Giovedì 18 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 10/08/2006

Afghanistan - Prima missione internazionale della Polizia Municipale italiana: tocca a quella di Bagnacavallo col comandante Roberto Faccani Addestrati i nuovi vigili, pronti i nuclei infortunistici


Scambio di gagliardetti

 

(ASAPS) – Si fa presto a dire Polizia Municipale. All’estero, nei tanto copiati e citati Stati Uniti, le Squadre Omicidi, i gruppi Undercover che lottano contro la droga, perfino le SWAT, sono tutti reparti di agenti municipali. Qui li chiamiamo Vigili Urbani, ed anche questo appellativo, più o meno in disuso, ha la sua pregiata dignità. Ma non li identifica del tutto. Alcune città, grandi o piccole, sfornano fior di poliziotti, che fanno tutto da soli, per pura passione. Roberto Faccani è uno di questi: è stato segnalato e poi selezionato per partecipare ad una missione internazionale, forse l’unica ad oggi nella quale la polizia locale italiana è stata chiamata ad un ruolo ufficiale. Faccani, comandante della Municipale di Bagnacavallo (Ravenna), si è spinto un po’ fuori dai confini della bassa Romagna, ed è volato fino ad Herat, città afgana ai confini con l’Iran. Zona di guerra, dunque, anche se ufficialmente qui si difende una pace costruita con una guerra che ha spazzato via i talebani, ma non del tutto, e difesa con un’altra battaglia che ha regole d’ingaggio del tutto particolari, ben diverse dall’uso di missili videoguidati, da bombe all’uranio impoverito o da plotoni di ranger a stanare guerriglieri dalle montagne. È una guerra di valori, nella quale conta l’educazione e la passione, proprio come il perfetto “peace-keeper” deve mostrare di avere. Ad Herat, 400mila abitanti, ci sono soldati italiani impegnati nella ricostruzione e qui, mentre ci sono prove generali di funzionamento, ha cominciato a lavorare anche la polizia stradale, che si chiama più o meno “polizia del traffico”, formata appunto dal comandante Roberto Faccani.


9986

{foto3c}

Momenti dell’esercitazione

Momenti dell’esercitazione


I vigili afgani, che vediamo nelle foto, hanno ricevuto in dono dai nostri militari dell’esercito, un furgone attrezzato per il servizio infortunistico. Altre attrezzature, tra cui un telemetro, svariate macchine fotografiche e perfino un Telelaser – il primo ad entrare in funzione nello scacchiere – sono arrivate per mezzo di altre donazioni.
Le autorità locali sono entusiaste, e con esse anche i vertici NATO, che hanno compreso quanto la ricostruzione debba comprendere proprio tutto, sicurezza e legalità stradali comprese.
Per questo motivo Faccani è statao formalmente invitato a tornare ad Herat, in compagnia di una vigilessa però: l’aver rovesciato il regime integralista, significa aver indotto ad una mutazione delle coscienze, e il municipio della città intende assumere agenti donna per effettuare i servizi di polizia stradale.

{foto4c}

Esercitazione con telelaser

Alla coppia di Caschi Bianchi romagnoli, dunque, un altro compito impegnativo: educare e proseguire nella formazione. Dopo ferragosto, infatti, Faccani presiederà un corso sul disegno delle planimetrie e la creazione dei rapporti degli incidenti in formato digitale. Il comandante di Bagnacavallo, però, ha in mente ben altri piani per portare a termine la sua missione estera, e proporrà di far venire in Italia alcuni agenti afgani, per formarli sul campo italiano e farli tornare a casa con un bagaglio ben più corposo di esperienze in materia di polizia locale.

A loro spetterà il compito di aiutare con competenza maggiore la nostra missione, che ha avuto il mandato dal nostro ministero della Difesa di riprogettare il sistema viario della città, ovviamente in chiave moderna: segnaletica ed aree pedonali in testa a tutto, visto che il paese si prepara al proprio futuro ubbidendo alla vocazione turistica che la ricchezza del proprio patrimonio archeologico – almeno quello sopravvissuto al regime degli “studenti coranici” – offre. Fatto questo, toccherà all’archivio patenti, all’organizzazione della centrale operativa e poi a tutto il sistema. Inedito per quel paese, e proprio per questo si tratta di un compito gravoso, ma stimolante. (ASAPS)



© asaps.it
Giovedì, 10 Agosto 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK