l Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada è al collasso. Se non interverranno correttivi, nel 2019 si
esauriranno le riserve di cassa.
Dal 1969 il Fondo copre chi resta vittima di incidenti con pirati della strada o con veicoli non assicurati. Ma
anche i danneggiati incappati nel fallimento della compagnia assicuratrice che avrebbe dovuto risarcire il
loro danno.
Quasi mezzo secolo di attività, oggi finanziato con un prelievo del 2,5% dalla raccolta nazionale dei premi
RC Auto. Ultimamente però si è creato uno squilibrio importante: mancano 150 milioni di euro l'anno per
far quadrare i conti.
Così la Consap, che gestisce il fondo, già da tempo propone di aumentare la quota di prelievo dai premi
RC Auto al 4%. Dicono che la misura si tradurrebbe in un aumento di circa 5 euro ad assicurato, anche se
ovviamente si tratta di una media, perché essendo un prelievo percentuale, chi paga di più (sempre loro), finirebbe per
essere ulteriormente penalizzato.
Il problema sembrerebbe essere doppio. Da una parte l'aumento dei sinistri da pagare, dall'altra la diminuzione delle
entrate. A ben guardare però, il problema potrebbe essere uno solo: l'aumento dei veicoli non assicurati!
Su base nazionale si parla di circa il 12% di veicoli non assicurati, ma in alcune città del Sud si sfiorerebbe il 50%. 2,9
milioni di bombe innescate in circolazione. Mezzi che in caso d'incidente fuggono. O che, comunque, sono intestati a
persone economicamente non in grado di fare fronte a risarcimenti di qualsivoglia entità.
Sono loro che stanno facendo aumentare il numero degli incidenti che finiscono al Fondo Vittime della Strada. E sono
loro che non pagando l'assicurazione fanno calare anche gli introiti dello stesso Fondo.
Si, è vero, a essere onesti c'è anche la registrata diminuzione del costo medio delle polizze, che ha comportato un'analoga
diminuzione percentuale delle entrate del Fondo, ma il problema resta questa folle quantità di veicoli non assicurati.
Un fenomeno che parte da lontano
Perché si decide di circolare senza assicurazione? Liquidare queste persone come incoscienti o criminali sarebbe
superficiale: stiamo parlando del 12% dei mezzi in circolazione!
La risposta è che si circola senza assicurazione perché pur
avendo l'esigenza di utilizzare un veicolo, non si è in grado
di pagare il premio.
Le assicurazioni costano care, troppo care, da troppi anni.
Il premio RC Auto è impossibile da pagare da molto tempo
per chi vive nel Sud d'Italia, per chi parte dalla 14a classe
di merito, per i neopatentati. E da 10 anni siamo in una crisi
economica senza precedenti.
Ovviamente il problema non è solo economico. Il tutto si
inserisce in un contesto di disinformazione che non consente
di valutare i rischi ai quali si va incontro. E non manca
la componente culturale: in molti, anche fra quelli che si
assicurano, sono convinti che sia moralmente giusto non
dare i soldi alle compagnie assicuratrici. Anzi, se possibile
è giusto truffarle.
Ecco, la radice del problema è qui. Un problema economico,
sociale e culturale, che non è sfuggito a nessuno negli ultimi
anni. Ma contro il quale nessuno ha fatto nulla.
Immobilismo. La parola chiave l'ha usata il presidente Biserni
nel suo editoriale. Nessuno si è mosso. Le compagnie hanno
continuato a scaricare sugli assicurati i costi da loro sostenuti,
perché è mancata una legislazione che ha reso conveniente
per loro gestire in maniera più virtuosa il comparto RCAuto.
E il mondo politico è rimasto paralizzato.
Nel 2005 è stata varata una grande riforma assicurativa,
che ha istituito il risarcimento diretto. Una riforma tanto
ambiziosa negli obiettivi, quanto sbagliata in alcuni contenuti.
E il riferimento è al sistema con il quale le compagnie si
rimborsano i sinistri risarciti ai loro clienti.
Si era messa a punto una buona riforma assicurativa a
inizio 2014, ma l'hanno fatta saltare un paio di gruppi politici,
evidentemente poco informati sul fatto che per la prima
volta quella riforma era stata scritta a un tavolo dove oltre
alle compagnie e all'IVASS (l'Ente statale di vigilanza sulle
assicurazioni), sedevano anche i consumatori. E così quella
riforma, rivista, è arrivata a compimento solo nell'agosto
del 2017, con la Legge sulla Concorrenza. Tre anni buttati,
nonostante tutti sappiano che quello delle assicurazioni è
un problema enorme.
Eccolo l'immobilismo di cui parlava il presidente Biserni.
