Attualità
elsinea era il nome dato a Bologna per via della latinizzazione
del nome Velzna o fertile, voluto dai fondatori etruschi nel 534
a. C. ed invero tale è sempre stata, anche per quanto riguarda
gli ingegni, nel bene e nel male. Quando era la principale città
di una ricca provincia dello Stato Pontificio, aveva raggiunto
una discreta notorietà per il fatto che ivi si fabbricassero
credibili gioielli e monete d'oro falso, altrimenti detto di bassa
lega, quindi con forti percentuali di rame che ingannava sulla
purezza. Consumandosi però tali manufatti, mentre venivano
maneggiati o per pulirli, emergeva inevitabilmente il rosso colore del più
vile dei due metalli che formavano la lega vile. Per questo motivo, almeno
sino allo scorso secolo, era d’uso comune il detto: “l'oro di Bologna che
si fa rosso dalla vergogna”. Il rossore avrebbe dovuto in verità essere un
connotato fisico delle guance degli imbonitori, che invece, loro sì senza
vergogna, spacciavano quei tarocchi con faccia che sarebbe corretto
definire bronzea non meno di quella dell’imperatore Diocleziano.
Ovviamente si farebbe torto ad intere collettività ad affermare che le italiche genti e quelle bolognesi in particolare,
abbiano l’esclusiva della produzione e commercio di merce tarocca e, se certi detti esprimono forme di saggezza popolare
basata sull’esperienza, vi sarà bene un motivo anche per quello che definisce:
l'oro del Giappone, quello che quando lo
guardi diventa ottone
. Certo è che, se ad un certo punto i cloni del sol levane sono spariti dal mercato, altri furbastri con
gli occhi a mandorla li hanno sostituiti nel commercio di merce tarocca, arrivando persino a creare un segno ingannevole
che strizza l’occhio alla sicurezza del prodotto, mentre l’unica certezza è quella di ricevere un prodotto non verificato
rispetto agli standard di sicurezza.
La marcatura CE è un contrassegno
- Conformité Européenne. Essa
indica un prodotto conforme ai requisiti essenziali previsti da Direttive in
materia di sicurezza, sanità pubblica, tutela del consumatore, ed altre
(la direttiva bassa tensione, la direttiva compatibilità elettromagnetica, la
direttiva per i sistemi in pressione, la direttiva macchine, la direttiva per i
dispositivi medici) - che deve essere apposto su determinate tipologie di
prodotti (materiale elettrico, giocattoli, occhiali da sole) dal fabbricante o
rappresentante autorizzato entro l’Unione Europea. In tal modo, questi
autocertifica la rispondenza e/o la conformità ai requisiti essenziali per
la commercializzazione e utilizzo nell'UE; il prodotto su cui è apposto è
conforme a tutte le Direttive ad esso applicabili. Rappresenta il requisito legale necessario, per la commercializzazione
all’interno dello Spazio economico europeo (SEE).
http://www.newapproach.org/Directives/DirectiveList.asp.La funzione di tale marchio è quella di tutelare interessi pubblici quali: salute e sicurezza degli utilizzatori dei prodotti.
Assicura l’adeguatezza a disposizioni dell’U.E. per il loro utilizzo. Pur non essendo un marchio di qualità o di origine
ha quindi un rilievo amministrativo, e segnala conseguentemente la circolabilità entro il Mercato Unico (Cass. Sent. n.
36228/2009). Spesso si rilevano prodotti recanti una marcatura con caratteristiche molto simili al marchio CE.
L’unica
differenza, il logo si presenta uguale in grafia e colorazione, è la minore distanza che intercorre tra le due lettere.
