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di Angela Chiari*
Attualità
fenomeni legati alla congestione stradale sono
accentuati dal concentrarsi del traffico nelle ore di
punta -
al mattino dalle ore 8 e le 9 e al pomeriggio
dalle 17 alle 20
- da qui si comprende l’importanza
di intervenire su questa fascia temporale e sui
flussi di spostamento
casa-lavoro
che rappre-
sentano un segmento per il quale è possibile
individuare soluzioni collegate alla specificità degli
spostamenti che hanno destinazione vincolata
e per il fatto che gli utenti si conoscono o comunque fanno
parte della stessa azienda.
Sono queste le considerazioni che stanno alla base della
riscoperta dell’importanza del governo della mobilità in parti-
colare nel settore degli spostamenti
casa-lavoro.
MobilityManagement significa promozione dellamobilità
sostenibile nonché gestione della domanda di trasporto
privato tramite il cambiamento del comportamento degli
utenti.
Le attività di Mobility Management prevedono
misure
cosiddette “
soft
”
–
leggere
- come l’informazione e la
comunicazione, l’organizzazione dei servizi nonché il coordi-
namento delle attività e delle funzioni di diversi partner. Le
misure “
soft
” hanno la funzione di migliorare l’efficacia delle
misure cosiddette
“
hard
” - pesanti - che riguardano azioni
costose come l’incremento del trasporto pubblico, la realiz-
zazione di strade o di piste ciclabili.
Attraverso le misure di “Mobility management” si può
gestire la domanda di mobilità utilizzando un insieme di
misure che, rivolte a migliorare la mobilità di persone veicoli
e merci nelle aree urbane, utilizzano azioni finalizzate alla
salvaguardia e alla valorizzazione dell’ambiente mediante
soluzioni innovative e a basso impatto ambientale.
Poiché il MobilityManagement punta a cambiamenti volontari
dei comportamenti, occorre promuovere azioni di “
marketing
”
per valorizzare le modalità alternative. Questo approccio
ha avuto un largo successo in Olanda dove il Ministero dei
Trasporti ha avviato una attiva politica volta ad offrire soluzi-
oni alternative all’uso dell’auto individuale investendo risorse
significative ed ottenendo risultati interessanti. Anche sulla
base delle esperienze straniere, in Italia è stata introdotta
la figura dei Mobility Manager
aziendali con il decreto
“
Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane
” del 27 marzo 1998.
Compito di queste figure professionali è quello di incentivare
i dipendenti ad adottare forme di spostamento alternative
all’uso individuale dell’auto privata e di proporre buone alter-
native. I Mobility Manager Aziendali, al fine di individuare
soluzioni concrete, si interfacciano con il
Mobility Manager
di Area
figura prevista all’interno dalle rispettive Amminis-
trazioni pubbliche.
Nel 2001 si è svolta a Roma la prima Conferenza nazionale
dei Mobility Manager mentre a livello internazionale è attiva
la European Platform on Mobility Management (EPOMM),
finanziata dalla Commissione europea, che costituisce un
importante strumento per il confronto delle esperienze locali
e lo scambio/condivisioni delle buone pratiche.
Il successo di queste politiche è fondamentale sia per il
raggiungimento degli obiettivi previsti dalla direttiva europea
sulla qualità dell’aria -
in particolare per le polveri fini (PM10)
che superano i limiti in molte aree urbane
- che per contenere
la crescita delle emissioni di anidride carbonica facilitando
quindi il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
Il Mobility Manager di Area
è l’interlocutore di riferimento
del Mobility Manager Aziendale, ha un’importante funzione di
coordinamento e funge da intermediario tra tutte le differenti
parti coinvolte orienta, supporta e coordina i Mobility Manager
Aziendali, raccoglie le loro esigenze ed elabora le strategie
orientate alla gestione della mobilità
casa-lavoro
nel suo
complesso. Il Mobility Manager di Area introduce le azioni di
Mobility Management e pertanto le misure cosiddette “
soft
”,
si concentra sullo studio dei comportamenti degli utenti e
sulla domanda di trasporto a livello aggregato, in modo da
individuare e dimensionare le possibili azioni applicabili in
ciascuna impresamigliorando lamobilità
dei lavoratori stessi. Il suo compito è
quellodi sviluppareunoschemagenerale,
promuovere le misure implementate ed
utilizzare schemi di coinvolgimento e
partecipazione dei lavoratori e dei datori
di lavoro utili per l’individuazione e la
gestione di opzioni alternative all’uso
dell’auto privata.
L’obiettivo principale del
Mobility
Manager di Area
è quello di ridurre i
livelli d’inquinamento, introdurre servizi
innovativi per la mobilità, individuare
nuove nicchie di mercato per esercenti
pubblici e privati, conferire maggiore
centralità alle politiche di governo della
domanda di mobilità.
E’ stato dimostrato che l’uso del veicolo
individuale è spesso motivato dalla
percezione di risparmiare tempo e
denaro, dallamancanza o inadeguatezza
del trasporto pubblico e da altri fattori
come la necessità di utilizzare l’auto
per spostamenti personali o d’affari ma
soprattutto dalla disponibilità di parcheg-
gio che incoraggia di gran lunga l’uso
dell’automobile infatti è stata verificata
minor propensione all’uso del veicolo
privato in aree con sosta a pagamento.
Il Mobility Manager d’Area deve pertanto
trovare le modalità per interferire sulle
politiche di tariffazione della sosta insieme
a misure di incentivazione all’uso del
trasportopubblico, dellamodalità ciclabile,
di quella pedonale e delle altre eventuali
opzioni disponibili per il raggiungimento
degli obiettivi prefissati.
