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Rassegna stampa Alcol e guida del 9 agosto 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

INIZIATIVA

Andrea Noventa Resp. U.O. Prevenzione - Sert Uno Dipartimento delle Dipendenze ASL di Bergamo

«Se guidi, non bere»: in farmacia l’etilometro a un euro 

Si chiama «Contralcol» ed è l’etilometro «usa e getta» in distribuzione in questi giorni nelle farmacie bergamasche al prezzo di un euro soltanto, nell’ambito di una campagna di prevenzione degli incidenti stradali causati da abuso di alcolici e psicofarmaci - «Se guidi, non bere. Se hai bevuto fai sempre il test» - promossa dall’Ordine dei Farmacisti, da Federfarma, dall’Asl e dalla Provincia. L’iniziativa è rivolta soprattutto ai giovani e consiste in un piccolo «kit» con all’interno l’etilometro e un opuscolo illustrativo sull’argomento.

«È noto a tutti - commenta Francesco Cuni, componente della Consulta regionale degli Ordini dei Farmacisti della Lombardia, coordinatore dell’iniziativa - come gli incidenti stradali siano ancora purtroppo numerosi, specie nei fine settimana o durante le ferie, e come essi siano sempre più spesso correlati ad uno stato di ebbrezza causato dall’assunzione di alcolici, con i conseguenti pericolosi comportamenti. Spesso, poi, alle bevande alcoliche si unisce l’assunzione di psicofarmaci, per cui gli effetti indesiderabili si sommano con conseguenze assolutamente imprevedibili. Appare dunque evidente, per una seria politica di prevenzione, la necessità di una informazione al pubblico, in particolar modo quello giovanile, sugli effetti che l’alcol provoca sulle capacità di guida. Proprio per questo scopo - prosegue Cuni - i farmacisti bergamaschi, consapevoli del proprio ruolo non solo di dispensatori del farmaco, ma di operatori sanitari, hanno predisposto, con la Provincia, l’Asl e Federfarma, la distribuzione al pubblico di opuscoli illustrativi sull’argomento, unitamente ad un test usa e getta, il Contralcol, un indicatore del rischio di guida in condizioni contrarie alla legge e pericolose per l’incolumità propria e degli altri».

Ad oggi, sottolinea il presidente dell’Ordine, Ferdinando Bialetti, «sono state complessivamente circa 180, su 250, le farmacie bergamasche che hanno aderito alla campagna di prevenzione, dimostrando così, ancora una volta, la sensibilità dei farmacisti nei confronti delle iniziative a carattere sociale, anche se purtroppo sono in pochi ad accorgersene e a tenerne conto».

È ormai riconosciuto - rileva Andrea Noventa, responsabile dell’Unità operativa Prevenzione Sert Uno del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl - «che tra i fattori umani, l’uso di alcol è certamente quello più rilevante, data la grande diffusione di alcolici tra la popolazione. Attualmente in Italia gli incidenti stradali provocano ogni anno circa 8.000 morti, 20.000 invalidi gravi, 145.000 ricoveri e si stima circa un milione di accessi al Pronto Soccorso, con costi attorno ai 30 miliardi di euro. Molti studi epidemiologici rilevano che la quota di incidenti stradali gravi e mortali attribuibili all’alcol è vicina al 50%, che un quinto di tutti i ricoveri urgenti sono alcol-correlati, che dal 10 al 30% degli incidenti gravi e mortali in ambito lavorativo sono alcolcorrelati (il 50% capita alla guida di mezzi di trasporto), che dal 20 al 50% degli accessi al Pronto Soccorso per incidente stradale o lavorativo è correlato all’uso di alcol. Il 70% dei maschi e il 30% delle femmine giovani affermano di aver bevuto prima di mettersi alla guida, mentre dal 15 al 20% dei giovani afferma di aver guidato e bevuto molto: il grado di consapevolezza del rischio, dunque, è molto basso».

Al. Ce.


 

IL GAZZETTINO (PORDENONE)

Vertice in municipio per ascoltare le richieste di quanti vivono o lavorano nella strada. Da subito incrementati i controlli della Polizia municipale che interverrà costantemente 

Una task-force per viale Trento 

Un gruppo di lavoro formato da amministratori e cittadini deciderà le linee di azione

