Nota: ogni tanto consentiteci di parlare un po’ di
noi. ...Con l’aranciata, naturalmente! CORRIERE DELLA SERA Sarebbero più pericolosi degli spinelli: provocano molti
più morti LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Inserire alcolici e sigarette fra
le droghe. È la richiesta rivolta, sulla base del numero delle morti causate da
questa sostanze, dal Parlamento britannico in un rapporto sulla politica del
governo di Tony Blair sulle tossicodipendenze. Politica che viene bollata come
«piena di incongruenze » e «inadeguata a raggiungere gli obiettivi». RICLASSIFICAZIONE - I parlamentari chiedono una classificazione delle
droghe a seconda dei danni che causano. Attualmente sono inserite in liste
contrassegnate dalle lettere dell’alfabeto: della lista A fanno parte le
sostanze per cui sono previste le sanzioni più pesanti, come l’eroina, mentre
la cannabis si trova nella lista C. Alcol e sigarette, secondo il rapporto,
dovrebbe essere inserite nell’elenco B, per dare all’opinione pubblica la piena
consapevolezza della loro pericolositá e dei danni che causano. (*) Mi sembra un dato interessante. Ricordo come, dal punto di vista scientifico, non vi siano dubbi che l’alcol vada inserito tra le droghe più pericolose (http://www.aicat.net/rapporto_del_prof_bernard_roques.htm ). IL MATTINO «Alcol e sigarette sono droghe» Londra. Fumare una sigaretta e bere un gin in un pub inglese? Si può rischiare l’arresto o una multa salata per uso di sostanze stupefacenti. È l’ultima richiesta rivolta, sulla base del numero delle morti causate da questa sostanze, dal Parlamento britannico in un rapporto sulla politica del governo di Tony Blair sulle tossicodipendenze. Insomma, bisogna inserire alcolici e sigarette fra le droghe, secondo i britannici. I parlamentari hanno infatti richiesto una classificazione delle droghe a seconda dei danni che causano. Attualmente sono inserite in liste contrassegnate dalle lettere dell’alfabeto: della lista A fanno parte le sostanze per cui sono previste le sanzioni più pesanti, come l’eroina, mentre la cannabis si trova nella lista C. Alcol e sigarette, secondo il rapporto, dovrebbe essere inserite nell’elenco B, per dare all’opinione pubblica la piena consapevolezza della loro pericolositá e dei danni che causano. La nuova classificazione delle droghe illegali in Gran Bretagna è stata chiesta dalla commissione parlamentare per combattere la recrudescenza delle intossicazioni soprattutto tra i giovani. Secondo i risultati dell’investigazione, l’attuale suddivisione delle droghe nelle tradizionali classi A, B e C non comporta una maggiore consapevolezza dei rischi connessi al loro consumo per la salute umana. L’ex ministro degli interni Charles Clarke aveva ordinato una revisione dei criteri che determinano la pericolosità delle droghe ingerite. Così, l’alcol e il tabacco dovranno essere inclusi tra le sostanze giudicate potenzialmente pericolose. Attualmente, la classe A elenca eroina, cocaina, ecstasy e altri potenti allucinogeni mentre la classe B si riferisce ai barbiturici e la classe C alla marihuana e ad una serie di tranquillanti. L’auspicata inclusione del fumo e degli alcolici servirà - secondo la commissione parlamentare - a distogliere molti giovani dal rischio di un’assuefazione che potrebbe provocare conseguenze catastrofiche a lunga scadenza. Molto più pericolose di quelle provocate dalle droghe leggere La progettata innovazione è stata commentata favorevolmente nei circoli accademici che da tempo hanno registrato la crescente diffusione dell’ubriachezza tra gli studenti di ambo i sessi. L.F. CORRIERE ROMAGNA (Rimini) Prima lo uccide poi rifiuta l’alcol test RIMINI - I suoi familiari hanno scelto una fotografia che
lo ritrae con lo sguardo serio e una chitarra in mano. È l’istantanea che più
di altre racconta la vita troppo breve di Fabrizio Uras, scooterista non ancora
diciannovenne, travolto da un’auto impazzita domenica alle 18 sulla
Marecchiese. E adesso, mentre gli amici e la famiglia si stringono nel dolore, si
fa strada il terribile sospetto che il conducente di quell’auto, una Mercedes
200, non sia stato sobrio. Alla pattuglia della polizia stradale che ha
rilevato il sinistro è sembrato che il conducente, un giovane albanese, fosse
alterato da alcol o altre sostanze. Gli hanno chiesto, subito, di eseguire il
test con l’etilometro, ma si è rifiutato. Accompagnato in ospedale è stato
sottoposto a un prelievo di sangue che accerterà le sue condizioni al momento
della tragedia. Solamente quando arriveranno i risultati si sapranno i capi
d’imputazione dell’automobilista. Oltre all’omicidio colposo potrebbe essere
denunciato per guida in stato di ebbrezza e per il rifiuto di sottoporsi
all’alcol test. Nel frattempo i familiari e gli amici ricordano un ragazzo
pieno di virtù, che dopo il diploma all’Iti Leonardo da Vinci stava aiutando il
padre Nicolino nell’attività di motonoleggiatore a Viserba e Torre Pedrera.