Attraverso semplici operazioni di ricerca
e di dialogo con i Mobility manager
aziendali il Mobility Manager di Area può
seguire l’implementazione del Mobility
Management delle aziende interessate,
valutare le misure di maggior successo
e i contributi ottenibili da ognuna di esse.
Il Mobility Manager Aziendale
ha
l’incarico di ottimizzare gli spostamenti
casa-lavorodei dipendenti, cercandodi far
ridurre il ricorso all’auto privata a favore
di soluzioni di trasporto a basso impatto
ambientale come il trasporto pubblico,
la mobilità ciclabile, il car pooling, car
e bike sharing.
Il Mobility Manager aziendale ha anche
il compito di diffondere le
green pratices
intese come una serie di strumenti e
assetti organizzativi/gestionali volti a
ridurre l’impatto dell’attività dell’azienda
sull’ecosistema ed a implementare strate-
gie orientate alla sostenibilità ambientale
riconducibili ad attività riguardanti il miglio-
ramento della logistica, il rinnovo della
flotta aziendale che preveda l’acquisto
di mezzi sostenibili -
alimentazione a
metano, elettrica o ibrida
, - installazione
di colonnine per la ricarica elettrica,
diffusione del telelavoro, installazione
di servizi all’interno dell’azienda -
asilo
aziendale o servizi proposti a cadenze
temporali prestabilite come il servizio di
lavanderia, laboratorio di analisi mediche,
vendita di prodotti provenienti da aziende
agricole a km 0 o altro - .
Il Mobility Manager Aziendale,
nell’intraprendere un progetto di sosteni-
bilità aziendale per i dipendenti della sua
azienda, deve effettuare delle analisi
sulle abitudini di mobilità dei dipendenti
per individuare azioni utili a ottenere gli
scopi prefissati attraverso la redazione
del Piano Spostamenti Casa Lavoro
(PSCL).
Il Pianodegli spostamenti casa-lavoro
(PSCL)
è costituito dall’
analisi
sugli
spostamenti casa-lavoro dei dipendenti,
dalla
messa a sistema
dei dati raccolti e
dalla definizione di un
progetto
finaliz-
zato al raggiungimento dello scopo. Il
PSCL deve essere in grado di suggerire
misure di MobilityManagement che siano
alternative e più convenienti, rispetto
all’uso dell’auto privata, proponendo
misure utili per la razionalizzazione degli
spostamenti
casa-lavoro
del personale
dipendente, deve generare dei
cambia-
menti volontari di comportamento
attraverso la dimostrazione dei benefici
per il singolo dipendente in termini di
tempo, riduzione dei costi, aumento
del comfort, ma deve anche eviden-
ziare i benefici per l’azienda in termini
economici e/o di produttività oltre ai
benefici per la collettività in termini di
minori costi sociali.
Un importante elemento da spendere
nel corso della campagna informativa
per esplicitare il beneficio dell’iniziativa
nei confronto del singolo lavoratore,
dell’azienda, della collettività e stimo-
lare la collaborazione/ l’adesione dei
dipendenti, sta nell’evidenziare i vantaggi
dell’operazione anche a livello del singolo
dipendente.
I vantaggi per il dipendente
riguardano
i minori costi del trasporto, la riduzione
dei tempi di spostamento, la possibilità
di premi economici da parte dell’azienda,
la riduzione del rischio di incidenti la
maggiore regolarità nei tempi di sposta-
mento, il minore stress psicofisico da
traffico, l’aumento delle facilitazioni e
dei servizi per coloro che già utilizzano
modi alternativi e la socializzazione
con i colleghi -
nel caso di gestione del
carpooling aziendale.
I vantaggi per l’azienda
la riduzione
dei costi e dei problemi legati ai servizi
di parcheggio, i migliori rapporti con gli
abitanti dell’area circostante l’azienda -
più
posti di sostaemeno rumoredel traffico
- la
riduzione dei costi per i rimborsi accordati
sui trasporti, la riduzione dello stress per
i dipendenti e il conseguente aumento
della produttività, la riduzione dei costi dei
trasporti organizzati o pagati dall’azienda,
il conferimento di un’immagine aziendale
aperta ai problemi dell’ambiente e la
promozione di una filosofia aziendale
basata sulla cooperazione.
I vantaggi per la collettività
riguardano
la riduzione dell’inquinamento atmos-
ferico, benefici in termini di sicurezza,
riduzione della congestione stradale e
la conseguente riduzione dei tempi di
trasporto.
È significativo osservare che, in alcuni
casi, le aziende abbiano proceduto
alla nomina del Mobility Manager ed
alla redazione del PSCL a seguito di
sollecitazioni pervenute dagli organismi
preposti al rilascio delle certificazioni
per i sistemi di gestione ambientale
conformi alla norma ISO 14001. Infatti
trattandosi di questioni che investono
direttamente le “prestazioni ambientali”
dell’azienda, le abitudini di mobilità dei
dipendenti in itinere sono viste dagli enti
certificatori come uno dei punti cardine
e su di esso le aziende devono dimos-
trare di aver effettuato interventi concreti
di riduzione degli impatti ambientali.
La nomina del Mobility Manager e la
redazione ed applicazione del PSCL
diventano un’attività che le aziende
non possono permettersi di trascurare.
Lasostenibilitàaziendale
èormai intesa
dalle aziende come vantaggio competi-
tivo ed è evidente come la sostenibilità
ambientale sia collegata alle perform-
ance e al successo di un’impresa, le
aziende hanno infatti la consapevolezza
che esiste un legame crescente tra le
green practices
ed il successo in questo
contesto, la sostenibilità cessa di essere
meramente ambientale ed allarga i suoi
confini al modello di business “sosteni-
bile” dell’impresa.
*Arch. Mobility Manager Di Area
Comune Di Parma
Il Mobility
Management
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www.
asaps
.it
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