54
www.
asaps
.it
www.
asaps
.it
di Riccardo Matesic*
Motori
7,5 incidenti su 10 avvengono sulle strade urbane, 2,5 sulle extraurbane. Gli incidenti nel 2016 sono aumentati su
tutte le tipologie di strada (+2% autostrada, +1,2% extraurbane, +0,5% urbane). Ma sono diminuiti i morti (-10,2%)
e i feriti (-0,4%) sulle autostrade.
Sono i dati essenziali che emergono da “
localizzazione degli incidenti stradali 2016
”, lo studio, realizzato dall’ACI,
che analizza i 36.885 incidenti (1.159 mortali), 1.264 decessi e 59.886 feriti, avvenuti sui circa 55mila chilometri di
strade del Belpaese.
Iniziamo con il dire che fra le tratte a maggiore densità di incidenti ce ne sono diverse con caratteristiche autostradali,
nelle vicinanze dei grandi centri urbani. Quei tratti dove si tende a dare gas, magari un po’ distrattamente, perché
vi si guida per abitudine.
La A51 Tangenziale Est di Milano - nel tratto compreso tra i chilometri 10 e 12 - è la strada dove si verificano più
incidenti: 23/km, a fronte di una media italiana - per la rete extraurbana nella quale è avvenuto almeno un incidente
- di 1,9 incidenti/km. seguono la SS 036 del Lago e dello Spluga (19,5 incidenti/km) e la A4 Torino-Trieste (18,5
incidenti/km). Solo su questi tratti, il numero di incidenti è 7 volte superiore al resto della rete extraurbana.
Ma per i motociclisti i rischi sono altrove
I veicoli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 24% degli incidenti stradali. L’indice di mortalità delle
due ruote – scrive l’ACI- è molto più elevato
di quello delle quattro ruote: più di 1,5 morti
ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto
allo 0,66 delle auto.
Interessante e utile però capire dove si
verificano la maggior parte degli incidenti dei
motociclisti: strade statali dritte e trafficate, che
attraversano centri urbani e zone industriali.
Le prime tre in questa triste classifica sono
la SS 011 Padana Superiore, seguita dalla
SS 009 via Emilia e dalla SS 233 Varesina.
Pochissime curve, zero passione. Altro che
smanettoni. Altro che passi di montagna. È
il dramma del commuting, del mezzo a due
ruote usato per la normale mobilità.
Ovviamente la notizia non ci giunge nuova.
Nell’ambiente motociclistico lo si sa da anni.
Il problema è il traffico, gli altri veicoli che non
ci vedono. Ma sono anche, inutile nascondersi
dietro un dito, i motociclisti poco esperti (forse
dovremmo dire scooteristi o ex tali) che non
sanno riconoscere i pericoli insiti nel traffico. Ci
sono corsi specifici per questo, ma proprio quelli
che ne avrebbero più bisogno non ritengono
di doverne fare.
Il problema è proprio questo. Ormai la
classe dei motociclisti si è molto rinnovata.
Gli smanettoni, i duri e puri, sono vecchi. E
sono un’utenza residuale. Oggi ci sono gli
scooteristi e gli ex scooteristi, quelli che sono
passati alla moto “naked” di media cilindrata.
Gente tranquilla, che guida moto tranquille...
ma senza un’adeguata preparazione.
Nel tranello di una trafficata statale in zona
industriale, con traffico distratto, attraversa-
menti, buche e camion, non cadono gli esperti.
Cadono motociclisti che non capiscono di
essere in una situazione di rischio e guidano
rilassati. Vanno bene allora le campagne
come
#buonmotivo
, quella appena lanciata
dall’ANAS insieme a MIT e Polizia di Stato,
ma il problema è che bisogna far capire a quei neomotociclisti che su certe strade si rischia. E bisogna dare loro
gli strumenti per affrontarle. Che poi, fondamentalmente, si tratta di attenzione, e di non muoversi a velocità troppo
differenti da quelle del flusso di traffico. E della capacità di riconoscere quei pochi incidenti tipici che si verificano
sempre su quelle strade.
Lo studio dell’ACI, consultabile sul portale
www.lis.aci.it, comprende due sezioni distinte, una relativa ai dati generali
di incidentalità e l’altra specifica sulla localizzazione degli incidenti stradali avvenuti sulla rete viaria principale.
La sezione dedicata alla localizzazione contiene la statistica degli incidenti per ciascun chilometro di strada analiz-
zato, con dettagli relativi alle conseguenze alle persone, tipologia di incidente, mese, ora, giorno settimana, particolari
categorie di veicoli coinvolti, caratteristica del luogo di accadimento.
Completano l’analisi le mappe di incidentalità: numero di incidenti per chilometro su ciascuna strada con dati
dell’anno di riferimento, numero di incidenti mortali per chilometro per ciascuna strada con dati dell’ultimo triennio,
oltre alla geolocalizzazione degli incidenti.
*Fondatore e direttore di Netbikers.eu
La mappa ACI degli incidenti
e i veri rischi dei motociclisti
Interessante studio statistico dell’ACI, che localizza gli
incidenti e ne analizza i dati. Il 75% dei sinistri avvengono
su strade urbane. E le moto sono più pericolose delle auto
Ma attenzione a puntare il dito alle prestazioni e agli
smanettoni. Per noi motociclisti il vero trabocchetto è nel
traffico delle statali urbanizzate. Ci si fa male andando
al lavoro, non in giro per passione!
55