Fabrizio tra qualche giorno sarebbe dovuto partire in campeggio con il suo
gruppo scout. Quella vacanza è stata rimandata: i suoi compagni non se la sono
sentita di partire senza di lui, hanno preferito rimanere a Rimini per
portargli un ultimo saluto. Sono scossi, lo ricordano sempre sorridente ad
animare i giochi dei bambini più piccoli nel Clan degli scout. Hanno negli
occhi le immagini di Fabrizio con la sua chitarra in mano, quella che suonava e
che insegnava a suonare agli altri ragazzi della parrocchia, la stessa che
stringe in mano nella foto scelta per il manifesto funebre. Il ragazzo sarà
seppellito con la divisa da scout, al termine della cerimonia prevista domani
alle 16 nella chiesa di San Domenico Savio (Padulli) a San Lorenzo Monte. Stefania Parmeggiani CORRIERE ADRIATICO La polizia ha sottoposto il conducente dell’auto che ha
provocato lo scontro all’etilometro Nepi lascia la moglie Monica e due
figli piccoli. La Jeep a bordo della quale si trovava è volata
nella scarpata Finisce fuori strada, muore giovane di 35 anni MORESCO - Incidente mortale nel tardo pomeriggio di ieri
lungo la strada provinciale Valdaso, all’altezza del Vivaio Lauri. La dinamica,
ancora tutta da chiarire, è al vaglio degli inquirenti, in particolare della
polizia stradale, intervenuta sul posto. Per il momento, l’unica certezza è la morte di Giacomo
Nepi, restauratore di 35 anni, residente a Porto San Giorgio, insieme a sua
moglie Monica e ai suoi due bambini. L’ultimo compagno di viaggio che gli ha dato l’estremo
saluto è stato Tom, il suo cane. Secondo i testimoni oculari, l’incidente sarebbe stato causato
dal conducente di una Volkswagen Passat blu-notte, che ha compiuto un sorpasso
a dir poco azzardato su quella maledetta strada provinciale, già teatro di
tanti, troppi incidenti anche mortali. Voleva infilare, in un colpo solo, un trattore, una Fiat
Marea rosso bordeaux e tre motorini. Ma non ha fatto bene i suoi conti. Nella
direzione opposta sopraggiungeva, infatti, la Jeep con a bordo Giacomo, che non
era alla guida del mezzo. Il conducente della Jeep ha fatto appena in tempo a
schivare la Passat, prima di perdere il controllo dell’auto, che ha iniziato a
sbandare all’impazzata. Poi l’impatto cruento con la Marea che giungeva nella
direzione opposta, lo schianto e poi il volo nella scarpata. Giacomo, sbalzato fuori dall’auto, ha battuto la testa sul
lato frontale e non ce l’ha fatta. A poco è servito l’intervento degli
operatori del 118, che hanno tentato un’immediata rianimazione sul posto. Dopo pochi minuti hanno alzato le mani perché non c’è
stato più niente da fare. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia
Stradale, i Carabinieri di Fermo insieme ai Vigili del Fuoco. Allertata, l’eliambulazna dall’ospedale regionale di
Ancona ha sorvolato il luogo dell’incidente, ma non è atterrata. E comunque,
poteva ben poco, a Giacomo non era rimasto molto. Nel frattempo, è toccato agli agenti della Polizia
stradale ricostruire l’intricata vicenda. Già, perché la Passat dopo aver
causato l’incidente ha proseguito in direzione Valmir, salvo poi ritornare
indietro pochi minuti dopo, in preda all’angoscia, “ad una velocità pazzesca,
con le gomme che fischiavano” dice un testimone. A puntare il dito contro il conducente della Volkswagen,
che ha negato fino all’ultimo il suo coinvolgimento nella vicenda, sono stati i
tre ragazzini che, a bordo del motorino hanno subito il sorpasso fatale. “Era quell’auto, ne
sono sicuro - ci spiega uno di loro - ci ha sorpassato e poi ha proseguito
dritta, mentre dietro di noi si è alzato un polverone tremendo”. E’ quanto
hanno riferito anche i residente del luogo dopo aver visto questa immensa
nuvola di polvere. Quando questa si è abbassata, tutto si è fermato. E Giacomo
non c’era già più. Gli agenti, insieme ai soccorritori, sono stati più di tre
ore sul luogo dell’incidente per chiarirne la dinamica. Al conducente della
Passat, che fino all’ultimo ha negato un suo diretto coinvolgimento, la Polizia
stradale ha fatto anche il test dell’etilometro, e sembra che il risultato
non sia per nulla rassicurante. Dopo qualche minuto sono arrivati gli amici del ragazzo, insieme alla moglie disperata. La scena straziante ha commosso i moltissimi curiosi che si sono affacciati sul luogo dell’incidente. Dopo qualche ora Giacomo è stato portato via. Come pure i mezzi incidentati. CORRIERE ADRIATICO E’ allarme rosso tra le realtà medio-piccole ci battono
solo la Liguria con 225 “crash”ogni 100 chilometri e il Friuli che ne registra
144. La media nazionale viaggia sui 130 sinistri Ogni 900 metri d’asfalto scatta l’incidente. ANCONA - Un incidente ogni 900 metri d’asfalto.
