALE" Oltre 1.800 persone per l’uso e l’abuso di sostanze
stupefacenti cui si devono aggiungere i quasi 800 soggetti con problemi legati
all’alcol. Sono questi i numeri degli utenti dei servizi territoriali
fiorentini per problematiche legate alla dipendenza illustrati oggi
dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della
Salute Graziano Cioni. Erano presenti anche i rappresentanti del Coordinamento
comunale dipendenze l’organismo che riunisce tutte le istituzioni pubbliche
(dal Comune all’Azienda sanitaria, dalla Prefettura al Provveditorato agli
studi) e i soggetti del privato sociale (come le associazioni, le cooperative e
via dicendo). Tra questi Paola Trotta del dipartimento dipendenze dell’Azienda
sanitaria fiorentina, Antonella Righini del nucleo operativo tossicodipendenze
della Prefettura, il presidente del Ceis Don Giacomo Stinghi ed Enrico
Palmerini del Progetto Arcobaleno. "Le dipendenze rientrano nel fine istituzionale della
Società della Salute - ha esordito l’assessore Cioni - ed è per questo che oggi
con le rappresentanze istituzionali e associative che operano in questa area
vogliamo dare un quadro esauriente di come affrontiamo le problematiche
emergenti ed alcuni dati di tendenze sul nostro territorio". Da una parte l’utenza dei servizi territoriali (ovvero 6
Sert di cui uno competente per Sollicciano) risulta stabile con una tendenza
all’aumento del consumo di alcol, cannabis e cocaina, pur mantenendo l’eroina
la centralità come sostanza di uso primario. Su un totale di 1.876 soggetti in
carico ai servizi fiorentini, di cui 1.526 maschi e 350 femmine, il 75%
manifesta uso primario di eroina, il 11% di cannabis ed il 10% di cocaina. I
nuovi casi sono 608 pari al 32% del totale degli utenti. Per quanto riguarda le
sostanze, la più usata tra gli utenti dei Sert è ancora l’ eroina, che conta
1.423 tossicodipendenti, la cannabis è all’ 11% mentre la cocaina sale al
10,3%,. Un dato più contenuto rispetto a quello nazionale (13,5%), come ha
evidenziato Paola Trotta dell’Azienda sanitaria che ha anche sottolineato come
la seconda sostanza d’abuso è una sostanza legale, ovvero l’alcol. "Sono
sempre di più sono le persone con problemi di abuso di alcol che si rivolgono
alle strutture: l’anno scorso 781 persone mentre sulla base di stime
epidemiologiche sul territorio fiorentino si prevedono 15mila persone con
problemi di alcool". A questi si devono aggiungere i dati relativi al carcere
dove la presenza di tossicodipendenti ha registrato nell’ultimo anno un deciso
incremento passando, a livello nazionale, dal 25% al 29% degli ingressi di cui
il 25% recidive. E i dati fiorentini, in questo ambito, sono emblematici:
"A Sollicciano - ha spiegato l’assessore Cioni - il 40% dei detenuti è in
carcere per problemi legati alla tossicodipendenza, cui si devono aggiungere le
50 persone ’ospiti’ presso l’istituto di custodia attenuata Gozzini e una
decina dell’istituto minorile Meucci. In tutto siamo sull’ordine di 450-460
persone. Un dato davvero preoccupante - ha aggiunto l’assessore - resto ancor
più grave dal fatto che un detenuto su quattro, dopo essere uscito, rientra in
carcere: tutto questo testimonia, una volta di più, la necessità di politiche
che puntino più sul recupero e l’inclusione sociale piuttosto che sulla
repressione". Tornando alla situazione sul territorio, molta attenzione
viene riservata anche alla popolazione giovanile. I servizi di prevenzione
messi in atto dal Comune insieme all’Asl e al terzo settore sono numerosi: nel
2005 sono stati contattati oltre 5mila ragazzi (1.300 in strada, 3mila in
occasione di concerti o di rave party o fuori dai pub, 590 nelle scuole e 500
presso il centro Java). Senza contare le consulenze e gli interventi
personalizzati (100), gli interventi di bassa soglia (100 contatti), il
reinserimento sociale e lavorativo (40 persone). I servizi hanno anche
effettuato una ricerca sull’andamento dell’uso di sostanze nella popolazione
giovanile attraverso interviste e questionari mirati su un target specifico di
giovani (un campione di 400 ragazzi tra i 14 e 26 anni rilevati in contesti
ad alto rischio come discoteche e rave party). Da questa ricerca,