Sarà un gruppo di lavoro composto da amministratori comunali, cittadini ed esercenti a suggerire quali correttivi e interventi portare avanti per risolvere la situazione di grave disagio creatasi in viale Trento - ma anche in piazza Costantini e in via Vallona - dopo l’apertura di alcuni negozi etnici che sono diventati luoghi di chiassoso ritrovo notturno, soprattutto per gli extracomunitari. La decisione di agire in modo collaborativo è stata presa durante l’incontro che si è svolto ieri in Municipio tra il vicesindaco Ennio Martin, gli assessori Chiara Mio (Commercio) e Loris Pasut (Pubblica sicurezza), il comandante della Polizia municipale Arrigo Buranel e una quindicina di residenti e commercianti di viale Trento. «Un incontro molto civile», lo ha definito il vicesindaco Martin che ha ascoltato con attenzione le richieste dei cittadini e le loro testimonianze su alcuni spiacevoli episodi accaduti nella zona: dalle risse al chiasso, dai marciapiedi e androni scambiati per gabinetti alle auto parcheggiate davanti ai passi carrai. Un tema molto sentito dalla gente che vive o lavora nelle zone calde è poi quello della sicurezza, rappresentata ieri dall’assessore Pasut. «Abbiamo parlato anche di buona educazione e cercheremo di dare risposte alle ansie evidenti e motivate, alle lamentele legittime dei cittadini assicurando una presenza costante e pressante della Polizia municipale nelle strade segnalate». Pasut non si lascia sfuggire l’occasione per ricordare che, comunque, «la Polizia municipale è una forza ausiliaria e che l’ordine pubblico è di competenza di Polizia e Carabinieri». In quest’ottica, ha annunciato Pasut, sarà chiesto un incontro con il questore e il comandante dei carabinieri «perchè ognuno si prenda le sue responsabilità». L’assessore alla Ps ha ricordato che sono mille 600 gli extracomunitari che vivono nella circoscrizione centro, un dato che fotografa da solo la situazione. «Ho già dato disposizioni affinchè sia presidiata la zona segnalata e pensiamo anche a degli opuscoli informativi per spiegare agli stranieri le nostre abitudini, le nostre leggi». Ed ha ben chiaro in mente come intervenire per quanto di sua competenza anche l’assessore al Commercio, Chiara Mio. «Agiremo sul fronte della attività economiche in due modi - ha spiegato Mio - verificheremo le licenze come amministrazione comunale e poi, di concerto con l’Ass 6, controlleremo l’aspetto dell’igiene». L’assessore ricorda poi l’importanza di «un’azione di sensibilizzazione degli esercenti con l’obiettivo di collaborare a arrivare a una gestione ottimale dei negozi etnici. Magari non dando da bere a chi è già ubriaco (*) - ha affermato - o chiedendo ai clienti di non fermarsi in gruppo davanti a locale. Comunque le zone vanno presidiate».

Soddisfatti dell’incontro i firmatari della petizione per viale Trento. «L’amministrazione comunale si è dimostrata favorevole a sistemare la questione - hanno detto - anche se chiaramente non si potrà fare in pochi giorni. Ci hanno detto che prenderanno da subito dei provvedimenti nel rispetto della legge. Il comandante Buranel dal canto suo ha assicurato che manderà più vigili nella zona e che controllerà le auto in sosta. Insomma, abbiamo trovato un’Amministrazione disponibile».

Susanna Salvador

 

(*) Nota: come magari! Solo dopo diversi episodi sgradevoli e molti problemi causati dagli alcolici, si è deciso (addirittura) di consigliare di applicare la legge (art. 691 c. p.) esistente da decine di anni. A commentare certe iniziative si rischia di passare per forcaioli, ma l’applicazione della legge dovrebbe essere il punto di partenza, e non di arrivo. A questo punto si dovrà aspettare qualche problema con minori per sensibilizzare gli esercenti alla applicazione dell’art. 689 del Codice Penale.

Il sindaco di Scafati (SA), articolo successivo, sembra avere le idee più chiare.


 

IL MATTINO (SALERNO)

Polemiche per le notti analcoliche

SCAFATI . Ha avuto una notevole eco in città, soprattutto tra le categorie interessate, l’ordinanza emessa lunedì mattina dall’Amministrazione comunale sulla limitazione della vendita di bevande alcoliche. I titolari di bar ed esercizi commerciali non potranno più vendere alcolici dalle ore 21 alle ore 5 dei giorni feriali, e dalle ore 18 alle ore 5 dei giorni festivi. L’ordinanza ha avuto esecuzione immediata e resterà in vigore fino al prossimo 30 settembre, con possibilità di un’ulteriore proroga. In città, ovviamente, soprattutto tra le categorie dei commercianti e dei titolari dei bar, la disposizione è stata accolta non senza polemiche. Tutti i trasgressori saranno puniti a norma di legge e l’Amministrazione comunale ha garantito che userà il pugno duro contro chi non si atterrà alle disposizioni. «Non vogliamo danneggiare nessuno - ha spiegato il sindaco Francesco Bottoni - ma sono stato costretto ad emettere l’ordinanza, alla luce di una comunicazione che i carabinieri della tenenza di Scafati mi hanno fatto giungere e dalla quale si evince che ormai in città sono quotidiani gli episodi di violenza che vedono quasi sempre protagonisti soggetti in stato di ebbrezza. L’ultimo risale a domenica scorsa. Un cittadino extracomunitario ha pestato a sangue un giovane della zona perché non gli aveva voluto offrire una sigaretta. L’aggressore era ubriaco. Come sindaco, ho il dovere di tutelare la sicurezza della nostra collettività». Intanto, ieri mattina l’Amministrazione comunale è intervenuta in modo energico anche sul problema rifiuti, lanciando un appello affinché le istituzioni prevedano incentivi ed agevolazioni per i Comuni che effettuano la raccolta differenziata. «Da anni - ha detto ai giornalisti il sindaco Bottoni - il nostro Comune è impegnato, con notevoli sforzi, per far rispettare in città la raccolta differenziata e oggi ci vantiamo di aver raggiunto il 38%, un dato unico in tutto il comprensorio, che ci vede primi, a livello regionale, tra i Comuni con oltre 50mila abitanti. E’ inammissibile che il nostro Comune venga trattato alla stessa stregua dei Comuni che non differenziano. Chi non rispetta la legge, paghi. Chi la rispetta venga premiato, ma con agevolazioni reali. Circa sei mesi fa il sub commissario Turiello dispose che il Comune di Scafati non scaricasse più i rifiuti nel Cdr di Battipaglia ma nell’impianto di Sardone, gravandoci di ulteriori costi. E’ questo il modo di incentivare chi già collabora fattivamente, con la raccolta differenziata, per il superamento dell’emergenza?» 


