(ASAPS) BATTIFOLLE (AREZZO) – Tecnicamente, noi della
specialità lo sappiamo bene, si tratta di una “sottosezione autostradale”, di
un reparto cioè che ha il compito di assicurare la vigilanza esclusivamente in
autostrada. E in autostrada niente è facile: le pattuglie escono una dietro
l’altra, correndo da una parte all’altra dell’itinerario per rilevare
incidenti, soccorrere feriti, aiutare utenti della strada in difficoltà. Quando
capita, e la Stradale in questo si è sempre difesa bene, le pattuglie vanno a
caccia di cattivi. La specialità di Battifolle, sottosezione autostradale di
Arezzo, itinerario off-limits per i cattivi. Una barriera a tutti gli effetti,
con un bilancio da mettere in imbarazzo chiunque. Ma loro, gli uomini del
comandante Mastrota – così piace loro farsi chiamare – non ne fanno un vanto.
Del resto non sono i soli a darsi da fare, e sono i primi a riconoscerlo. Gli
ultimi giorni, però, sono stati incredibili, sul fronte dei risultati di
polizia giudiziaria, e riteniamo giusto dare a Cesare quel che è di Cesare:
dunque, vediamo di che si tratta. Le manette sono scattate 6 volte in poche
ore, con un terzetto di rumeni (un giovane 21enne e due donne di 36 e 31 anni)
rinchiuso in carcere per contrabbando di sigarette. Eh sì, proprio il traffico
delle “bionde”, che conosce in questo periodo una nuova giovinezza. I tre
trasportavano un migliaio di pacchetti ben stivati in una Ford Mondeo con targa
rumena, subito confiscata, per rivenderli non appena giunti a destinazione. Il
viaggio è però finito alla sbarra del tribunale di Arezzo, il cui giudice li ha
condannati a 11 mesi di reclusione ed al pagamento di una bella multa di 43mila
euro ciascuno. Poche ore dopo, la camera di sicurezza della “casermetta” ha
registrato l’ingresso di un altro ospite forzato, un superlatitante albanese di
27 anni, gravato da una sfilza di precedenti penali da far invidia a “the
jackal”, tra cui un’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal Gip
del Tribunale di Udine, provincia nella quale si era distinto per una lunga
serie di rapine messe a segno nelle ville e nel riciclaggio internazionale di
veicoli di prestigio. Il ragazzotto, dal carattere irascibile e violento, non si faceva mancare nulla, ed era abituato
– prima di indossare la tuta a scacchi – a viaggiare in Mercedes e Porsche. Il
viaggio da Battifolle al penitenziario di Arezzo, però, il 27enne di Tirana se
l’è fatto in compagnia di un lituano di 42 anni, che aveva avuto l’ardire di
consegnare al poliziotto che l’aveva fermato per un controllo un passaporto
contraffatto. Le ultime novità in materia di antiterrorismo gli hanno aperto le
porte del carcere, dove resterà per 6 mesi, visto che anche in questo caso la
direttissima si è conclusa con una sentenza di condanna. Più complicata,
invece, l’operazione che ha portato all’arresto di un 22enne di Napoli, diretto
a nord a bordo di una Fiat 500 insieme alla moglie di 25 anni. La carta
d’identità mostrata è risultata contraffatta, compilata su uno stampato rubato
in bianco, ma se pensava di cavarsela così a buon mercato, si sbagliava di
grosso: gli agenti hanno aperto il telaio per dare una controllata al telaio,
risultato a sua volta apocrifo. I ragazzi di Mastrota hanno dunque aperto le
proprie valigette, e con una procedura semplicissima – ma che funziona sempre –
hanno ricostruito la matricola originale, appartenente ad una 500 rubata.
L’operazione si è conclusa con le manette per lui, il sequestro dell’auto riconsegnata
al legittimo proprietario, dei documenti contraffatti e delle targhe della
macchina, appartenenti ad una Fiat della donna. Guai seri anche per 18 persone,
denunciate a piede libero: sei di loro avevano provato a passare mettendo in
mostra assicurazioni false, ma l’occhio clinico dei poliziotti li ha fatti
tornare a casa in treno. La collaudata predisposizione a scoprire illeciti ha
fatto anche scoprire 3 furbastri, convinti di fregare l’autovelox con il trucco
del nastro isolante nero applicato sui numeri della targa per farne apparire
altri.
E visto che siamo in materia di tarocchi, non potevano
mancare cospicui sequestri di merce griffata: i signori “Dolce & Gabbana”,
“Gucci”, “Fendi”, “Roberto Cavalli” e “Louis Vuitton” cono serviti. Ma non
è finita qui: una Porsche Booxter è finita al deposito giudiziario perché
circolante con due belle targhe false, due auto già riciclate sono state
recuperate e restituite, mentre quattro autotrasportatori divenuti le bestie
nere dell’autostrada, specializzati in truffa per evitare il pagamento del
pedaggio, smascherati. (ASAPS)
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