Un posto di blocco
istituito in via Anelli, a Padova, PADOVA - Lingua, cultura, colore della pelle. Se sono uguali (o
simili) magari l’ammonimento, il controllo, il consiglio, funzionano di più:
insomma, vigili extracomunitari per cittadini extracomunitari. L’ha pensata
così Umberto Zampieri, capogruppo dei Ds in Consiglio comunale di Padova, dopo
l’ultima, drammatica, battaglia tra alcune bande di immigrati in via Anelli, il
Bronx della città. La proposta di inserire in quell’area calda del capoluogo
veneto una decina di vigili di quartiere, di nazionalità straniera, arriva sul
tavolo del sindaco, nel mezzo dell’estate. E fa discutere. «IDEA DA SVILUPPARE» - «Al momento è solo un’idea da mettere a punto nei
prossimi mesi, assieme ad altre che sono in cantiere per affrontare
adeguatamente i problemi degli immigrati», dice il primo cittadino Flavio
Zanonato. «E non c’è solo via Anelli — aggiunge — Padova conta 210.000 abitanti
di cui 20.000 extracomunitari regolari». In provincia, ne vivono altri 30.000
sul totale di quasi un milione di popolazione. I numeri e le percentuali del
Nord Est, area ad alto tasso di immigrazione (qui siamo già alle seconde
generazioni, e molti ex operai si sono trasformati in imprenditori) hanno più o
meno le medesime proporzioni. «È un fenomeno con cui dobbiamo fare i conti definitivi
— osserva Zanonato —. Ecco perché l’acquisizione della cittadinanza in tempi
più rapidi e il voto sono strumenti necessari. La società multietnica è una
realtà ormai assodata anche in Italia; non un’emergenza temporanea. Allora
occorre prenderla di petto. Favorendo l’integrazione e contrastando
l’illegalità. Un aiuto in questo senso può venire proprio dagli stessi
extracomunitari». I NUOVI AGENTI — «Penso — spiega il sindaco — all’utilità di formare
figure ad hoc; a metà tra i mediatori culturali, che già operano, e i vigili
urbani». Quali saranno i criteri di reclutamento? «Ripeto: al momento è una
semplice proposta. La valuteremo e troveremo il modo di renderla concreta e
operativa». Flavio Zanonato è un sindaco decisionista. Diessino, a sinistra viene
contestato dai no global padovani. Che non gli perdonano alcune «durezze» e di
aver favorito gli sgomberi proprio in via Anelli. È troppo poco, invece, per
gli oppositori leghisti. Che invocano il pugno di ferro a 360 gradi. La
Padania, quotidiano del Carroccio, ironizza sulla proposta dei vigili
extracomunitari («risulteranno più simpatici?») e alza il tiro, con lo slogan:
«Radere al suolo la casbah della teppa straniera». Anche Gianfranco Fini,
presidente di Alleanza nazionale, qualche giorno fa, dopo una visita in via
Anelli, ha sentenziato: «Bisogna demolire immediatamente gli edifici per
evitare la concentrazione di tanti immigrati in un luogo così ristretto».
Zanonato puntualizza: «Quegli edifici non sono pubblici centri d’accoglienza,
ma appartengono a legittimi e privati proprietari, per lo più padovani. Che —
questo è vero — hanno affittato agli stranieri appartamenti e posti letto, a
prezzi da speculazione. Sicché, bisogna prima evacuare i condomini, sistemando
gli inquilini in altri alloggi. E qui il Comune s’è già dato da fare, trovando
soluzioni economicamente meno costose. Quindi, procedere con altre iniziative».
IL QUARTIERE — È incontestabile, però, che il quartiere, nel giro di
alcuni anni, è diventato il regno di spacciatori e prostitute. Sul Bronx di
Padova vigila il commissariato Stanga, guidato dalla trentaquattrenne Michela
Bochicchio. Alle sue dipendenze, 39 agenti. In prima linea, durante il blitz
del 26 luglio, che ha spedito in prigione 22 extracomunitari, protagonisti
della maxirissa. «In via Anelli, certo, esiste un problema di ordine pubblico —
nota il questore Alessandro Marangoni —. Ma gli interventi (23 straordinari) ci
sono stati e ci saranno. Su 6 palazzine, 3 sono già state sgomberate. Il
controllo riguarda l’intera la città. Qualche dato: in un anno, 140 arresti e
400 espulsi». Dottor Marangoni, che ne pensa del vigile urbano
extracomunitario? «Ne penso bene. Qualsiasi idea che possa servire da
catalizzatore, qualsiasi progetto che favorisca l’integrazione degli immigrati
nella società civile, mi trova totalmente d’accordo». |
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