Centoundici sinistri ogni 100 chilometri. Più che una regione, un autoscontro.
Gli ultimi dati Aci-Istat sono un pallottoliere senza fine: le Marche, con 7556
sinistri all’anno, sono all’ottavo posto nella classifica per numero di
incidenti automobilistici in proporzione all’estensione della rete stradale. Battiamo in volata la Campania (92 “crash” ogni 100 km di
strada) e per distacco il Piemonte (65). Passi per le regioni che l’auto, per
ovvi motivi, l’usano di meno (Trentino: 70). Allarme rosso, invece, se nel
confronto si scopre che nelle Marche, in media, avvengono più disgrazie
stradali che in Calabria (tre volte di più), Puglia, Sicilia e Abruzzo. Il
luogo comune della “guida selvaggia”, nel sud Italia, si sgonfia. E tra le
regioni medio-piccole ci battono solo le “nordiste” Liguria (225 incidenti ogni
100 km) e Friuli (144). La correlazione da sottolineare è quella tra il numero
degli incidenti per chilometro di strada, il grado di sviluppo economico della
regione e l’intensità del traffico: secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat,
elaborati dall’Associazione sostenitori amici polizia stradale, la
maggior parte dei sinistri avviene nelle giornate di tempo sereno. Con il sole
che illumina la strada a meraviglia, il piede di chi guida diventa
improvvisamente pesante. L’alcol è la causa di quasi la metà dei circa sette
mila decessi conseguenti agli incidenti stradali in Italia e rappresenta la
prima causa di morte per gli uomini sotto i 40 anni. Gli incidenti spesso
si verificano tra le 20 e le 24, solitamente nei weekend, nel raggio di pochi
chilometri da casa. La media italiana è di 130 sinistri stradali all’anno per
ogni 100 chilometri catramati. Il dato emerge dalla più recente elaborazione
dell’Osservatorio sulla logistica di “Due Torri”, operatore specializzato in
servizi logistici, realizzato su dati ufficiali di Aci e di Istat relativi al
2004. Attenzione: nel conto non sono calcolate le collisioni con danni limitati
agli autoveicoli o ad altre cose. Sono considerati soltanto quelli con danno
alle persone. In Lombardia gli incidenti con danni alle persone sono stati
46.798 e, poiché la sua rete stradale ha una lunghezza di 11.860 chilometri, il
numero degli incidenti per ogni 100 chilometri è di 395: la maglia nera. All’opposto della graduatoria vi è la Basilicata che, nel
2004, sui suoi 4.855 chilometri di strade ha avuto 741 incidenti: 15 ogni 100
chilometri. Il rapporto dell’Osservatorio punta l’indice sull’inadeguatezza
dell’estensione e della insufficiente manutenzione delle infrastrutture viarie.
L’Italia, paese europeo con la più alta concentrazione di auto, ha una rete
stradale non sufficientemente estesa e molto vecchia. “Le nostre strade -
dice Claudio Franceschelli, presidente di Due Torri - sono state quasi tutte
realizzate dall’immediato dopoguerra alla fine degli anni settanta e da
trent’anni non si costruiscono più autostrade. Anche la larghezza delle
carreggiate, progettate senza tenere conto dei futuri aumenti del traffico,
incide”. In condizioni atmosferiche ideali, in Italia, si sono verificati
174.471 incidenti pari al 76,8 per cento del totale, con 4.067 morti e 239.099
feriti. Con la pioggia, invece, gli incidenti nello stesso periodo sono stati
26.327, cioè l’11,7%, con 663 morti e 39.582 feriti. Con la neve la sicurezza
aumenta vertiginosamente: i sinistri scendono a 917. Facile: con la neve non si
circola. Il mese in cui si verifica il maggior numero di incidenti stradali è luglio (21.834), mentre giugno risulta essere il mese con la media giornaliera più alta (716). Raccomandazione per esodo e contro-esodo vacanziero: evitate il “fai da te”. L’associazioni italiana ricostruttori pneumatici raccomanda di controllare le gomme, rivolgendosi a un rivenditore specializzato. In caso di sostituzione dei pneumatici verificare sempre la piena corrispondenza con la carta di circolazione. Se si acquistano pneumatici, invece, ricostruiti scegliere esclusivamente prodotti omologati. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Barletta L’ADIGE Codice stradale: giro di vite per chi guida in stato di
ebbrezza e per chi vende alcolici ai minorenni La presenza degli autovelox sarà
segnalata
