Il gran pasticcio autovelox e la pioggia di ricorsi, Guarnieri: «Salvini è contro il controllo della velocità»
«La politica non ha la volontà politica di utilizzare gli autovelox, che sono gli apparecchi più efficaci per combattere gli scontri mortali sulla strada». Stefano Guarnieri, presidente dell’associazione Lorenzo Guarnieri, critica il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini: «Il decreto uscito, e poi ritirato da Salvini, crea confusione, si è persa una possibilità per combattere la velocità su strada e aumentare la sicurezza», ha detto Guarnieri in occasione di un convegno sul nuovo codice della strada promosso a insieme ad Asaps, con la collaborazione della Fondazione Claudio Ciai e dell’Associazione Spingi la Vita.
Il caso autovelox è scoppiato negli ultimi giorni, quando il Ministero dei trasporti aveva inviato a Bruxelles uno schema di decreto in cui venivano automaticamente «sanati» tutti i dodici modelli di autovelox approvati dal 13 agosto 2017, perché già conformi alle nuove norme di taratura, mettendo così fine alla valanga di ricorsi che erano stati presentati dagli automobilisti multati.
Poi però questo decreto è stato sospeso da Salvini perché, ha detto il ministro, «sono necessari ulteriori approfondimenti». Guarnieri se ne rammarica: «Il Governo ha avuto tempo per mettere a posto questo aspetto ma non l’ha voluto fare, il ministero evidentemente non ha interesse nel misurare la velocità e i suoi eccessi, resta dunque l’ambiguità, e tutto ci fa pensare che questa ambiguità resti perché in Italia il controllo della velocità è una cosa che non piace».
Intanto, gli automobilisti multati potranno continuare a inviare ricorsi sostenendo la mancata omologazione.
Per Guarnieri, «la soluzione più semplice era nella prima bozza del nuovo codice della strada che introduceva nell’articolo 142 “omologato o approvato”, quindi con due parole avrebbero potuto risolvere il problema. Evidentemente non l’hanno voluto risolvere».
Al convegno ha partecipato anche Luigi Altamura, comandante della Polizia locale di Verona, componente Anci in Viabilità Italia e membro dell’Ufficio studi Asaps. Sul tema degli autovelox ha detto: «Adesso serve una norma transitoria che non vada a eliminare i controlli, ma che dia certezza sia per i cittadini sia per gli organi di Polizia Stradale. Credo che sia arrivato il momento di cessare questa battaglia che va avanti ormai da molti anni: dobbiamo prendere esempio da altre nazioni europee, la Francia, la Spagna, la Germania, dove i controlli di Polizia Stradale con la velocità non sono visti così negativamente. Se qualche Comune ha fatto cassa, ci sono i prefetti che intervengono e possono revocare le autorizzazioni delle postazioni fisse: però serve un momento di pacificazione».
Poi, parlando delle sanzioni per chi guida usando lo smartphone, ha aggiunto: «In questo momento le prefetture sono subissate di patenti che vengono ritirate dagli organi di Polizia Stradale per la distrazione» legata all’utilizzo del cellulare.
Sul fronte locale, Guarnieri ha chiesto al Comune di Firenze di lavorare «per continuare ad allargare le zone con velocità massima 30 chilometri all’ora, visto che l’esempio di Bologna sta portando dati confortanti». E ancora, sempre su Firenze, il tema dei dehors aumentati negli anni: «C’è un articolo del nuovo codice della strada secondo cui devono essere fatti interventi laddove i dehors peggiorano la sicurezza stradale, invito pertanto l’amministrazione comunale a valutare se esistono strutture che, in qualche modo, peggiorano la sicurezza lungo le strade di Firenze».
da corrierefiorentino.corriere.it
|
Clicca qui per iscriverti al nostro canale TelegramClicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per seguire la nostra pagina Instagram
|