(ASAPS) BERNA (SVIZZERA) – Il dato di partenza è
incoraggiante, ma sulla salute e sulla vita dei bambini non si scherza. Per
questo motivo l’UPI, l’Ufficio Svizzero per la Prevenzione degli Infortuni
(vera e propria fucina di notizie) ha portato avanti una serie di campagne per
sensibilizzare la gente a indossare un elmetto protettivo in sella alla bici, e
soprattutto a farlo indossare ai più piccoli. I risultati- ottenuti grazie alla
partecipazione della Cassa Nazionale Svizzera in caso d’Incidente (SUVA), sono
stati piuttosto incoraggianti, e se nel 1998 ne facevano uso il 14% dei
ciclisti, oggi la percentuale di amanti dei pedali che si protegge è passata al
39%, con una constatazione aggiuntiva che rende particolarmente orgogliosi gli
artefici del progetto di securizzazione e tutti coloro che vi hanno in qualche
modo preso parte: il casco non viene messo solo per fare sport, ma anche
nell’uso di tutti i giorni, anche per piccoli tragitti, come raggiungere il
posto di lavoro, un supermercato o la scuola. Ed a proposito di educazione,
l’orgoglio più marcato giunge proprio sul fronte degli studenti, visto che gli under
14 sono quelli che hanno risposto meglio allo stimolo dell’UPI: se nel
1998, quando è cominciata la campagna, il baschetto era indossato dal 30% di
bambini e ragazzini, nel 2005 la percentuale è cresciuta fino al 56%. Giubilo?
Nemmeno a parlarne, ed a parte una considerevole iniezione di fiducia, il
bicchiere è considerato in Svizzera ancora mezzo vuoto: alla constatazione dei
risultati più che brillanti è seguita quella negativa che “la metà dei bambini”
non fa uso del casco. Allora l’ufficio demoscopico dell’UPI ha effettuato una
ricerca ed ha accertato che l’85% degli svizzeri si dice favorevole
all’obbligatorietà del casco per i bambini. Da qui a formulare una proposta di
legge il passo è stato breve. Lo studio è divenuto più accurato e gli
specialisti hanno lavorato alla figura dell’utente della strada bambino, che si
inserisce in un contesto viario da “debole”. Le facoltà cognitive e quelle
motorie sono ancora acerbe, e il suo noviziato nel traffico lo rende
particolarmente esposto al rischio di un incidente.
Discorso a parte meritano gli adulti, che sembrano non
accettare di buon grado l’imposizione dell’elmetto sui pedali: il timore è che
imporlo per legge comporterebbe un rifiuto verso la bici e un graduale ritorno
ad altri tipi di veicoli, con effetti deleteri anche per l’ambiente. (ASAPS)
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