Fermarsi per soccorrere e morire travolti
In A14, nei pressi di Fano, un eroico ispettore della Polizia muore investito da un’auto mentre con grande generosità interviene per un altro grave incidente
Antonio Crisafulli, 50 anni, era in servizio al Commissariato Sesto San Giovanni (Milano): la tragedia sotto gli occhi dei figli
(ASAPS) Pesaro - 12 agosto 2012 – Ha visto un’auto cappottarsi, sulla carreggiata opposta; ha parcheggiato in corsia d’emergenza, è andato a liberare la sede stradale e ha cercato di prestare i primi soccorsi, ma è stato travolto e ucciso sul colpo da un’altra macchina in transito. È morto così, nella tarda mattinata da bollino rosso di ieri, al chilometro 176 dell’A14, nei pressi di Fano (Pesaro Urbino), Antonio Crisafulli, 50 anni, ispettore capo della Polizia di Stato in servizio a Milano. Crisafulli era in auto con la sua famiglia, la moglie e due bambini, quando è avvenuta la tragedia, ma questo non è servito a farlo andare per la sua strada e ha risposto a un richiamo elementare: prestare aiuto a chi è in difficoltà. Ha messo la sua famiglia in sicurezza, ha liberato la sua corsia da un portapacchi che era volato nella sua carreggiata dall’altra vettura che, dopo lo scoppio di uno pneumatico, si era ribaltata. Poi ha attraversato il new-jersey centrale ed è questo punto che un’auto lo ha centrato, ovviamente sotto gli occhi di chi lo aveva visto slacciarsi la cintura e lanciarsi verso il proprio dovere. I soccorsi sono stati immediat: prima quelli dei suoi colleghi della Polizia Stradale di Fano e poi quelli del 118, ma ogni tentativo è stato inutile. Così, non è rimasto altro che trasferire la sua salma all’ospedale di Fano, a disposizione della Procura della Repubblica, mentre la moglie e i figli sono assistiti dalla Specialità e dalla Questura di Pesaro. L’ispettore Antonio Crisafulli, messinese, era in servizio al commissariato di Sesto San Giovanni e dopo aver chiuso o cassetti della sua scrivania dell’ufficio Anticrimine, lo scorso venerdì, domenica si era messo in viaggio per portare i figli al mare. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha subito inviato un telegramma al Capo della Polizia Antonio Manganelli, per pesprimere il proprio cordoglio ai familiari e ai colleghi. A tutti loro si stringe anche l’ASAPS, che di queste dinamiche ha purtroppo dimestichezza. Ciò che rende eroico il gesto di Antonio è l’istinto che lo ha ispirato: i più si sarebbero limitati a prendere il telefono e chiamare il 113, dopo aver tirato dritto. Non è così che si salvano le vite, però, e questo lui lo sapeva bene: in un paese in cui i pirati della strada imperversano, questi sono gli esempi che fanno la differenza. L’ASAPS lo evidenzierà in tutte le sedi. (ASAPS)