Il tesoretto che non c’è
L’Asaps propone ancora una volta di non aumentare (+5,9%), a gennaio, l’importo delle sanzioni al CDS prelevando quanto serve dalla mancata riscossione delle multe mai pagate dagli stranieri. Come? Ve lo spieghiamo
C’è un tesoretto, che cresce ogni giorno di più, e che nessuno (o quasi) riesce a prendere. E dire che se riuscissimo a metterci le mani sopra, potremmo evitare di innalzare del 5,9% l’importo delle sanzioni del codice della strada previsto per il 1° gennaio 2013 che porterebbe l’aumento medio a + 59% come abbiamo già segnalato. Anzi potremmo incassare anche una utile plusvalenza.
Di cosa stiamo parlando?
Semplice: delle multe elevate nei confronti di veicoli stranieri in transito nel nostro stato.
Moto, auto, camion, tutti con targa straniera, molti in violazione delle norme relative alla velocità, al sorpasso, all’accesso nei centri storici (accertate a distanza con sistemi elettronici come Tutor, sorpassometri, sistemi Ulisse, T-Red ecc.) o alla sosta; veicoli turistici, veicoli commerciali e anche veicoli di tanti (troppi) furbetti nostrani, noleggiati all’estero da società specializzate o intestati a prestanome, proprio per risparmiare controlli fiscali e punti patente.
E tutti i loro conducenti sono di fatto contumaci: nessuno (o quasi) riesce a contestare loro le violazioni sul posto, in “flagranza”, e quindi a farsi pagare subito quanto dovuto, così come l’articolo 207 del codice della strada prevede. Quanti sono? Tanti, tantissimi: l’ASAPS sta cercando di fare i conti, mettendo insieme i dati della Polizia Stradale e quelli degli enti locali, ma quanti siano i latitanti del codice, sarà difficile saperlo con esattezza, visto che per ora ognuno si arrangia per proprio conto.
Un esempio: la Polizia Municipale di Bologna, città che può essere ragionevolmente assunta ad esempio medio italiano, contesta ogni anno dalle 12 alle 14mila violazioni a stranieri, per un valore medio di 100 euro ciascuna.
Quindi, ci sono ogni anno dal milione e 200 al milione e 400mila euro che in città come Bologna nessuno (o quasi) riesce a riscuotere.
Vogliamo fare una moltiplicazione? Beh: è una cosa lunga e sarebbe eccessivamente approssimativa, ma siamo sicuri che il gioco varrebbe la candela: abbiamo la tecnologia, le banche dati e gli strumenti giuridici per esigere quanto ci è dovuto. Basta solo volerlo fare e noi abbiamo un’idea.
Autostrade per l’Italia utilizza da molti anni sistemi di localizzazione di veicoli e targhe i cui conducenti commettono infrazioni (velocità e sorpasso) oppure omettono ripetutamente di corrispondere il pedaggio. Il famoso Tutor li identifica al momento dell’uscita e li blocca tra le due sbarre, facendo istantaneamente intervenire la pattuglia, il cui personale arriva, identifica il conducente, esegue misure cautelari reali (ad esempio il sequestro del veicolo) eventualmente disposte dall’Autorità Giudiziaria e, comunque, interrompe i reati e consente la prosecuzione dell’azione penale.
Ipotizziamo che un’autovettura con targa straniera sia parcheggiata in divieto di sosta: un agente della Polizia Municipale contesta la violazione ma non riesce a notificarla al trasgressore, il quale riparte e sparisce. Ebbene: il verbale dovrebbe essere subito inserito alle ricerche nei terminali di polizia e in quelli degli enti locali e autostradali e così, al primo passaggio o al primo controllo, scatterebbe l’obbligo differito di corrispondere quanto dovuto. Basterebbe solo modificare l’articolo 207 del codice della strada, prevedendo il pagamento differito della sanzione per chiunque si trovi a condurre il veicolo segnalato in violazione e velocizzare la procedura di inserimento del verbale negli archivi telematici, così il conducente straniero difficilmente potrebbe lasciare il territorio dello stato italiano o rientrare, senza essere intercettato in un punto di controllo, quindi, senza aprire il portafoglio e pagare né, d’altronde, potrebbe rientrarvi impunemente. Furbetto italiano compreso.
Forlì, lì 29 novembre 2012
Giordano Biserni
Presidente ASAPS