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Notizie brevi 04/08/2006

L’ultimo saluto a Daniele Donati, 43 anni, referente Asaps di Bagni di Lucca e vice comandante del distaccamento

Tante, tantissime persone, gli hanno reso omaggio a Fosciandora, in Garfagnana, dove viveva insieme alla moglie ed al figlio
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(ASAPS) A Fosciandora le auto fanno fatica a salire. Alla frazione di Lupinaia, poi, nemmeno ci arrivano e chi decide di avventurarsi sui tornanti che portano fino al cocuzzolo deve rassegnarsi a farlo tutto in prima.
Le macchine sono costrette a fermarsi alla prima ed unica piazzetta, e quando la gente scende sente l’aria del mare che accelera col vento sulle montagne a picco della Garfagnana e che riempie i polmoni di salmastro misto a castagno.
Una sensazione di libertà assoluta, che pochi luoghi ancora sanno dare.
È qui che aspettiamo Daniele per l’ultimo saluto. È qui che aveva trascorso i primi anni della sua vita e dove aveva deciso di tornare, anche dopo aver avuto la possibilità di “scappare” da quella prigione di boschi, proprio come erano scappati in tanti per cercare fortuna.
In Corsica, a far carbone, in America, in Argentina o in Belgio, dove era nato perché il babbo aveva scelto di giocarsi la propria chance in miniera. Dalla loro Marcinelle, la famiglia Donati tornò in Garfagnana e Daniele crebbe giocando nelle sconfinate faggete.
A salutarlo, ieri, c’erano almeno un migliaio di persone, che in un silenzio così assoluto da essere irreale, così intenso che il rumore del vento quasi ti assordava, sono rimaste fuori della chiesetta di montagna.
Si sono aperte solo al passaggio del feretro, arrampicato a spalla dai suoi ragazzi sul selciato ciottoloso della mulattiera.
Provati, dal dolore e dalla fatica, sono rimasti in apnea per non rompere il silenzio col fiatone.
Siamo rimasti quasi tutti fuori, a carpire le poche parole sacre alle quali il vento consentiva di raggiungerci, ad aprire all’unisono gli ombrelli, centinaia, quando i singhiozzi del cielo burrascoso si trasformavano in pianto.
Il pianto di un carabiniere amico che non regge e lascia la chiesa.
Quel maresciallo comandante è l’icona di ciò che aveva riempito in vita Daniele Donati e del vuoto che ora c’è attorno a lui. [Lo.Bo.] (ASAPS)

© asaps.it
Venerdì, 04 Agosto 2006
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