ROMA - Novità in arrivo per la sicurezza stradale: la presenza degli autovelox sarà segnalata trasformandoli in strumenti di prevenzione più che di repressione e si annuncia un giro di vite per chi guida in stato di ebbrezza e per chi vende alcolici ai minorenni. Intanto in occasione dell’esodo, Autogrill, con la collaborazione di volontari di Croce Rossa e altre organizzazioni, ha aumentato i presidi sanitari in 27 aree di sosta. Una sosta di viaggio, che ripristini le condizioni ottimali di conducente e vettura può, secondo il dossier del Censis presentato ieri a Roma, evitare il 60% degli incidenti in autostrada. «L’autostrada fa ancora paura» ha detto il segretario del Censis Giuseppe De Rita e questo nonostante il calo del 13,7% degli incidenti negli ultimi 5 anni e un calo del 24,9% degli incidenti mortali. «La sicurezza per gli italiani è importante» ha detto De Rita presentando il dossier dal quale risulta che l’incidentalità autostradale colloca l’Italia fra i paesi più sicuri, dietro a Francia e Danimarca. In generale, le province italiane meno sicure sono Milano e Roma (con rispettivamente 1.292 e 1.185 incidenti nel 2004 su autostrade e raccordi), quelle più sicure Taranto e Siracusa (rispettivamente 10 e 9 incidenti) ma in queste province i tratti autostradali sono meno. In occasione dell’esodo estivo (il periodo dove si ha il picco degli incidenti) aumenta l’impegno per la sicurezza sulla rete autostradale. E anche un mezzo come l’autovelox verrà utilizzato come strumento di sicurezza. La sua presenza, ha annunciato il prefetto Luciano Rosini, sarà segnalata per aumentare la sua funzione preventiva. Infatti sapendo di essere in presenza di autovelox gli automobilisti diminuiscono la velocità aumentando la sicurezza. Nel frattempo si annunciano tempi duri per chi guida in stato di ebrezza e chi vende alcolici ai minorenni. Saranno aumentate le sanzioni per chi guida in stato d’ebrezza e per chi vende alcolici ai minorenni. Il primo rischierà il sequestro del mezzo e il secondo potrà vedersi chiudere la discoteca o il locale. LA PROVINCIA DI COMO Brutta avventura per una coppia che si è fermata sulla
Novedratese credendo che il pedone avesse bisogno di aiuto BRIOSCO Si è scagliato sul cofano dell’automobile e ha
incominciato a menare pugni con una violenza inaudita. Tanto da sfondare, a
mani nude, il parabrezza. Attimi di terrore per una la coppia sull’auto: marito
e moglie hanno cercato di scappare, non prima di aver avuto la prontezza di
riflessi di sfilare la chiave. Così, quando l’uomo che li aveva affrontati ha
cercato di allontanarsi con la vettura, è rimasto a bocca asciutta. Ci sono
voluti sei carabinieri per riportare a più miti consigli l’ucraino clandestino
che, domenica mattina all’alba, ha tentato di rapinare una coppia di
cinquantenni di Briosco, di ritorno a casa dopo aver trascorso una serata a una
sagra nel Canturino. Un militare è pure finito all’ospedale di Giussano per
farsi medicare le contusioni riportate. La prognosi è di sei giorni. La coppia,
58 anni lui, 54 lei, operai, stavano percorrendo la Novedratese, che in
territorio di Briosco assume il nome di via Rossini, quando, poco dopo la
«Trattoria del ponte», in una zona isolata, si sono visiti parare davanti alla
loro Ford Focus un uomo che agitava le braccia. Hanno pensato che stesse male e
si sono fermati. Ma hanno cambiato idea quando l’hanno visto bene in faccia, trasfigurato
dall’alcool e dalla collera. Il marito, che era alla guida, ha cercato una
via di fuga ingranando la retromarcia, ma l’uomo, che era particolarmente
corpulento, si è gettato a peso morto sul cofano della vettura, tempestando di
pugni il parabrezza fino a sfondarlo. Inutile raccontare il terrore della
coppia, che ha cercato di fuggire scendendo dalla macchina: in un lampo di
lucidità, però, la donna è riuscita a sfilare le chiavi dal motorino di
avviamento e, tolto il cellulare dalla borsetta, a comporre il 112. Mentre
l’aggressore - Oleksandr Avramenko, 33 anni - si sedeva al posto di guida nel
chiaro tentativo di portarsi via l’automobile, arrivavano le tre pattuglie dei
carabinieri (Giussano, radiomobile e equipaggio in borghese). Intanto
l’ucraino, non trovando le chiavi, aveva incominciato a sfasciare tutto, in
modo particolare il cassetto del cruscotto (dove sperava evidentemente di
trovare la chiavi della macchina), divelto con un solo strattone. Avramenko è
comparso ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di Monza per il
processo direttissimo, accusato di tentata rapina, danneggiamento, violenza e
resistenza a pubblico ufficiale: è stato condannato a un anno (pena sospesa) e
600 euro di multa. E’ subito stato accompagnato a un centro di prima
accoglienza per essere espulso dal nostro Paese. Antonella Crippa AGIonline ESODO: POLIZIA STRADALE, 1 SU 10
