(ASAPS) – Si fa presto a dire
Polizia Municipale. All’estero, nei tanto copiati e citati Stati Uniti, le
Squadre Omicidi, i gruppi Undercover che lottano contro la droga, perfino le
SWAT, sono tutti reparti di agenti municipali. Qui li chiamiamo Vigili Urbani,
ed anche questo appellativo, più o meno in disuso, ha la sua pregiata dignità.
Ma non li identifica del tutto. Alcune città, grandi o piccole, sfornano fior
di poliziotti, che fanno tutto da soli, per pura passione. Roberto Faccani è
uno di questi: è stato segnalato e poi selezionato per partecipare ad una
missione internazionale, forse l’unica ad oggi nella quale la polizia locale
italiana è stata chiamata ad un ruolo ufficiale. Faccani, comandante della
Municipale di Bagnacavallo (Ravenna), si è spinto un po’ fuori dai confini
della bassa Romagna, ed è volato fino ad Herat, città afgana ai confini con
l’Iran. Zona di guerra, dunque, anche se ufficialmente qui si difende una pace
costruita con una guerra che ha spazzato via i talebani, ma non del tutto, e
difesa con un’altra battaglia che ha regole d’ingaggio del tutto particolari,
ben diverse dall’uso di missili videoguidati, da bombe all’uranio impoverito o
da plotoni di ranger a stanare guerriglieri dalle montagne. È una guerra di
valori, nella quale conta l’educazione e la passione, proprio come il perfetto
“peace-keeper” deve mostrare di avere. Ad Herat, 400mila abitanti, ci sono
soldati italiani impegnati nella ricostruzione e qui, mentre ci sono prove
generali di funzionamento, ha cominciato a lavorare anche la polizia stradale,
che si chiama più o meno “polizia del traffico”, formata appunto dal comandante
Roberto Faccani.
I vigili afgani, che vediamo
nelle foto, hanno ricevuto in dono dai nostri militari dell’esercito, un
furgone attrezzato per il servizio infortunistico. Altre attrezzature, tra cui
un telemetro, svariate macchine fotografiche e perfino un Telelaser – il primo
ad entrare in funzione nello scacchiere – sono arrivate per mezzo di altre
donazioni. Esercitazione con telelaser Alla coppia di Caschi Bianchi romagnoli, dunque, un altro
compito impegnativo: educare e proseguire nella formazione. Dopo ferragosto,
infatti, Faccani presiederà un corso sul disegno delle planimetrie e la
creazione dei rapporti degli incidenti in formato digitale. Il comandante di
Bagnacavallo, però, ha in mente ben altri piani per portare a termine la sua
missione estera, e proporrà di far venire in Italia alcuni agenti afgani, per
formarli sul campo italiano e farli tornare a casa con un bagaglio ben più
corposo di esperienze in materia di polizia locale. A loro spetterà il compito di
aiutare con competenza maggiore la nostra missione, che ha avuto il mandato dal
nostro ministero della Difesa di riprogettare il sistema viario della città,
ovviamente in chiave moderna: segnaletica ed aree pedonali in testa a tutto,
visto che il paese si prepara al proprio futuro ubbidendo alla vocazione turistica
che la ricchezza del proprio patrimonio archeologico – almeno quello
sopravvissuto al regime degli “studenti coranici” – offre. Fatto questo,
toccherà all’archivio patenti, all’organizzazione della centrale operativa e
poi a tutto il sistema. Inedito per quel paese, e proprio per questo si tratta
di un compito gravoso, ma stimolante. (ASAPS) |
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