| Un cartello stradale "criptico". Davanti a segnali del genere
è normale provare una certa confusione |
Cartelli
invisibili, deteriorati o contraddittori. Ma anche abusivi o con troppe
indicazioni. Una volta su tre sono cause di incidenti, spesso gravissimi.
Perciò bisognerebbe intervenire subito con nuove leggi e un pacco di miliardi.
Nello scorso weekend, quello del primo esodo verso i luoghi di villeggiatura,
sono state 49 le vittime di incidenti
stradali. Un dato in aumento, rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno, quando sulle strade hanno perso la vita 36 persone.
Sembra quasi che l’effetto benefico portato dalla patente a punti stia
svanendo. E il numero delle vittime lo conferma. Di chi è la colpa?
La distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza sono
sicuramente cause importanti, ma rappresentano solo il 40 per cento dei motivi
di incidente. Il 30 per cento dipende dalla manutenzione delle strade e un
altro 30 per cento da come è disegnata, realizzata e segnalata la rete.
Queste le conclusioni di uno studio effettuato da un pool di tecnici di 30
università italiane per conto della Società italiana di infrastrutture viarie
(Siiv). Come dire che non è sempre colpa dell’automobilista se succede un
incidente, anzi, il più delle volte a causarlo è una disfunzione strutturale, o
un’indicazione sbagliata.
«In Italia oltre il 30 per cento dei cartelli stradali sono fuori legge o da
sostituire perché deteriorati» dicono dal Touring club italiano. Secondo
una ricerca sulla segnaletica commissionata dal Touring all’ufficio studi della
Fondazione 3M, solo l’8 per cento delle indicazioni stradali è stato sostituito
o portato a norma negli ultimi anni. «Il degrado dei materiali, il
posizionamento errato e simboli non previsti sono sicuramente causa di
incidente perché creano confusione nel guidatore» prosegue Ruozi. Per non
parlare di quei cartelli che sono nascosti da cespugli o forniscono messaggi
contraddittori o sono illeggibili perché coperti da altre indicazioni.
«Tra frecce, pannelli e segnalazioni di vario genere in Italia ci sono oltre
12 milioni di cartelli» calcola Giordano Biserni, ex ispettore della
polizia e oggi direttore del sito www.asaps.it, il portale della
sicurezza stradale. «Questo sovraffollamento causa in chi guida una sorta di
indifferenza e i segnali, invece che essere d’aiuto, vengono ignorati».
Per Biserni la gente procede a senso, perché conosce le strade che
abitualmente percorre. «È per questo che avvengono gli incidenti quando in
città viene cambiata la viabilità o in vacanza ci si trova in situazioni
diverse da quelle conosciute».
A dettare le norme su come dovrebbero essere collocati i cartelli stradali c’è
il regolamento di attuazione del Codice della strada. «Ma quasi sempre viene
disatteso» dice Ruozi «basti pensare che i segnali turistici gialli sono fuori
legge da almeno tre anni. Dovrebbero essere marroni con scritte bianche e il
giallo dovrebbe essere utilizzato per indicare i cantieri in autostrada. E
invece quanti ce ne sono? Migliaia».
Per il presidente del Touring club italiano mancano un censimento dei
cartelli stradali e una razionalizzazione degli stessi. Molto spesso
succede che vengano aggiunte nuove indicazioni e non rimosse quelle vecchie,
per non parlare di tutte quelle aziende, alberghi e ristoranti che mettono in
strada segnalazioni abusive. Su ogni sostegno dovrebbero esserci al massimo
sei indicazioni, invece sono sempre molte di più.
Questo genera in chi le deve leggere uno stato ansioso e una conseguente
distrazione o un repentino rallentamento del veicolo che può essere causa di
tamponamento. «Per ovviare a questi problemi» dice Ruozi «in collaborazione
con il centro studi della Fondazione 3M abbiamo creato il progetto Arianna:
un appello rivolto alle amministrazioni locali, con lo scopo di dare un
assetto più chiaro ed efficace ai segnali».
Una cattiva segnaletica, oltre a essere causa di incidente, ha un negativo
impatto ambientale, rappresenta un serio problema per il turista e
un’opportunità mancata di promozione del territorio. Quindi per Ruozi
bisogna «installare meno cartelli nei centri storici, diminuire l’impatto
visivo di quelli esistenti mettendone di più piccoli, eliminare l’effetto
labirinto». Spesso è impossibile uscire da una città o trovare un monumento
seguendo le indicazioni senza avere a bordo un navigatore satellitare.
Un problema, quello della viabilità e cartellonistica, che per essere risolto
costerà non poco alle casse dello Stato. Secondo la Società italiana di
infrastrutture viarie per riportare a regime «l’arretrato di manutenzione» ci
vorrà una cifra compresa tra 2,5 e 3,5 miliardi di euro. Ma non basta.
«C’è bisogno di una legge sulla sicurezza stradale» propone Ermete Realacci,
presidente onorario di Legambiente e deputato della Margherita. «Per questo
abbiamo appena avanzato una proposta in Parlamento che prevede una
collaborazione sul lavoro di quanti si occupano di sicurezza stradale al fine
di coordinare meglio le iniziative per abbattere il rischio di incidentalità». Dovrà
nascere secondo Realacci un nuovo organismo che avrà il compito, come già
avviene all’estero, di individuare le arterie più critiche, i punti più a
rischio e indirizzare quindi anche gli interventi per il miglioramento delle
infrastrutture e diminuire il numero di incidenti.
«L’intervento sulla segnaletica diventa inderogabile» dice Giuseppe Guccione,
presidente della Fondazione Luigi Guccione, Associazione vittime della
strada. «In Germania la sistemazione dei segnali stradali lo scorso anno ha
portato a una diminuzione degli incidenti del 14 per cento circa. In Italia lo
stato della segnaletica è disastroso. Non c’è un criterio omogeneo nelle
diverse regioni e territori e i tempi di sostituzione dei segnali stradali
superano di gran lunga quelli di usura degli stessi cartelli». Purtroppo questo
aspetto è sottovalutato e i tagli alla finanza locale penalizzano il rinnovo
della segnaletica.
di Guido Castellano
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