 

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BRINDISI)

Stragi del sabato sera Intensificati i controlli anche con l’etilometro 

Ora è pugno di ferro

La Polizia stradale sguinzagliata ovunque

Prevenzione. È la parola d’ordine in queste calde notti d’estate quando il traffico aumenta sensibilmente sulle strade che portano al mare e gli eccessi di qualche bevuta rischiano di provocare autentiche stragi. Nell’ultimo week-end, la Sezione Polizia Stradale di Brindisi ha rafforzato le pattuglie di vigilanza stradale soprattutto nella fascia notturna al fine di poter controllare, monitorare ed eventualmente sanzionare “il popolo della notte” che si mette alla guida in stato di ebbrezza alcolica. «Tali servizi eccezionali sono inseriti nell’ottica più vasta di una prevenzione generale di controlli di polizia e speciale di prevenzione del fenomeno infortunistico - spiega la dirigente Adriana Cappena -. E’ infatti ormai notoria ed accertata la incidenza notevole dello stato alterato del conducente a causa dell’uso di sostanze alcoliche sull’evento infortunistico». Per raggiungere l’obiettivo di tentare di ridurre il numero delle vittime (morti e feriti) soprattutto tra i giovani e giovanissimi, la Sezione Polizia Stradale (con pattuglie di Brindisi e del dipendente Distaccamento di Fasano), ha disposto servizi straordinari di controllo, in collaborazione con personale del Commissariato di Ostuni. Sono stati effettuati numerosi controlli in luoghi periferici della città bianca (mèta molto frequentata per la “movida” notturna, grazie all’elevato numero di locali pubblici rinomati). I controlli sono stati numerosi e specifici con l’utilizzo dell’”etilometro” che consente di verificare l’effettivo tasso alcolemico nel sangue, il cui limite è fissato per legge in 0,5 mg/l. «A seguito dei controlli notturni specifici a contrastare il fenomeno delle “stragi del sabato sera” - aggiunge la Cappena - sono state ritirate sei patenti di guida, con il conseguente deferimento dei conducenti alla competente autorità giudiziaria in quanto la guida sotto l’effetto si sostanze alcoliche è anche reato di carattere penale oltre che amministrativo». Nel corso dei controlli dell’ultimo fine settimana, incrementati anche per l’aumento del traffico per l’esodo estivo, sono state inoltre elevate numerose contravvenzioni al codice della strada per violazioni alle norme di comportamento. Sono state infatti anche ritirate alcune patenti per eccesso di velocità (violazioni accertate tramite apparecchiature speciali in dotazione alla Sezione quali autovelox, provida e telelaser) ed elevate altre contravvenzioni a violazioni quali l’uso del telefonino durante la guida e guida senza patente. «Violazioni - conclude la dirigente della Polastrada - che sono spesso causa frequente di sinistri stradali».


 

BRESCIA OGGI

Dall’inizio dell’anno le vittime sono 88 e 52 le ha rilevate la Stradale. Droga e alcol mix mortale

Polstrada, «allarme rosso»

Nigro: «Noi facciamo i controlli ma occorre più responsabilità» 

di Franco Mondini

I bresciani rispettano tutto sommato le norme del codice della strada, ma resta la piaga dell’alcol e degli stupefacenti. In troppi casi chi rileva un incidente accerta ubriachezza oppure condizioni alterate per l’uso di droghe. La preoccupazione e forte tra chi è preposto a garantire la sicurezza ai cittadini e punire chi sgarra. E sono parole preoccupate quelle del comandante della polizia stradale di Brescia Mario Carmelo Nigro.

I dati parlano chiaro, i numeri rispecchiano la realtà anche per fortuna - se paragonato a dieci anni - il numero delle vittime è in calo tra città e provincia. Da gennaio solo la Polizia stradale di Brescia e dei distaccamenti di Chiari, Darfo Boario, Desenzano, Iseo, Montichiari e Salò hanno constatato la morte di 52 persone solo sulle strade della nostra provincia.

E il numero sfiora 90 persone (88 da gennaio, due solo ieri a Desenzano e Moniga) decedute se si sommano i dati delle altre forze dell’ordine, carabinieri, polizia provinciale e polizia locale.

«Lavoriamo ogni giorno per elevare gli standard di sicurezza, per ridurre a massimo gli incidenti. La dimostrazione è nelle 25 pattuglie ogni giorno in servizio, il numero crescente di incidenti rilevati - oltre 1.500 da gennaio - e le patenti ritirate per eccesso di velocità e alcol. Preoccupa e non poco l’elevato numero di chi guida alterato. La settimana scorsa abbiamo accertato il tasso del 2.54% dopo un incidente a Manerbio e chi aveva provocato lo schianto aveva anche assunto droga».