Il marchio China Export, crea confusione circa una qualità
importante del prodotto. Il marchio CE deve essere apposto
secondo il formato previsto, inmaniera leggibile e indelebile;
deve misurare almeno 5 mm, e mantenere le proporzioni
iniziali in caso di ingrandimenti; qualora le caratteristiche
finali del prodotto o la sua lavorazione non consentano
l´apposizione della marcatura CE direttamente sul bene
stesso, verrà apposta sulla confezione o documentazione
d´accompagnamento; qualora le direttive prevedano
una valutazione da parte di un ente certificato, il numero
identificativodi taleEnte verrà inseritonell'etichetta contenente
il marchio CE a cura del fabbricante o rappresentante
sotto la responsabilità dell´Ente stesso. Risulta peraltro
irrilevante persino la mancanza di false indicazioni recanti i requisiti richiesti dalla normativa vigente per l'apposizione
della predetta marcatura CE, ai fini della rubricazione della fattispecie di cui all'art. 517 cp. Rileva infatti la decettività di
tale marcatura, che si distingue da quella con cui si vuole creare confusione per il solo particolare della impercettibile,
diversa distanza tra le due lettere, sufficiente ad ingenerare il convincimento nel consumatore che la merce abbia le
caratteristiche e gli standard previsti nell’UE. Risulterebbe irrilevante, da un punto di vista meramente teorico, il fatto che
tali merci potrebbero possedere tutti o una parte dei prescritti requisiti. Infatti il marchio CE apposto dal produttore ha la
funzione di certificare la conformità ai requisiti essenziali richiesti dal mercato Europeo, costituendo già da sola elemento
qualitativo del prodotto (S.C. sez. 3, del 18 sett. 2014, n. 45916).
Tornando alla “dotta”, coloro che venivano sorpresi a fabbricare o commerciare
prodotti tarocchi venivano
tuttavia allontanati coattivamente dalla città, allora ancora turrita, anticipando per certi versi una tipologia di provvedimenti
amministrativi di polizia, tornati d’attualità e di competenza del Sindaco ora chiamato a compiti di medievale memoria che
furono già del Bargello. Mutandosi i tempi, ma non il costume, ancor oggi per allontanare una certa tipologia di soggetti
s’usa dire “mandar fuori da Bologna", o "sbolognare". C’era tuttavia sempre il caso, anche per l’uomo o la donna timorati
di Dio e della Legge, d’incamerare incautamente monete false, di cui occorreva liberarsi per evitare un danno, mollando
poco altruisticamente la fregatura a terzi; quindi
sbolognare
veniva inteso anche nell’ulteriore accezione di "liberarsi della
moneta simil-aurea falsa incautamente accettata".
Stato Pontificio
– Doppia romana, oro – Papa Pio VII (1800 – 1823).
Risulta arduo ancor oggi provare la falsificazione negli oggetti antichi
di metallo prezioso. Particolarmente l’oro può presentarsi coperto
da una patina nerastra ma non subisce, anche quando rinvenuto
durante scavi, alterazioni. I depositi di origine organica possono essere
facilmente riprodotti. L'argento assume invece naturalmente diverse
patine a seconda della lega e delle modalità di conservazione, ma,
particolarmente quella nerastra detta
argent corné
, risulta difficile
da imitare anche ricorrendo al solfuro d'argento. In generale si può
affermare che non esistano regole univoche e sicure che consentano
la certa individuazione di falsi antichi. Per ritenere esistente una tale
capacità non possono in ogni caso difettare nel perito una profonda
conoscenza dello stile e una grande specifica esperienza.
di Paolo Carretta*
MERCE TAROCCA O L’ORO DI BOLOGNA
(Quello che si fa rosso dalla vergogna)
Un sintetico percorso storico dal tarocco nella Bologna
papalina alle contraffazioni e ai falsi grossolani
dei giorni nostri
“Venghino siore e siori, non siamo qui per vendere ma per regalare
”, era (ed è) la rassicurante cantilena che
accompagnava l’attività truffaldina, al cui successo contribuiva la simpatica cadenza emiliana foriera in questo caso di
fregature. Una frase di successo bisogna dire, destinata a diffondersi, frequentemente utilizzata dal cinema ma anche da
scaltri piazzisti di altre provenienze regionali, la vulgata indica particolarmente i campani per una tale specializzazione.
Una tale deplorevole tradizione non pare comunque correre a tutt’oggi il rischio di perdersi dove ebbe origine, venendo
mantenuta in vita da numerosi imbonitori, nelle aree di servizio autostradali di tutta l’Emilia Romagna e regioni limitrofe.
Costoro rivelandosi particolarmente attivi nei periodi di grande traffico, quando la Polizia Stradale è affaccendata in altri
compiti prioritari mentre loro ingaggiano, in impari confronto, le torme dei vacanzieri nordici che invadono il bel Paese,
con un valore degno di miglior causa.
Il successo della formula
non è dovuto però solo all’indiscutibile capacità persuasiva di taluni mariuoli, o alla vis
ingannatoria intrinseca al bene stesso “tarocco” ed oggetto di transazione, ma anche alla mala fede di chi si crede furbo e
vuole acquistare merci di apparente pregio ad un costo non adeguato, non escludendo o magari illudendosi di avere per
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