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Non bere

più del tuo

motore

Non bere

più del tuo

motore

Introduzione

•Nel 2013 il 63,9% della popolazione di età superiore a 11 anni ha consumato almeno

una bevanda alcolica nell’anno

•Tra il 2003 ed il 2013 la percentuale dei consumatori giornalieri di bevande alcoliche

scende dal 31% al 22,7%

•Aumenta invece la quota dei consumatori occasionali (dal 37,6% al 41,2%)

•Aumentano anche i consumatori fuori pasto (dal 24,8% al 25,8%)

•Il 51,6% di questa popolazione beve vino, il 45,3% birra, il 39,9% amari, liquori o altri

alcolici

•I comportamenti a rischio (consumo giornaliero non moderato, binge-drinking, consumo

in età compresa tra 11 e 15 anni) hanno riguardato 7.144.000 persone

•Nel 2013 vi è stata una riduzione di condotte di binge-drinking tra le donne (passano

dal 3,1 al 2,5%)

•Comportamenti a rischio più frequenti si osservano tra persone di età > 65 anni (38,6%

degli uomini e 8,9% delle donne), tra i giovani di 18-24 anni (23% dei maschi e 8,6%

delle donne) e tra gli adolescenti di 11-17 anni (11,7% e 8,5%)

•Nel Nord-Est il 26,3% della popolazione ha avuto almeno un comportamento a rischio

nel corso del 2012

•Il 14% ha esercitato binge-drinking

•Il binge-drinking è assai frequente tra i fumatori (36,9% nei maschi,

15,6% nelle femmine)

•Così pure il consumo fuori pasto

>Tra i 44 ed i 64 anni si beve maggiormente vino

>Tra i 25 ed i 44 anni si preferiscono birra ed aperitivi

>Tra i 18 ed i 24 anni le ragazze bevono superalcolici più dei maschi

>Nelle età di limite vengono consumati meno birra e meno amari

>In 10 anni (2002-2012) tra gli adulti in età compresa tra i 44 ed i 64 anni

e negli over-64 aumenta il numero dei consumatori occasionali e tra le

donne delle bevitrici fuori pasto

>In 1 anno aumenta del 2% il numero dei consumatori occasionali

•65.630 gli alcolisti in carico ai servizi pubblici

Con questa semplice scheda aggiornata, l’ASAPS torna sui rischi, ancora molto sottovalutati

dell’alcol alla guida.

Un recente studio pubblicato su Scientific Reports, magazine che fa parte del gruppo editoriale

di Nature, rivela che l’alcol è il primo fattore di rischio.

I ricercatori hanno paragonato il rischio di morte causato da una serie di sostanze stupefacenti:

hanno scoperto che l’alcol rappresenta la sostanza più mortale, seguita dall’eroina e dalla

cocaina. Ovviamente il rischio riguarda da vicino anche la guida dei veicoli.

Eppure in Italia dal 2009 l’Istat, nel suo report annuale sugli incidenti stradali, non raccoglie

più i dati della sinistrosità alcol – narco collegata.

La conoscenza puntuale della guida in stato di ebbrezza (da alcool o droghe) e del suo

impatto sull’incidentalità stradale costituisce un presupposto per la gestione efficace della

sicurezza stradale.

I governi di quasi tutti i Paesi (il 53% dei 179 Paesi esaminati dall’OMS, quota che sale al 77%

per i 43 Paesi più ricchi) dispongono di statistiche più o meno dettagliate che descrivono le

caratteristiche socio demografiche, le scelte di mobilità e la distribuzione nel tempo (orari

e giorni) e nello spazio (tratte della rete stradale) dei conducenti

in stato di ebbrezza e degli incidenti correlati a stato di

ebbrezza alcoolica o da droghe del conducente.

L’Italia è uno dei pochissimi Paesi ricchi che

non rendono disponibili dati sugli incidenti

correlati alla guida in stato di ebbrezza. Non

si tratta di una mancanza di informazioni

quanto di una reticenza alla diffusione

di dati che:

a) sono previsti dalla scheda di rileva-

zione predisposta dall’Istat;

b) vengono raccolti e inseriti nella

scheda dalle forze di polizia;

c) da anni non sono resi noti perché

ritenuti inattendibili.

È una scelta difficilmente comprensi-

bile.

“(Maurizio Coppo - da il Centauro

n. 181, gennaio 2015)”.

Ecco che con questo lavoro, che non ha

certo pretese scientifiche, vogliamo contri-

buire alla divulgazione dei rischi quelli più

semplici, ma più infidi, quelli più frequenti

e drammatici dell’alcol per chi è alla guida.

Giordano Biserni

Presidente ASAPS

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Alcol in cifre