La sintetica quanto allarmante analisi è del comandante Nigro giunto a Brescia un anno fa dopo anni di esperienza al sud e per ultima a Varese.

«Da gennaio abbiamo già elevato 52 incidenti mortali, numero in crescita rispetto ad un anno fa e al 2004. Vi è anche da dire che stiamo rilevando rispetto allo scorso anno un maggior numero di incidenti da quando è prevista la chiusura serale di alcuni distaccamenti. Riusciamo ad avere più pattuglie, intensificare i controlli sulle maggiori direttrici e nelle vicinanze dei locali pubblici. E ogni fine settimana, dal venerdì alla domenica mattina effettiamo i servizi ’antistrage del sabato sera’. Molto stiamo facendo e molto dobbiamo ancora fare. Ma un aiuto devono darcelo anche gli utenti della strada. Come non mettersi alla guida se non si è idonei, se si ha bevuto troppo. Bisogna far guidare l’amico, chi è sobrio, come accade all’estero. Qualcosa sta già cambiando, ma molto bisogna fare, ancora».

Impressionante è anche il numero delle patenti sospese. «Un migliaio per alcool; 300 per la velocità su 4 mila infrazioni rilevate. Le sanzioni sono pesanti: patente sospesa, denuncia con obbligo di effettuare un controllo medico prima di riottenere la patente quando il tasso di alcol registrato risulta superiore all’1.50%». La sospensione che durata ha? «Da uno a tre mesi. Sino a sei se si è recidivi entro l’anno».

Presenza massiccia della polizia sulle strade del Bresciano, con maggior numero di controlli serali durante l’estate, ma anche lezioni ai futuri utenti della strada, a scuola. «Il nostro compito è quello di presidiare le strade far prevenzione. Certo, possiamo formare gli insegnanti, ma il compito di educare spetta a loro. Noi possiamo solo dare il nostro apporto in materia sicurezza».

Problemi nella guida con gli stranieri? «Direi di no, anche se chi ha vissuto in piccoli centri ha trovato difficoltà nel traffico intenso. Ad aprile su 211 incidenti da noi rilevati 20 hanno riguardato stranieri e 22 su 166 nel mese di giugno. Va anche calcolato che nel Bresciano solo i regolari sono 120 mila».


 

LA SICILIA

Il leggero aumento nell’utenza del Sert non…

Il leggero aumento nell’utenza del Sert non consente ottimismo sul contenimento del fenomeno tossicodipendenza ad Enna. Un fenomeno che per diversi fattori si trova a rimanere sommerso e porta come spiega il responsabile del Sert all’Asl 4 di Enna, Stefano Dell’Aera «a riconoscere il problema e soprattutto a ricorrere al Sert dopo circa 4 o 5 anni dall’inizio del problema vero e proprio di dipendenza. Oltre a questo rimane il dato inconfutabile della costante sottovalutazione del problema da più fronti».

Oltre al ritardo nell’auto presa di coscienza di avere un serio problema di dipendenza, a complicare il quadro generale si aggiunge la diffusione sempre più veloce ed incontrollabile di altre droghe come cocaina ed ecstasy che si aggiungono al consumo (in calo) di eroina. «La quasi totalità di quanti fanno uso continuo di cocaina, compie un grave errore di valutazione del proprio stato di tossicodipendente - spiega Dell’Aera - considerando tossicodipendente soltanto chi fa uso di eroina, chi si "buca" insomma, e come tale non si riconosce nell’immagine tipo, crede di essere padrone della situazione e ritarda sino all’ultimo la valutazione reale della situazione e quindi la richiesta di aiuto concreto».

Ma la realtà della tossicodipendenza ha un altro grave punto che rimane sempre marginale rispetto alla dipendenza comunemente recepita ossia le "droghe legali", alcol e fumo. «E’ inspiegabile - dice Stefano Dell’Aera del Sert - come non si colga che il fumo è nocivo quanto e più delle droghe comunemente recepite come tali e lo stesso vale per l’alcol. Consideriamo come età di inizio di assunzione in media i 14 anni e i 16 anni come primo tentativo di smettere. Pochi anni dopo ci sono le prime assunzioni di cannabis. Ma l’età scende sino ai 12 anni per la prima sigaretta e lo stesso vale per l’alcol. La loro diffusione normale e la loro facile reperibilità non consente la percezione del pericolo che rappresentano».

Il metadone rappresenta un vero e proprio farmaco salvavita per chi affronta un percorso di uscita dalla dipendenza, ma è visto spesso con sospetto, che ne pensa? «Molte famiglie spesso pressano per togliere il metadone al più presto ai loro figli in terapia, senza capire il valore di quel farmaco che io definisco sempre "salvavita" - dice il responsabile del Sert - In questi giorni è morto il padre del metadone, il professor Dole, che ringrazio per avere dato dignità a questa professione e che ha consentito di trattare con successo gli eroinomani, salvandone tantissimi e cercando sino all’ultimo di lottare contro lo "stigma" verso chi vive la tossicodipendenza».