NON SUPERA TEST ALCOL (AGI) - Roma, 31 lug. - Uno su dieci non supera i
controlli del tasso alcolemico. E’ quanto emerge dai dati diffusi dalla Polizia
di Stato nell’ambito della campagna 2006 "Guido con Prudenza, zero alcool
tutta vita", volta a sensibilizzare i giovani sui rischi legati alla guida
in stato d’ebbrezza. In tutto, i controlli degli agenti della Stradale, effettuati con etilometro o precursore nelle notti di sabato e domenica, hanno coinvolto 2.622 conducenti e hanno accertato 287 infrazioni per guida in stato d’ebbrezza. Monitorati soprattutto i litorali nelle vicinanze dei luoghi di divertimento: la riviera di Jesolo e Lignano Sabbiadoro, la riviera romagnola, e i litorali della provincia di Grosseto, della costa pontina e della costa Smeralda. Chi e’ risultato negativo al test dell’etilometro si e’ guadagnato un ingresso gratuito in discoteca: e’ successo a 470 persone. Mentre, per le note di demerito, 354 automobilisti si sono visti ritirare la patente: sono state registrate 953 infrazioni, di cui 125 per eccesso di velocita’. In totale, nelle notti di sabato e domenica, sono sfumati 3.852 punti dalle patenti di conducenti indisciplinati.(AGI) IL MATTINO Gli «enovacanzieri» ubriachi ma trendy CECILIA DONADIO Li vedi e li riconosci subito. Sguardo bovino di
sonnolenta vacuità, andatura caracollante in cerca di un lampione dove trovare
appoggio, perenne sorriso da amichevole pacca sulla spalla, naso paonazzo come
da scottatura al primo sole e aria decisamente svagata, stile rave party il
giorno dopo ovvero datemi un etilometro e faccio bingo! Sono i turisti del
vino, beata stirpe di Bacco che ha scoperto come sbevazzare 24/7 (sarebbe
tutto il giorno per ciascun giorno della settimana) e sentirsi troppo trendy,
troppo giusti, troppo fighi, inseriti in quel circolo di eletti che odorano,
assaggiano, interpretano, sputano (raramente perché, nonostante il vero
sommelier sorseggi appena il vino, loro, gli enoturisti, preferiscono
tracannarlo senza troppi indugi) per poi dare l’insindacabile giudizio di
esperti degustatori. Che suona sempre pressappoco così: hmm, hmm, buono...
dal retrogusto un po’ fruttato... Punto. Il che vuole dire: o assaggiano
sempre lo stesso vino oppure già dopo il secondo bicchiere intorcinano lingua e
palato, confondendo il Brunello col Gragnano. Poco male. Nemmeno gli altri
compagni di bevute sembrano andar troppo per il sottile e poi, da quando
anche il Papa Benedetto XVI è stato nominato «Sommelier Onorario»
dall’Associazione Italiana Sommelier (Dio solo sa perché) esibire il luccicante
tastevin d’argento (quella specie di tazzina appesa al collo da professionisti
dell’assaggio) è per loro una vera benedizione, il massimo del vippesco.
Tutte le riviste patinate considerano il turismo eno - nonché - gastro -
nomico, la vacanza del momento, quella delle superstar che vanno nel
Chiantishire, quella degli Sting che producono rosso firmato e numerato a ritmo
di musica, quella del rosso, di capelli, Mick Hucknall che produce direttamente
«Il Cantante» corposo Nero d’Avola dalle sue vigne in Val di Noto, quella dei
Dalla che magnificano il proprio «Stronzetto dell’Etna» (si chiama proprio
così), poche bottiglie di bianco genuino e ruspante. E poi andare per cantine
significa riscoprire le vecchie tradizioni italiane - dicono - abbinare
salutari passeggiate in campagna - aggiungono - vedere antichi borghi pieni di
storia - sostengono. Peccato che alla fine dell’estate il ricordo più
significativo di tanto colto girare sia un fegato a pezzi. (*) (*) Nota: questa giornalista ha del coraggio. IL MESSAGGERO Gravina, manette a un pedofilo chiamato “maiale” La polizia: non c’è collegamento con i fratellini. Ma
“Ciccio” in un foglio aveva indicato quel soprannome di DONATELLA LOPEZ GRAVINA DI PUGLIA (Bari) – «Non vi è alcun elemento che
consenta di collegare le accuse nei confronti di Laddaga alla scomparsa dei due
ragazzini». La questura di Bari commenta così l’arresto di un presunto pedofilo
avvenuto ieri pomeriggio a Gravina e frena ogni entusiasmo. A lui gli
investigatori sono arrivati dopo alcune dichiarazioni di due compagni di gioco
di Francesco e Salvatore Pappalardi, scomparsi da casa il 5 giugno. Gli amici
di Ciccio e Tore hanno contribuito, così, a fare luce su episodi che hanno
segnato forse anche altri minori del posto e magari a dare origine a un nuovo
filone di inchiesta che potrebbe ricondurre alla scomparsa dei due fratellini
di Gravina. La procura, quindi, ha accolto la richiesta inoltrata dagli investigatori