Eccolo il 12% di veicoli non assicurati. E ora?
Servono i controlli automatici, sanzioni pesanti e...
tariffe più basse
Ora non resta che mettere mano al problema con le maniere
forti. Servono controlli. E servono -ancora!- interventi legislativi.
Servono controlli delle forze di polizia, certo, per multare e
impedire la circolazione ai veicoli non assicurati. Ma serve
anche che si sblocchi l'omologazione degli strumenti per
il controllo automatico della copertura assicurativa: tutor e
velox. Perché senza una specifica omologazione, questi
possono essere utilizzati solo in presenza di agenti.
Basterebbe? Probabilmente no. Immaginate la situazione,
di un residente nelle province dove le polizze sono più care,
che deve assicurarsi partendo dalla 14ª classe. Immaginate
che in molti casi si tratterà di una persona poco propensa
anche a pagare la multa; una persona magari abituata a
ricevere le ingiunzioni di pagamento. Difficile redimere un
soggetto del genere e difficile fermarlo con le multe.
La situazione attuale, poi, propone ulteriori costi per lo
Stato, con mezzi di poco valore sequestrati e conservati
in deposito a spese della collettività, veicoli che con molte
probabilità il proprietario non va più a ritirare.
Problemi gravi impongono medicine amare: forse è arrivato
il momento di pensare a una sanzione ancora più severa,
magari non per tutti, magari solo per i recidivi. La confisca del
veicolo sorpreso a circolare privo di copertura assicurativa
potrebbe essere una soluzione. Pensiamoci.
Ma facciamo in fretta. Perché i recenti nuovi aumenti della
sinistrosità e della mortalità stradale porteranno sicuramente
nuovi aumenti delle tariffe assicurative. E con essi, nuovi
adepti per la schiera dei non assicurati.
Amargine però, bisogna dire che le assicurazioni debbono
avere tariffe abbordabili per tutti, non solo per i residenti in
determinate province con una storia assicurativa cristallina.
Se tutti pagassero, sicuramente i premi scenderebbero; come
è successo da qualche anno con il canone televisivo. Ma
visto che il ramo RCAuto negli anni ha macinato grossi utili,
sarebbe opportuno un tavolo per studiare una via d'uscita
per chi si trova di fronte a tariffe folli. I giovani, i neopatentati,
i residenti in determinate province, quelli che partono dalla
14ª classe.
E bisognerebbe rivedere alcuni meccanismi del risarcimento
diretto che hanno fatto salire i costi per le compagnie. Ah
già, dimenticavamo, c'è l'immobilismo del mondo politico.
Premuti (Konsumer): Il Fondo vittime della strada
andrebbe riformato
Fabrizio Premuti, presidente dell'Associazione Konsumer
ed esperto di assicurazioni, è fortemente contrario all'idea
di aumentare al 4% il prelievo sulle polizze RCAuto per
finanziare il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada.
“Perché considerando un fabbisogno cresciuto del 5% delle
compagnie, che probabilmente si tradurrà in un aumento nei
prossimi mesi, aggiungendoci l'altro aumento proposto dalla
Consap, si farebbe presto ad arrivare al 10% di crescita dei
premi. Meglio intervenire su altro.
I problemi del Fondo non sono solo i sinistri dei guidatori
non assicurati. Ci sono molte compagnie fallite negli anni
che sono ancora in piedi con commissari liquidatori e con del
personale che gravano sul Fondo. Sono compagnie fallite
magari 30 anni fa, che restano in questa situazione perché
hanno contenziosi aperti su grossi sinistri. Forse converrebbe
pagare e chiudere per azzerare le spese di gestione.
E questa dei contenziosi legali è una grana grossa per il
Fondo. I suoi regolamenti, anche per cautelare la gestione
dal rischio di frodi, impongono praticamente come passaggio
obbligato il ricorso al tribunale per riconoscere un risarcimento.
Sarebbe ora di modificare questi regolamenti per sbloccare
l'erogazione dei risarcimenti senza il passaggio in tribunale,
almeno nei casi in cui è palese il diritto al risarcimento del
danneggiato che si rivolge al Fondo”.
*Fondatore e direttore
di Netbikers.eu
Il corto circuito della RC Auto
Si parla spesso di assicurazioni. Si parla di tariffe, di formule, di truffe e
di periti. Si parla tanto, ma ci si dimentica che a oggi, il 12% dei veicoli
in circolazione, poco meno di 3 milioni di mezzi, non sono assicurati
Sono come bombe innescate sulle nostre strade, e stanno facendo molti
più danni di quanto si creda
di Riccardo Matesic*
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Speciale
scoperture assicurative