Tiziana Tavella


 

IL GAZZETTINO (ROVIGO)

Iniziativa del Wild ...

TAGLIO DI PO - Iniziativa del Wild Duck bar di Dino Santin di Oca Marina in comune di Taglio di Po per prevenire gli eccessi da alcol. Domani sera, alle 21.30, nel locale in centro a Oca (via Umbria 12) Gigi Stecca, titolare del Michelangelo da Vinci e Sebastian Pub, presenterà una bibita che si può bere senza alcuna conseguenza sulla persona. La serata ruoterà attorno al bicchiere "Raggio di vita", le nuove emozioni del bere. Il mondo del bere "antisballo". A riprendere l’iniziativa vi sarà "Telechiara". «Indubbiamente - afferma Dino Santin, titolare del bar - la crescente assuefazione al bere è un grosso problema. Ancora più grosso per i ragazzi. È per questo che si vuole presentare un nuovo modo, che intendo promuovere tra i clienti, di bere in sicurezza e sano». Alla serata Santin ha invitato tutti i sindaci dei comuni limitrofi e diverse autorità per sensibilizzarle al problema e far conoscere loro la "novità". L’organizzatore ha anche chiesto la collaborazione dei carabinieri della compagnia di Adria per la prova dell’etilometro, per avere dati immediati e dal vivo, sugli effetti dell’assunzione della nuova bibita.

 

(*) Nota: l’unica bibita che previene i danni dell’alcol è quella analcolica, e in questo caso non occorre l’etilometro.


 

LA SICILIA

Centro storico invivibile Proteste. 

Schiamazzi, atti di vandalismo e la presenza di ubriachi sono divenuti incubi per i residenti 

Sempre invivibile il centro abitato di Sciacca nelle ore serali e notturne. Nonostante le ordinanze ed i divieti imposti dalle autorità, gli atti vandalici si moltiplicano e con essi si alza il livello di stress dei residenti, molti dei quali preferiscono in questa stagione lasciare le case per andare ad abitare in campagna o nelle zone di villeggiatura. La situazione è difficile da gestire e non basta la presenza delle forze dell’ordine ad evitare schiamazzi e vandalismo. Anzi, forse una maggiore presenza dei tutori dell’ordine sarebbe utile per prevenire episodi spiacevoli, ma le unità a disposizione delle istituzioni che devono garantire la sicurezza non permettono di svolgere servizi in numero superiore a quelli che vengono svolti in questo momento. Il territorio urbano di Sciacca nel periodo estivo si allarga a dismisura e anche per carabinieri e polizia risulta impegnativo garantire una presenza massiccia al di là del tradizionale pattugliamento.

In centro storico ci si avvicina ai livelli di protesta di un paio di anni fa, quando i residenti avevano quasi creato un muro contro muro contro i giovani ed i gestori dei locali frequentati dal mondo giovanile. Il centro storico di Sciacca è ricco di vicoli e da alcuni anni in queste piccole arterie sono sorti locali pubblici di ogni tipo. La sera scorsa una violenta lite tra gruppi di giovani ha fatto intervenire i carabinieri, nelle strade bottiglie di vetro e spazzatura regnano incontrastati, nelle zone periferiche viene danneggiato l’arredo urbano e da qualche tempo vanno di moda le battaglie a colpi di cocomero nelle strade urbane.

Le condizioni di sicurezza non vengono garantite. Nei giorni scorsi era stato Davide Mordino, parroco di San Calogero, a denunciare episodi di vandalismo. In queste sere sono i residenti del centro storico a chiedere aiuto quando ad esempio si ritrovano tra i piedi, all’atto di varcare il portone d’ingresso della loro abitazione, giovani riversi per terra, ubriachi. Ed al Comune viene chiesto a che punto è l’iniziativa delle telecamere a circuito chiuso che avrebbe dovuto permettere di effettuare il controllo di alcune strade del centro storico.

Giuseppe Recca


 

LA SICILIA

«Talvolta diventa difficile pure entrare nella propria abitazione» 

Il piacere di abitare nel centro storico si è trasformato, per i residenti, in un incubo con cui lottare ogni sera, una lotta che dura spesso fino all’alba. Un incubo costituito da schiamazzi, da urine che scorrono come fiumiciattoli, dai continui atti vandalici, dall’incontro con ubriachi da schivare per non rischiare di venire coinvolti in litigi. Capita tutto ciò in un centro storico dove si concentra tutta la gioventù saccense. Un centro storico colmo di pub, di giovani con in mano bottiglie di birra o bicchieri di alcol. Succede, sempre più spesso, che i residenti hanno difficoltà ad accedere nelle loro abitazioni. Davanti il portone è facile trovare gruppetti di ragazzi in preda ai fumi dell’alcol. E dire, «per favore, puoi spostarti perché devo entrare», si trasforma quasi in un insulto con cui bisogna fare i conti anche usando toni alti. Spesso i residenti ricevono come contropartita insulti, ma anche poco ricordi poco graditi come l’urina davanti il proprio portone. Girando per il centro storico si ci può rendere conto di come scarseggiano i controlli. Non è una situazione sorta da poco tempo. Questo stato di cose, più volte lamentate dai residenti, ormai dura da qualche anno. Diverse sono state le rimostranze da parte dei residenti nei confronti delle amministrazioni che si sono avvicendate, ma il risultato non è mai cambiato. Insomma, il piacere di abitare nel centro storico, di poter avere la possibilità di fare due passi tra la storia e i monumenti, si è trasformato in un incubo costante. Senza dimenticare il fine settimana, quando maggiore è il flusso dei giovani e i residenti sono costretti a fare i conti con schiamazzi e musica ad alto volume fino all’alba. Disagi per gli anziani, ma anche per chi ha bisogno di riposarsi dopo le fatiche lavorative del giorno.