la scorsa settimana consentendo l’arresto di Francesco Laddaga, 37 anni, del
posto, con precedenti specifici, in paese soprannominato “il maiale”. Lo stesso
“maiale” a cui si riferiva Francesco in un biglietto ritrovato per caso da
mamma Rosa? L’uomo, secondo la polizia, avrebbe più volte indotto alla
prostituzione due ragazzini di 14 anni costringendoli, con ricatti o con
danaro, a rapporti sessuali orali. Ragazzini adescati per strada e obbligati a
seguire l’indagato negli anfratti del paese: nei pressi del ponte vecchio,
nelle grotte, nelle gravine e perfino in località vicine al cimitero. Laddaga
vive di lavori saltuari e spesso si ubriaca. Se Tore e Ciccio, come i
loro amici, siano stati o meno adescati dall’uomo è tutto da dimostrare. Se Francesco,
in particolare, il più grande dei due fratelli e per questo vicino per età alle
vittime del presunto pedofilo, sia diventato testimone inconsapevole del dramma
che vivevano gli amici, quindi teste scomodo, è un’altra ipotesi. Ma anche qui
non ci sono prove. Di sicuro l’uomo è stato sottoposto a un lungo
interrogatorio. Intanto a Gravina non si è mai smesso di cercare Francesco e Salvatore. Da circa dieci giorni sono giunti in paese cani del Corpo forestale dello Stato specializzati nella ricerca di persone finite sotto le macerie. Giornate in cui è si tornati a ispezionare le zone più impervie compreso il bosco comunale. Una mole di lavoro infinita per gli investigatori che non disperano di arrivare alla conclusione del caso. L’ARENA di Verona I commercianti perdono la battaglia contro Palazzo
Barbieri che aveva vietato la vendita di bevande e limitato l’orario di
apertura Uno a zero per il Comune. Il Tar del Veneto, infatti, ha
respinto il ricorso dei commercianti dello Stadio che avevano impugnato
l’ordinanza del sindaco Paolo Zanotto con la quale il primo cittadino vietava
la somminitrazione di bevande in occasione delle partite di calcio e limitava
l’orario di apertura degli esercizi commerciali. Si trattava delle controverse ordinanze, notificate lo
scorso aprile, che il Comune aveva adottato in seguito alle misure predisposte
dal ministero dell’Interno nella lotta contro la violenza negli stadi.
L’iniziativa era stata sollecitata, per motivi di ordine pubblico anche dal
questore. L’ordinanza del Comune che vietava la somministrazione di
bevande alcoliche in occasione di eventi sportivi e che limitava l’orario di
apertura degli esercizi comerciali, era stata impugnata davanti al tribunale
amministrativo regionale, che però ha dato torto ai commercianti. Il Tar, nel rigettare il ricorso dei commercianti del
quartiere Stadio, osserva che le ordinanze del sindaco erano dettate «a tutela
dell’incolumità pubblica», e, quindi, appaiono giustificate. «Il loro
contenuto», scrive il giudice amministrativo, «appare idoneo quanto meno a
limitare, se non ad impedire, scontri e violenze tra facinorosi, in occasione
di incontri calcistici». Le ordinanze, ribadisce il Tar del Veneto,
«corrispondono a concrete esigenze di sicurezza pubblica, cui le attuali misure
ordinarie non sembrano in grado di porre rimedio, salvo estendere stabilmente
le aree di sicureza limitrofe agli stadi, escludendone le attività economiche,
con ben maggiore pregiudizio», si sottolinea, per i ricorrenti». L’ordinanza emessa dal sindaco lo scorso 21 aprile, in
occasione della partita Hellas Verona - Torino, vietava la vendita di alcolici
dalle 11 alle 19, all’interno dello stadio, nel piazzale circostante e negli
esercizi pubblici che si trovano nelle vie Nascimbeni, delle Coste, Albere,
Bastione ferrovia, San Marco e Camuzzoni. Il provvedimento vietava, all’interno dello stadio, anche
la vendita di altre bevande in contenitori di vetro e alluminio. Inoltre, i
venditori ambulanti dei vari chioschi solitamente aperti durante lo svolgimento
della partita di calcio, dovevano liberare l’anello esterno dello stadio entro
le 16.45. La terza sezione del Tar del Veneto, osserva, inoltre, che «opportunamente i provvedimenti di riferiscono a determinati incontri» e che «le limitazioni stabilite appaiono proporzionate nel bilanciamento degli interessi» BRESCIAOGGI GLI INTERVENTI Parolini assicura: «La Provincia lavora sulla prevenzione»
Turbamento di fronte alle tragedie della strada, ma
riamane la consapevolezza che è giusto continuare con la prevenzione. Mauro
Parolini, assessore provinciale ai lavori pubblici, conferma: «le campagne di
informazione condotte dall’amministrazione provinciale daranno i loro frutti».