ovviamente non rappresentativa dell’intera popolazione giovanile, si evidenzia un
uso elevato di alcol per il 98% degli intervistati, di superalcolici per
l’82%, di cannabis per il 78%, di cocaina per il 32%, di eroina per il 6,5%. Da
sottolineare anche che il 34% degli intervistati dichiara di utilizzare più di
una volta la settimana l’alcol, il 28% la cannabis, il 22% i superalcolici e il
4% la cocaina. L’andamento rilevato sui policonsumi evidenzia un uso frequente
di alcol, superalcolici e cannabis cui seguono gli stimolanti. Per quanto riguarda il luogo di assunzione è da rilevare
che oltre ai contesti di intrattenimento discoteche, concerti e via dicendo, la
percentuale più elevata degli intervistati riferisce di consumare
prevalentemente a casa propria (50%) o di amici (67%). "Un fenomeno - ha
aggiunto l’assessore Cioni - che richiede da parte dei servizi un ripensamento
degli interventi di prevenzione". Inoltre riferiscono che quando hanno
avuto problemi con le sostanze si sono rivolti quasi esclusivamente ad amici.
Anche l’area della marginalità è impegnata nelle problematiche della
tossicodipendenza ospitando 42 soggetti tossicodipendenti nelle strutture del
polo della marginalità che, insieme agli utenti inviati dai Sert nelle
strutture, rappresentano il 18% del totale. Infine i dati del nucleo operativo delle tossicodipendenze della Prefettura che mostrano come la maggioranza delle segnalazioni sono relative alla cannabis e crescono quelle relative alla cocaina. (mf) BRESCIA OGGI Massimo riserbo nell’inchiesta dei carabinieri. Restano in
carcere il barista 62enne presunto violentatore e le ragazzine che avrebbero
tenuta ferma la vittima Stuprata a 16
anni, l’indagine si allarga
L’ipotesi di minori convolti in un giro sesso-cocaina. Il procuratore Quaranta: «Genitori, controllate i vostri
figli» Un giro di «Lolite», di «ninfette», di ragazzine che
barattavano soldi o cocaina con prestazioni sessuali? Episodi circoscritti o la
punta di un iceberg? Saranno le indagini svolte dai carabinieri di
Sant’Eustacchio e coordinate dal pm Roberta Licci della Procura della
Repubblica e dal pm Nicola Castagnaro della Procura dei minori (fra i tre
arrestati ci sono una 15enne e una 16enne) a delineare i contorni della
squallida vicenda venuta a galla dopo la denuncia di una ragazzina con problemi
di epilessia che aveva cercato di uccidersi, dopo quella violenza sessuale subita
agli inizi dell’estate nell’ex deposito della Croce Rossa in via Malta a
Brescia due. In carcere L.L., noto barista di 62 anni con attività nel
centro cittadino e le due amiche della vittima che l’avrebbero tenuta bloccata
mentre il rapporto si consumava. Entrambe si difendono sostenendo che l’amica
era consenziente. Le indagini. La Procura ha imposto il massimo riserbo. Nulla deve
trapelare per non intralciare le indagini. Si deve capire se ci siano o meno
altre vittime e chi potrebbero essere i clienti di queste ragazzine. E quanti
minorenni che frequentavano lo stesso ambiente potrebbero aver accettato lo
scambio sesso-cocaina. Il sospetto è che qualcuno sappia e per paura di
ritorsioni o per vergogna preferisca il silenzio. Si fa appello alle famiglie e
agli stessi ragazzi affinché collaborino con gli inquirenti. Tra i
frequentatori del «giro» potrebbero esserci altri adulti, forse facoltosi. Da
qui l’ipotesi che qualche ragazza possa aver accettato di «vendersi» per avere
denaro da reinvestire in vestiti alla moda, nel cellulare dell’ultimo modello o
nel braccialetto da mostrare agli amici. Ipotesi e nulla più. Solo una pista. I tre arrestati. A Canton Mombello è rinchiuso il barista. Venerdì,
davanti al gip Roberto Spanò, è rimasto una decina di minuti per
l’interrogatorio di garanzia. Al suo fianco l’avvocato Alberto Scapaticci. Il
barista ha respinto le accuse e poi si è avvalso della facoltà di non
rispondere. Ha così fatto subito ritorno in cella. Al Beccaria di Milano sono
rinchiuse una quindicenne di origine slava e una sedicenne bresciana. «Ragazze
con problemi», fa capire chi indaga, «attirate dalla bella vita». Da capire
quale fosse il loro ruolo. Procacciavano giovani da avviare al «giro»?