Filippo Cardinale


 

LA GAZZETTA PERMA 

Botte in via Bixio, tre denunce

La lite, nata sotto i fumi dell’alcol, è avvenuta nella tarda serata di lunedi « davanti al bar Habeshia

La lite, nata sotto i fumi dell’alcol, è avvenuta nella tarda serata di luned« davanti al bar Habeshia Botte in via Bixio, tre denunce Coinvolti un giovane della Nuova Guinea e due tunisini: l’accusa è di rissa aggravata Un lunedì sera movimentato davanti al bar Habeshia in via Bixio. Troppo movimentato, tanto che gli abitanti della zona sono stati costretti a richiedere l’aiuto delle volanti. Fuori dal locale, infatti, era in corso una rissa che aveva già richiamato diversi spettatori.


 

LA SICILIA

Terravecchia, la piazzetta del degrado «Di notte è covo di vandali e ubriachi»

Muri imbrattati, lancio notturno di bottiglie; una situazione niente affatto tranquilla, per una piazzetta che insiste nel cuore del quartiere Terravecchia, ubicata tra le vie Francesco Vita ed Enrico Millo. A sollecitare costanti controlli da parte delle forze dell’ordine è il presidente del consiglio di circoscrizione Terravecchia-Paradiso, Giuseppe Rizzo.

«La piazzetta realizzata da qualche anno - dice Rizzo - è spesso soggetta ad atti vandalici e invece di essere un luogo di ritrovo per anziani e bambini residenti della zona, diventa covo per ubriachi e meta di bravate notturne». Il presidente della circoscrizione sostiene di aver più volte segnalato il problema al comando di polizia municipale, «ma ad oggi - aggiunge Rizzo - la situazione non è cambiata. Gli abitanti delle vie limitrofe lamentano inoltre i continui schiamazzi che disturbano la quiete pubblica. Rivolgo un appello agli organi competenti - conclude il presidente del consiglio di quartiere - affinché la piazzetta venga sorvegliata al fine di scongiurare rischi e disagi e restituire ai cittadini una zona tranquilla dove trascorrere le serate».

A. S.


 

LA REPUBBLICA

Dopo 40 km sulla A5 nella direzione sbagliata una Seat Ibiza si è schiantata contro un’Opel Zafira con a bordo quattro cinesi

Torino, contromano in autostrada automobilista uccide tre persone

Sembra che l’autista non si sia accorto di nulla Forse era ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti

TORINO - Ha percorso 40 chilometri contromano sull’autostrada Torino-Aosta prima di piombare contro un’altra automobile su cui viaggiavano quattro cinesi, e di ucciderne tre. Ma nel bilancio dell’assurdo incidente, accaduto attorno alle 2 della scorsa notte, ci sono anche due feriti tra i quali una donna, in condizioni gravissime, ricoverata all’ospedale di Aosta.
L’incidente è accaduto nel tratto dell’autostrada A5 tra Borgofranco e Lessolo. Una Seat Ibiza che viaggiava contromano si è schiantata frontalmente con un’Opel Zafira con a bordo quattro cinesi, di cui al momento non si conoscono ancora le generalità: tre persone, due uomini e una donna, sono morti sul colpo. Ferito anche il ragazzo valdostano alla guida della Seat, ora ricoverato all’ospedale di Ivrea in stato di semincoscienza. Il giovane non è stato in grado di spiegare ai medici e alla polizia perché procedesse in contromano.
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe entrato in autostrada a Santhià, (provincia di Vercelli), imboccando la bretella di collegamento con la Torino-Milano e poi l’autostrada Torino-Aosta, sempre viaggiando in contromano. Ha percorso più di 40 chilometri in contromano in direzione Torino, ma era diretto, invece, verso Aosta. Sarebbe riuscito anche a schivare le rare auto che ha incrociato lungo il percorso ma i conducenti, allibiti, hanno subito allertato la Polizia Stradale.
Sembra che l’autista non si sia accorto di nulla: sulla sua Ibiza si trovava anche un pitbull che è rimasto ferito. L’ipotesi al momento più probabile è che l’autista dell’Ibiza fosse ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti


 

IL MESSAGGERO (ANCONA)

Fabriano, ubriaco in via Dante.

Ubriaco importuna la gente nella centralissima via Dante. La Polizia lo arresta. Omar El Badani, 36enne marocchino lavoratore saltuario, lunedì verso le 18 ha iniziato a importunare i passanti. Non contento, ha continuato lo “show” direttamente sulla strada. Una pattuglia del commissariato lo ha fermato e condotto al pronto soccorso dove però l’uomo ha inveito contro i medici e gli infermieri che lo curavano. Alla vista dei poliziotti, El Badani è diventato ancor più violento. Neppure in commissariato si è calmato. Ieri mattina è stato processato per direttissima e condannato a 4 mesi di reclusione. L’extracomunitario è in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno. Con molta probabilità la “bravata” potrebbe costargli il rinnovo.