Informare per limitare al massimo tragedie come quelle di domenica che ha visto
la morte di tre giovani, «ma c’è bisogno della collaborazione di tutti -
ricorda Parolini - giovani, istituzioni e locali notturini». Limitare il consumo di alcool, almeno per chi si mette
alla guida. Si muove su questo piano l’ultima iniziativa proposta dalla
Provincia in collaborazione con i maggiori locali del Garda tra cui compare anche il Fura, la
discoteca da cui tornavano i ragazzi di San Polo che hanno perso la vita
domenica mattina. «Proseguiremo anche a settembre con altre discoteche come
Mazoom e Dehor - ribadisce Parolini - cercando di attirare i ragazzi e premiare
chi non beve con un ingresso gratuito». Tra le altre c’è anche il progetto di
trasporto con pullman: si parte da Toscolano e si arriva a Lazise fornendo ai
giovani un servizio che riesca a coprire le principali discoteche del lago. Le raccomandazioni rimangono le stesse per tutti, meglio
non bere se ci si mette alla guida, cercando comunque di mantenere una velocità
che consenta manovre in sicurezza. «L’obiettivo e quello di creare la giusta
mentalità soprattutto per il sabato notte - sottolinea Parolini - altrimenti tutte
le iniziative che prendiamo rischiano di non essere efficaci. Si potrebbe
anche considerare l’ipotesi di vietare la vendita di super alcolici nei locali
notturni». Convincere senza spaventare, questo l’imperativo di
Parolini che non crede nelle campagne pubblicitarie (come quelle promosse
recentemente dal governo francese) che mostrano i raccapriccianti effetti degli
incidenti. «Dobbiamo puntare sul ragionamento - dice - campagne pubblicitarie
come quelle francesi potrebbero generare rifiuto e assuefazione, se non
addirittura senso di sfida». Fondamentale in questo senso il coinvolgimento delle
scuole. «Da settembre cercheremo di raggiungere di più gli istituti superiori
lavorando in collaborazione con l’associazione famigliari delle vittime della
strada - annuncia Parolini - e intensificando gli incontri con medici e tecnici
che spieghino i pericoli della guida in stato di ebbrezza». La sicurezza dipende anche dalle infrastrutture. «Stiamo spendendo
50 milioni di euro all’anno per migliorare le strade - commenta Parolini -
l’aumento delle rotonde ha portato, negli ultimi anni, ad un calo
signigficativo degli incidenti». Secondo l’assessore, fino ad ora, la Provincia ha messo in
sicurezza circa 130 incroci periocolosi e prevede di migliorarne altri 80 nei
prossimi tre anni. Sono previsti circa 120 cantieri grandi e piccoli. Tra le
priorità dell’assessorato ai lavori pubblici: la realizzazione della rotonda
del «Ciochet» a Iseo (da settembre in poi), due rotatorie alla Mandolossa (con
l’inizio dei lavori stimato primadella fine dell’anno), una nella zona
dell’Agricar di San Zeno e la messa in sicurezza della «Croce dei Vignali»
sulla Sp 4 tra Bedizzole, Lonato, Padenghe e Calvagese. f.ap. CORRIERE ADRIATICO Duro intervento di Michael Johnson LONDRA - La notizia della positività al testosterone di
Justin Gatlin, coprimatista del mondo dei 100 metri assieme al giamaicano
Powell ha sconvolto il mondo dello sport anche perché ha seguito a breve
distanza quella, molto simile, della positività del ciclista Floyd Landis,
anche lui americano, anche lui positivo al testosterone. Le giustificazioni addette dai due atleti sono state
smontate in un batter d’occhio dagli esperti. Landis ha dichiarato che la
sua positività potrebbe dipendere da un farmaco che lui assume da anni per
un’altra patologia, e dalle due birre e dai quattro whisky da lui bevuti la
sera prima della tappa di Morzine, poche ore dopo una cotta colossale. A parte
l’assurdità di questa tesi, che vedrebbe Landis vittima di una crisi epocale
fino alle ore 17, poi a cena con gli amici in albergo durante la quale beve due
birre e quattro whisky, e il giorno dopo infine autore di un’impresa unica nel
ciclismo moderno, gli esperti hanno comunque sottolineato che due birre,
quattro whisky e una pasticca non sarebbero minimamente sufficienti per fargli
raggiungere livelli di testosterone come quelli riscontrati nelle sue urine. Per quanto riguarda Gatlin è stata chiamata in causa una pomata, somministrata forse in modo “doloso” e anche in questo caso una medicina, che Gatlin assumerebbe da anni per un’altra patologia, ma anche in questo caso gli esperti sono stati chiari: non è possibile che una combinazione del genere abbia un simile effetto sul testosterone. Riguardo a Gatlin va registrata una significativa presa di posizione del primatista del mondo dei 200 e dei 400 Michael Johnson: “La scusa dell’allenatore Graham è vecchia e non sta in piedi. Non è credibile, anzi visto che parecchi atleti da lui allenati hanno avuto guai con il doping bisognerebbe sospenderlo a vita, ma purtroppo non c’è nessuna regola...”. E’ durissimo il commento di Johnson dopo le scuse del tecnico di Justin Gatlin, che aveva tentato di scagionare il suo assistito dicendo che aveva usato una pomata al cortisone. “Finchè non ci libereremo di gente come lui ci saranno sempre atleti imbroglioni - ha continuato Johnson - Gatlin dovrà essere squalificato a vita meno che non dimostri di essere stato ingannato”. CORRIERE ADRIATICO Otto mesi a Riccardo Garbati e Alessandro Dubbini.