Procuravano la cocaina? Il ricorso. I giudici del Tribunale del riesame hanno respinto
l’istanza di revoca della custodia cautelare in carcere presentata dai legali
delle minorenni. Le ragazze accusate di violenza sessuale, più una terza
ragazza risultata estranea, a giugno avevano incontrato la vittima al Luna
park. La ragazzina violata era fuggita dalla comunità protetta che la ospitava.
L’allarme. La vicenda ha generato allarme tra molti genitori
bresciani che hanno figli che frequentavano i protagonisti di questa squallida
storia. Il timore è che siano finiti nel «giro» della cocaina. Alcuni genitori
hanno chiamato anche ieri le forze dell’ordine chiedendo chiarimenti, o hanno
messo sotto torchio i figli. E di rapporto difficile tra genitori e figli parla
il procuratore capo dei minori Emilio Quaranta. «Troppi genitori non
sanno, non vedono. E troppi ragazzi oggi assumono dosi eccessive di alcol e
cocaina. Ogni giorno la polizia trova ragazzi alterati. E molte ragazze prima
di andare a ballare fanno uso di alcol e poi di cocaina». Cosa fare? «Punizioni. La famiglia deve riappropriarsi di un dovere
etico e morale, quello dell’educazione dei figli. Anche con punizioni corporali
(*) o divieti, sempre nel rispetto della legge. Qualche sculacciata ogni tanto
farebbe bene. Uso e non abuso, sia ben inteso. I pericoli sono presenti ogni
giorno». Il denaro. Emilio Quaranta accenna anche ai soldi. «I genitori
devono controllare i figli. Chiedere con che denaro sono stati effettuati certi
acquisti. Con che soldi si va a ballare. E’ molto importante instaurare un buon
rapporto con i nostri figli. Prima che sia troppo tardi. Sapere chi frequentano
e dove vanno quando escono di casa. Importante cogliere certi disagi, capire
perché il comportamento dei nostri ragazzi muta all’improvviso. O perché
cambiano le abitudini». Prostituzione. La vicenda venuta alla luce venerdì ha tra i
protagonisti una persona non più giovanissima. Il procuratore Quaranta calca la
mano. «Siamo di fronte ad un giovanilismo senile che fa paura e a degrado
adolescenziale. Sessantenni che vanno in palestra o fanno uso di farmaci per
sentirsi ragazzini e che avendo soldi credono di poter far tutto, di comprare
ogni cosa. Il fenomeno della prostituzione è sempre esistito anche a Brescia.
Anni fa, quando ero pretore, ho seguito vicende di ragazze di buona famiglia
che si vendevano sui viali per aver denaro, per fare la bella vita. Oggi alla
bella vita si unisce la coca. E sono disposte a tutto per la droga». Il contesto della vicenda è ancora da chiarire, come
conferma Quaranta: «Le indagini non sono concluse. Ma dagli elementi a mia
disposizione lo ritengo un episodio fortunatamente circoscritto». Franco Mondini (*) Nota: il procuratore capo dei minori che auspica punizioni corporali francamente non me l’aspettavo. Lunedì, 31 Luglio 2006 email
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