 

IL MESSAGGERO (PESARO)

UBRIACO 

Il suo amore per l’Ucraina tiene sveglia tutta via De Bosis 

Ucraino ubriaco semina il panico in via De Bosis. E’ successo l’altra notte, intorno alle 2. In preda ad un improvviso raptus ha cominciato a urlare «Viva Ucraina! Viva Ucraina!» svegliando numerose persone. Poi ha cominciato a denudarsi e a gettarsi a terra. Una volta in piedi, è corso via, inseguito da una connazionale. E in via De Bosis si sono cominciate ad accendere le luci degli appartamenti. Qualcuno si è affacciato alla finestra. «Ma che cosa succede? Basta!». Niente da fare. L’ucraino ha ripreso a gridare. «Viva Ucraina! Viva Ucraina!». Poi, di nuovo, si è gettato a terra. Lo spettacolo ha tenuto svegli i residenti di via De Bosis per un bel pezzo. Inutile qualsiasi tentativo di farlo desistere dal suo amore patriottico. Finché qualcuno non ha chiamato il 113. E sul posto è intervenuta la polizia, seguita a pochi minuti di distanza da un’ambulanza del 118, sulla quale l’uomo è stato portato via.


 

IL MESSAGGERO

Pincio, lanciano sampietrino: automobilista colpito al petto 

di MAURO EVANGELISTI

Ieri mattina, vicino al muretto, c’erano ancora diverse decine di sampietrini. Forse è proprio da quel mucchio che la sera precedente, verso le 21, qualcuno ha preso una pietra, si è affacciato dal ponte che collega il Pincio a Villa Borghese e l’ha gettata sulla strada, sulla via del Muro Torto. La lotteria del destino ha voluto che in quel momento passasse di lì - corsia di sorpasso, direzione Villa Borghese - una Golf. E chissà se chi ha lanciato il sampietrino è rimasto affacciato sul muretto a guardare l’effetto della sua azione.

L’uomo che era alla guida dell’auto, David Rapuano, 40 anni, all’improvviso ha sentito un boato, ha visto il parabrezza polverizzarsi, i frammenti sparati ovunque. La pietra l’ha colpito in pieno petto, all’altezza del cuore. Lui non è riuscito davvero a capire, in quel momento, la causa di quell’improvvisa piccola esplosione. Ha avuto il sangue freddo di non fermarsi sulla corsia di sorpasso, con il rischio di provocare un incidente, ma ha proseguito per qualche metro, per accostare a destra. Qualche auto è andata via senza aiutarlo, poi una coppia si è fermata vicino a lui. Era sanguinante, i frammenti del parabrezza dispersi sui suoi vestiti. Era scioccato e stordito come lo sarebbe stato chiunque. E’ stato trasportato dall’ambulanza all’ospedale San Giacomo, sottoposto ai raggi x per vedere se c’era qualcosa di rotto, la prossima settimana dovrà fare un nuovo esame pneumologico. Otto giorni di prognosi, l’automobile danneggiata, tanta paura. E poteva andare molto, molto peggio.

Ieri, sul ponte che c’è al Pincio subito dopo viale dell’Obelisco, sopra via del Muro Torto, verso piazzale dei Martiri, bastava affacciarsi da una parte o dall’altra, o ancora scendere le scale che portano direttamente alla strada sottostante, per trovare innumerevoli punti in cui sarebbe stato possibile lanciare il sampietrino. «E’ un episodio strano - commentava il titolare del noleggio di biciclette e automobiline che ha sede proprio nei pressi del ponte - Questa zona del Pincio non è mal frequentata, io non ho mai avuto problemi, i controlli delle forze dell’ordine ci sono. Solitamente chiudo verso le 8 di sera, quando me ne vado restano sempre i giovani che vengono qui per pattinare. Ma mi sembrano ragazzi in gamba, bravi. A tirare quella pietra deve essere stato qualche balordo. Certo, sarebbe importante che qualcuno portasse via quel mucchio di sampietrini abbandonati. Qualsiasi ubriaco che passa di qui può prendere una pietra e buttarla giù». (*) In realtà da quel ponte è fin troppo facile gettare qualsiasi oggetto sulle auto senza essere visti. In passato è successo anche per sbaglio: alcuni ragazzi si lanciavano una bottiglia, per errore è finita di sotto.

Più in generale i problemi del Pincio sono legati alla vita notturna, al degrado causato dall’affollamento di automobili e ragazzi che avevano scelto piazza Bucarest e dintorni come punto d’incontro. Molti dei busti dei personaggi storici ciclicamente venivano danneggiati. «Qualche mese fa - racconta il comandante della polizia municipale, Giovanni Catanzaro - è stato deciso di chiudere al traffico, ogni sera, tutta l’area del Pincio. E’ stata una scelta utile». L’altra sera, sul luogo del lancio del sampietrino, è intervenuta una volante della polizia, a indagare ora è il commissariato Salario-Parioli.