Tensione dopo la lettura della sentenza ANCONA - Otto mesi di reclusione per i reati di lesioni
volontarie e resistenza a pubblico ufficiale. E’ la condanna inflitta ieri dal
giudice Zagoreo a Riccardo Garbati e Alessandro Dubbini, i due giovani
anconetani che sabato sera hanno picchiato davanti a un bar di piazzale
Camerino un innocente padre di famiglia, senza neanche impietosirsi per il
fatto che fosse insieme al figlioletto di tredici anni. La vittima del
pestaggio, un quarantenne di Morciano di Romagna, ancora deve capire il perché
di quei pugni. Era ad Ancona per ristrutturare l’appartamento di un parente e
dopo cena era uscito con il figlio per prendersi un caffè. Purtroppo per lui,
da quelle parti incrociavano Garbati e Dubbini, entrambi su di giri per
l’alcol. Pare avessero brindato all’approvazione dell’indulto, una legge di
cui avrebbe beneficiato Dubbini, attualmente in regime di affidamento in prova
ai servizi sociali. Poliziotti e carabinieri, chiamati da alcuni vicini, sono arrivati in tempo per bloccare i due autori dell’aggressione. Ieri mattina, durante l’udienza di convalida dell’arresto, Dubbini e Garbati, anche attraverso i familiari, hanno chiesto scusa al muratore picchiato dicendosi disponibili anche a un risarcimento. Ieri i loro avvocati, Cinzia Molinaro dello studio Scaloni e Mimmo Liso, hanno scelto la via del giudizio abbreviato, che consente uno sconto di pena, cercando fra l’altro di dimostrare che non c’era stata resistenza dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. E qualche storia tesa, con parole non proprio gentili contro le forze dell’ordine, c’è stata anche dopo la lettura della sentenza, senza però che la situazione degenerasse. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO carosino Fanno ancvora discutere i lavori nel centro
cittadino e i disagi conseguenti CAROSINO «Sagra del vino, che fine hai fatto?» La domanda
se la pone Cataldo Alba, presidente del Circolo di An di Carosino, il quale
criticato l’azione della maggioranza di centrosinistra attraverso una serie di
considerazioni e coglie l’occasione per bacchettare anche l’opposizione ...
attuale. «Siamo alle soglie della sua quarantesima edizione della sagra. Tale
manifestazione meriterebbe ben altra attenzione. Manca ancora oggi quel battage
pubblicitario che dovrebbe promuovere la sagra , portando a conoscenza dei
vacanzieri, non solo nostrani, gli spettacoli programmati, e che dovrebbe
conferire quella caratura di evento estivo che tale manifestazione merita. Per
non parlare poi delle opere pubbliche e degli interventi relativi alla piazza,
partiti in ritardo e che potrebbero mettere seriamente in discussione la
riuscita dell’intera manifestazione enologica (*). Chiedo all’Assessore ai
lavori pubblici i motivi del ritardo della consegna delle opere tanto
proclamate in campagna elettorale, senza preoccuparsi dei disagi creati ai
cittadini e alle attività commerciali presenti nella zona. Sono sotto gli occhi
di tutti i risultati piuttosto modesti delle ultime edizioni della sagra -
compresi gli eventi canori di Dalla e Giorgia poi miseramente falliti-. Per
evitare il replicarsi di tali risultati, suggerisco un vecchio progetto per
ridare splendore alla festa di Bacco: l’istituzione di un comitato di gestione
indipendente che organizzi l’evento che nel passato ha esportato il nome stesso
di Carosino anche a livello regionale». Poi Alba entra in merito all’ultimo
consiglio comunale e alle presunte differenzazioni tra l’opposizione di ieri e
quella di oggi. «Grazie all’intervento dell’opposizione sono stati bocciati
alcuni punti come «l’adozione di un piano di lottizzazione in via De Gasperi
sovradimensionato e uno schema di convenzione per opere di urbanizzazioni a
scomputo degli oneri concessori. La fragilità della maggioranza di centro
sinistra è stata palese già dalle sue prime mosse; ed è proprio questa
prospettiva che sembra, per ora, funzionare da collante all’interno del gruppo
di minoranza "Carosino che Rinasce", sopendo conflitti, contrasti ed
ambizioni emergenti. Penso che alcuni personaggi, oramai lontani dalla massima assise,
si siano fatti annebbiare le idee dall’indigestione di presunzione che hanno
fatto nelle passate amministrative; forse un po’ di sano digiuno non
guasterebbe! Ha fatto bene il sindaco Sapio quando, seppur con imbarazzo, a
seguito di alcune dichiarazioni del gruppo di minoranza attuale, ha
sottolineato la nobile opposizione della Casa delle Libertà perseguita nei
cinque anni precedenti, che ha sempre lavorato con attenzione offrendo, con le
moltepl
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