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Notizie brevi 07/02/2013

Il carabiniere ucciso durante un controllo su strada
Omicidio  Santarelli, le motivazioni dell'ergastolo: "Gorelli era lucido"
Grosseto, il documento depositato dal giudice per il tragico agguato Escluse responsabilità per gli altri tre minori che erano con il ragazzo all'alba del 26 aprile 2011

Il Carabiniere Antonio Santarelli

GROSSETO - Quando Matteo Gorelli colpì i due carabinieri al posto di blocco, uccidendo senza pietà uno di loro e ferendo gravemente l'altro era capace di intendere di volere. Sapeva cosa stava facendo. E sottrasse volontariamente il verbale dove era scritto che stava guidando sotto l'effetto di alcol. Questo il senso di uno dei passaggi della motivazione che ha portato alla sentenza di ergastolo per Gorelli, poco più che ventenne, di Cerreto Guidi. Lui, con un palo di legno, ridusse in fin di vita Antonio Santarelli, 44 anni, militare della compagnia di Pitigliano, padre di due figli e Domenico Marino, 35 anni. Santarelli è morto dopo un anno di coma. Domenico Marino ha delle lesioni permanenti a un occhio.

 

I pali di legno utilizzati per colpire il carabiniere Santarelli

Le motivazioni della sentenza sono state depositate dal giudice, che nel documento ripercorre cosa accadde in quella tragica mattina del 26 aprile 2011. Quando al posto di blocco Gorelli, in macchina con altri tre minorenni, compì il terribile gesto. In alcuni passaggi si ricorda di come il giovane fosse agitato al controllo che lo aveva trovato positivo all'alcol test. Marino, si legge nelle motivazioni della sentenza, addirittura lo tranquillizzò vedendolo preoccupato, dicendogli che il reato c'era ma che il ragazzo avrebbe riottenuto la patente dopo l'iter di legge. Un disturbo della personalità esiste in Gorelli secondo il giudice, ma è border line e comunque non ha influito sul grave fatto di sangue, che appunto il ragazzo ha commesso nel pieno delle sue facoltà intellettive.

 

La gravità di ciò che ha commesso non ha consentito di concedere le attenuanti. Inoltre, afferma il giudice, il ragazzo non confessò subito ma diverso tempo dopo, avendo visto che le prove contro di lui non gli consentivano di fare altro. Il documento sembra escludere il coinvolgimento per gli altri tre minori che erano con Gorelli in auto. Per la ragazza soprattutto, vista con le mani nei capelli allontanarsi dal posto di blocco dopo l'agguato, ma anche per gli altri due. Per tutti e tre comunque ci sarà un processo a parte.
 


da  lanazione.it

 

 

 


>  Quando l'aggressione è assurda e fatale
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Nell’aprile del 2010 aveva massacrato a morte un carabiniere che lo aveva fermato
28 mesi di reclusione vera: il valore della vita di un operatore della sicurezza, padre di famiglia

 

 

> Tornano in libertà i giovani coinvolti nella aggressione ai Carabinieri dell’aprile 2010
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> Grosseto: positivi all’etilometro massacrano due carabinieri, uno gravissimo

Arrestati 4 giovanissimi (tre sono minori), forse reduci da un rave: hanno pestato i due militari a sprangate
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Giovedì, 07 Febbraio 2013
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