 

(*) Nota: forse è più corretto affermare che qualsiasi pietra può essere lanciata da un ubriaco. Togliere le pietre serve a poco. A Tortona, gli antesignani dei lanciatori di sassi dai cavalcavia si erano procurati le pietre a chilometri di distanza. L’alcol invece l’avevano trovato nella birreria sotto casa. È molto più facile procurarsi vino o birra che sampietrini.


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (TARANTO)

L’INCHIESTA

Il presunto autore dell’aggressione, subito rintracciato e arrestato dalla Squadra Mobile, ora rischia l’accusa di omicidio (preterintenzionale?) 

Stola, le lesioni erano irreversibili

Eseguita l’autopsia sul corpo dell’anziano morto un mese dopo un brutale pestaggio

Sono state quasi sicuramente le lesioni rimediate durante il pestaggio a causare la morte del 70enne Vittorio Stola, l’anziano rimasto vittima di una brutale aggressione verificatasi lo scorso 3 luglio nei pressi di un bar di via Garibaldi, nel cuore della città vecchia. Stola fu subito portato in ospedale dove l’altra mattina è morto. Le sue condizioni furono immediatamente giudicate gravi dai medici del «Santissima Annunziata» che si riservarono la prognosi in quanto Stola, oltre ad aver riportato diversi traumi alla testa ed alla colonna vertebrale, era anche cardiopatico. Il medico legale Marcello Chironi ieri pomeriggio ha esaminato il corpo di Stola, rilevando la presenza di lesioni cerebrali irreversibili, provocate da un arresto respiratorio che l’uomo avrebbe patito proprio durante l’aggressione. Il cervello di Stola è rimasto per qualche secondo senza ossigeno, tanto che l’uomo è andato in coma, senza più riprendersi. Il dottor Chironi depositerà entro 60 giorni una relazione dettagliata dalla quale dipende il destino giudiziario del 56enne Angelo Capriulo, arrestato con l’accusa di tentato omicidio dagli agenti della Squadra mobile poche ore dopo il pestaggio. Stando a quanto ricostruito dai poliziotti, il litigio che potrebbe esser costata la vita a Stola, sarebbe avvenuto per motivi banali. Al centro del contendere ci sarebbe stato un chilo di cozze venduto da Capriulo a Stola e da quest’ultimo non pagato. Sembra che i due contendenti fossero sotto l’effetto dell’alcool quando iniziò la lite. Sta di fatto che Stola, dopo una serie di reciproci spintoni, fu preso e sbattuto violentemente contro il muro. L’uomo accusò un malore e fu subito portato in ospedale dal personale del servizio di pronta emergenza 118. Il presunto aggressore di Stola, il 56enne Angelo Capriulo, fu rintracciato dagli agenti della Squadra mobile e condotto in carcere. Pochi giorni dopo ottenne gli arresti domiciliari, misura cautelare alla quale è ancora sottoposto. L’avvocato Mario Federici, legale di Capriulo, proprio l’altra mattina, quando era all’oscuro della morte di Stola, aveva chiesto la scarcerazione del suo assistito che invece ora rischia l’accusa di omicidio (preterintenzionale?). M. Maz.


 

IL GIORNALE.IT

L’America e la sicurezza

Procedure rigide dopo l’11 settembre

Per difendersi dal terrorismo la presunzione di colpevolezza

di Marino Smiderle inviato a Washington

All’aeroporto di Washington-Dulles le cose filano lisce. Dopo aver compilato in aereo il questionario in cui si chiedeva se avevamo fatto parte di formazioni terroristiche e se avevamo intenzione di esportare negli Stati Uniti piante o animali possibili portatori di virus (“Qualora una delle risposte a queste domande sia positiva, contattate l’ambasciata americana in Italia prima delle vostra partenza perché l’ingresso negli Usa potrebbe esservi interdetto”), tocca fare la fila prima di arrivare davanti al funzionario del ministero della Sicurezza interna. E bisogna scegliere la fila giusta: residenti da una parte, stranieri dall’altra. È tutto organizzato da una efficiente addetta che dirige il traffico dei viaggiatori e li indirizza allo sportello libero.

Pochi minuti e il funzionario esegue una procedura di routine che prevede: il controllo del passaporto, un paio di domande all’aspirante visitatore degli Usa (“Per che motivo è qui?”, “Quanto ha intenzione di fermarsi”), una foto e le impronte digitali di entrambi gli indici catturate da un marchingegno digitale. Dopodiché, la formula di rito: “Benvenuto negli Stati Uniti d’America”.

Qui funziona così, c’è poco da fare. Dopo l’11 settembre le procedure di sicurezza aeroportuali si sono rese tremendamente più rigide. E dopo quello che è successo, francamente, risulta difficile criticarli, anche se si capisce subito la differenza di approccio tra la mentalità americana e quella italiana e, più in generale, europea: da noi vige la presunzione di innocenza, da loro la presunzione di colpevolezza. Che vuol dire: intanto ti prendiamo le impronte digitali e ti facciamo la foto (solo di fronte, però, non di profilo), ma se ti comporti bene non ti succederà nulla.

Giovedì, 10 Agosto 2006

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